Il decreto-liberalizzazioni approvato dal governo dopo una riunione fiume di otto ore non è la panacea assoluta per le tasche degli italiani, ma qualche vantaggio per i consumatori lo dovrebbe portare senz’altro. E alcune associazioni di categoria hanno già provato a fare qualche stima voce per voce. Tra queste c’è Altroconsumo, che nei giorni scorsi ha anche lanciato una petizione “perché il governo vada avanti senza cedere ai ricatti delle lobby”.
Secondo la Cgia di Mestre i settori interessati dalla liberalizzazioni incidono su circa il 15% della spesa media di una famiglia. Ipotizzando una spesa media di 29.520 euro, infatti, secondo i ricercatori saranno liberalizzati beni e servizi per un valore economico di quasi 4.500 euro.
L’analisi puntuale di Altroconsumo parte dalla cancellazione delle tariffe professionali, ribadita nel corso della conferenza stampa seguita all’approvazione del decreto dal ministro della Giustizia, Paola Severino. Per il Guardasigilli l’abolizione delle tariffe “è un fenomeno già consolidato nell’orizzonte delle professioni”. Inoltre, ha aggiunto, il prezzo dovrà essere comunicato in maniera chiara e visibile ai clienti.
Secondo un’inchiesta dell’associazione di consumatori, nel caso di rogito per la compravendita di un appartamento il risparmio che si potrebbe ottenere su una parcella di 2 mila euro potrebbero arrivare anche a 600 euro nel caso in cui il professionista in questione decidesse di allinearsi ai compensi più bassi. Detto in un altro modo, se questo accadesse il consumatore potrebbe spendere circa il 60% in meno. Secondo i calcoli di Adiconsum, invece, il risparmio dalla liberalizzazione delle professioni potrebbe valere in tutto circa 400 euro l’anno a famiglia.
Con l’abolizione delle tariffe, in ogni caso, è probabile che si allargherà la forbice dei prezzi tra gli studi più rinomati di avvocati e notai e quelli ancora in fase di avviamento: i primi potranno chiedere parcelle ancora più alte, visto che puntano a farsi pagare il loro riconosciuto valore da chi se lo può permettere; i secondi, invece, proveranno ad attirare i clienti applicando prezzi da saldo.
Per quanto riguarda i notai, inoltre, il decreto prevede un incremento dell’organico di 500 unità e una revisione della pianta organica ogni tre anni, invece che ogni sette. Con una maggiore concorrenza, è il ragionamento dell’esecutivo, è probabile che anche i compensi richiesti ai clienti scendano.
Per quanto riguarda i carburanti, Altroconsumo pensava che si sarebbero potuti ottenere risparmi nell’ordine di 150 euro l’anno a famiglia. “Con l’assoluta autonomia commerciale dei gestori degli impianti di distribuzione rispetto ai produttori fornitori di carburante – scriveva l’associazione prima della conferenza stampa di questa sera – si potrebbe arrivare alle condizioni di prezzo praticate oggi dai distributori indipendenti (le pompe bianche o no-logo)”. In questo modo, dunque, “oggi l’Italia risparmierebbe 567 milioni di euro per consumare i circa 10 milioni di tonnellate all’anno di benzina e quasi 2,5 miliardi di euro sui 25 milioni di tonnellate di gasolio”.
Nel corso della presentazione del decreto, però, il ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, ha solo chiarito che le liberalizzazioni sui carburanti saranno “un elemento importante per ridurre i costi per i cittadini, favorire la concorrenza e rafforzare i distributori indipendenti". Passera ha annunciato quindi misure per "favorire la nascita di self service e rafforzare gli operatori del settore con proventi da altre attività", ma per conoscere tutti i dettagli bisognerà aspettare la pubblicazione del decreto (in una bozza precedente si era parlato anche di una norma che consentisse ai benzinai di rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore).
Su questo punto, comunque, è bene non farsi troppe illusioni. Secondo i calcoli del Sole-24 Ore, infatti, ben il 59% del prezzo al litro deriva da accise e imposte, sulle quali il decreto non interviene in alcun modo.
Il capitolo Rc Auto, secondo i dati Adiconsum citati oggi dal Corriere della Sera, vale sui 350 euro di risparmio l’anno per ogni famiglia. In particolare, il decreto prevede che le compagnie applicheranno sconti a chi accetterà di installare sulla propria auto una scatola nera, che garantirà dunque l’assicuratore da tentativi di truffa. Così come si potranno ottenere premi più bassi permettendo alla compagnia di controllare la macchina prima di stipulare la polizza. Gli intermediari, inoltre, saranno obbligati a fornire informazioni su diverse polizze confrontabili. “Principio buono – commenta Altroconsumo – ma c’è il rischio che gli intermediari presentino al consumatore solo delle tariffe meno convenienti rispetto a quella della loro polizza”. Insomma, per sapere cosa accadrà bisogna aspettare.
Qualche vantaggio dovrebbe arrivare dalle novità previste per gli istituti di credito. In particolare, quando una banca farà sottoscrivere un’assicurazione collegata a un mutuo, sarà obbligata a presentare almeno due preventivi di due diversi gruppi assicurativi. Secondo Adiconsum, in questo modo le famiglie potranno risparmiare 200 euro l’anno.
Quanto ai farmaci, è ancora presto per quantificare l’eventuale risparmio derivante dalla nuova normativa. Contrariamente a quanto previsto, i farmaci di fascia C non potranno essere venduti fuori dalle farmacie. Il decreto prevede poi l’apertura di oltre 5 mila nuove farmacie, su un totale di circa 18 mila esercizi in attività al momento. Anche in questo caso, la speranza è che aumentando la concorrenza nel settore possano scendere i prezzi e aumentare la qualità dei servizi. E se i tempi si faranno troppo lunghi, sarà il governo a intervenire. È stata confermata, inoltre, la possibilità di ottenere sconti per i farmaci di fascia A pagati direttamente dal cittadino e la liberalizzazione degli orari, oltre a una diffusione della “cultura del farmaco generico” (anche in questo caso, i dettagli saranno chiariti con la pubblicazione del decreto).
Un'altra voce che peserà parecchio, secondo Adiconsum, è quella di luce e gas, dove si potranno risparmiare circa 150 euro l’anno. I maggiori vantaggi sono legati soprattutto al nuovo metodo di calcolo deciso ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia. Con il nuovo meccanismo, infatti, le bollette energetiche non saranno più legate ai costi spot, bensì a quelli a lungo termine, più vantaggiosi per i consumatori.
Infine, nell’elenco delle misure principali, non ci si può dimenticare l’annunciata liberalizzazione delle licenze dei taxi, così contestata dai diretti interessati. A questo proposito, a dispetto delle numerose e contradditorie indiscrezioni circolate nelle ultime ore, per ora è un nulla di fatto: dovrà essere l’Autorità per i Trasporti a stabilire se ci sia davvero bisogno di nuove licenze e, in questo caso, dovranno essere previste compensazioni tangibili per quei tassisti che hanno già una licenza.
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