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Berlusconi assolto perchè la legge è stata cambiata

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2014 11:56
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Berlusconi assolto, salvato dalla riforma della concussione. Come le coop rosse
Come sottolinea l'avvocato Coppi, sulla sentenza d'appello del processo Ruby pesa la legge anticorruzione approvata nel 2012 sotto il governo Monti. Che rende più difficilmente punibili le pressioni senza "costrizione". Nel marzo 2013 a beneficiarne erano stati tre manager coinvolti nel processo Penati

di Giovanna Trinchella | 18 luglio 2014Commenti (195)
Berlusconi assolto, salvato dalla riforma della concussione. Come le coop rosse
Più informazioni su: Concussione, Filippo Penati, Processo Ruby, Silvio Berlusconi.


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Silvio Berlusconi è stato assolto in appello al processo Ruby dal più grave reato che gli veniva contestato dalla Procura di Milano, la concussione, grazie alla legge anticorruzione approvata nel 2012 sotto il governo Monti, con Paola Severino Guardasigilli e i voti bipartisan di Pd e Pdl, uniti nelle larghe intese. Proprio come è già successo, nel marzo 2013, a tre dirigenti di coop rosse coinvolti nel processo contro l’ex esponente Pd Filippo Penati, usciti di scena per una prescrizione resa più celere da quella stessa legge.

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Il primo a comprenderlo è stato proprio il difensore dell’ex premier, l’avvocato Franco Coppi (nella foto), non per niente considerato uno dei migliori penalisti d’Italia: “Era impossibile anche derubricare la concussione per costrizione in concussione per induzione, perché quest’ultima forma richiede un vantaggio per il concusso”.

Coppi fa proprio riferimento alla legge del 2012, che tra polemiche e diatribe interprettive portò allo “spacchettamento” del reato di concussione nelle due casistiche citate dal legale di Berlusconi. E anticipa una delle possibili motivazioni dell’assoluzione a sorpresa, che si potranno leggere solo al deposito della sentenza: Berlusconi è certamente intervenuto sul capo di gabinetto della Questura di Milano Pietro Ostuni per far rilasciare l’imbarazzante ospite delle feste di Arcore, ma il poliziotto non ha ottenuto in cambio alcun vantaggio. Probabilmente, per i giudici di secondo grado Ostuni avrebbe potuto resistere a quella telefonata, ma non lo fece perché, come detto da Coppi durante l’arringa, chi non vorrebbe fare un favore al presidente del consiglio?

Il primo a rendersi conto del pasticciaccio della riforma della concussione era stato Raffaele Cantone, da poco presidente dell’Anticorruzione, all’epoca in forza all’Ufficio del massimario della Cassazione. Cantone aveva individuato molti punti deboli nella legge tanto che alla fine a dirimere la questione furono chiamate le sezioni Unite della Suprema corte. In 19 pagine relazione, naturalmente senza nominare né il processo Ruby né il caso Penati, Cantone aveva scritto nero su bianco che il cosiddetto spacchettamento della concussione in due ipotesi – induzione e costrizione appunto– avrebbe potuto incidere pesantemente sui processi per quel reato.

Come? Facendolo evaporare nel campo del penalmente irrilevante e, di fatto, morire. Questo perché scompariva come parte attiva l’incaricato di pubblico servizio (e Berlusconi essendo premier lo era quando telefonò da Parigi per far liberare Ruby) e veniva inserita invece la punibilità di chi viene indotto a commettere il reato. I poliziotti che rilasciarono la minorenne marocchina dopo la teòlefonata del presidente del Consiglio che la indicava come “nipote del presidente egiziano Mubarak”, paventando una possibile crisi diplomatica, nel procedimento istruito da Ilda Boccassini a Milano figurano al contrario come parti lese.

E alla fine che cosa decisero le sezioni Unite della Cassazione? Nel verdetto del 24 ottobre 2013, la Corte presieduta da Giorgio Santacroce stabilì che le nuove norme “spacchettate” dovevano essere interpretate condannando più duramente solo chi “limita radicalmente” la libertà del soggetto sul quale fa pressione, e in modo più mite – con prescrizione breve e senza pena accessoria – chi esercita una “pressione non irresistibile”. In sostanza, i giudici di piazza Cavour hanno alzato l’asticella del limite che differenzia la concussione per costrizione, più grave, dall’induzione indebita. Il reato di costrizione resta applicabile solo quando le pressioni mettono qualcuno con le spalle al muro. Una voce critica fu quella del procuratore generale Vito D’Ambrosio, secondo il quale la nuova formulazione aveva “posto più problemi di quelli che voleva risolvere“, per “mancanza di indicazioni nitide”.

Ecco la soluzione di diritto adottata dalle Sezioni Unite: “La fattispecie di induzione indebita è caratterizzata da una condotta di pressione non irresistibile da parte del pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico servizio, che lascia al destinatario della stessa un margine significativo di autodeterminazione e si coniuga con il perseguimento di un suo indebito vantaggio”. La congiunzione “e” è fondamentale: se non c’è un vantaggio, come nel caso di Ostuni, non c’è reato. Come ha sottolineato l’avvocato Coppi. Quanto alla concussione per costrizione, scrivono i giudici, le maglie sono assai più strette: si verifica soltanto se “si è in presenza di una condotta del pubblico ufficiale che limita radicalmente la libertà di autodeterminazione del destinatario”.



www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/18/berlusconi-assolto-salvato-dalla-riforma-della-concussione-come-le-coop-rosse/...
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Ruby, cambiare la legge con il Pd e farsi assolvere. Il delitto perfetto di Berlusconi
di Peter Gomez | 18 luglio 2014Commenti (413)
Più informazioni su: Legge Severino, Processo Ruby, Ruby, Silvio Berlusconi.


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L’avevano votata per questo e alla fine per questo è servita. Silvio Berlusconi strappa un’assoluzione in secondo grado per il caso Ruby grazie alla legge Severino: il sedicente articolato anti-corruzione approvato nel 2012 da Pd e Pdl che, dopo aver permesso alle Coop di uscire per prescrizione dall’inchiesta sulla Tangentopoli di Sesto San Giovanni e a Filippo Penati di veder eliminate parte delle sue accuse, svolge ora egregiamente la sua funzione anche nei confronti dell’ex Cavaliere e neo Padre della Patria.

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Spacchettare, mentre il processo Ruby era già in corso, il reato di concussione in due, stabilendo pene e fattispecie diverse per la concussione per costrizione e quella per induzione, ha significato spalancare la strada che ha portato il leader di Forza Italia al verdetto di secondo grado.

Niente di sorprendente, a dire il vero. Nel 2012, durante la discussione della legge, votata in nome delle larghe intese, più osservatori, compreso chi scrive, avevano fatto notare gli effetti deleteri delle nuove norme. E l’anno successivo, dopo aver visto finire nel caos decine di processi, anche l’ex procuratore antimafia e attuale presidente del Senato, Piero Grasso, aveva lanciato l’allarme. La nuova legge, secondo lui, andava subito modificata.

Stavano saltando dibattimenti su dibattimenti e, per Grasso, anche il processo Ruby sarebbe finito in niente. “Mi pare”, aveva detto Grasso, “ che con questo nuovo reato non sia più punibile l’induzione in errore o per frode (la telefonata in questura in cui Berlusconi sosteneva che Ruby fosse la nipote di Mubarak ndr). Il comportamento prevaricatore potrebbe essere punito come truffa, ma nel caso di Berlusconi non c’è nessun aspetto patrimoniale”.

Traduzione: con la vecchia norma l’ex Cavaliere sarebbe stato condannato di sicuro. Con la nuova no. Anche perché, come non ha mancato di far notare l’abile difensore di Berlusconi, l’avvocato Franco Coppi, le sezioni unite della Cassazione hanno alla fine stabilito che la nuova concussione per costrizione scatta quando non si può resistere in alcun modo alle pressioni. E che quella per induzione può invece essere punita solo quando chi riceve “pressioni non irresistibili” (in questo caso il funzionario della questura, Pietro Ostuni) gode anche di “un indebito vantaggio”.

Tutto insomma si tiene. Bisogna prendere atto che secondo la corte di appello non è possibile dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che Berlusconi conoscesse la minore età di Ruby (andare a prostitute maggiorenni non è reato). E che secondo la nuova legge fare pressioni in questura senza far balenare nulla in cambio lo è ancor meno.

Il sistema regge, si evolve e vince. Di nuovo Berlusconi la fa franca perché le regole del gioco sono mutate durante partita. Era accaduto nel 2001 quando grazie l’abolizione, di fatto, del falso in bilancio era finito in niente il processo All Iberian sui fondi neri della Fininvest. Era successo di nuovo con il caso della corruzione dell’avvocato David Mills, quando tutto si era prescritto a causa dell’approvazione della legge ex Cirielli che aveva dimezzato i termini oltre i quali i reati vengono eliminati dal colpo di spugna del tempo.

E avviene adesso, grazie a una norma su misura che, a differenza del passato più recente, è stata approvata pure con i voti del centro-sinistra. Segno che l’interesse non era ad personam, ma un po’ più generale. Quasi ad Castam così come era accaduto nel 1997 quando la riforma dell’abuso di ufficio, votata dal Polo e dall’Ulivo, aveva provocato assoluzioni a raffica tra politici di tutti gli schieramenti.

Così in questo clima che sa di antico si aspetta solo la chiusura stagione delle controriforme istituzionali: più firme per i referendum, più firme per le leggi di iniziativa popolare, parlamentari sempre nominati e consiglieri regionali e sindaci coperti da immunità solo perché scelti per sedere al Senato. Poi il presidente di turno, questo o il prossimo, concederà al leader di Forza Italia la grazia. Come negare un atto di clemenza a un Padre della Patria? In quel momento, e solo in quel momento, il delitto sarà davvero perfetto.


www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/18/ruby-cambiare-la-legge-con-il-pd-e-farsi-assolvere-il-delitto-perfetto-di-berlusconi/...
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