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Mario Monti è il nuovo Presidente del Consiglio:Decreto liberalizzazioni, tutti i vantaggi per i consumatori

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2012 12:03
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"Il primo elenco di cespiti immobiliari da avviare alla dismissione sarà definito nei tempi previsti dalla legge di stabilità, cioè entro il 30 aprile 2012. La lettera di intenti inviata alla commissione europea prevede proventi di 'almeno 5 miliardi all'anno nel prossimo triennio. A tal scopo sarà definito un calendario puntuale per i successivi passi del piano di dismissione e di valorizzazione del patrimonio pubblico". Lo ha detto il premier, Mario Monti, in aula al Senato.
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Ici, pensioni e lavoro: che cosa cambia
Dall’imposta sulla prima casa al sistema contributivo

Le priorità del governo: I provvedimenti

Casa
Il ritorno dell’Ici, sarà progressiva
L’imposta comunale sulla prima casa, nonostante l’opposizione già dichiarata della Cgil, sarà reintrodotta e incorporata nella nuova Imu, l’imposta municipale unica, da anticipare probabilmente già al 2012. E sarà solo l’antipasto, perché Monti vuole attuare la delega per la riforma fiscale in tempi brevissimi. «Una riduzione delle imposte e dei contributi che gravano sul lavoro e l’attività produttiva, finanziata da un aumento del prelievo sui consumi e sulla proprietà, sosterrebbe la crescita senza incidere sul bilancio pubblico», ha detto il premier. Un nuovo aumento dell’Iva è possibile, anche se Monti ha già sottolineato la più forte regressività delle imposte indirette. La soluzione, oltre all’Ici sulla prima casa da 3,5 miliardi, potrebbe essere la patrimoniale. Ma è difficilmente praticabile dal punto di vista politico: Silvio Berlusconi non è affatto d’accordo
Mario Sensini

Previdenza
Pensioni, premiato chi lascerà più tardi
Ci saranno misure sulle pensioni, ma solo dopo il confronto con le parti sociali. Il sistema italiano, dopo le tante riforme fatte, risulta tra i migliori in Europa dal punto di vista della tenuta dei conti. L’età per il pensionamento di vecchiaia già è più alta di quella tedesca e francese. Resta il problema delle pensioni di anzianità, quelle a 60 anni d’età. Per superarle, il nuovo ministro del Lavoro, Elsa Fornero, punta all’introduzione di un’età flessibile di pensionamento a scelta del lavoratore, fra 63 e 68-70 anni, con il calcolo contributivo pro rata della pensione, che premia chi lascia il lavoro più tardi. Inoltre, l’estensione del contributivo a tutti i lavoratori attenuerebbe quelle disparità tra giovani e anziani e tra categorie richiamate da Monti. Il governo, in ogni caso, porrà come condizione per la riforma la rimozione dei privilegi, a partire dai vitalizi parlamentari.
Enrico Marro

Contratti
Neoassunti e articolo 18, così la riforma
Quella sul mercato del lavoro è stata forse la parte più dettagliata del discorso di Mario Monti. Il presidente del Consiglio ha indicato un percorso, la trattativa con le parti sociali, e un obiettivo, il superamento del dualismo delle regole, che privilegia i lavoratori anziani a scapito dei giovani. Monti ha voluto precisare che la riforma non toccherà chi già lavora, ma solo le future assunzioni. Ma di che riforma si tratterà? Il modello che più sembra rispondere alle indicazioni del premier è quello suggerito da tempo dal giuslavorista e senatore del Pd, Pietro Ichino, che non a caso ieri si è intrattenuto a colloquio con il nuovo ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Ichino propone per i nuovi assunti un contratto a tempo indeterminato ma con la possibilità di licenziare per motivi economici dietro il pagamento di un indennizzo e un rafforzamento degli ammortizzatori sociali. Contrari a toccare l’articolo 18 la Cgil e buona parte del Pd.
E. Ma

Sviluppo
Liberalizzazioni, più facile creare un’impresa
Rendere meno ingessata l’economia, facilitare la nascita e lo sviluppo delle imprese, migliorare l’efficienza dei servizi pubblici, favorire l’inserimento dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro. Se prima era il rigore di bilancio da oggi la «crescita», non a caso la parola più usata nel discorso del premier, diventa la principale priorità dell’economia italiana. Non è solo il superministero affidato a Corrado Passera a certificarlo. Tutte le riforme indicate oggi da Monti, dall’uso dei fondi Ue per il Sud, alla riforma fiscale, passando per il rafforzamento dell’Antitrust e la liberalizzazione delle professioni, puntano alla crescita. Certo, non tutte avranno un impatto forte e immediato sul Pil, «ma influendo sulle aspettative degli investitori, possono riflettersi in una riduzione dei tassi con conseguenze positive sulla crescita stessa» dice Monti. Applausi convinti da Confindustria, Abi, Rete Imprese Italia e Cooperative.
M.Sen.

18 novembre 2011 | 8:08

www.corriere.it/economia/11_novembre_18/sensini-marro-ici-pensioni-lavoro_1ead2d4c-11b2-11e1-8aad-a8a00236e6...
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video.corriere.it/cosa-c-dietro-mario-monti/32a4ad84-138d-11e1-8f9c-85bd...
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Il messaggio dei precari a Mario Monti
"Basta speculazioni. Patrimoniale subito"
Il movimento de "Il nostro tempo è adesso" chiede che il disagio giovanile sia al centro degli obiettivi del nuovo governo. Dieci proposte, dal contratto stabile al reddito minimo d'inserimento, dal diritto di sciopero all'indennità in caso di malattia
di CARMINE SAVIANO

Liberarsi dalla precarietà. Attraverso contratti stabili e l'estensione dei diritti e delle tutele ai "lavoratori discontinui". Il Nostro Tempo è Adesso, la rete che raccoglie numerose associazioni di precari, ha lanciato da Roma un messaggio al nuovo Presidente del Consiglio, Mario Monti: "L'emergenza sociale di questo paese è la precarietà di lavoro e di vita di una generazione". E per scardinarla è necessario "estendere i diritti e la cittadinanza che sono fondamento della democrazia". Poi la richiesta di un confronto con il governo e con il nuovo premier: "Vogliamo essere attori di questo cambiamento". E sulle misure da adottare: "Vogliamo la patrimoniale, subito".

Proposte, appelli, cifre. Un quadro completo delle condizioni in cui lavorano migliaia di giovani italiani. La fotografia di un pezzo di Paese che, nonostante competenze e impegno, resta ancora sospeso, impossibilitato a progettare il proprio futuro. L'obiettivo è rovesciare i rapporti di forza: "I veri garantiti non hanno il volto delle nostre madri o dei nostri padri, ma vanno cercati tra chi ha evaso il fisco e si è arricchito negli anni della crisi, speculando sulla fragilità del nostro paese." dice, in un suo intervento Emanuele Toscano, del Coordinamento Precari dell'Università.

Contratti ed estensione dei diritti, certo. Ma anche politiche di sostegno al reddito. Un ripensamento del Welfare, che vada nella direzione di "un'estensione in senso universalistico del sostegno al reddito per chi è senza lavoro". Poi "l'introduzione anche in Italia di un Reddito minimo, finanziato dalla fiscalità generale, per chi cerca il primo lavoro e non lo trova" dice Francesco Vitucci dell'Associazione dei Dottori di Ricerca e dottorandi italiani. Altro nodo, il sistema previdenziale. Per Chiara Barbato, della Rete degli Operatori del Sociale, c'è bisogno di "un intervento sulla previdenza finalizzato non a far cassa tagliando le garanzie di chi ha lavorato una vita, ma indirizzato alla vera emergenza del futuro: garantire a chi oggi lavora con un contratto precario un futuro previdenziale dignitoso".

Poi le richieste. E le indicazioni su dove trovare le risorse per risolvere il problema della precarietà. "Noi che un patrimonio non lo abbiamo mai avuto, vogliamo che chi lo ha accumulato sulle nostre spalle paghi. E paghi salato. Questo significa patrimoniale, subito". E ancora: misure che colpiscano chi ha speculato sul mercato della casa e sui titoli di stato. "E sopratutto vogliamo che chi ha evaso o evaderà il fisco non possa transare, non possa beneficiare di condoni o scudi, ma debba pagare tutto ciò che deve. Tutto, fino all'ultimo euro. Come accade a tutti noi quando riceviamo una multa o una cartella esattoriale".

Infine, un decalogo. Il programma della generazione precaria. Premessa: "La precarietà non è un accidente del destino, né un dato immodificabile. È il frutto di processi economici e di scelte (e non scelte) politiche. La precarietà è un problema di diritti, di stabilità, di continuità del lavoro e di reddito, è un problema di welfare e di opportunità. È un problema di soldi e di previdenza". Poi le dieci proposte, dal contratto stabile al reddito minimo d'inserimento, dal diritto di sciopero all'indennità in caso di malattia.
(21 novembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/11/21/news/precari_monti-2...
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Demopolis/ Gli italiani bocciano la ricetta di Monti
Venerdì, 2 dicembre 2011 - 12:43:58
Lunedi 5 dicembre il Consiglio dei Ministri varerà le prime misure urgenti per far fronte alla crisi finanziaria che ha investito il Paese. Che cosa pensano i cittadini dei possibili provvedimenti in materia fiscale al vaglio del Governo Monti?

Il 75% degli italiani, sempre più in difficoltà nei propri consumi, manifesta una forte contrarietà all'ulteriore incremento, ad esempio dal 21% al 23%, delle aliquote IVA. È uno dei dati che emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis.



Anche la reintroduzione dell'ICI sulla prima casa risulta decisamente impopolare: favorevole si dichiara poco più di un intervistato su cinque. Contrario il 73%: otto elettori su dieci del Centro Destra, ma anche i due terzi di chi si colloca politicamente nel Centro Sinistra. Cambia tutto - secondo l'indagine di Demopolis - nell'ipotesi di far gravare l'ICI soltanto sulle seconde case e sulle prime case di lusso: in tal caso la condivisione del provvedimento tra gli italiani sale al 70%. Un segno evidente della richiesta di progressività nel carico fiscale da parte dei cittadini, in un contesto nel quale quasi otto famiglie italiane su dieci possiedono una casa, ma il 5% risulta proprietario del valore di circa un quarto dell'intero patrimonio immobiliare del Paese.




"Diffuso è il timore - afferma il direttore dell'Istituto Demopolis Pietro Vento - che gli aumenti ipotizzati delle aliquote IVA e la reintroduzione dell'ICI sulla prima casa possano gravare eccessivamente sui ceti medi e sulle famiglie meno abbienti. Un'ampia maggioranza degli italiani, ben consapevole della crisi che ha investito il Paese, appare oggi disponibile ad accettare i sacrifici, sia pur impopolari, richiesti dal Governo Monti, ma solo a condizione - conclude Pietro Vento - che siano accompagnati da interventi per la crescita economica e che venga davvero garantita l'equità sociale".


Nota metodologica ed informativa
L'indagine è stata condotta dal 23 al 25 novembre 2011 dall'Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis su un campione di 1.004 intervistati, rappresentativo dell'universo della popolazione italiana maggiorenne. Direzione della ricerca a cura di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone. Nota metodologica completa su: www.demopolis.it

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09/12/2011 23:34
 
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STESSO SPARTITO, STESSA MUSICA
Questo governo Monti ricorda molto il governo Ciampi. Stesso profilo, stessa provenienza dal mondo economico, stessi rituali e stesse menzogne sulla fantomatica crisi funzionali al giro di vite contro lavoratori, salariati e pensionati. Manca solo di rivedere Mario Draghi sul “Britannia” e poi il quadretto può dirsi completo. Solo due aspetti divergono chiaramente: uno di ordine preliminare, l’altro di natura emotivo- esperienziale. Riguardo al primo bisogna fare una premessa. Il miglior modo per stabilizzare “al centro” un sistema politico indebolito da collusioni, corruzione e inefficienza è quello di creare, nel mondo reale o in quello immaginario, un pericolo gravissimo e in prospettiva mortale. Spiegava già Vito Ciancimino, uno che di sistemi politico-criminali se ne intendeva, che le stragi in genere servono per compattare il sistema politico chiamato a unirsi per fronteggiare il grave e sopravvenuto pericolo. Ma mentre nel 1993 l’ingresso di Ciampi in politica in un clima di ritrovata concordia avvenne anche sulla scia del clima determinato dallo sgomento per la recrudescenza della violenza stragista, oggi l’avvento di Monti viaggia sulle ali di una paventata tragedia di tipo economico e finanziario che, anziché poveri innocenti, potrebbe al più uccidere l’Euro. Sulla possibilità che l’operazione Monti possa in prospettiva funzionare come funzionò il modello Ciampi nutro qualche serio dubbio in ordine al secondo dato sopra evidenziato, quello definito di natura emotivo- esperienziale. Non è semplice infatti fregare qualcuno due volte con lo stesso identico trucco a distanza di poco tempo. Ciò può avvenire soltanto nei confronti di chi si riveli molto sprovveduto, ma non credo sia il caso del popolo italiano. Alla luce di questo dato sono propenso a credere che mentre, completato il suo lavoro, Ciampi finì al Quirinale, Monti al contrario potrebbe finire per andarsene a…casa, diciamo a casa.

Francesco Maria Toscano

www.ilmoralista.it/stesso-spartito-stessa-musica
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Intanto gli italiani dormono

Ad oggi quelle statistiche sui favorevoli ed i contrari sono nettamente cambiate.
Nessuno vuole più questo professore al quale mancano i concetti basilari di equità e di meccaniche dei mercati finanziari.
Il suo decreto, ora, può essre ribattezzato da "salva italia" in "affonda italia".
Così come strutturato, il decreto Monti, creerà solo una diminuzione di domanda con conseguente recessione.
L'unica soluzione rimane chiudere con il fallimento dell'euro e tornare, ogni nazione, a battere la propria moneta.
Eliminare il sistema della stampa di soldi falsi e tornare a dare valore alla moenta circolante.
Il debito italiano? Lo devono pagare i vari amministratori che hanno sbagliato ad amministrare l'azienda italia negli ultimi 50 anni.

Un'ultima cosa, visto che siamo in crisi che si disdica anche l'acquisto di un centinaio di cacciabombardieri che costeranno circa 115 milioni di euro. Ne abbiamo bisongo per una guerra? E dove sono i piloti in grado di pilotarli?
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Monti: «Non occorrono altre manovre»
Il presidente del consiglio: «Dobbiamo ammodernare alcuni aspetti del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali»

MILANO - «Non occorrono altre manovre». Così il presidente del Consiglio Mario Monti ospite di RaiTre nella trasmissione «Che tempo che fa» condotta da Fabio Fazio smentisce la necessità di altre misure di correzione dei conti pubblici e apre alla fase due della crescita. Quella orientata a una maggiore liberalizzazione di alcuni gangli vitali dell'economia, come i trasporti, l'energia e gli ordini professionali. E soprattutto - ammette il premier - la linea del governo è orientata «a non dissipare il futuro dei nostri figli e non solo perché le misure di rientro ci vengono prescritte dall'Unione Europea».

Monti a «Che tempo che fa»

LA FASE DUE - «L'euro non è in crisi, la moneta ha mantenuto solidamente il rapporto di cambio con il dollaro. Il problema che incombe su di noi è che alcuni paesi Ue hanno una crisi del debito pubblico». Ma il premier aggiunge che ci sono alcuni Paesi - soprattutto quelli virtuosi - inquieti nei confronti di quelli meno virtuosi. «Dobbiamo agire su molti fronti contemporaneamente, perchè la Ue ci impone un cambiamento di rotta anche sul mercato del lavoro e sugli ammortizzatori sociali». Il premier apre anche a un cambiamento del sistema televisivo con una riforma della Rai: «A breve vedrà», ha detto Monti a Fazio, facendo trapelare una necessità di intervento anche sull'emittente pubblica.

L'ITALIA - La situazione italiana - dice Monti - non è così negativa. «Anzi al netto degli interessi sul debito pubblico il nostro Paese ha un avanzo primario del 5% per il 2011, una situazione che ci pone in una situazione di privilegio rispetto ad altri paesi». Riguardo al panorama globale, «la nostra è una crisi di sistema», ha aggiunto Monti.

LE BANCHE - «Il nostro sistema bancario non è a rischio, non ci sono istituti di credito a rischio default» di fatto tranquillizzando risparmiatori e azionisti circa il dossier Unicredit e l'aumento di capitale varato lunedì. Monti ha poi parlato di Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, e ha ammesso le divisioni in sede Ue nell'applicazione o meno dell'imposta tra i desiderata francesi e le resistenze anglo-tedesche.

FISCO - Sul capitolo evasione Monti ha ammesso di voler intervenire per regolare i rapporti transnazionali con i paradisi fiscali. Sull'operazione Cortina - con i controlli della Guardia di Finanza - Monti ha precisato: «Operazioni come quelli hanno il significato simbolico di una lotta seria all'evasione fiscale. Niente danneggia la percezione dell'Italia all'estero, quanto l'evasione fiscale. Il nostro è un Paese ricco, perché la visibilità della ricchezza è evidente, al netto dell'alto debito pubblico». E ancora: «Serve un rispetto per la ricchezza e lotta senza quartiere all'evasione fiscale. Bisogna rispettare la ricchezza che è un valore a condizione che sia il risultato di un merito, di uno sforzo produttivo e di talento. Il profitto del monopolista e di imprese che si arricchiscono alle spalle del consumatore invece deve essere represso. Negli Stati Uniti si va in carcere, in Europa no, dobbiamo renderci conto che evadendo le tasse paga l'intera collettività».

ARTICOLO 18 - «Siamo in una fase di disperato bisogno di lavoro per i precari e i giovani. Per questo non possiamo pensare soltanto alle enunciazioni di principio, ma interrogarci su come favorire l'ingresso nel mercato del lavoro delle nuove generazioni», ha spiegato il premier interrogato sull'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Fabio Savelli
8 gennaio 2012 (modifica il 9 gennaio 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

www.corriere.it/politica/12_gennaio_08/monti-fazio-chetempochefa_72a0667e-3a31-11e1-b6d5-d3e076de4b...
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Tassa sulla fortuna, il Tar del Lazio la sospende
L'imposta sulle Videolotteries era fissata al 6% sulla parte eccedente i 500 euro per un ricavo complessivo di 150 milioni


Le slot machine tradizionali
MILANO - Il Tar del Lazio ha sospeso la parte della manovra di governo che prevede la cosiddetta «tassa sulla fortuna» per le videoslot, ovvero per gli apparecchi da intrattenimento videogiochi. La decisione è del presidente della sezione del Tar del Lazio, Luigi Tosti, che con un decreto monocratico, ha accolto le richieste fatte dalle 10 concessionarie, tra le quali Snai, Sisal Slot e Lottomatica. Il 25 gennaio, discussione dei ricorsi davanti al Tar in composizione collegiale.
LA RAGIONE - A presentare i ricorsi tutte le 10 compagnie concessionarie della rete degli apparecchi che hanno segnalato le conseguenze che sarebbero derivate dall'applicazione della tassa alle videolottery. Fino all'adeguamento delle macchine, si avrebbe infatti l'effetto paradossale che la tassa verrebbe pagata anche in caso di perdita. Se un giocatore infatti inserisse nella macchina 700 euro, e decidesse di ritirarsi subito dal gioco dopo aver speso un euro, risulterebbe comunque vincitore di 699 euro, e sarebbe quindi assoggettato all'imposta. L'imposta è fissata al 6% sulla parte eccedente i 500 euro, il fortunato che vincesse il premio massimo di 500 mila euro, quindi, dovrebbe pagare una tassa di poco meno di 30 mila euro. Secondo le stime del ministero dell'Economia la tassa sulle vincite (che riguarda numerose tipologie di giochi) dovrebbe garantire complessivamente 150 milioni di euro l'anno: le Vlt dovrebbero garantire circa la metà del gettito complessivo.

Redazione Online
13 gennaio 2012 | 19:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA

www.corriere.it/economia/12_gennaio_13/tassa-fortuna-videoslot_550bd6a4-3e0d-11e1-86c1-1066f4abcf...
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Il decreto-liberalizzazioni approvato dal governo dopo una riunione fiume di otto ore non è la panacea assoluta per le tasche degli italiani, ma qualche vantaggio per i consumatori lo dovrebbe portare senz’altro. E alcune associazioni di categoria hanno già provato a fare qualche stima voce per voce. Tra queste c’è Altroconsumo, che nei giorni scorsi ha anche lanciato una petizione “perché il governo vada avanti senza cedere ai ricatti delle lobby”.
Secondo la Cgia di Mestre i settori interessati dalla liberalizzazioni incidono su circa il 15% della spesa media di una famiglia. Ipotizzando una spesa media di 29.520 euro, infatti, secondo i ricercatori saranno liberalizzati beni e servizi per un valore economico di quasi 4.500 euro.

L’analisi puntuale di Altroconsumo parte dalla cancellazione delle tariffe professionali, ribadita nel corso della conferenza stampa seguita all’approvazione del decreto dal ministro della Giustizia, Paola Severino. Per il Guardasigilli l’abolizione delle tariffe “è un fenomeno già consolidato nell’orizzonte delle professioni”. Inoltre, ha aggiunto, il prezzo dovrà essere comunicato in maniera chiara e visibile ai clienti.

Secondo un’inchiesta dell’associazione di consumatori, nel caso di rogito per la compravendita di un appartamento il risparmio che si potrebbe ottenere su una parcella di 2 mila euro potrebbero arrivare anche a 600 euro nel caso in cui il professionista in questione decidesse di allinearsi ai compensi più bassi. Detto in un altro modo, se questo accadesse il consumatore potrebbe spendere circa il 60% in meno. Secondo i calcoli di Adiconsum, invece, il risparmio dalla liberalizzazione delle professioni potrebbe valere in tutto circa 400 euro l’anno a famiglia.

Con l’abolizione delle tariffe, in ogni caso, è probabile che si allargherà la forbice dei prezzi tra gli studi più rinomati di avvocati e notai e quelli ancora in fase di avviamento: i primi potranno chiedere parcelle ancora più alte, visto che puntano a farsi pagare il loro riconosciuto valore da chi se lo può permettere; i secondi, invece, proveranno ad attirare i clienti applicando prezzi da saldo.

Per quanto riguarda i notai, inoltre, il decreto prevede un incremento dell’organico di 500 unità e una revisione della pianta organica ogni tre anni, invece che ogni sette. Con una maggiore concorrenza, è il ragionamento dell’esecutivo, è probabile che anche i compensi richiesti ai clienti scendano.

Per quanto riguarda i carburanti, Altroconsumo pensava che si sarebbero potuti ottenere risparmi nell’ordine di 150 euro l’anno a famiglia. “Con l’assoluta autonomia commerciale dei gestori degli impianti di distribuzione rispetto ai produttori fornitori di carburante – scriveva l’associazione prima della conferenza stampa di questa sera – si potrebbe arrivare alle condizioni di prezzo praticate oggi dai distributori indipendenti (le pompe bianche o no-logo)”. In questo modo, dunque, “oggi l’Italia risparmierebbe 567 milioni di euro per consumare i circa 10 milioni di tonnellate all’anno di benzina e quasi 2,5 miliardi di euro sui 25 milioni di tonnellate di gasolio”.

Nel corso della presentazione del decreto, però, il ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, ha solo chiarito che le liberalizzazioni sui carburanti saranno “un elemento importante per ridurre i costi per i cittadini, favorire la concorrenza e rafforzare i distributori indipendenti". Passera ha annunciato quindi misure per "favorire la nascita di self service e rafforzare gli operatori del settore con proventi da altre attività", ma per conoscere tutti i dettagli bisognerà aspettare la pubblicazione del decreto (in una bozza precedente si era parlato anche di una norma che consentisse ai benzinai di rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore).

Su questo punto, comunque, è bene non farsi troppe illusioni. Secondo i calcoli del Sole-24 Ore, infatti, ben il 59% del prezzo al litro deriva da accise e imposte, sulle quali il decreto non interviene in alcun modo.

Il capitolo Rc Auto, secondo i dati Adiconsum citati oggi dal Corriere della Sera, vale sui 350 euro di risparmio l’anno per ogni famiglia. In particolare, il decreto prevede che le compagnie applicheranno sconti a chi accetterà di installare sulla propria auto una scatola nera, che garantirà dunque l’assicuratore da tentativi di truffa. Così come si potranno ottenere premi più bassi permettendo alla compagnia di controllare la macchina prima di stipulare la polizza. Gli intermediari, inoltre, saranno obbligati a fornire informazioni su diverse polizze confrontabili. “Principio buono – commenta Altroconsumo – ma c’è il rischio che gli intermediari presentino al consumatore solo delle tariffe meno convenienti rispetto a quella della loro polizza”. Insomma, per sapere cosa accadrà bisogna aspettare.

Qualche vantaggio dovrebbe arrivare dalle novità previste per gli istituti di credito. In particolare, quando una banca farà sottoscrivere un’assicurazione collegata a un mutuo, sarà obbligata a presentare almeno due preventivi di due diversi gruppi assicurativi. Secondo Adiconsum, in questo modo le famiglie potranno risparmiare 200 euro l’anno.

Quanto ai farmaci, è ancora presto per quantificare l’eventuale risparmio derivante dalla nuova normativa. Contrariamente a quanto previsto, i farmaci di fascia C non potranno essere venduti fuori dalle farmacie. Il decreto prevede poi l’apertura di oltre 5 mila nuove farmacie, su un totale di circa 18 mila esercizi in attività al momento. Anche in questo caso, la speranza è che aumentando la concorrenza nel settore possano scendere i prezzi e aumentare la qualità dei servizi. E se i tempi si faranno troppo lunghi, sarà il governo a intervenire. È stata confermata, inoltre, la possibilità di ottenere sconti per i farmaci di fascia A pagati direttamente dal cittadino e la liberalizzazione degli orari, oltre a una diffusione della “cultura del farmaco generico” (anche in questo caso, i dettagli saranno chiariti con la pubblicazione del decreto).

Un'altra voce che peserà parecchio, secondo Adiconsum, è quella di luce e gas, dove si potranno risparmiare circa 150 euro l’anno. I maggiori vantaggi sono legati soprattutto al nuovo metodo di calcolo deciso ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia. Con il nuovo meccanismo, infatti, le bollette energetiche non saranno più legate ai costi spot, bensì a quelli a lungo termine, più vantaggiosi per i consumatori.

Infine, nell’elenco delle misure principali, non ci si può dimenticare l’annunciata liberalizzazione delle licenze dei taxi, così contestata dai diretti interessati. A questo proposito, a dispetto delle numerose e contradditorie indiscrezioni circolate nelle ultime ore, per ora è un nulla di fatto: dovrà essere l’Autorità per i Trasporti a stabilire se ci sia davvero bisogno di nuove licenze e, in questo caso, dovranno essere previste compensazioni tangibili per quei tassisti che hanno già una licenza.

it.finance.yahoo.com/notizie/decreto-liberalizzazioni--tutti-i-vantaggi-per-i-consumatori.html;_ylt=AkVzXa31bDqhOTPrajCdWn9C361G;_ylu=X3oDMTNyYmxjdGZkBG1pdANGUCBUb3AgU3RvcnkgTGVmdARwa2cDMjRmZDRlMWQtN2U0Yy0zNDNhLTg0OGItNGMwZWZjODk4YTJmBHBvcwMxBHNlYwN0b3Bfc3RvcnkEdmVyA2FiMjM0OTkwLTQzYTQtMTFlMS1iYThmLTc4ZTdkMWZhNDZhNg--;_ylg=X3oDMTFvdGM2bDBkBGludGwDaXQEbGFuZwNpdC1pdARwc3RhaWQDBHBzdGNhdANob21lBHB0A3NlY3Rpb25zBHRlc3Q...
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