Uk, scuole distinguono tra “italiani”, “napoletani” e “siciliani”

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angelico
00giovedì 13 ottobre 2016 11:07
All'atto di iscrizione in alcune circoscrizioni scolastiche britanniche compare questa distinzione etnico-linguistica. L'ambasciatore Pasquale Terracciano con una nota al Foreign Office ha chiesto l'immediata rimozione di questa classificazione:"C'è una grave carenza di conoscenza della realtà italiana"
di F. Q. | 12 ottobre 2016
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Più informazioni su: Regno Unito, Scuola Pubblica
Alcune scuole del Regno Unito distinguono gli studenti in base alla provenienza, dividendoli tra “Italiani”, “Italiani-Siciliani” e “Italiani-Napoletani“. Lo si legge sui moduli d’iscrizione messi online da alcune circoscrizioni scolastiche britanniche di Inghilterra e Galles in cui spunta questa distinzione etnico-linguistica riservata ai bambini provenienti dalla Penisola. Distinzione che ha suscitato sdegno nelle famiglie e ha innescato una pungente nota di protesta verbale dell’ambasciata d’Italia nel Regno Unito: “Siamo uniti dal 1861“, ha riferito al Foreign Office l’ambasciatore Pasquale Terracciano.

“Si tratta di iniziative locali – ha spiegato Terracciano – motivate probabilmente dall’intenzione d’identificare inesistenti esigenze linguistiche particolari e garantire un ipotetico sostegno. Ma di buone intenzioni – aggiunge – è lastricata la strada dell’inferno: specie quando diventano involontariamente discriminatorie, oltre che offensive per i meridionali”.


I primi a denunciare l’episodio, rivela il Corriere della Sera, sono stati alcuni nostri connazionali nel distretto di Bradford, allibiti di fronte all’indicazione di questa classificazione etnica. Dopo una verifica si è scoperto che era tutto autentico. L’ambasciatore Pasquale Terracciano ha spedito al Foreign Office una nota verbale nella quale ha chiesto “l’immediata rimozione di questa indebita caratterizzazione pseudo-etnica, che nulla ha a che fare con l’importanza dei genuini connotati regionali o dei dialetti italiani”.

Dopo la Brexit e il divorzio dall’Unione Europea, l’episodio si inserisce in una stagione delicata per la Gran Bretagna. Un clima che a livello locale, nota Terracciano, si riflette anche “nella grave carenza di conoscenza della realtà italiana, nell’ignoranza diffusa su altri Paesi, che questa vicenda testimonia”. Un episodio che ha dimostrato “una visione tardo ottocentesca della nostra immigrazione”. E forse dell’Italia intera.


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