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Vince il NO al Referendum costituzionale col 60% di voti

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2016 16:14
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Mario Monti dice No al referendum: "Non posso legittimare un modo di generare consenso basato su elargizioni"


"A me risulta impossibile dare il mio voto ad una costituzione che contiene alcune cose positive e altre negative, ma che - per essere varata - sembra avere richiesto una ripresa in grande stile di quel metodo di governo che a mio giudizio è il vero responsabile - molto più dei limiti della costituzione attuale - dei mali più gravi dell’Italia: evasione fiscale, corruzione, altissimo debito pubblico". Parole perentorie, quelle dell'ex premier Mario Monti, che in un'intervista al Corriere della Sera annuncia il suo No al referendum sulla riforma costituzionale.

Monti spiega così le ragioni del suo No alla riforma costituzionale.

"Non mi convince un Senato così ambiguamente snaturato, nella composizione e nelle funzioni. Meglio sarebbe stato abolirlo. Ci possono essere risparmi nel costo della politica in senso stretto, ma il vero costo della politica non è quello, che pure si deve ridurre, per il personale della politica. È nel combinato disposto fra la costituzione, attuale o futura, e metodo di governo con il quale si è lubrificata da tre anni l’opinione con bonus fiscali, elargizioni mirate o altra spesa pubblica perché accettasse questo. Ho riflettuto a lungo in proposito".
Sui timori, in Europa, di un successo del fronte del No al referendum, Monti getta acqua sul fuoco.

"Non credo che l’Europa prema per questa riforma costituzionale, e sarebbe molto grave se lo facesse. E poi l’Ue non ha nessun potere di entrare nelle questioni costituzionali, salvo che discendano da specifici atti che sono stati decisi come il fiscal compact. In questi mesi si discute di una riforma costituzionale anche in Grecia, il più sorvegliato di tutti i Paesi, ma non c’è alcuna pressione su questo punto dal resto d’Europa. Naturalmente l’Unione europea è interessata alla performance dell’Italia, come di tutti gli altri Paesi, quindi vede volentieri stabilità e governabilità. Ma ai miei interlocutori spiego che non credo che ci sarebbe un vuoto di potere in Italia, Renzi potrebbe restare anche se vincesse il No o l’attuale maggioranza potrebbe esprimere un nuovo governo".
Un concetto che l'ex premier ribadisce anche in un altro passaggio dell'intervista.

"Se vincesse il No non sparirebbero gli investitori esteri. Se vincesse il Sì non sparirebbe ogni democrazia. E la Ue, che peraltro non ha mai chiesto questa modifica della costituzione, può stare tranquilla. L’Italia non rischia, come cinque anni fa, di cadere e di travolgere l’euro. Non c’è bisogno che la Ue perda credibilità come arbitro, dando l’idea che se non si dà una dose aggiuntiva di flessibilità all’Italia, vincerebbero ‘i populisti’. I populismi si affrontano promuovendo crescita e occupazione, non autorizzando i governi nazionali ad utilizzare risorse delle generazioni future per avere più consenso oggi".
In caso di vittoria del No, per Monti non ci sarebbe bisogno di un passo indietro da parte di Renzi

"Non vedo ragioni per cui Matteo Renzi dovrebbe lasciare in caso di una vittoria del No, come sostengono molti sostenitori del No e aveva affermato all’inizio lo stesso premier. Ma anche nell’ipotesi che lasciasse, non vedrei particolari sconvolgimenti. Toccherà al Capo dello Stato decidere, ma penso che sarebbe facilmente immaginabile una sostanziale continuazione dell’assetto di governo attuale con un altro premier facente parte della maggioranza.»«Non vedo ragioni per cui Matteo Renzi dovrebbe lasciare in caso di una vittoria del No, come sostengono molti sostenitori del No e aveva affermato all’inizio lo stesso premier. Ma anche nell’ipotesi che lasciasse, non vedrei particolari sconvolgimenti. Toccherà al Capo dello Stato decidere, ma penso che sarebbe facilmente immaginabile una sostanziale continuazione dell’assetto di governo attuale con un altro premier facente parte della maggioranza".
Nel mirino di Monti anche una delle motivazioni che Renzi utilizza per spingere il fronte del Sì.

"A sentire alcuni ormai sembra improponibile qualunque sistema in cui non si conosce il vincitore la sera stessa. Eppure in Germania non solo non lo si conosce la domenica sera, ma a volte bisogna aspettare mesi. Eppure poi si arriva a un programma chiaro, ben definito e tale da limitare patti fra arcangeli o nazareni. Per quanto mi riguarda mi sono gradualmente convinto sempre più che i problemi dell'Italia non dipendono tanto dalla forma costituzionale e dalla legge elettorale, ma da alcuni connotati fondamentali: l'evasione, la corruzione e una classe politica che usa il denaro degli italiani di domani come una barriera contro la propria impopolarità".


www.huffingtonpost.it/2016/10/18/monti-referendum_n_12534294.html?1476774067&utm_hp_r...
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