Mario Monti è il nuovo Presidente del Consiglio:Decreto liberalizzazioni, tutti i vantaggi per i consumatori

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angelico
00mercoledì 9 novembre 2011 20:00
Mario Monti nominato senatore a vita
La mossa del Colle nei giorni della crisi
(ansa)
ROMA - Il suo nome circola da settimane. Come premier di un governo che gestisca l'emergenza economica. Saranno i prossimi giorni a dire se l'economista stimato in tutto il mondo sarà davvero chiamato al tentativo - difficile - di formare un governo tecnico. Intanto però entra a Palazzo Madama. Dalla porta più prestigiosa. Quelal che viene aperta dal Quirinale: senatore a vita.

Questo il comunicato del Colle.

"Il presidente della Rpubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato oggi senatore a vita, ai sensi dell'articolo 59, secondo comma, della Costituzione, il professor Mario Monti, che ha illustrato la patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale. Il decreto è stato controfirmato dal presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi. Il presidente Napolitano ha informato della nomina il presidente del Senato della Repubblica, senatore Renato Schifani. "Il capo dello stato ha dato personalmente notizia della nomina al neo senatore, porgendogli i più vivi auguri".

Solo pochi giorni fa, in una lettera aperta a Berlusconi pubblicata dal Corriere della Sera, Monti aveva difeso l'euro attaccato più volte dal Cavaliere. "La moneta non è in crisi, è stabile in termini di beni e servizi e in termini di cambio con il dollaro. Se l'Italia non fosse nella zona euro, emettere titoli italiani in lire sarebbe un'impresa ancora più ardua. "Gli attacchi - continuava l'economista - si dirigono contro i titoli di Stato di quei Paesi appartenenti alla zona euro che sono gravati da alto debito pubblico e che hanno seri problemi per quanto riguarda il controllo del disavanzo pubblico o l'incapacità di crescere".

Mario Monti è nato il 19 marzo del 1943 a Varese, dal 1995 al 1999 è stato membro della Commissione Europea, responsabile di mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, dogane e questioni fiscali.
Nel 1965 si laurea in economia presso l'università Bocconi di milano, dove per quattro anni fa l'assistente, fino ad ottenere la cattedra di professore ordinario presso l'università di Trento. Nel 1970 si trasferisce all'università di Torino, che lascia per diventare, nel 1985, professore di economia politica e direttore dell'istituto di economia politica presso la Bocconi. Sempre della Bocconi assume la presidenza, nel 1994, dopo la morte di Giovanni Spadolini.

Nel 1995 diventa membro della Commissione Europea di Santer, assumendo l'incarico di responsabile di mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, dogane e questioni fiscali. Dal '99 e' commissario europeo per la concorrenza.

Editorialista del Corriere della sera, Monti è autore di numerose pubblicazioni, specie su temi di economia monetaria e finanziaria. Anche sul piano internazionale ha partecipato e partecipa ad attività di consulenza ad autorità di politica economica, tra cui il "Macroeconomic policy group", istituito dalla commissione della Cee presso il Ceps (Centre for european policy studies), l'Aspen institute e la Suerf (Societe universitaire europeenne de rechercheursfinanciers.
(09 novembre 2011)


www.repubblica.it/politica/2011/11/09/news/mario_monti_nominato_senatore_a_vita_la_mossa_del_colle_nei_giorni_della_crisi-2...
angelico
00giovedì 10 novembre 2011 14:45
IL CASO
Monti: "Italia ha enorme lavoro da fare
Crescita nasca da rimozione privilegi"
Indicazioni chiare dall'ex commissario Ue: "Occorrono riforme strutturali, cancellare il problema italiano di chi protegge la propria circoscrizione elettorale". Le richieste dall'Europa e dalla comunità internazionale sono "giuste". E difende l'euro: "Senza, più inflazione e meno rispetto per generazioni future"
Mario Monti
ROMA - Le richieste dell'Europa e della comunità internazionale all'Italia, in termini di risanamento dei conti e di stimolo allo sviluppo, sono "quello che dovrebbe essere chiesto ad ogni Paese, per una maggiore crescita", che deve avvenire non "da ulteriori prestiti, ma attraverso la rimozione degli ostacoli alla crescita stessa": così si è espresso ieri Mario Monti, 1 a margine di un convegno a Berlino. Secondo quanto riporta il Financial Times, l'ex commissario Ue ha ammesso che l'Italia ha "un lavoro enorme da fare".

Il neo-senatore a vita 2 ha dato indicazioni chiare sulla strada da prendere, convinto che "la crescita richieda riforme strutturali", che tolgano "ogni privilegio" alle categorie sociali che ne hanno, cancellando il problema italiano di chi "protegge la propria circoscrizione elettorale".

Non possono esserci "molte divergenze intellettuali" sulle richieste che arrivano a Roma e su cio che "deve essere fatto", dice Monti. Per quel che riguarda l'euro, l'Italia è ancora in ampio credito, grazie "ai benefici che ha dalla appartenenza". Benefici che costituiranno "un patrimonio nel tempo", aggiunge, difendendo la moneta unica: "Se l'Italia non avesse fatto parte dell'euro ci sarebbe più l'inflazione, politiche meno disciplinate e meno rispetto per le generazioni future", ha affermato.

Il neo-senatore a vita rivendica il ruolo centrale dell'Italia, al centro dell'Europa. "Politicamente e storicamente, l'Italia non può ignorare le sue responsabilità in quanto stato membro fondatore" dell'Ue, aggiunge.

"Mi piacerebbe vedere un maggiore rispetto per la Germania di oggi", ha detto ancora, nel senso di rispetto per l'essere "più rigorosi, più costanti nel tempo, meno a breve termine e più pazienti". E Roma deve fare ogni sforzo per essere più coinvolta nella partnership franco-tedesca: "sarebbe nel comune interesse".
(10 novembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/11/10/news/monti_a_italia_richieste_giuste-2...
angelico
00giovedì 10 novembre 2011 22:31
Possiamo farcela
La nomina, a sorpresa, di Mario Monti a senatore a vita prelude alla sua designazione, appena sarà approvata in tutta fretta la legge di stabilità, alla guida di un esecutivo di emergenza nazionale. Una mossa che sottrae il nome dell'economista milanese alla contesa politica e ne sottolinea le qualità super partes . È significativo che la scelta di Napolitano abbia la controfirma, non necessaria, di Berlusconi. Il premier uscente, è bene ricordarlo, ebbe il merito di proporre, nel '94, il presidente della Bocconi come commissario europeo. Il pensiero di Monti è noto ai lettori del Corriere. Il prestigio internazionale è indiscusso. La sua bussola è l'Europa. Non è un freddo tecnocrate, è un italiano appassionato, disposto a svolgere il ruolo di civil servant senza mire personali. È portatore di idee, non di interessi.

Una svolta clamorosa. Indispensabile e indifferibile dopo quello che è accaduto ieri sui mercati: il crollo della Borsa, lo spread fra i nostri Btp e i Bund tedeschi a 553 punti, lo spettro di un default alla greca. La regia del presidente della Repubblica è stata saggia e ferma, agevolata anche dal senso di responsabilità di parte dell'attuale maggioranza. Ma il cammino è terribilmente in salita. Le incognite numerose, a cominciare dalle forze politiche che potranno appoggiare un eventuale esecutivo tecnico.
Il Paese ha vissuto ieri una giornata drammatica. I mercati hanno mostrato di non avere più fiducia in noi. Oltre il 7 per cento nel rendimento dei titoli pubblici, uno Stato entra in una sorta di inferno del debitore. Nessuno o quasi è più disposto a fargli credito. I mercati hanno sempre ragione? No, speculano e si accaniscono sul più debole. Ma ci puniscono perché non siamo credibili e in più ci fanno pagare anche le colpe degli altri. Dobbiamo smetterla di fare il loro gioco. È ora di pensare, veramente, all'Italia. Uno scatto d'orgoglio.

Il segnale dev'essere forte, immediato, comprensibile agli stranieri infastiditi dalle nostre alchimie e dai nostri ritardi. Un esecutivo di emergenza nazionale, con una guida autorevole, può convincere gli investitori esteri che facciamo sul serio. Ridare fiducia a famiglie e imprese. Restaurare l'immagine di un Paese che è solvibile, ricco di primati, valori e talenti. Le forze politiche più consapevoli possono appoggiarlo nel nome dell'interesse comune, disposte a rinunciare al piccolo cabotaggio dei veti incrociati, alla bassa speculazione elettorale. Un tempo sospeso, o una fase di neutralità, consentirebbe ai partiti di riprendere i termini di una normale contesa politica, avviandosi anche alle elezioni, dopo aver messo in sicurezza il Paese. Non si può minimamente pensare di uscire da una crisi di credibilità finanziaria così profonda senza accettare sacrifici, purché questi siano equi e proporzionali, trasparenti e utili per tornare a crescere, creare lavoro e reddito. Ma a una condizione: l'esempio lo deve dare subito la politica, tagliando i suoi costi. E non per finta.

Ferruccio de Bortoli
10 novembre 2011 09:22

www.corriere.it/editoriali/11_novembre_10/debortoli_possiamo-farcela_5eb5c08c-0b60-11e1-ae33-489d3db243...
angelico
00sabato 12 novembre 2011 17:19
Governo Monti, ipotesi di squadra
Si punta a un governo di tecnici Ugo De Siervo alla Giustizia. Veronesi alla Salute. Walfare a Dell'Arringa. Mentre per l'ex premier Amato il Viminale. Ipotesi di interim sull'economia. In alternativa Bini Smaghi Il conto alla rovescia entra nel vivo. La legge sulla stabilità arriva alla Camera per l’ora di pranzo. Voto scontato come ieri al Senato. Dopodiché l’Italia entrerà in un limbo che il mondo intero ci chiede sia il più breve possibile. Lunedì, infatti, i mercati riaprono. Quello sarà lo spartiacque, la linea di confine per capire quale destino è riservato al nostro paese. A guardar bene la situazione, però, non appare affatto chiara. Sì perché se la road map disegnata giovedì dal Colle aveva una direzione, oggi il futuro di Monti a palazzo Chigi resta in bilico. Tutto si gioca in casa Pdl. Sul fronte opposto, infatti, il Pd segue la strada del Colle, incassa l’ok di Di Pietro e tiene dritta la barra assieme al terzo Polo. Governo Montì sì, ma senza colori politici.

Governo tecnico, dunque. Una sorta di protezione civile per la politica italiana. Questa sembra al direzione giusta. Che se sarà tradirà il piano della Lega. Bossi ancora ieri ha ribadito la volontà di un voto anticipato e in second’ordine un governo con maggioranza allargata ma su base di centrodestra. Tradotto: niente Monti, forse Alfano, forse Dini, forse Schifani. Ma tutto resta fumoso. Poche certezze e molti scenari.

Questa mattina il presidente dell’Fmi Christine Lagarde ha ribadito il gradimento per Mario Monti, dopodiché ha rilanciato l’ennesimo allarme che ormai suona come una litania: accelerare sulle riforme. Per questo, lex commissario Ue da giorni riflette con Napolitano a un governo di alte personalità. Niente colore politico, ma solo personaggi di alto livello.

Sul fronte del totoministro aumentano così le quotazioni di Giuliano Amato al ministero del’Interno. Per gli Esteri, invece, si punta al segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo. Alla difesa quotazioni in salita per il generale Mosca Moschini. Poltrona calda, invece, quella della giustizia. Sul ruolo pesano le tante leggi ad personam volute dal Cavaliere. Ora si punta a Ugo De Siervo, l’ex presidente della Corte Costituzionale. Fresco di dimissioni dalla Bce Bini Smaghi potrebbe sostituire Tremonti all’Economia. Anche se resta in piedi l’ipotesi di un interim per Monti.

Ma si fa anche il nome di Guido Tabellini, professore di economia presso l’universita’ Bocconi. Si punta poi su Carlo Secchi al ministero dello Sviluppo, il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi, all’Istruzione, Lanfranco Senn alle Infrastrutture. Per Antonio Catricalà, oggi presidente dell’Antitrust, si prepara un ruolo a capo del ministero per le Attività Produttive. Umberto Veronesi risponderebbe sì a un incarico per la Salute. E infine il docente universitario della Cattolica Dell’Aringa andrebbe al Lavoro.

Solo tecnici, nessun politico, d’accordo con il presidente della Repubblica. Anche della squadra dell’esecutivo il presidente della Bocconi parlerà con Silvio Berlusconi. Fonti parlamentari del Pdl riferiscono che il Cavaliere avrebbe aperto al governo Monti. Ponendo un’unica vincolante condizione: la presenza di Gianni Letta nel governo. Sul nome dell’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, però, c’è il no del Pd che vorrebbe solo tecnici. Una soluzione di compromesso potrebbe portare nell’esecutivo sia Gianni Letta che Enrico. Un’altra condizione che, spiegano le stesse fonti, pone il Cavaliere è sul piano programmatico. Ovvero no alla patrimoniale. L’economista, infatti, sostengono fonti di via dell’Umiltà, vorrebbe una larga convergenza anche sul programma. Liberalizzazione delle professioni, piano di dismissioni, reintroduzione dell’Ici: sono alcuni dei punti sui quali il prossimo premier avrebbe fatto sapere di puntare. La Lega ha già fatto capire che non appoggerà Monti, ma che potrebbe sposare alcuni punti del programma. “C’è chi pensa che anche sulla patrimoniale si potrebbe trovare una soluzione: ovvero colpire soltanto una certa fascia di reddito”, osservano fonti ben informate.

Berlusconi, infatti, avrebbe confidato ai suoi di non voler sostenere un esecutivo delle tasse. Berlusconi ieri ha cercato per tutta la giornata di trovare una mediazione nel partito sul nome di Monti. Inizialmente la tentazione era quella di chiedere il voto del Pdl nell’ufficio di presidenza che si terra’ nel tardo pomeriggio a palazzo Grazioli. Le colombe del partito gli hanno sconsigliano questa strada. Il Cavaliere, secondo a quanto apprende l’Agi, ora è pronto a dire sì al governo Monti. Anche per questo motivo il Pdl nel giro di consultazioni che si terranno al Colle dovrebbe recedere dalle intenzioni manifestate ieri: ovvero dall’idea di fare i nomi di Alfano e Dini a Napolitano. Il presidente della Repubblica vorrebbe accelerare, in modo da ‘presentare’ ai mercati il nome di Monti già lunedì (il giuramento potrebbe addirittura esserci tra domenica e lunedì).

www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/12/governo-monti-ipotesi-squadra-punta-governo-tecnici...
angelico
00martedì 15 novembre 2011 22:49
angelico
00martedì 15 novembre 2011 23:24
angelico
00mercoledì 16 novembre 2011 14:26
Governo, dopo oltre due ore al Quirinale
Monti presenta la lista dei ministri Il presidente del Consiglio incaricato Mario Monti Mario Monti, dopo oltre due ore di colloquio con Giorgio Napolitano, ha sciolto la riserva e ha accettato l’incarico di formare il nuovo Governo. Ad annunciarlo è stato il segretario generale del Quirinale, Donato Marra. Il giuramento del nuovo Governo si terrà oggi pomeriggio alle ore 17. Il Presidente del Consiglio ha annunciato i componenti del nuovo esecutivo tra cui si nota l’assenza di politici. L’ex rettore della Bocconi ha spiegato che la scelta “agevolerà piuttosto che ostacolare” il cammino dell’esecutivo perché “toglierà motivo di imbarazzo” ai partiti. Inoltre, ha spiegato Monti, l’ingresso di politici nel Governo non sarà preso in considerazione “neanche in un secondo momento”. E ha espresso la speranza “che governando bene”, con l’aiuto dei partiti, “il mio esecutivo possa dare un contributo al rasserenamento e alla coesione” visto che si sta uscendo da una fase in cui ci sono state “difficoltà esasperate tra le forze politiche”.

Monti ha tenuto ad interim l’Economia, mentre Sviluppo Economico e Infrastrutture sono stati accorpati e assegnati a Corrado Passera. Giampaolo Di Paola alla Difesa, Paola Severino alla Giustizia, Anna Maria Cancellieri agli Interni, Giulio Terzi di Sant’Agata agli esteri, Corrado Clini all’Ambiente, Mario Catania all’Agricoltura, Lorenzo Ornaghi ai beni culturali, Elsa Fornero a Lavoro e Politiche Sociali, Renato Balduzzi alla Salute. Antonio Catricalà sarà indicato come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Inoltre, Monti ha indicato i ministri senza Portafoglio: Enzo Moavero Milanesi, Piero Gnudi, Fabrizio Barca, Piero Giarda e Andrea Riccardi.

Monti ha sottolineato che i tre ministeri affidati a “personalità femminili sono di grande rilievo”, poi ha ringraziato l’ex premier e il Capo dello Stato. “Desidero rivolgere un cordialesaluto al presidente del Consiglio uscente, Silvio Berlusconi, con rispetto ed attenzione per l’opera da lui compiuta”, ha detto. “Un sentito ringraziamento al Capo dello Stato per l’onore che mi ha fatto chiamandomi e per il sostegno avuto da lui in ogni istante”, ha aggiunto Monti. “Desidero ringraziare le forze politiche e sociali per la collaborazione avuta in occasione delle consultazioni”. Inoltre il Presidente del Consiglio, ha annunciato di aver ricevuto “segnali incoraggianti dai partner europei e dal mondo internazionale”. Infine Monti ha annunciato che presenterà il programma domani “quando lo esporrò di fronte alle Camere per ottenere la fiducia”.


www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/16/governo-monti-quirinale-presenta-listafinancial-times-lultima-chance...
angelico
00mercoledì 16 novembre 2011 14:31
Il Governo Monti ha 16 ministri più l'interim dell'Economia. Il Governo Berlusconi IV aveva 23 ministri. Le differenze sono: Passera ha le deleghe di Sviluppo e Infrastrutture (Romani e Matteoli); Fornero ha le deleghe di Lavoro e Pari opportunità (Sacconi e Carfagna). Scompaiono i ministri per l'Attuazione del programma di Governo (Rotondi), Pubblica amministrazione (Brunetta), Riforme per il federalismo (Bossi), Gioventù (Meloni), Semplificazione normativa (Calderoli). Nasce invece il ministro per la coopreazione internazionale e l'integrazione (Riccardi).(AGI)


www.repubblica.it/politica/2011/11/16/dirette/nasce_il_governo_monti_via_libera_dalle_parti_sociali-25078460/?re...
angelico
00mercoledì 16 novembre 2011 14:44
Il presidente del Consiglio Mario Monti, ha annunciato la nuova squadra di governo composta esclusivamente da esponenti tecnici. Questa la lista dei nuovi ministri: Corrado Passera, ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture; Giampaolo Di Paola, ministro della Difesa; Anna Maria Cancellieri, ministro dell'Interno; Paola Severino, ministro della Giustizia; Giulio Terzi, ministro degli Esteri; Elsa Fornero, ministro del Welfare con delega alle Pari Opportunità; Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca; Lorenzo Ornaghi, ministro per i Beni culturali; Renato Balduzzi, ministro per la Salute; Mario Catania, ministro delle Politiche Agricole e forestali; Corrado Clini, ministro dell'Ambiente. Monti, che mantiene la delega all'Economia e alle Finanze, ha nominato anche cinque ministri senza portafoglio: Enzo Moavero Milanesi (Affari Europei), Piero Gnudi (Turismo e Sport), Fabrizio Barca (Coesione territoriale), Piero Giarda (Rapporti con il Parlamento), Andrea Riccardi (Cooperazione internazionale). Monti proporrà al Cdm la nomina di Antonio Catricalà, attuale presidente dell'Antitrust, a sottosegretario della Presidenza del Consiglio.
angelico
00mercoledì 16 novembre 2011 14:48
Premier interim all'Economia. Infrastrutture all'ad di Intesa. Welfare alla consigliera di sorveglianza della stessa banca, Elsa Fornero. Interni e Giustizia a Cancellieri e Severino. Catricalà sottosegretario
angelico
00mercoledì 16 novembre 2011 18:31
Nove esponenti del nuovo governo, a cominciare dal premier che è nato a Varese, sono del Nord: oltre Monti vengono dal settentrione Terzi (Bergamo); Passera (Como); Fornero (San Carlo Canavese, provincia di Torino); Balduzzi (Voghera, provincia di Pavia). Profumo (Savona), Ornaghi (Villasanta, provincia di Monza); Gnudi (Bologna); Giarda (Milano). Cinque i romani (Cancellieri, Catania, Moavero, Barca, Riccardi); uno di Latina (Clini); due napoletani (Severino e Di Paola). Dalle altre regioni del Sud non c'è nessun ministro: l'unica eccezione è il sottosegretario alla presidenza del consiglio Catricalà, nato a Catanzaro.
angelico
00mercoledì 16 novembre 2011 21:19
"Abbiamo fatto una cosa seria e la sosteniamo seriamente. Così Pier Luigi Bersani, risponde a chi lo interpella sull'eventuale voto anche a misure del nuovo governo che il Pd non condivide pienamente. "Siamo pronti a discutere con generosità sui provvedimenti per affrontare la crisi, sia quando li condivideremo al 101%, sia quando al 50 o 60%. Se ognuno ragionasse che vota solo se è al 100% d'accordo, non saremmo qui a fare tanta fatica. Dobbiamo dare un segnale che è una cosa seria".
angelico
00mercoledì 16 novembre 2011 21:45
18.55 – De Magistris: “Composizione non mi convince, giudicherò fatti”. Un Governo ”dei poteri forti”, a“trazione nordista” e “se dovessi giudicare dalla composizione avrei più di un motivo di essere preoccupato. Giudicherò, però, dai fatti e dai provvedimenti”. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, esprime la sua posizione sul nuovo Governo Monti, sottolinenando che “è un esecutivo dal quale prendo le distanze”. “Anche la maggioranza che lo sostiene è impraticabile, salvo che non stiano pensando a costruire un nuovo partito popolare, di centro, di massa, ma mi auguro per il Pd che non sia così – ha detto il sindaco – io mi pongo in maniera completamente alternativa a questo governo”. Un segnale “positivo”, a suo avviso, “potrebbe essere rappresentato dal Ministero per la Coesione territoriale”. “Il segnale è che il Paese deve essere unito – ha commentato – e che il federalismo sbandierato negli anni non era quello di Spinelli, ma una secessione mascherata”. “Da quello che si apprende la Lega non sostiene questo Governo – ha aggiunto – Vuole fare un’operazione furbesca, dopo aver contribuito alla macelleria sociale nel Paese ora vuole conquistare credibilità politica ma non ci riuscirà”. “Faccio i miei auguri al presidente del Consiglio e al Governo – ha concluso – Spero che venga seguito il monito di Napolitano, il quale ha detto che senza Sud non c’è sviluppo per l’intero Paese”.
angelico
00mercoledì 16 novembre 2011 23:53
Dopo questa maratona per il nuovo governo, bisogna fare un break!...

PUBBLICITA!




www.youtube.com/watch?v=xy0mu7p7QU8


Spade lucenti, cavalli al galoppo
carri stridenti, qua e la' qualche schioppo
Lungo la Senna c'è ormai chi combatte,
il Re tentenna, ma la gente si batte.

Monti di qua, Monti di là, cosa accadrà, cosa accadrà?
Monti di qua, Monti di là, cosa accadrà, cosa accadrà?

Alla Bastiglia la gran folla si scaglia
E' la vigilia di una nuova battaglia
Lungo la Senna s'arrende il bastione,
il Re tentenna, c'è la rivoluzione!

Monti di qua, Monti di là, cosa accadrà, cosa accadrà?
Monti di qua, Monti di là, cosa accadrà, cosa accadrà?

Spade lucenti, cavallo al galoppo
carri stridenti, qua e la' qualche schioppo
Lungo la Senna c'è ormai chi combatte,

il Re tentenna, ma la gente si batte.

Monti di qua, Monti di là, cosa accadrà, cosa accadrà?
Monti di qua, Monti di là, cosa accadrà, cosa accadrà?

Alla Bastiglia la gran folla si scaglia
E' la vigilia di una nuova battaglia
Lungo la Senna s'arrende il bastione,
il Re tentenna, c'è la rivoluzione!

Monti di qua, Monti di là, cosa accadrà, cosa accadrà?
Monti di qua, Monti di là, cosa accadrà, cosa accadrà?
angelico
00giovedì 17 novembre 2011 14:28
"L'esenzione dall'Ici delle abitazioni principali è una anomalia del nostro ordinamento". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, nel discorso programmatico al Senato, dopo aver affermato che sarà necessario "riesaminare il peso del prelievo sulla ricchezza immobiliare".

angelico
00giovedì 17 novembre 2011 14:28
"Il nostro sistema pensionistico rimane caratterizzato da ampie disparità di trattamento". Lo afferma Mario Monti nel suo intervento al Senato, spiegando che il governo interverrà su questo tema.
angelico
00giovedì 17 novembre 2011 14:29
"Lotta all'evasione fiscale e all'illegalità". Lo afferma Mario Monti nel suo discorso programmatico al Senato. "L'evasione fiscale continua ad essere un fenomeno rilevante, occorrono interventi incisivi in questo campo. Serve abbassare la soglia dell'uso del contante", dice il presidente del Consiglio.
angelico
00giovedì 17 novembre 2011 14:30
"Il riordino delle province può essere disposto con legge ordinaria, la riforma della Costituzione potrà completarne il processo" la cancellazione. Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti, al Senato per la presentazione del nuovo governo.
angelico
00giovedì 17 novembre 2011 18:29
Clini a favore di nucleare e Tav
Verdi: "Il referendum è stato chiaro"

E' polemica sulle dichiarazioni del neoministro, che parla di nucleare come possibilità e dell'opera in Val di Susa da fare "assolutamente". Il Pd: "E' su un binario morto", Verdi e iDv: "Rispettare il referendum". Anche Greenpeace attacca "Si presenta male"
Corrado Clini, ministro dell'Ambiente (ansa)
ROMA - Le prime dichiarazioni del neoministro dell'ambiente Corrado Clini danno subito il via alle polemiche. Clini ha detto che l'Italia "dovrebbe considerare l'energia nucleare" e che la Tav è da fare "assolutamente".
Sul Ponte dello Stretto, il ministro ha invece affermato che occorre capire "se sia un'opera prioritaria per l'Italia". Il progetto, comunque, "è un'opera di ingegneria bellissima".
Le reazioni negative di Idv, Pd, Verdi e Sel non si sono fatte attendere: "Clini rispetti il referendum" dice l'Italia dei Valori. Stessi concetti espressi dagli altri, compatti nella difesa dell'esito del referendum.

Verdi: "Referendum chiaro". In merito alle dichiarazioni del ministro, il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli dichiara: "Dispiace dover essere noi a ricordare al neo ministro dell'Ambiente Corrado Clini che lo scorso 12 e 13 di giugno 27 milioni di italiani attraverso un referendum hanno detto no al ritorno del nucleare in Italia. Si tratta di una espressione chiara ed inequivocabile, espressa attraverso un istituto costituzionale che non può essere nè ignorato nè aggirato".
Prosegue Bonelli: "Se in materia energetica il neo ministro dell'Ambiente intende riaprire il dibattito 'nucleare si o 'nucleare No' si parte con il piede sbagliato. L'esito del referendum del 12 e 13 novembre va rispettato a partire da chi rappresenta la Repubblica nelle istituzioni". Bonelli conclude: "Invitiamo il ministro Clini a dedicarsi ad un Piano nazionale per l'efficienza ed il risparmio energetico e per riparare ai danni prodotti dal decreto Romani sul Conto energia che hanno affossato il settore delle energie rinnovabili in cui l'Italia deve essere protagonista. Quanto al nucleare non c'è davvero nulla su cui riflettere visto che 27 milioni di italiani lo hanno bocciato senza appello".

Di Pietro: "Si rispetti referendum". Il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, fa eco a Bonelli."Se il buongiorno si vede dal mattino oggi non è un buon giorno per l'Ambiente. Alla prima dichiarazione pubblica il ministro Corrado Clini ha già sbagliato due volte. In primo luogo perchè ritiene che in Italia bisogna considerare l'opzione nucleare, in secondo luogo perchè, esercitando uno strumento di democrazia diretta, il popolo italiano ha bocciato con il 95% questa tecnologia obsoleta e pericolosa. Mi auguro che questo governo rispetti la volontà dei cittadini. Per questo, l'Italia dei Valori, che ha promosso quel referendum, vigilerà affinchè si tenga conto del responso che è arrivato dalle urne".

Realacci: "Binario morto". Ermete realacci, responsabile green economy del Pd, si aggiunge al coro delle polemiche: "Sul nucleare gli italiani si sono espressi con chiarezza e lo hanno rispedito al mittente senza possibilità di equivoco. Mi auguro che il neo ministro non sprechi un solo attimo del suo tempo su un binario morto come il nucleare. Una scelta sbagliata, insicura e antieconomica per l'italia". Conclude Realacci: "E' solo con un forte investimento sulla green economy che si può essere più competitivi e uscire dalla crisi, che dire, speriamo che Clini oggi sia stato frainteso".

Greenpeace, "il ministro si presenta male". Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, parla delle dichiarazioni del ministro sul nucleare. "Il nuovo ministro dell'Ambiente si presenta male: a parte ogni considerazione sul declino del nucleare in tutto il mondo" Clini "dovrebbe ricordarsi che su questo tema è appena stato tenuto un referendum che ha bocciato l'ipotesi nucleare a larghissima maggioranza".
"Se Clini pensa di riproporre soluzioni vecchie e pericolose, compresi gli Ogm che gli italiani rifiutano quanto il nucleare - conclude il direttore dell'associazione ambientalista - e se continuerà ad ostacolare come ha fatto in questi anni una politica di salvaguardia del clima, confermerà che questo governo ripercorre la stessa ottusa politica del passato".
(17 novembre 2011)

www.repubblica.it/politica/2011/11/17/news/clini_nucleare_e_tav_gi_polemica-2...

angelico
00giovedì 17 novembre 2011 18:32
Gli ogm potrebbero essere utili in alcune aree d'Italia. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ospite del programma di radio2 'un giorno da pecora'. "Gli ogm in molti casi fanno bene - ha detto - in altri possono essere pericolosi. Io sono favorevole ad usare ogm nelle zone marginali dove c'è aridità e dove c'è dissesto idrogeologico".
angelico
00giovedì 17 novembre 2011 18:33
"Il primo elenco di cespiti immobiliari da avviare alla dismissione sarà definito nei tempi previsti dalla legge di stabilità, cioè entro il 30 aprile 2012. La lettera di intenti inviata alla commissione europea prevede proventi di 'almeno 5 miliardi all'anno nel prossimo triennio. A tal scopo sarà definito un calendario puntuale per i successivi passi del piano di dismissione e di valorizzazione del patrimonio pubblico". Lo ha detto il premier, Mario Monti, in aula al Senato.
angelico
00venerdì 18 novembre 2011 23:10
Ici, pensioni e lavoro: che cosa cambia
Dall’imposta sulla prima casa al sistema contributivo

Le priorità del governo: I provvedimenti

Casa
Il ritorno dell’Ici, sarà progressiva
L’imposta comunale sulla prima casa, nonostante l’opposizione già dichiarata della Cgil, sarà reintrodotta e incorporata nella nuova Imu, l’imposta municipale unica, da anticipare probabilmente già al 2012. E sarà solo l’antipasto, perché Monti vuole attuare la delega per la riforma fiscale in tempi brevissimi. «Una riduzione delle imposte e dei contributi che gravano sul lavoro e l’attività produttiva, finanziata da un aumento del prelievo sui consumi e sulla proprietà, sosterrebbe la crescita senza incidere sul bilancio pubblico», ha detto il premier. Un nuovo aumento dell’Iva è possibile, anche se Monti ha già sottolineato la più forte regressività delle imposte indirette. La soluzione, oltre all’Ici sulla prima casa da 3,5 miliardi, potrebbe essere la patrimoniale. Ma è difficilmente praticabile dal punto di vista politico: Silvio Berlusconi non è affatto d’accordo
Mario Sensini

Previdenza
Pensioni, premiato chi lascerà più tardi
Ci saranno misure sulle pensioni, ma solo dopo il confronto con le parti sociali. Il sistema italiano, dopo le tante riforme fatte, risulta tra i migliori in Europa dal punto di vista della tenuta dei conti. L’età per il pensionamento di vecchiaia già è più alta di quella tedesca e francese. Resta il problema delle pensioni di anzianità, quelle a 60 anni d’età. Per superarle, il nuovo ministro del Lavoro, Elsa Fornero, punta all’introduzione di un’età flessibile di pensionamento a scelta del lavoratore, fra 63 e 68-70 anni, con il calcolo contributivo pro rata della pensione, che premia chi lascia il lavoro più tardi. Inoltre, l’estensione del contributivo a tutti i lavoratori attenuerebbe quelle disparità tra giovani e anziani e tra categorie richiamate da Monti. Il governo, in ogni caso, porrà come condizione per la riforma la rimozione dei privilegi, a partire dai vitalizi parlamentari.
Enrico Marro

Contratti
Neoassunti e articolo 18, così la riforma
Quella sul mercato del lavoro è stata forse la parte più dettagliata del discorso di Mario Monti. Il presidente del Consiglio ha indicato un percorso, la trattativa con le parti sociali, e un obiettivo, il superamento del dualismo delle regole, che privilegia i lavoratori anziani a scapito dei giovani. Monti ha voluto precisare che la riforma non toccherà chi già lavora, ma solo le future assunzioni. Ma di che riforma si tratterà? Il modello che più sembra rispondere alle indicazioni del premier è quello suggerito da tempo dal giuslavorista e senatore del Pd, Pietro Ichino, che non a caso ieri si è intrattenuto a colloquio con il nuovo ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Ichino propone per i nuovi assunti un contratto a tempo indeterminato ma con la possibilità di licenziare per motivi economici dietro il pagamento di un indennizzo e un rafforzamento degli ammortizzatori sociali. Contrari a toccare l’articolo 18 la Cgil e buona parte del Pd.
E. Ma

Sviluppo
Liberalizzazioni, più facile creare un’impresa
Rendere meno ingessata l’economia, facilitare la nascita e lo sviluppo delle imprese, migliorare l’efficienza dei servizi pubblici, favorire l’inserimento dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro. Se prima era il rigore di bilancio da oggi la «crescita», non a caso la parola più usata nel discorso del premier, diventa la principale priorità dell’economia italiana. Non è solo il superministero affidato a Corrado Passera a certificarlo. Tutte le riforme indicate oggi da Monti, dall’uso dei fondi Ue per il Sud, alla riforma fiscale, passando per il rafforzamento dell’Antitrust e la liberalizzazione delle professioni, puntano alla crescita. Certo, non tutte avranno un impatto forte e immediato sul Pil, «ma influendo sulle aspettative degli investitori, possono riflettersi in una riduzione dei tassi con conseguenze positive sulla crescita stessa» dice Monti. Applausi convinti da Confindustria, Abi, Rete Imprese Italia e Cooperative.
M.Sen.

18 novembre 2011 | 8:08

www.corriere.it/economia/11_novembre_18/sensini-marro-ici-pensioni-lavoro_1ead2d4c-11b2-11e1-8aad-a8a00236e6...
angelico
00lunedì 21 novembre 2011 15:04
Il messaggio dei precari a Mario Monti
"Basta speculazioni. Patrimoniale subito"
Il movimento de "Il nostro tempo è adesso" chiede che il disagio giovanile sia al centro degli obiettivi del nuovo governo. Dieci proposte, dal contratto stabile al reddito minimo d'inserimento, dal diritto di sciopero all'indennità in caso di malattia
di CARMINE SAVIANO

Liberarsi dalla precarietà. Attraverso contratti stabili e l'estensione dei diritti e delle tutele ai "lavoratori discontinui". Il Nostro Tempo è Adesso, la rete che raccoglie numerose associazioni di precari, ha lanciato da Roma un messaggio al nuovo Presidente del Consiglio, Mario Monti: "L'emergenza sociale di questo paese è la precarietà di lavoro e di vita di una generazione". E per scardinarla è necessario "estendere i diritti e la cittadinanza che sono fondamento della democrazia". Poi la richiesta di un confronto con il governo e con il nuovo premier: "Vogliamo essere attori di questo cambiamento". E sulle misure da adottare: "Vogliamo la patrimoniale, subito".

Proposte, appelli, cifre. Un quadro completo delle condizioni in cui lavorano migliaia di giovani italiani. La fotografia di un pezzo di Paese che, nonostante competenze e impegno, resta ancora sospeso, impossibilitato a progettare il proprio futuro. L'obiettivo è rovesciare i rapporti di forza: "I veri garantiti non hanno il volto delle nostre madri o dei nostri padri, ma vanno cercati tra chi ha evaso il fisco e si è arricchito negli anni della crisi, speculando sulla fragilità del nostro paese." dice, in un suo intervento Emanuele Toscano, del Coordinamento Precari dell'Università.

Contratti ed estensione dei diritti, certo. Ma anche politiche di sostegno al reddito. Un ripensamento del Welfare, che vada nella direzione di "un'estensione in senso universalistico del sostegno al reddito per chi è senza lavoro". Poi "l'introduzione anche in Italia di un Reddito minimo, finanziato dalla fiscalità generale, per chi cerca il primo lavoro e non lo trova" dice Francesco Vitucci dell'Associazione dei Dottori di Ricerca e dottorandi italiani. Altro nodo, il sistema previdenziale. Per Chiara Barbato, della Rete degli Operatori del Sociale, c'è bisogno di "un intervento sulla previdenza finalizzato non a far cassa tagliando le garanzie di chi ha lavorato una vita, ma indirizzato alla vera emergenza del futuro: garantire a chi oggi lavora con un contratto precario un futuro previdenziale dignitoso".

Poi le richieste. E le indicazioni su dove trovare le risorse per risolvere il problema della precarietà. "Noi che un patrimonio non lo abbiamo mai avuto, vogliamo che chi lo ha accumulato sulle nostre spalle paghi. E paghi salato. Questo significa patrimoniale, subito". E ancora: misure che colpiscano chi ha speculato sul mercato della casa e sui titoli di stato. "E sopratutto vogliamo che chi ha evaso o evaderà il fisco non possa transare, non possa beneficiare di condoni o scudi, ma debba pagare tutto ciò che deve. Tutto, fino all'ultimo euro. Come accade a tutti noi quando riceviamo una multa o una cartella esattoriale".

Infine, un decalogo. Il programma della generazione precaria. Premessa: "La precarietà non è un accidente del destino, né un dato immodificabile. È il frutto di processi economici e di scelte (e non scelte) politiche. La precarietà è un problema di diritti, di stabilità, di continuità del lavoro e di reddito, è un problema di welfare e di opportunità. È un problema di soldi e di previdenza". Poi le dieci proposte, dal contratto stabile al reddito minimo d'inserimento, dal diritto di sciopero all'indennità in caso di malattia.
(21 novembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/11/21/news/precari_monti-2...
angelico
00venerdì 2 dicembre 2011 13:17
Demopolis/ Gli italiani bocciano la ricetta di Monti
Venerdì, 2 dicembre 2011 - 12:43:58
Lunedi 5 dicembre il Consiglio dei Ministri varerà le prime misure urgenti per far fronte alla crisi finanziaria che ha investito il Paese. Che cosa pensano i cittadini dei possibili provvedimenti in materia fiscale al vaglio del Governo Monti?

Il 75% degli italiani, sempre più in difficoltà nei propri consumi, manifesta una forte contrarietà all'ulteriore incremento, ad esempio dal 21% al 23%, delle aliquote IVA. È uno dei dati che emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis.



Anche la reintroduzione dell'ICI sulla prima casa risulta decisamente impopolare: favorevole si dichiara poco più di un intervistato su cinque. Contrario il 73%: otto elettori su dieci del Centro Destra, ma anche i due terzi di chi si colloca politicamente nel Centro Sinistra. Cambia tutto - secondo l'indagine di Demopolis - nell'ipotesi di far gravare l'ICI soltanto sulle seconde case e sulle prime case di lusso: in tal caso la condivisione del provvedimento tra gli italiani sale al 70%. Un segno evidente della richiesta di progressività nel carico fiscale da parte dei cittadini, in un contesto nel quale quasi otto famiglie italiane su dieci possiedono una casa, ma il 5% risulta proprietario del valore di circa un quarto dell'intero patrimonio immobiliare del Paese.




"Diffuso è il timore - afferma il direttore dell'Istituto Demopolis Pietro Vento - che gli aumenti ipotizzati delle aliquote IVA e la reintroduzione dell'ICI sulla prima casa possano gravare eccessivamente sui ceti medi e sulle famiglie meno abbienti. Un'ampia maggioranza degli italiani, ben consapevole della crisi che ha investito il Paese, appare oggi disponibile ad accettare i sacrifici, sia pur impopolari, richiesti dal Governo Monti, ma solo a condizione - conclude Pietro Vento - che siano accompagnati da interventi per la crescita economica e che venga davvero garantita l'equità sociale".


Nota metodologica ed informativa
L'indagine è stata condotta dal 23 al 25 novembre 2011 dall'Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis su un campione di 1.004 intervistati, rappresentativo dell'universo della popolazione italiana maggiorenne. Direzione della ricerca a cura di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone. Nota metodologica completa su: www.demopolis.it

NOTIZIE CORRELATE



angelico
00venerdì 9 dicembre 2011 23:34
STESSO SPARTITO, STESSA MUSICA
Questo governo Monti ricorda molto il governo Ciampi. Stesso profilo, stessa provenienza dal mondo economico, stessi rituali e stesse menzogne sulla fantomatica crisi funzionali al giro di vite contro lavoratori, salariati e pensionati. Manca solo di rivedere Mario Draghi sul “Britannia” e poi il quadretto può dirsi completo. Solo due aspetti divergono chiaramente: uno di ordine preliminare, l’altro di natura emotivo- esperienziale. Riguardo al primo bisogna fare una premessa. Il miglior modo per stabilizzare “al centro” un sistema politico indebolito da collusioni, corruzione e inefficienza è quello di creare, nel mondo reale o in quello immaginario, un pericolo gravissimo e in prospettiva mortale. Spiegava già Vito Ciancimino, uno che di sistemi politico-criminali se ne intendeva, che le stragi in genere servono per compattare il sistema politico chiamato a unirsi per fronteggiare il grave e sopravvenuto pericolo. Ma mentre nel 1993 l’ingresso di Ciampi in politica in un clima di ritrovata concordia avvenne anche sulla scia del clima determinato dallo sgomento per la recrudescenza della violenza stragista, oggi l’avvento di Monti viaggia sulle ali di una paventata tragedia di tipo economico e finanziario che, anziché poveri innocenti, potrebbe al più uccidere l’Euro. Sulla possibilità che l’operazione Monti possa in prospettiva funzionare come funzionò il modello Ciampi nutro qualche serio dubbio in ordine al secondo dato sopra evidenziato, quello definito di natura emotivo- esperienziale. Non è semplice infatti fregare qualcuno due volte con lo stesso identico trucco a distanza di poco tempo. Ciò può avvenire soltanto nei confronti di chi si riveli molto sprovveduto, ma non credo sia il caso del popolo italiano. Alla luce di questo dato sono propenso a credere che mentre, completato il suo lavoro, Ciampi finì al Quirinale, Monti al contrario potrebbe finire per andarsene a…casa, diciamo a casa.

Francesco Maria Toscano

www.ilmoralista.it/stesso-spartito-stessa-musica
Azar1
00sabato 24 dicembre 2011 01:50
Intanto gli italiani dormono

Ad oggi quelle statistiche sui favorevoli ed i contrari sono nettamente cambiate.
Nessuno vuole più questo professore al quale mancano i concetti basilari di equità e di meccaniche dei mercati finanziari.
Il suo decreto, ora, può essre ribattezzato da "salva italia" in "affonda italia".
Così come strutturato, il decreto Monti, creerà solo una diminuzione di domanda con conseguente recessione.
L'unica soluzione rimane chiudere con il fallimento dell'euro e tornare, ogni nazione, a battere la propria moneta.
Eliminare il sistema della stampa di soldi falsi e tornare a dare valore alla moenta circolante.
Il debito italiano? Lo devono pagare i vari amministratori che hanno sbagliato ad amministrare l'azienda italia negli ultimi 50 anni.

Un'ultima cosa, visto che siamo in crisi che si disdica anche l'acquisto di un centinaio di cacciabombardieri che costeranno circa 115 milioni di euro. Ne abbiamo bisongo per una guerra? E dove sono i piloti in grado di pilotarli?
angelico
00lunedì 9 gennaio 2012 13:44
Monti: «Non occorrono altre manovre»
Il presidente del consiglio: «Dobbiamo ammodernare alcuni aspetti del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali»

MILANO - «Non occorrono altre manovre». Così il presidente del Consiglio Mario Monti ospite di RaiTre nella trasmissione «Che tempo che fa» condotta da Fabio Fazio smentisce la necessità di altre misure di correzione dei conti pubblici e apre alla fase due della crescita. Quella orientata a una maggiore liberalizzazione di alcuni gangli vitali dell'economia, come i trasporti, l'energia e gli ordini professionali. E soprattutto - ammette il premier - la linea del governo è orientata «a non dissipare il futuro dei nostri figli e non solo perché le misure di rientro ci vengono prescritte dall'Unione Europea».

Monti a «Che tempo che fa»

LA FASE DUE - «L'euro non è in crisi, la moneta ha mantenuto solidamente il rapporto di cambio con il dollaro. Il problema che incombe su di noi è che alcuni paesi Ue hanno una crisi del debito pubblico». Ma il premier aggiunge che ci sono alcuni Paesi - soprattutto quelli virtuosi - inquieti nei confronti di quelli meno virtuosi. «Dobbiamo agire su molti fronti contemporaneamente, perchè la Ue ci impone un cambiamento di rotta anche sul mercato del lavoro e sugli ammortizzatori sociali». Il premier apre anche a un cambiamento del sistema televisivo con una riforma della Rai: «A breve vedrà», ha detto Monti a Fazio, facendo trapelare una necessità di intervento anche sull'emittente pubblica.

L'ITALIA - La situazione italiana - dice Monti - non è così negativa. «Anzi al netto degli interessi sul debito pubblico il nostro Paese ha un avanzo primario del 5% per il 2011, una situazione che ci pone in una situazione di privilegio rispetto ad altri paesi». Riguardo al panorama globale, «la nostra è una crisi di sistema», ha aggiunto Monti.

LE BANCHE - «Il nostro sistema bancario non è a rischio, non ci sono istituti di credito a rischio default» di fatto tranquillizzando risparmiatori e azionisti circa il dossier Unicredit e l'aumento di capitale varato lunedì. Monti ha poi parlato di Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, e ha ammesso le divisioni in sede Ue nell'applicazione o meno dell'imposta tra i desiderata francesi e le resistenze anglo-tedesche.

FISCO - Sul capitolo evasione Monti ha ammesso di voler intervenire per regolare i rapporti transnazionali con i paradisi fiscali. Sull'operazione Cortina - con i controlli della Guardia di Finanza - Monti ha precisato: «Operazioni come quelli hanno il significato simbolico di una lotta seria all'evasione fiscale. Niente danneggia la percezione dell'Italia all'estero, quanto l'evasione fiscale. Il nostro è un Paese ricco, perché la visibilità della ricchezza è evidente, al netto dell'alto debito pubblico». E ancora: «Serve un rispetto per la ricchezza e lotta senza quartiere all'evasione fiscale. Bisogna rispettare la ricchezza che è un valore a condizione che sia il risultato di un merito, di uno sforzo produttivo e di talento. Il profitto del monopolista e di imprese che si arricchiscono alle spalle del consumatore invece deve essere represso. Negli Stati Uniti si va in carcere, in Europa no, dobbiamo renderci conto che evadendo le tasse paga l'intera collettività».

ARTICOLO 18 - «Siamo in una fase di disperato bisogno di lavoro per i precari e i giovani. Per questo non possiamo pensare soltanto alle enunciazioni di principio, ma interrogarci su come favorire l'ingresso nel mercato del lavoro delle nuove generazioni», ha spiegato il premier interrogato sull'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Fabio Savelli
8 gennaio 2012 (modifica il 9 gennaio 2012)
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www.corriere.it/politica/12_gennaio_08/monti-fazio-chetempochefa_72a0667e-3a31-11e1-b6d5-d3e076de4b...
angelico
00venerdì 13 gennaio 2012 22:37
Tassa sulla fortuna, il Tar del Lazio la sospende
L'imposta sulle Videolotteries era fissata al 6% sulla parte eccedente i 500 euro per un ricavo complessivo di 150 milioni


Le slot machine tradizionali
MILANO - Il Tar del Lazio ha sospeso la parte della manovra di governo che prevede la cosiddetta «tassa sulla fortuna» per le videoslot, ovvero per gli apparecchi da intrattenimento videogiochi. La decisione è del presidente della sezione del Tar del Lazio, Luigi Tosti, che con un decreto monocratico, ha accolto le richieste fatte dalle 10 concessionarie, tra le quali Snai, Sisal Slot e Lottomatica. Il 25 gennaio, discussione dei ricorsi davanti al Tar in composizione collegiale.
LA RAGIONE - A presentare i ricorsi tutte le 10 compagnie concessionarie della rete degli apparecchi che hanno segnalato le conseguenze che sarebbero derivate dall'applicazione della tassa alle videolottery. Fino all'adeguamento delle macchine, si avrebbe infatti l'effetto paradossale che la tassa verrebbe pagata anche in caso di perdita. Se un giocatore infatti inserisse nella macchina 700 euro, e decidesse di ritirarsi subito dal gioco dopo aver speso un euro, risulterebbe comunque vincitore di 699 euro, e sarebbe quindi assoggettato all'imposta. L'imposta è fissata al 6% sulla parte eccedente i 500 euro, il fortunato che vincesse il premio massimo di 500 mila euro, quindi, dovrebbe pagare una tassa di poco meno di 30 mila euro. Secondo le stime del ministero dell'Economia la tassa sulle vincite (che riguarda numerose tipologie di giochi) dovrebbe garantire complessivamente 150 milioni di euro l'anno: le Vlt dovrebbero garantire circa la metà del gettito complessivo.

Redazione Online
13 gennaio 2012 | 19:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA

www.corriere.it/economia/12_gennaio_13/tassa-fortuna-videoslot_550bd6a4-3e0d-11e1-86c1-1066f4abcf...
angelico
00sabato 21 gennaio 2012 12:03
Il decreto-liberalizzazioni approvato dal governo dopo una riunione fiume di otto ore non è la panacea assoluta per le tasche degli italiani, ma qualche vantaggio per i consumatori lo dovrebbe portare senz’altro. E alcune associazioni di categoria hanno già provato a fare qualche stima voce per voce. Tra queste c’è Altroconsumo, che nei giorni scorsi ha anche lanciato una petizione “perché il governo vada avanti senza cedere ai ricatti delle lobby”.
Secondo la Cgia di Mestre i settori interessati dalla liberalizzazioni incidono su circa il 15% della spesa media di una famiglia. Ipotizzando una spesa media di 29.520 euro, infatti, secondo i ricercatori saranno liberalizzati beni e servizi per un valore economico di quasi 4.500 euro.

L’analisi puntuale di Altroconsumo parte dalla cancellazione delle tariffe professionali, ribadita nel corso della conferenza stampa seguita all’approvazione del decreto dal ministro della Giustizia, Paola Severino. Per il Guardasigilli l’abolizione delle tariffe “è un fenomeno già consolidato nell’orizzonte delle professioni”. Inoltre, ha aggiunto, il prezzo dovrà essere comunicato in maniera chiara e visibile ai clienti.

Secondo un’inchiesta dell’associazione di consumatori, nel caso di rogito per la compravendita di un appartamento il risparmio che si potrebbe ottenere su una parcella di 2 mila euro potrebbero arrivare anche a 600 euro nel caso in cui il professionista in questione decidesse di allinearsi ai compensi più bassi. Detto in un altro modo, se questo accadesse il consumatore potrebbe spendere circa il 60% in meno. Secondo i calcoli di Adiconsum, invece, il risparmio dalla liberalizzazione delle professioni potrebbe valere in tutto circa 400 euro l’anno a famiglia.

Con l’abolizione delle tariffe, in ogni caso, è probabile che si allargherà la forbice dei prezzi tra gli studi più rinomati di avvocati e notai e quelli ancora in fase di avviamento: i primi potranno chiedere parcelle ancora più alte, visto che puntano a farsi pagare il loro riconosciuto valore da chi se lo può permettere; i secondi, invece, proveranno ad attirare i clienti applicando prezzi da saldo.

Per quanto riguarda i notai, inoltre, il decreto prevede un incremento dell’organico di 500 unità e una revisione della pianta organica ogni tre anni, invece che ogni sette. Con una maggiore concorrenza, è il ragionamento dell’esecutivo, è probabile che anche i compensi richiesti ai clienti scendano.

Per quanto riguarda i carburanti, Altroconsumo pensava che si sarebbero potuti ottenere risparmi nell’ordine di 150 euro l’anno a famiglia. “Con l’assoluta autonomia commerciale dei gestori degli impianti di distribuzione rispetto ai produttori fornitori di carburante – scriveva l’associazione prima della conferenza stampa di questa sera – si potrebbe arrivare alle condizioni di prezzo praticate oggi dai distributori indipendenti (le pompe bianche o no-logo)”. In questo modo, dunque, “oggi l’Italia risparmierebbe 567 milioni di euro per consumare i circa 10 milioni di tonnellate all’anno di benzina e quasi 2,5 miliardi di euro sui 25 milioni di tonnellate di gasolio”.

Nel corso della presentazione del decreto, però, il ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, ha solo chiarito che le liberalizzazioni sui carburanti saranno “un elemento importante per ridurre i costi per i cittadini, favorire la concorrenza e rafforzare i distributori indipendenti". Passera ha annunciato quindi misure per "favorire la nascita di self service e rafforzare gli operatori del settore con proventi da altre attività", ma per conoscere tutti i dettagli bisognerà aspettare la pubblicazione del decreto (in una bozza precedente si era parlato anche di una norma che consentisse ai benzinai di rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore).

Su questo punto, comunque, è bene non farsi troppe illusioni. Secondo i calcoli del Sole-24 Ore, infatti, ben il 59% del prezzo al litro deriva da accise e imposte, sulle quali il decreto non interviene in alcun modo.

Il capitolo Rc Auto, secondo i dati Adiconsum citati oggi dal Corriere della Sera, vale sui 350 euro di risparmio l’anno per ogni famiglia. In particolare, il decreto prevede che le compagnie applicheranno sconti a chi accetterà di installare sulla propria auto una scatola nera, che garantirà dunque l’assicuratore da tentativi di truffa. Così come si potranno ottenere premi più bassi permettendo alla compagnia di controllare la macchina prima di stipulare la polizza. Gli intermediari, inoltre, saranno obbligati a fornire informazioni su diverse polizze confrontabili. “Principio buono – commenta Altroconsumo – ma c’è il rischio che gli intermediari presentino al consumatore solo delle tariffe meno convenienti rispetto a quella della loro polizza”. Insomma, per sapere cosa accadrà bisogna aspettare.

Qualche vantaggio dovrebbe arrivare dalle novità previste per gli istituti di credito. In particolare, quando una banca farà sottoscrivere un’assicurazione collegata a un mutuo, sarà obbligata a presentare almeno due preventivi di due diversi gruppi assicurativi. Secondo Adiconsum, in questo modo le famiglie potranno risparmiare 200 euro l’anno.

Quanto ai farmaci, è ancora presto per quantificare l’eventuale risparmio derivante dalla nuova normativa. Contrariamente a quanto previsto, i farmaci di fascia C non potranno essere venduti fuori dalle farmacie. Il decreto prevede poi l’apertura di oltre 5 mila nuove farmacie, su un totale di circa 18 mila esercizi in attività al momento. Anche in questo caso, la speranza è che aumentando la concorrenza nel settore possano scendere i prezzi e aumentare la qualità dei servizi. E se i tempi si faranno troppo lunghi, sarà il governo a intervenire. È stata confermata, inoltre, la possibilità di ottenere sconti per i farmaci di fascia A pagati direttamente dal cittadino e la liberalizzazione degli orari, oltre a una diffusione della “cultura del farmaco generico” (anche in questo caso, i dettagli saranno chiariti con la pubblicazione del decreto).

Un'altra voce che peserà parecchio, secondo Adiconsum, è quella di luce e gas, dove si potranno risparmiare circa 150 euro l’anno. I maggiori vantaggi sono legati soprattutto al nuovo metodo di calcolo deciso ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia. Con il nuovo meccanismo, infatti, le bollette energetiche non saranno più legate ai costi spot, bensì a quelli a lungo termine, più vantaggiosi per i consumatori.

Infine, nell’elenco delle misure principali, non ci si può dimenticare l’annunciata liberalizzazione delle licenze dei taxi, così contestata dai diretti interessati. A questo proposito, a dispetto delle numerose e contradditorie indiscrezioni circolate nelle ultime ore, per ora è un nulla di fatto: dovrà essere l’Autorità per i Trasporti a stabilire se ci sia davvero bisogno di nuove licenze e, in questo caso, dovranno essere previste compensazioni tangibili per quei tassisti che hanno già una licenza.

it.finance.yahoo.com/notizie/decreto-liberalizzazioni--tutti-i-vantaggi-per-i-consumatori.html;_ylt=AkVzXa31bDqhOTPrajCdWn9C361G;_ylu=X3oDMTNyYmxjdGZkBG1pdANGUCBUb3AgU3RvcnkgTGVmdARwa2cDMjRmZDRlMWQtN2U0Yy0zNDNhLTg0OGItNGMwZWZjODk4YTJmBHBvcwMxBHNlYwN0b3Bfc3RvcnkEdmVyA2FiMjM0OTkwLTQzYTQtMTFlMS1iYThmLTc4ZTdkMWZhNDZhNg--;_ylg=X3oDMTFvdGM2bDBkBGludGwDaXQEbGFuZwNpdC1pdARwc3RhaWQDBHBzdGNhdANob21lBHB0A3NlY3Rpb25zBHRlc3Q...
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