Tunisia, il partito islamico al 41.7%

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angelico
00venerdì 28 ottobre 2011 00:25
Tunisia, il partito islamico al 41.7%
disordini a Sidi Bouzid per liste escluse
TUNISI - Ha vinto su tutti i fronti, sia in termini di voti che di percentuali e, quindi, di seggi. E il successo è forse andato oltre le aspettative dei suoi dirigenti, che pure avevano ipotizzato di toccare il 50 per cento delle preferenze. Ennahdha - il partito islamista guidato da Rached Gannouchi - ha letteralmente stravinto le elezioni per la costituente in Tunisia perché, se gli vengono attribuiti almeno 88 seggi (il secondo partito ne prenderebbe solo 29), la situazione potrebbe mutare ancora più a suo favore grazie al gioco dei ricorsi, già presentati o annunciati.

Intanto scoppiano dei disordini a Sidi Bouzid per l'esclusione di alcune liste del partito-rivelazione di questo voto, Petition Popoulaire, a causa della presenza di candidati ex elementi dell'Rcd, il partito dell'ex presidente Ben Ali, sciolto per decisione della magistratura tunisina.

A Sidi Bouzid, migliaia di sostenitori del PP - che in quella città ha vinto nettamente le elezioni, ottenendo 48.022 voti e tre seggi, surclassando Ennahdha, che ha ottenuto solo 19.698 voti e 2 seggi - sono subito scesi in piazza per protestare: i manifestanti hanno appiccato un fuoco al palazzo del sindaco. La polizia è ricorsa ai gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.

Disordini contro la decisione di escludere le liste di PP sono segnalati anche a Regueb, una cittadina distante una cinquantina di km da Sidi Bouzid. Alcuni testimoni hanno riferito di avere sentito un colpo d'arma da fuoco davanti alla locale sede del partito Ennahdha.

Hachmi Hamdi, il miliardario leader di Petition Popoulaire, ha annunciato che il partito si ritirerà dall'Assemblea Costituente.

Sidi Bouzid è una delle città simbolo della rivoluzione contro Ben Ali, perché è stato lì che, nel dicembre scorso, un giovane commerciante ambulante, Mohammed Bouazizi, per protestare contro il sequestro della sua merce, si diede fuoco. L'uomo morì il 5 gennaio e il suo gesto disperato diede il via a una serie di proteste, che poi portarono alla rivoluzione e alla defenestrazione dell'allora presidente.
(27 ottobre 2011)

www.repubblica.it/esteri/2011/10/27/news/tunisia_il_partito_islamico_al_41_7_-2...
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