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Pdl, l'annuncio di Berlusconi "Non mi ricandido, ora primarie"

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2012 11:17
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L'ex premier annuncia in una nota: "Faccio un passo indietro per amore dell'Italia ma rimango a fianco dei più giovani". Poi suggerisce come il giorno della consultazione il 16 dicembre: entro quella data, "sapremo chi sarà il mio successore". Santanché: "Mi candiderò assolutamente"
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ROMA - "Per amore dell'Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi allora". Lo dice Silvio Berlusconi, che annuncia: "Non ripresenterò la mia candidatura a premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività".

Inoltre l'ex premier annuncia che il 16 dicembre si faranno le primarie del Pdl. "Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà, sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni. Il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati, io suggerisco quella del 16 dicembre, saranno gli italiani", a scegliere. All'annuncio ha risposto dopo poco Daniela Santanchè: "Mi candiderò assolutamente". Così come l'ex ministro Giancarlo Galan: "Mi candido. Rappresento l'area liberale e anche una buona storia di amministrazione regionale". "Non ho soldi - aggiunge Galan - ma spero che qualcuno mi sosterrà anche economicamente".

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani definisce la scelta delle primarie "una buona notizia, abbiamo indicato una strada... E' giusto che anche gli elettori del centrodestra scelgano il candidato premier. Ora aspettiamo le primarie di Grillo", ha detto. "La responsabilità di rappresentare la maggioranza degli italiani spetta ora ad altri. E i tanti che in questi anni hanno dato lezioni hanno l'opportunità di mettersi alla prova", ha commentato la figlia Barbara. Mentre Roberto Maroni pensa al futuro: "Si aprono nuove prospettive".

Nella nota con la quale ha annunciato il suo ritiro Berlusconi continua: "Siamo stati chiamati spregiativamente populisti e antipolitici della prima ora. Siamo stati in effetti sostenitori di un'idea di alternanza alla guida dello Stato sostenuta dal voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso".

"Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell'opera collettiva che abbiamo intrapreso - spiega - per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini. Questo non poteva che avere un prezzo, la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell'Italia" e conclude: "La continuità con lo sforzo riformatore cominciato diciotto anni fa è in pericolo serio. Una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto la montagna del debito pubblico e l'esplosione del paese corporativo e pigro che conosciamo, chiede di governare con uno stuolo di professionisti di partito educati e formati nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento. Sta al Popolo della Libertà, al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994, dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva".

Poi riconosce i meriti di Mario Monti: "Sono stati commessi errori, alcuni riparabili a partire dalle correzioni alla legge di stabilità 1 e ad alcune misure fiscali sbagliate, ma la direzione riformatrice e liberale è stata sostanzialmente chiara".

Le reazioni nel partito. "Questa è una vittoria per il Popolo della Libertà che ha bisogno di rimettere le scelte nelle mani degli italiani. Un bisogno che Berlusconi ha capito prima degli altri. Ripartire con lo spirito del 1994 significa questo", ha detto Giorgia Meloni (Pdl) dopo la divulgazione della nota del cavaliere. "Chiunque è un candidato perfetto perché abbiamo un'ampia classe dirigente molto bella. Di identikit se ne possono fare molti". Che sia una scelta "generosa" quella di celebrare le primarie il 16 dicembre è convinto il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "E' una decisione generosa, aperta al futuro, che mobilita e rilancia il popolo del centrodestra". Dello stesso avviso anche Ignazio La Russa, coordinatore nazionale del Pdl: "La fase di incertezza viene così superata e si apre un ampio e profondo orizzonte alla nostra area politica".

Per Guido Crosetto, deputato del Pdl "il passo indietro Berlusconi lo ha fatto una mese fa. Io chiedo le primarie da tempo e sono contento che il passo avanti in tal senso lo abbia fatto sempre Berlusconi. Ci saranno almeno tre e quattro candidati. Tuttavia è prematuro fare nomi". "Rispetto la decisione di Berlusconi di ritirarsi. Per il Paese, per l'Italia che lui tanto ama e al quale ha sacrificato vita e felicità, oggi viceversa è una pagina triste", ha detto invece Michaela Biancofiore, coordinatore per l'ex premier in Trentino Alto Adige. "E' una decisione politicamente importante perché rompe il muro di silenzio che durava da molto tempo e che dall'interno del partito veniva chiesto di rompere", ha detto Franco Frattini che, sui candidati e la possibilità di sostegno a qualcuno, lascia trapelare il nome di Alfano: "Mi auguro che Alfano elabori una proposta sostenibile per le primarie e in vista di ciò la sosterremo".



www.repubblica.it/politica/2012/10/24/news/berlusconi_primarie-45241801/?ref...
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