L'ex allenatore dell'Inter nel mirino della Dda di Napoli
Soldi consegnati in Spagna da affiliati al clan
D'Alessandro. Lui: «Erano di mia suocera»
Hector Cuper, all'Inter dal 2001 al 2003
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NAPOLI - Duecentomila euro all’ex allenatore di Inter e Parma Hector Cuper da parte della camorra in cambio dei risultati di quattro partite: due del campionato spagnolo e due del campionato argentino, tutte ancora da giocare nella stagione 2006-2007.
E’ quanto accusa la Dda di Napoli coordinata da Rosario Cantelmo con i sostituti Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa nell’inchiesta sul calcioscommesse in Italia e all’estero. Per la Procura partenopea, secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, in Spagna, all’interno di una stanzetta, un paio di affiliati della camorra avrebbero incontrato il tecnico argentino e gli avrebbero consegnato i soldi, fino a quel momento celati in mutande e calzini.
L’allenatore, celebre per la debacle del 5 maggio 2002 della sua Inter (che aveva quasi vinto lo scudetto) con la Lazio a Roma, avrebbe incassato il denaro e avrebbe consegnato ai malavitosi un foglietto con i finali delle quattro partite. L’informazione sarebbe poi arrivata in Campania, a Castellammare di Stabia, dove il clan D’Alessandro avrebbe utilizzato i risultati per scommesse milionarie. Ma, a quanto pare, il clan aveva ottenuto indicazioni fasulle e le giocate erano andate male.
I guai per Cuper sono sorti da un’intercettazione di due presunti camorristi, che litigano accusandosi di aver «barato» reciprocamente sulle dritte avute da Cuper. Uno di loro, quindi, si reca a Santander per affrontare e minacciare l’allenatore, «reo» di non aver «assicurato» i risultati giusti, registrando ogni parola. Al ritorno in Italia il file con la registrazione è stato sequestrato.
Nell'ottobre scorso, quando si diffusero notizie sulla sua iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura, Cuper - alla guida del Racing Santander - negò qualsiasi coinvolgimento, diretto o indiretto, nelle vicende del calcioscommesse italiano. Cuper adesso si è difeso dicendo che i soldi erano di sua suocera e che servivano a restaurare una casa. Gli inquirenti, però, non hanno creduto alla versione del tecnico e sono convinti di poter provare l’accusa di riciclaggio. Il legale dell’allenatore ha chiesto in seguito un nuovo incontro a Napoli. Probabile una collaborazione di Cuper con la giustizia.
Redazione online
19 gennaio 2012
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