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Arrossamento, prurito e bruciore nelle intimità: è l’esperienza poco desiderabile vissuta da tante persone (me compresa) dopo l’uso prolungato di alcuni detergenti intimi contenenti sostanze irritanti. Cosa c’è in questa categoria di prodotti, che non dovrebbe esserci? Partiamo dalle profumazioni, che si sa piacciono sempre, ma le intimità non sono di certo le zone giuste per sperimentare le essenze aromatiche.

I profumi di sintesi usati in cosmetica, proprio perché risultano essere dei potenti allergeni sono regolamentati attraverso la Direttiva 2003/15/CE che individua le 26 componenti da riportare necessariamente nella lista ingredienti, quando la quantità supera lo 0,01% nei prodotti da risciacquo e lo 0,001% in quelli senza risciacquo. In questo elenco sono segnalati ad esempio il Citral, il Geraniol, l’Eugenol, l’Amylcinnamal e il Farnesol. Questi elementi possono scatenare irritazioni cutanee, allergie, infiammazioni, fino a veri e propri eritemi in un’area del corpo tanto sensibile. E una volta che arrivano, sono poi davvero difficili da mandare via.

L’elevata capacità di assorbimento delle mucose genitali rende questa parte del corpo molto più a rischio di tante altre. Le parti intime, non solo delle donne ma anche degli uomini, richiedono una costante delicatezza. Non si può nei negozi ovviamente annusare i detergenti intimi per comprarne uno senza profumazioni. Ma spulciare le etichette per scovarli è il più delle volte difficile, se non si ha con sé una lente di ingrandimento. Meglio optare per una scelta più pigra e celere: comprare direttamente un prodotto con la dicitura senza profumi.

Tre letterine potrebbero poi nascondere qualcosa. Nella composizione dei detergenti intimi si trovano i PEG (Polietilenglicole): un’abbreviazione che raggruppa i cosiddetti emulsionanti di sintesi, derivati dalla raffinazione del petrolio, che sono in grado di favorire la miscelazione di un composto con base acquosa e oleosa. I Peg sono estremamente diffusi, non solo nei detergenti intimi, ma in tantissimi modelli di cosmetici, dagli shampoo alle creme corpo. Sono considerati inerti a livello di salute, ma il loro processo di produzione tramite etossilazione può lasciare delle tracce di Diossano, classificato come potenzialmente cancerogeno dallo IARC. I PEG sono indicati in etichetta con diversi numeri accanto che indicano quante moli di ossido di etilene sono attaccate al composto base, ad esempio PEG-10 e PEG-150. Più la cifra è alta, più sale la possibilità che vi siano residui di produzione.

Non dovrebbe esserci nulla di più delicato di un sapone intimo, specialmente in sistemi vaginali e genitali sensibili, per evitare l’insorgenza di irritazioni e reazioni allergiche. Più che mai qui il consiglio è di scegliere un naturale di comprovata qualità. Un detergente intimo con certificazioni ecobio è una giusta idea di partenza. Se poi è dermocompatibile, senza allergeni e profumi, adatto anche alle pelli più delicate e con ingredienti vegetali che leniscono, come ad esempio malva, avena, lavanda e hamamelis, ci si potrà rinfrescare con consapevolezza e più serenità.


www.ilfattoquotidiano.it/2023/08/19/attenzione-ai-detergenti-intimi-possono-creare-gravi-irritazioni-per-mesi-ecco-come-riconoscere-gli-ingredienti-killer/...
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