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Isola del Giglio, nave da crociera incagliata 11 morti accertati, 14 feriti

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2012 17:23
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Partita da Civitavecchia in direzione Savona, la Costa Concordia si è inclinata su un lato durante la notte. Si attende l'intervento dei sub per verificare se qualcuno sia rimasto nella parte sommersa. La denuncia dei turisti: "Soccorsi inadeguati"Sono tre le persone morte per annegamento e 14 i feriti nell’incidente che ha coinvolto la nave Costa crociere “Concordia”.Un incidente dovuto probabilmente a un’avaria della gigantesca nave, di nuovissima generazione, equipaggiata pe fronteggiare qualsiasi emergenza. Ma qualcosa non ha funzionato. Oltre a non capire come la nave sia finita sugli scogli, resta il dilemma dei soccorsi che – secondo le prime testimonianze - sono stati più che inadeguati. La nave è rimasta a lungo sulle secche, ma il personale di bordo e quello giunto dalle capitanerie di porto, si è trovato a fronteggiare una sitiuazione d’emergenza senza capire bene quale sarebbe stata la soluzione migliore. E’ stato così che è iniziato il disastro. Con i passeggeri in preda al panico e la nave che iniziava ad affondare, senza avere una via di fuga. L’unica soluzione poteva essere quella di lanciarsi in acqua, ma a questa temperatura c’è il rischio di morte per ipotermia che, come spiegano gli esperti, può sopraggiungere nell’arco di poche decine di minuti.

Il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi ha confermato: “Sono tre le persone sicuramente decedute”, spiegando che inizialmente, nella concitazione dei soccorsi stanotte, le notizie arrivate parlavano di un bilancio di sei morti. “Non possiamo escludere”, ha proseguito Linardi che ci siano dei dispersi tra le persone che erano a bordo della nave Costa. Si attende l’intervento dei sub, spiega, per verificare se qualcuno sia rimasto nella parte della nave sommersa, ma “non si può escludere, siccome c’è stato grandissimo panico e alcune delle persone si sono buttate in mare, che può anche darsi che qualcuna di queste non si sia riusciti a soccorrerla”. Partita da Civitavecchia in direzione di Savona, la nave si è incagliata all’altezza dell’Isola del Giglio.

La nave sta completamente affondando. E’ sempre più inclinata la nave Costa Concordia, di oltre 90 gradi e si sta inabissando. Questo, spiegano i soccorritori, rende più difficili le operazioni di ricerca di eventuali dispersi a bordo della Costa Concordia. “E’ una corsa contro il tempo”, viene spiegato dai soccorritori.

“Soccorsi inadeguati”. ”Riguardo a eventuali inidoneità dei soccorsi prestati dall’equipaggio – ha spiegato il capitano di corvetta Emilio Del Santos, portavoce della capitaneria di porto di Livorno – è vero che i passeggeri hanno lamentato una lentezza dei soccorsi e un’inadeguatezza dell’equipaggio. Bisognerà ora capire se effettivamente è vero o se questa percezione sia stata determinata anche dalla paura del momento.Occorre anche tenere presente, sui tempi dei soccorsi, l’ingente numero delle persone a bordo”.

“Le scialuppe ci cadevano addosso”. Mara Parmegiani Alfonsi, giornalista, era a bordo della nave di lusso per lavoro, per seguire un evento di moda. E da Porto Santo Stefano, dove è stata trasportata dopo i soccorsi, racconta il panico ma non rinuncia nemmeno alle accuse: “È stato un momento infernale. Erano circa le 21 e stavamo per andare a cena, quindi eravamo anche vestiti abbastanza leggeri – spiega la testimone a Skytg24 – Abbiamo sentito un urto e le luci si sono spente, dai tavoli sono caduti gli oggetti e i bicchieri. Siamo tutti corsi verso il ponte e a fatica abbiamo raccolto i salvagenti, ma il comandante ci ha assicurato che si trattava solamente di un guasto alle macchine, e non era vero: sotto la chiglia già c’era uno squarcio di cento metri”.

Ilaria, 23 anni di Roma, e Safa 22 anni di Perugia, erano invece in crociera per seguire un corso di formazione. E a caldo raccontano i momenti dell’impatto e dell’evacuazione: “Eravamo a cena ieri sera quando ha cominciato a tremare tutto, la luce è andata via e la gente ha cominciato a gridare aiuto. Dopo che ha tremato tutto la nave ha cominciato a piegarsi su un lato. Nella sala ristorante sono caduti oggetti, bicchieri, vassoi e piatti. Ci siamo anche feriti ma la cosa più drammatica è sentire la voce delle persone, in particolare delle mamme, chiamare i propri familiari, soprattutto i bambini. Era buio e non sapevamo cosa fare. La gente cadeva in terra mano a mano che la nave si inclinava. Sentivamo la voce del comandante ma abbiamo pensato a correre verso un’uscita. Un’ora dopo è suonata la sirena ed è stato dato l’ordine di evacuazione”.

Come gli altri passeggeri anche Ilaria e Safa sono corse alle scialuppe di salvataggio: «Ma per l’inclinazione della nave alcune scialuppe non sono state calate in acqua – hanno raccontato le due superstiti – sono finite sui ponti sottostanti e crediamo che in parecchi si siano fatti male o siano rimasti contusi. C’era anche chi si buttava in acqua”.

“L’equipaggio ci chiedeva di tornare nelle cabine, menomale siamo scappati”. ”Mentre la nave affondava ci siamo sentiti anche dire da qualcuno dell’equipaggio di rientrare in cabina. Meno male invece che siamo scappati all’aperto e siamo andati alle scialuppe”. Così alcuni passeggeri raccontano il momento drammatico dell’emergenza a bordo della Costa Concordia. ”Sentivamo i richiami dei fischietti dei marinai senza capire di cosa si trattasse, e intanto era buio e capivamo che la situazione si faceva sempre più grave”, raccontano i passeggeri.

Continuano intanto a Porto Santo Stefano gli sbarchi dai traghetti che fanno la spola con l’Isola del Giglio per riportare a terra i superstiti. Il dispositivo della Protezione civile continua la preziosa opera di assistenza e di registrazione dei naufraghi per avere una lista che da confrontare con quella di bordo.

Nella palestra delle scuole medie di Porto Santo Stefano è in funzione un centro di smistamento dove passeggeri e membri dell’equipaggio – questi ultimi circa 1.300 persone – vengono poi avviati ai pullman che li stanno portando in varie località tra cui Savona, Marsiglia, Fiumicino, Civitavecchia, Roma, Livorno

Le ricerche. Dopo aver ispezionato gli unici quattro ponti che erano in sicurezza e aver portato in salvo decine di persone i Vigili del fuoco hanno iniziato i controlli nei ponti sommersi e in quelli dove le condizioni di sicurezza non hanno finora consentito di intervenire. “Abbiamo concluso le operazioni su quattro ponti – dice il comandante dei Vigili del fuoco di Grossetto, Ennio Aquilino – Ora con il personale speleo alpino fluviale contiamo di riuscire ad ispezionare gli altri 12 che sono fuori dall’acqua”. Per gli almeno cinque ponti che sono sommersi, continua Aquilino, entreranno in azione i sommozzatori dei Vigili del fuoco per verificare la presenza di eventuali dispersi. Attorno alla Costa Concordia stanno operando anche diverse imbarcazioni delle Capitanerie di porto, della Guardia di finanza e dei Carabinieri. Mentre elicotteri della Marina e della Guardia di finanza stanno sorvolando il tratto di mare intorno alla nave per verificare la presenza di eventuali sopravvissuti di acqua o corpi da recuperare.

La gente del Giglio soccorre i naufraghi. Notte di grande sforzo umano per la popolazione dell’Isola del Giglio che ha accolto al meglio delle proprie possibilità i naufraghi della nave Costa Concordia. La popolazione si è attivata fornendo i primi generi di conforto ai naufraghi che sbarcavano alla spicciolata dalle motovedette e dalle altre imbarcazioni di soccorso, fornendo vestiario, coperte e cibo. Alcuni negozianti hanno aperto apposta i propri esercizi donando il necessario alle migliaia di persone in attesa di essere portate sulla terraferma e che hanno lasciato tutto a bordo della nave. Durante l’inverno sono poche centinaia gli abitanti dell’isola e tantissimi sono stati quelli che si sono prodigati per dare i primi soccorsi in attesa che si schierassero il personale e i mezzi della Protezione civile e dell’Esercito.

Finiti i farmaci. Ora c’è l’emergenza farmaci: ”Abbiamo terminato le scorte”, dice all’Adnkronos il vice sindaco del Giglio Mario Pellegrini. Tra i primi a salire sulla nave, in piena notte, è stato proprio Pellegrini. Che racconta: “Scene di disperazione che non potrò mai dimenticare. Il buio, nonostante la nave fosse illuminata, ha reso ancora più forte il senso della paura. Insieme al sindaco e agli assessori ci siamo dati da fare per fare sbarcare i sopravvissuti. Abbiamo aperto le scuole, i bar. Commoventevla solidarietà degli abitanti del Giglio che hanno aperto le loro case per ospitare i sopravvissuti. Ogni famiglia ha accolto anche trenta persone”. Tanti i feriti ai quali è stato prestato soccorso. Ora c’è l’emergenza farmaci: “Abbiamo terminato le scorte. Purtroppo non eravamo preparati, in pieno inverno, ad una emergenza del genere. La farmacia ha dovuto esporre il cartello ‘esaurito’, avverte il vice sindaco. “Sull’isola sono sbarcate circa 5 mila persone e le coperte a disposizione non sono sufficienti – spiega ancora Pellegrini, in prima linea negli aiuti insieme al sindaco Sergio Ortelli - Servono anche abiti”. Appena si è capito cosa stava accadendo, il Comune si è moblitato per fronteggiare l’emergenza. “Sono state aperte anche le due chiese. Aperti pure gli esercizi commerciali, i bar, gli alberghi. L’aiuto maggiore è arrivato dalle famiglie del Giglio che hanno dato grande prova di solidarietà”.

L’Idv: Passera riferisca in aula. “Cordoglio per le vittime del naufragio avvenuto la notte scorsa nei pressi dell’Isola del Giglio e vicinanza alle rispettive famiglie”. Lo afferma, in una nota, il presidente vicario dei deputati dell’Idv Fabio Evangelisti. “Le scene a cui stiamo assistendo in queste ore – prosegue Evangelisti – sembrano appartenere al passato, non al 2012. Chiediamo al ministro Passera di riferire al più presto in Aula sulla precisa dinamica dell’incidente, la tempestività nei soccorsi e per accertare le eventuali responsabilità”.

www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/13/nave-incagliata-allisola-giglio-evacuati-4200-passeggeri/183711/#disqu...
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