avevo letto questa cosa bella di Sofri
“Second Life, perchè vogliamo un mondo parallelo”
Adriano Sofri
Chiara ha sette anni e mezzo, e passerebbe ore col suo cucciolo labrador nintendog, di nome Luna. Lo tiene in modalità baubau, si alza all´alba perché, dice, deve portarlo fuori. Il fatto è che Chiara è una bambina fortunata, ha una casa di campagna con cavalli, galline, oche e sei cani in carne e ossa, e per giunta due sono labrador. L´adorato cucciolo nintendog non ha ridotto la passione di Chiara per gli animali veri. Per molti bambini i videogiochi non fanno da supplenti alla vita vera: ne fanno parte, e magari, così finti e colorati, sono più belli. E per i grandi? Ci sono cinque milioni di persone (anch´io) residenti nell´altro mondo di Second Life, fra i 30 e i 50 mila alla volta in linea: e non è che l´inizio. Sono "stanche della loro vita", secondo il brusco adescamento dei promotori, o annoiate, o che cosa?
Cominciamo dal nome: si chiama Seconda, ma si tratta in verità di una doppia vita. Seconde vite ne abbiamo un po´ tutti, e anzi, mentre di guance da porgere agli schiaffeggiatori ce ne sono due e basta, di vite successive ne possiamo avere quasi quante un gatto. Ma qui si tratta di due vite allo stesso tempo, della doppiezza. L´io, e il suo avatar. Avatar è termine esotico per Alias (conosco ragazze zingare con tredici Alias nei verbali di polizia) ma avatar sta per la figura, non solo per lo pseudonimo. (Il picco delle registrazioni venne quando le facce degli avatar diventarono espressive, e impararono a sorridere). Già la prima scelta, del nome nuovo, vi mette alla prova: nominarsi è appunto rinascere. Il cognome dovete sceglierlo dentro una lista prestabilita, ma ce ne sono di invidiabili.
Poi dovete decidere la data di nascita (ne risultano pochi vecchi, nessun bambino), poi, più scabroso, se essere maschio o femmina, e finalmente l´aspetto. Potrete rifarvelo da capo a fondo strada facendo, ma all´inizio sceglierete fra una manciata. Se scegliete il modello Ragazzo della Porta Accanto, vorrà dire che siete un po´ pusillanimi, o almeno prudenti, e la vostra doppia vita tenderà ad assomigliare alla prima. Se cambiate sesso ed età e colore della pelle, vuol dire l´evasione, e più lontano possibile: ma evade chi è, se non in galera, un po´ alle strette. (Io, per intenderci, per ora sono il Ragazzo della Porta Accanto).
Oltre a insinuare che siate stanchi della (vostra) vita, la lusinga Linden vi promette di essere biondi e alti eccetera. In effetti, l´avanguardia SL, ancora composta per lo più da esperti di computergrafica, buoni praticanti digitali e spiriti strampalati, è probabilmente incline al conformismo, trasgressioni comprese, ma le cose potranno cambiare. Diventeranno forse più numerosi quelli che, essendo magari alti e biondi, e ricchi, saranno tentati di farsi una doppia vita da calvi e bassi e specialmente poveri, per un richiamo evangelico - come il professore di Centochiodi - o per scaramanzia, e per vedere l´effetto che fa, essere poveri, o neri, o grassi, o gatti di grondaia, senza dover pagare pegno. Io, che non vado mai in discoteca, voglio rifarmi una vita, e non andarci mai in discoteca. Per adesso nella Seconda Vita si va per accumulare Linden-roba e Linden-dollari, per farsi vedere, per guardare, e per incontrare gli altri nella propria veste preferita. Si trasferiscono là dentro, detronizzati, gli ideali che avevano infiammato e incenerito la ricerca del Nuovo Mondo reale. Un paradiso terrestre creato via via dagli utenti secondo le regole del mercato, ammesso che Adamo ed Eva potessero chiamarsi utenti. L´Altro Mondo possibile, l´Uomo Nuovo - ognuno creatore di sé - perfino un pianeta rinato, e non è escluso che la deforestazione della Prima Vita sia compensata dalla forestazione delle Isole Second Life, sicché quando di qua non avremo più ossigeno da respirare di là sprofonderemo a volo d´uccello (perché l´accessorio più ricercato ed elegante di SL, più delle scarpe e dei vestiti di bit, sono le ali) nella più lussureggiante delle foreste virtuali. Sia detto non per moralismo - benché lo sdegno per la fine del mondo reale, cioè del mondo, sia la cosa più morale di tutte - ma per ricordare che il confine fra la realtà e la simulazione si assottiglia sempre più, e però diventa quanto più sottile tanto più fatale, come nella stretta somiglianza fra i film di Hollywood e l´11 settembre, salvi i danni collaterali.
In Second Life gli arcipelaghi della pornografia e della violenza sono ingenti, com´è naturale, ma una domanda interessante riguarda il terrorismo. Se ogni terrorista, infatti, si fa una doppia vita - di studente modello, inquilino regolare, impiegata tranquilla - è probabile che impiegate e inquilini e studenti non vedano l´ora di farsi una doppia vita da terroristi. Come con Internet, bisognerà trovare un modo di arginarne l´abuso (ieri l´Fbi vera è già arrivata a reprimere il gioco d´azzardo virtuale). Ma, se non più allarmante, è certo più perturbante l´eventualità che terroristi simulati e sofisticati vedano come robaccia superata le torri vere abbattute, e si dedichino a inventare una distruzione virtuale della vita virtuale, una Seconda Distruzione, perché l´emulazione del Creatore vuole prenderlo per la coda, non dal Genesi, ma dall´Apocalisse. Ancora le isole SL hanno una dose di anarchia e licenza, ma basta aspettare, e vi si vedrà sorgere il più forte, e il suo diritto, e lo Stato (le guerre ci sono già, per divertimento, come nel mondo reale) e magari il Tribunale Internazionale. Intanto, la SL ha i suoi giornali e i suoi canali tv, che raccontano i fatti avvenuti in SL, e la Reuter ci ha già aperto un ufficio, e l´Ibm ci convoca gli avatar del suo Board, e in tanti ci fanno gli affari. (E come si morirà nella SL? Ci sarà infatti la Morte Secunda: c´era già nel Cantico delle creature).
Avere una doppia vita è un bisogno essenziale degli umani, come sanno meglio gli amanti clandestini e gli immigrati clandestini, il principe e il povero, Bruneri e Canella, gli agenti segreti e i travestiti e gli impostori, e tutti coloro che finiscono per non ricordarsi più qual era la loro vera vita. Il comunismo, quando era ancora pronunciabile, voleva dire questa, altro che doppia, ma multipla, universale vita: «Quando il lavoro è diviso, ciascuno ha una sfera imposta e cui non può sfuggire: è cacciatore, pescatore, o pastore, o critico; mentre la società comunista mi rende possibile di fare oggi questa cosa, domani quell´altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, cosí come mi vien voglia; senza diventare né cacciatore, né pescatore, né pastore, né critico». Marx-Engels, L´ideologia tedesca. Alias, per chi sa accontentarsi: Second Life.