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SCUOLA : Terremoto, scuola inagibile: licenziate 4 insegnanti precarie

Ultimo Aggiornamento: 13/06/2012 11:56
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La « preside coraggio» vince la prima battaglia
La professoressa Eugenia Carfora: «Il ministro Profumo ha promesso che verrà da noi, ora mi sento meno sola»

«Quando mi hanno detto che al telefono c'era il ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo mi sono sentita svenire. Non ci potevo credere. Dopo mesi passati a denunciare inutilmente lo scandalo della Viviani finalmente qualcuno si stava interessando alla mia scuola, ai miei ragazzi, al Parco Verde, a questo posto dimenticato da Dio e dagli uomini». Parla Eugenia Carfora, la preside coraggio «raccontata» il 21 novembre da un'inchiesta di Corriere.it, quella che fa anche da segretaria e da bidella perché né i docenti né il personale non docente vuole andare a lavorare nella sua scuola. Lì c'è troppa delinquenza, la camorra fa paura. Si, proprio lei, quella che la mattina prima di andare in classe bussa alle porte del rione per trascinare i ragazzi a scuola. E al Parco tutto questo non piace. Qui l'evasione è al 49 %. Uno su due non frequenta le lezioni. I ragazzini sono manovalanza per la criminalità organizzata. Prima che arrivasse lei, nelle classi si nascondevano le pistole e lo stabile crollava a pezzi.

La videoinchiesta del 21 novembre
«NON SONO PIU' SOLA» - Ha la voce tremula, è emozionata. Non si sente più sola ad affrontare il quartiere, la malavita, la burocrazia. Il 30 novembre il neo ministro l'ha convocata a Roma. «Mi ha confessato che appena ha visto la vostra inchiesta è rimasto sconcertato, ha voluto subito spiegazioni perché in Italia non possono esistere indecenze come questa». A inizio dicembre, invece, il ministro le ha promesso che andrà a Caivano per toccare con mano quanto denunciato dal Corriere.it. Ha annunciato un tavolo di concertazione con il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e il prefetto di Napoli Andrea De Martino. Già lunedì prossimo ci sarà un primo incontro con il governatore campano e le istituzioni scolastiche regionali. «Finalmente qualcuno che mi tende la mano» ripete come un mantra la dirigente scolastica.

«LACRIME AGLI OCCHI» - E' bastata una telefonata, una promessa, la certezza di una presenza, quella delle Istituzioni, per farle dimenticare per un attimo i detrattori, le minacce, gli insulti e le ipotesi di smembramento della scuola che attualmente sono allo studio del comune di Caivano. Uno modo come un altro per mandarla via. «A un certo punto della telefonata il ministro ha detto "Pronto...ma mi sente?" - rivela la Carfora -. Io ero con le lacrime agli occhi, non riuscivo a dire niente e ancora ora non mi sembra vero."Non si preoccupi" - mi ha detto -. "Vedremo insieme come risolvere questo problema, lei non è sola". E io stavolta ci voglio credere».

Antonio Crispino
25 novembre 2011 (modifica il 26 novembre 2011)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

www.corriere.it/cronache/11_novembre_25/vittoria-preside-coraggio-crispino_4cfa5d50-1789-11e1-8448-ba9de42f6f...
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Incredibile ma vero!questo e' uno dei problemi piu' importanti quando si opera in queste realta',ci si sente soli,nessuno ha il coraggio di esporsi e quindi poi la camorra e' vincente!tutti i partiti,nessuno escluso,alla scuola ha dato e da' poca importanza,mentre per una nazione e' la base dello sviluppo,non si puo' prescindere da essa per cultura,senso di appartenenza e progresso sociale e civile.
La sinistra anche ha le sue colpe,il governo di B ha dato poi la stoccata fionale!
Conosco queste realta',io lavoro in una scuola a rischio,dove ogni giorno bisogna armarsi di tanta forza e portare un messaggio forte per scrollare l'apatia e la rassegnazione degli alunni .E sentirsi soli in questo e' davvero tristissimo!
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Prof lo rimprovera, studente
lo picchia a colpi di estintore
Il docente dell'istituto professionale Caterina da Siena è finito in ospedale con quattro denti
rotti. Il sedicenne era stato richiamato perché aveva acceso un falò nel corridoio della scuola
di TIZIANA DE GIORGIO e FRANCO VANNI
L'istituto professionale Caterina da Siena
Ha rimproverato uno studente che si aggirava per i corridoi con un estintore in mano, nel tentativo di spegnere una fiammata che lui stesso aveva appiccato «per scherzo». Un rimprovero che a un professore dell’istituto professionale per la moda e la grafica Caterina da Siena è costato quattro denti rotti, un trauma facciale e una contusione al ginocchio. In risposta al richiamo del docente, il ragazzino si è voltato e gli ha scaraventato l’estintore in faccia, colpendolo con violenza e mandandolo in ospedale, dove è stato medicato e dimesso.

La campanella del cambio dell’ora nella scuola superiore di viale Lombardia era già suonata da diversi minuti, in una seconda gli studenti stavano aspettando l’arrivo del loro insegnante. Nell’attesa il ragazzino — che frequenta la classe — aveva pensato bene di ammazzare il tempo facendo uno scherzo agli studenti di una prima, la cui aula è vicina alla sua. Ha appallottolato un foglio di carta, lo ha infilato nella serratura della porta e ha dato fuoco. Angelo F., l’insegnante poi ferito, stava facendo lezione in quell’aula quando ha visto entrare fumo nella stanza e si è precipitato fuori per capire cosa stesse succedendo. Davanti a lui si è ritrovato l’alunno che era nel frattempo corso a prendere l’estintore, per spegnere il fuoco o per continuare nell’assurdo scherzo imbrattando di schiuma l’aula.

L’insegnante, trovandoselo di fronte, gli chiede anzitutto spiegazioni.
A quel punto, gli mette una mano sulla spalla, nel tentativo di farlo ragionare e porre fine all’assurda trovata. Ma il ragazzino si gira e gli tira l’estintore direttamente sulla faccia e sul ginocchio, in una reazione di rabbia incontrollata. «Un studente con una situazione familiare difficile, non nuovo a episodi del genere», metterà a verbale la polizia, intervenuta nella scuola poco dopo con due volanti. Il professore è stato portato di corsa in ambulanza all’Istituto clinico Città Studi nello stupore generale di studenti, bidelli e professori. Dopo essere stato medicato al pronto soccorso, è stato poi dimesso nel pomeriggio con una prognosi di 15 giorni. Tornerà a scuola al termine del periodo di malattia deciso dai medici.

Al momento — da parte della scuola e dello stesso insegnante — non sarebbe stata sporta nessuna denuncia alle forze dell’ordine. Solo una segnalazione al commissariato Lambrate da parte della preside, per un «episodio di intemperanza». «È stata una bravata di un ragazzo che ha problemi di crescita e di esuberanza — spiega la preside, Clara Magistrelli, che ha in ogni caso ha sospeso l’alunno — si sentono piccoli geni incompresi, fanno scemenze in un’età molto difficile. E l’insegnante era solo intervenuto per placarlo, dimostrando senso civico e anche coraggio nell’affrontare con prontezza il problema. Quanto al ragazzo, dobbiamo tutelare chi è in difficoltà. Non abbiamo alcuna intenzione di allontanarlo dalla scuola o di prendere provvedimenti che possano danneggiarlo. Un atteggiamento inutilmente vendicativo non servirebbe a nessuno».
(13 gennaio 2012)

milano.repubblica.it/cronaca/2012/01/13/news/il_prof_lo_rimprovera_l_alunno_lo_picchia_a_colpi_di_estintore-2...
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18/01/2012 13:42
 
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ROMA - Corsi pomeridiani e attività sportive, giornalini d'istituto e recite teatrali, gite e viaggi d'istruzione, corsi di lingua straniera e per conseguire la patente informatica, rivolti a prof e studenti, corsi per ottenere il patentino per i ciclomotori, assicurazione: nei licei classici e scientifici italiani, quasi sempre, pagano mamma e papà.

E non solo. L'obolo offerto dalle famiglie alle scuole contribuisce a pagare anche carta igienica, materiale di cancelleria, toner e carta per le fotocopie e perfino i detersivi per mantenere puliti gli ambienti scolastici. Senza quei soldi i licei italiani entrerebbero in crisi.

E' una delle prime informazioni che emergono dal link "scuola in chiaro": il portale che renderà più trasparente la scuola italiana, consentendo ai genitori in procinto di iscrivere (entro il prossimo 20 febbraio) i figli all'anno scolastico 2012/2013 una scelta più consapevole. Una iniziativa lanciata lo scorso 12 gennaio dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo.

Nella maggior parte dei licei classici e scientifici del Belpaese il contributo complessivo, spesso "volontario", versato ad inizio anno dalle famiglie supera abbondantemente quanto le stesse scuole ricevono dallo Stato e dagli enti pubblici e locali. Arrivando, in alcuni casi, a superare anche l'80 per cento dell'intero budget necessario per ampliare l'offerta formativa.

Un panorama che non varia molto se si estende l'analisi a tutti gli altri licei: artistici, delle scienze umane, linguistici e musicali/coreutici. Ma che fino ad alcuni anni fa era impensabile.

L'inchiesta condotta da Repubblica abbraccia tutti i licei di 10 grandi città italiane (Torino, Milano, Genova, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari): in tutto, i 223 licei che hanno messo in linea i dati sull'origine dei loro finanziamenti, esclusi gli stipendi di insegnanti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) che vengono pagati direttamente dallo Stato.

Alcuni esempi serviranno a chiarire i termini della questione. In cima alla classifica dei 223 licei presi in considerazione troviamo lo scientifico Cannizzaro di Roma che riceve l'82,3 per cento delle proprie entrate "da privati": per la quasi totalità i genitori stessi. Seguono il liceo capitolino i classici Beccaria e Manzoni di Milano, che devono ringraziare la generosità dei genitori, rispettivamente, per l'80,3 e l'80,1 per cento delle proprie risorse. A Torino il liceo pubblico più sostenuto dalle famiglie è lo scientifico Volta, in cui tre quarti del budget annuale proviene "da privati".

Scendendo per lo Stivale, la quota di finanziamenti pubblici aumenta e cala il sostegno delle famiglie. A Cagliari i finanziamenti non pubblici che entrano nelle casse dei licei raggiunge mediamente il 26 per cento, con record (69,4 per cento) al classico Dettori. A Napoli, le famiglie finanziano i licei per il 28 per cento del totale. In coda alla classifica c'è Palermo, col 18 per cento di finanziamenti privati nelle casse dei licei pubblici, e Bari: 19 per cento.

La città più costosa è Milano, dove 60 euro su cento presenti nelle casse dei licei provengono direttamente dalle tasche delle famiglie. La classifica per indirizzi vede stabilmente in testa i classici. A generare questa singolare situazione, probabilmente, è stato anche il taglio ai finanziamenti destinati all'autonomia scolastica, particolarmente pesante nell'era Gelmini. Nel 2001, per finanziare la legge 440/97 furono stanziati 269 milioni di euro, che dieci anni dopo (nel 2011) si sono assottigliati a 79: meno 71 per cento. Le scuole, per ovviare alla scure gelminiana, si sono rivolte alle famiglie chiedendo loro "contributi" da poche decine a 200 euro.

(18 gennaio 2012)

www.repubblica.it/scuola/2012/01/18/news/pagano_le_famiglie-2...
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Licenziate per calamità naturale: quattro precarie, insegnanti di una scuola elementare di Colorno, paese in provincia di Parma, si sono viste dare il benservito a causa del terremoto che si sta abbattendo sulle vite, le abitazioni e non da ultimo il lavoro degli emiliani.

L’edificio scolastico – come la maggior parte di quelli travolti dal sisma che ha colpito le vicine province di Reggio, Modena, Ferrara e Bologna – viene evacuato, le lezioni trasferite, e loro lasciate a casa. Un contratto a tempo determinato, come molti ce ne sono: ogni anno, a giugno, i giovani maestri e insegnanti non sanno se o dove a settembre torneranno a insegnare. Difficile però pensare che persino un evento sismico potesse contribuire alla loro precarietà, decretando la cessazione anticipata dei rapporti di lavoro: “Nessuna norma contrattuale prevede la risoluzione anticipata dei rapporti di lavoro a causa delle calamità naturali – denuncia a Cisl Scuola di Parma.

I contratti di assunzione prevedono infatti una data di scadenza che avrebbe compreso anche preparazione e svolgimento degli scrutini. Invece, nel nuovo complesso dove si è ripresa l’attività didattica, classi della scuola secondaria prestati alle lezioni dei più piccoli, sono entrati in servizio solo i docenti a tempo indeterminato: “i docenti a tempo determinato sono stati allontanati con decisione unilaterale, creando un’assurda disparità di trattamento, come se il terremoto legittimasse azioni del genere”, spiegano dal sindacato. Pare di sì, invece, come giustificano dall’Ufficio scolastico provinciale, essendo venuta meno una delle caratteristiche specifiche della tipologia di contratto in questione, ovvero la prestazione d’opera, il 4 giugno è stato l’ultimo giorno di lavoro per le maestre.

Che in compenso si sono viste proporre dall’amministrazione scolastica la riassunzione giornaliera, giusto il tempo degli scrutini: “Non si tratta di ‘prestatori d’opera’ generici – replicano dal sindacato – ma di professioniste che svolgono la funzione docente”.

Il sindacato ha lanciato poi un appello al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Stefano Versari, al dirigente dell’Ambito Territoriale Scolastico di Parma Laura Gianferrari e al Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Colorno Giovanni Gaulli, “affinchè la legalità ed il buon senso vengano ripristinati”.


www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/12/terremoto-scuola-inagibile-licenziate-quattro-insegnanti-precarie...
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