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Balotelli: "Ho visto a Scampia la fabbrica della cocaina"

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2011 19:43
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VERBALI
Balotelli: "Ho visto a Scampia
la fabbrica della cocaina"
Depositata l'audizione dell'ex giocatore dell'Inter ascoltato dai magistrati napoletani sul tour a Secondigliano nel giugno 2010 accampagnato dall'imprenditore Marco Iorio
di DARIO DEL PORTO
Mario Balotelli mentre si reca in Procura a Napoli
Ha visto a Scampia come si organizzava lo spaccio di cocaina. È stato depositato il verbale dell'audizione di Mario Balotelli, ascoltato dai magistrati napoletani per il tour a Scampia, dove fu accompagnato nel giugno 2010 dall'imprenditore Marco Iorio. L'attaccante del Manchester City e della Nazionale ha confermato di aver conosciuto Iorio nel suo ristorante, che gli fu indicato da alcuni conoscenti. L'imprenditore, su sua richiesta, lo aiutò a noleggiare una barca per una gita a Capri.

FOTO/Quel giorno SuperMario in Procura

Quindi, prosegue Balotelli, "gli chiesi di fare un giro ai Quartieri e nelle Vele di Secondigliano". Il calciatore e due amici furono accompagnati in scooter da Iorio e da altre due persone "forse dipendenti del ristorante". Durante il tragitto altri motorini che li accompagnavano indicarono loro i luoghi dello spaccio. "Ebbi modo di vedere - racconta Balotelli - da una distanza di circa 10 metri un tavolo con sopra buste di droga". Come già più volte ribadito alla stampa, Balotelli ha ripetuto di aver appreso solo dopo, e dai giornali, "di essere stato accompagnato da persone non buone".

L'imprenditore Marco Iorio era diventato "un punto di riferimento" anche per l'attaccante argentino del Napoli Ezequiel Lavezzi. "Spesso andavo a mangiare da lui e uscivamo insieme", ha spiegato il calciatore ai magistrati che lo hanno sentito l'8 settembre scorso come testimone nell'indagine sul riciclaggio di denaro che vede Iorio in cella dalla fine di giugno. Agli inquirenti Lavezzi ha detto non aver mai saputo alcunché dei presunti rapporti fra l'imprenditore e l'ex boss, oggi pentito, Salvatore Lo Russo, "eccetto quello che ho poi letto sui giornali".

E quando i pm Sergio Amato ed Enrica Parascandolo, che coordinano l'inchiesta condotta dalla Dia, gli hanno mostrato alcune foto, Lavezzi ha riconosciuto Antonio Lo Russo, figlio dell'ex padrino attualmente latitante, chiarendo però di aver appreso solo dalla stampa che l'uomo era ricercato. "L'ho conosciuto come capo ultrà", ha detto. E nella veste di leader della Curva, Lo Russo junior andò qualche volta a casa di Lavezzi insieme ad altri sostenitori della squadra. "Anche in Argentina avevo l'abitudine di intrattenere i rapporti con i capi delle tifoserie". Proprio Antonio Lo Russo (fotografato a bordo campo, pochi giorni prima di diventare latitante, durante Napoli-Parma 2-3 del 10 aprile 2010) avrebbe fatto esporre allo stadio San Paolo uno striscione per convincere Lavezzi a restare a Napoli quando si cominciò a parlare di una possibile cessione.

Sull'aspetto centrale dell'audizione, quello riguardante gli astucci vuoti di dieci orologi di grande valore sequestrati durante la perquisizione a Iorio, Lavezzi ha detto di aver affidato quegli oggetti all'imprenditore come faceva solitamente quando era fuori Napoli, sottolineando che gli orologi non avevano le custodie e su alcuni erano incise scritte, ad esempio la data della qualificazione del Napoli in Coppa Uefa. Lavezzi (che era in compagnia di Iorio quando fu coinvolto in una lite per viabilità nel dicembre scorso) ha poi aggiunto di aver visto qualche volta l'ex capo della squadra mobile Vittorio Pisani, indagato per favoreggiamento nell'inchiesta e per questo raggiunto a fine giugno dalla misura dell'obbligo di dimora, nel ristorante di Iorio. "Veniva chiamato "capo"".
(08 novembre 2011)

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