Sondaggi Politico Elettorali

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angelico
00martedì 1 novembre 2011 14:46
Intenzioni di voto, sale il centrosinistra
Centrodestra indietro di 10 punti
Ancora un calo per i partiti che sostengono il governo. Pdl e Lega Nord al 35,5%. Pd, Sel, Idv e i loro alleati al 45,5%. Fermi il Terzo Polo e il Movimento 5 Stelle. Cresce la Federazione delle sinistre. Fiducia nell'esecutivo e nel premier a livelli bassissimi. Male i ministri
di MASSIMO RAZZI
(ansa)
ROMA - Sale al 10% esatto il vantaggio del centrosinistra sul centrodestra nel sondaggio mensile di Ipr Marketing per Repubblica.it. A un mese e mezzo dall'ultimo rilevamento, il centrosinistra arriva al 45,5% (era al 44%) e il centrodestra scende di due punti, dal 37,5% al 35,5%. In un quadro in cui la fiducia nel governo e nel premier è ormai scesa a livelli minimi, diventa dunque più rilevante il dato delle intenzioni di voto. Rispetto a settembre si muovono quasi esclusivamente i due blocchi maggiori l'uno in contotendenza rispetto all'altro. Restano fermi sia il Terzo Polo inchiodato da tempo al 13% che il Movimento 5 Stelle (3,5% come a settembre dopo l'impetuosa salita dal 2,5% di giugno), mentre la Federazione delle sinistre risale all'1,5% (era scesa allo 0,5%).

TABELLA: LE INTENZIONI DI VOTO 1

TABELLA: LA FIDUCIA NEL GOVERNO BERLUSCONI 2

All'interno del centrosinistra si assiste alla crescita del Pd (dal 27% al 28%) che non sembra subire troppo i contraccolpi dovuti alle divisioni interne e dell'Idv (dal 6% al 7%). Per Di Pietro, dunque, c'è stato un importante recupero dallo scorso giugno quando era sceso al 4,5%, recupero dovuto, forse, a una politica più attenta al rafforzamento della coalizione a dimostrazione del fatto che, ormai, l'elettorato del centrosinistra, pur con tutte le sue storiche divisioni, sente fortemente l'obiettivo di tornare a vincere e di mandare a casa l'attuale governo. Fermo a un importante 7,5% il Sel, piccoli movimenti per gli altri con i Verdi ancora in difficoltà.

Nel centrodestra salta subito all'occhio il crollo della Lega Nord che era al 9,5% a giugno (ma, prima era arrivata anche oltre l'11%), al 9% a settembre e deve adesso accontentarsi del 7,7%. L'elettorato sembra avere meno fiducia in Bossi, vive negativamente la "dipendenza" dal Pdl e da Berlusconi e non apprezza nemmeno le divisioni interne del Carroccio. Quanto al Pdl, siamo arrivati al 25,3% con un calo dell'1,2% rispetto a settembre e di oltre due punti sullo scorso giugno. A questo punto, probabilmente, neanche un improbabile alleanza con i centristi di Casini potrebbe salvare il centrodestra dalla sconfitta. Tutto questo ferme restando le ben note e straordinarie capacità di recupero di Berlusconi in campagna elettorale.

Fiducia. Questa volta è necessario partire dal governo. L'esecutivo di centrodestra ha davvero toccato il fondo. Il tasso di fiducia (la somma di coloro che dicono di avere molta o abbastanza fiducia nella compagine ministeriale) è arrivato al 15%. Sono 40 punti in meno rispetto al massimo raggiunto del 55% nel giugno del 2008 e altri 4 perduti nell'ultimo mese. Anche Berlusconi (che perde solo 2 punti rispetto a settembre) deve subire l'umiliazione di un crollo di 40 punti esatti rispetto al suo record del 62% raggiunto nell'ottobre del 2008. Dopo tre anni esatti di governo si trova a quota 22%.

I ministri. Solo due ministri (Maroni col 57% e Sacconi col 51%) mantengono un livello accettabile di fiducia (somma di coloro che dichiarano "molta o abbastanza" fiducia). Entrambi, comunque, sono in calo rispettivamente di 3 e 2. Un anno fa erano sei i ministri sopra la soglia del 50%. E in calo, questo mese, sono undici ministri su 22. Scendono di tre punti, oltre a Maroni, anche Tremonti (dal 42 a 39), Bossi (a quota 38) e Prestigiacomo a 31; di due punti (oltre a Sacconi) Carfagna, Brunetta, Calderoli, Gelmini e Romano. Quest'ultimo tocca il record negativo dell'8%. Lascia solo un punto sul terreno il ministro delle infrastrutture Matteoli. La sensazione, ormai che perdano di più i ministri che, per qualunque ragione e su qualunque posizione, abbiano fatto parlare di sé nell'ultimo mese. Prima, si notavano salite e discese che, in qualche modo, riguardavano il merito dei loro comportamenti e/o delle loro esternazioni. Ora si ha la sensazione che è sufficiente si siano fatti sentire per far sì che la loro popolarità scenda.
(01 novembre 2011)

www.repubblica.it/politica/sondaggi/2011/11/01/news/intenzioni_di_voto_centrosinistra_in_testa_centrodestra_indietro_di_10_punti-2...

LE INTENZIONI DI VOTO - 29 Ottobre 2011
Partiti 12 giugno 2011 13 settembre 2011 29 ottobre 2011
PARTITO DEMOCRATICO
27,5 27 28
SINISTRA E LIBERTA'(SEL)
6,5 7,5 7,5
ITALIA DEI VALORI(IDV)
4,5 6,0 7,0
VERDI
1,5 1,0 0,8
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
1,0 1,0 0,7
BONINO - PANNELLA
1,5 1,5 1,5
TOTALE CENTRO-SINISTRA
42,5 44,0 45,5
UNIONE DI CENTRO (UDC)
7,0 7,0 7,0
FUTURO E LIBERTA' (FLI)
3,5 3,5 3,5
ALLEANZA PER L'ITALIA(API)
2,0 2,0 2,0
MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE(MPA)
0,5 0,5 0,5
TOTALE TERZO POLO
13,0 13,0 13,0
PDL
27,5 26,5 25,3
LEGA
9,5 9,0 7,7
ALTRI di Centro-destra
2,0 2,0 2,5
TOTALE CENTRO-DESTRA
39,0 37,5 35,5
MOVIMENTO 5 STELLE
2,5 3,5 3,5
FEDERAZIONE DELLE SINISTRE
1,5 1,5 1,5
ALTRI
1,5 0,5 1,0
TOTALE
100 100 100


www.repubblica.it/static/speciale/2011/sondaggio-ipr/intenzioni-voto-13settem...

www.sondaggipoliticoelettorali.it/
angelico
00domenica 13 novembre 2011 17:24
Data in cui è stato realizzato il sondaggio:
Tra il 02/11/2011 ed il 03/11/2011


angelico
00lunedì 14 novembre 2011 20:19
Monti, un italiano su due si fida
E i consensi crescono ogni giorno

Secondo l'Istituto Piepoli il futuro governo avrebbe un gradimento ancora più alto, pari al 58 per cento. E il "partito delle urne" è precipitato dopo la nomina a senatore a vita
di TIZIANA TESTA
Il premier incaricato, Mario Monti (ansa)
ROMA - Mario Monti ha la fiducia del 50 per cento degli italiani. Un dato cresciuto costantemente negli ultimi giorni. E, per il suo futuro governo, il gradimento è ancora più alto: 58 per cento. A fornire il barometro dell'umore nazionale, rispetto al nuovo esecutivo, è l'Istituto Piepoli con un sondaggio eseguito l'11 novembre su un campione rappresentativo di 500 uomini e donne, dai 18 anni in su.

Gradimento alto, in un Paese disilluso. "Un dato molto alto", spiega Roberto Baldassari, vicepresidente dell'Istituto. "Bisogna infatti considerare il livello generale di sfiducia che incombe sul nostro Paese. E poi Monti è un tecnico, tra l'altro non molto conosciuto dalla grande maggioranza della popolazione. In più c'è un 23 per cento di italiani che semplicemente non ha ancora ancora un'opinione. Dato che sicuramente si ridurrà nei prossimi giorni". Perché la fiducia nel futuro esecutivo è più alta, rispetto a quella nel premier incaricato? "Perché non ci sono ancora i nomi - risponde Baldassari - e quindi ogni intervistato è libero di immaginare la squadra dei sogni". "D'altra parte, alla domanda su chi doveva guidare un governo per affrontare la crisi, 44 su 100 hanno risposto Monti. Solo il 9 per cento ha detto 'altre personalità' (e appena il 4 per cento Berlusconi). Insomma, per gli italiani una reale alternativa a questo nome non c'era".

Il gradimento del governo Monti è sicuramente più alto tra gli elettori di centrosinistra (80 per cento), ma anche tra quelli del centrodestra il giudizio è positivo: 56 per cento. La sfiducia riguarda più che altro gli indecisi o chi ha simpatia per partiti attualmente non rappresentati in Parlamento.

La svolta con la nomina a senatore. Dall'Istituto Piepoli, poi, fanno notare un altro dato. Quello degli italiani favorevoli alle urne. L'8 novembre erano pari al 55 per cento. Poi, la sera del 9, Napolitano nomina Monti senatore a vita e la percentuale scende al 40 per cento. Il 10 novembre arriva al 38 per cento. L'11 precipita addirittura al 22". Dunque, la scelta di Napolitano ha indicato la via, per il campione statistico. E d'altra parte la fiducia nel Colle ha raggiunto un livello record: 90 per cento. Mai così alto con i suoi predecessori, anche i più amati. Perché è un presidente percepito come in grado di portare il Paese verso la salvezza".

Il premier uscente. E Berlusconi? Con quale livello di fiducia lascia? "La percentuale finale - spiega Baldassari - è del 24 per cento, identica a quella del suo governo. Per Prodi, il giorno della caduta, era un po' più alta: pari al 27 per cento. Ma comunque, sotto il gradimento di un italiano su tre, ogni esecutivo è a rischio". "Dalla bocciatura del governo uscente si salvano solo Tremonti, Maroni e Frattini. Tremonti ha subìto un appannamento ma è stato apprezzato fino alla fine in quanto considerato interprete del rigore. Insomma, come colui che ha evitato al Paese di finire nel baratro".

Le misure anticrisi. Ora resta da capire quali sacrifici il Paese è in grado di accettare dal futuro governo. Al campione statistico è stato permesso di fornire una risposta multipla. Ebbene, la misura meglio "digerita" è la patrimoniale (37 cento). Il 30 per cento è favorevole a provvedimenti per diminuire il costo del lavoro, il 29 alla vendita di case e terreni pubblici, solo il 4 per cento al ritorno dell'Ici sulla prima casa. Il record dell'impopolarità per i licenziamenti più facili nella aziende in crisi: i favorevoli sono appena due su 100.
(14 novembre 2011)

www.repubblica.it/politica/2011/11/14/news/fiducia_monti-2...
angelico
00domenica 20 novembre 2011 13:13
angelico
00giovedì 24 novembre 2011 15:31



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