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angelico
00venerdì 28 ottobre 2011 01:19
Data per data ecco le riforme che l'Italia dovrà fare

di Celestina Dominelli
Cronologia articolo27 ottobre 2011
In questo articolo

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Argomenti: Appalti | Silvio Berlusconi | Giulio Tremonti | Pubblica Amministrazione | Italia | Comitato Esecutivo




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Licenziamenti più facili nei casi di crisi aziendale, dal 2026 donne e uomini in pensione a 67 anni, piano di dismissioni del patrimonio pubblico entro il 30 novembre 2011. E ancora, mobilità obbligatoria nella pubblica amministrazione e via libera alla delega fiscale entro il 31 gennaio 2012. Sono solo alcuni degli impegni contenuti nella lettera presentata ieri dal Governo di Silvio Berlusconi per rassicurare l'Europa. Ecco il calendario, mese per mese, (qui le scadenze del 2012) delle riforme promesse a Bruxelles.

Entro la fine del 2011

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(Data per data le scadenze del 2012)

15 novembre
Eurosud: è la prima vera scadenza fissata nella missiva inviata ieri dall'Italia ai vertici Ue e riguarda la definizione del piano di crescita. In realtà, se si scandaglia meglio il documento dell'Esecutivo, si scopre che il primo appuntamento è legato alla messa a punto di un piano di azione che consenta di utilizzare pienamente i fondi strutturali «per migliorarne l'uso e ridefinirne le priorità in stretta collaborazione con la comissione europea». In sostanza, il Governo dovrà procedere alla revisione strategica dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013 in modo da concentrare le risorse su crescita e competitività del Paese, in particolare sul potenziale non utilizzato al Mezzogiorno. Per intenderci, quello che il ministro Giulio Tremonti ha definito in modo evocativo "Eurosud".

30 novembre
Dismissioni: l'obiettivo del Governo è varare un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio per almeno 5 miliardi di euro di proventi all'anno nel prossimo triennio. Gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi serviranno a ridurre il debito o a realizzare progettti di investimento locali.

31 dicembre
a) Spending review: l'esecutivo si impegna a definire un programma di riorganizzazione della spesa pubblica per arrivare ad attuare i primi interventi già dal 1° gennaio 2012. I capitoli su cui si focalizzeranno gli interventi sono i seguenti: integrazione operativa delle agenzie fiscali; razionalizzazione delle strutture periferiche dello Stato e degli enti previdenziali; coordinamento delle attività delle forze dell'ordine; razionalizzazione dell'organizzazione giudiziaria e riorganizzazione della rete consolare e diplomatica.
b) Debito pubblico: entro la fine dell'anno il Governo affiderà l'elaborazione di un piano organico per l'abbattimento del debito a una commissione ristretta di personalità di prestigio in collaborazione con enti territoriali e principali istituzioni economiche e finanziarie nazionali e internazionali.
c) Infrastrutture e project financing: oltre agli investimenti già concordati con i concessionari, il Governo solleciterà la maggiore partecipazione degli investitori privati, con la definizione di standard contrattuali che facilitino il ricorso al project financing. Saranno individuate nelle prossime 10 settimane anche le opere cantierabili beneficiarie di sgravi Irap e Ires. Garantita la suddivisione degli appalti in lotti funzionali per garantire alle pmi un accesso facilitato e si prevede lo sblocco, tra l'altro, degli investimenti privati per i contratti di programma dei maggiori aeroporti oltre che l'ottimizzazione nelle gestioni di impianti portuali. Inoltre, lo Stato si impegna a predisporre una garanzia "reale" per i mutui prima casa di giovanne coppie prive di contratto di lavoro a tempo indeterminato.
d) Imprese: il Governo prevede di utilizzare la leva fiscale per agevolare la capitalizzazione delle aziende con meccanismi di deducibilità del rendimento del capitale di rischio.Verranno potenziati gli schemi a partecipazione pubblica di venture capital e private equity, rafforzando la concorrenza. L'esecutivo si impegna poi a trasformare le aree di crisi in aree di sviluppo - rendendo più semplice la procedura per definire i programmi di rilancio - e prevede, nell'ottica di garantire liquidità alle imprese, un sistema di certificazione di debiti delle pubbliche amministrazioni locali nei confronti delle imprese in modo da consentire lo sconto e il successivo pagamento da parte delle banche.
e) Occupazione giovanile e femminile: per potenziare l'impiego di donne e giovani l'esecutivo si impegna a promuovere contratti di apprendistato, rapporti di lavoro a tempo parziale e contratti di inserimento femminile oltre che il credito d'imposta per le imprese che assumono nelle aree più svantaggiate.
f) Riforma universitaria: il Governo è intenzionato ad approvare tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria entro la fine dell'anno. Sempre, restando al settore dell'istruzione, si punta ad accrescere l'accountability delle scuole definendo per l'anno scolastico 2012-2013 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti, valorizzando il ruolo dei docenti e introducendo un nuovo sistema di selezione e reclutamento. Per le Università si lavorerà invece ad accrescere la quota di finanziamento legate alle valutazioni avviate dall'Anvur e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione. Obiettivo: destinare una parte rilevante dei fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. È inoltre previsto anche uno schema nazionale dei prestiti d'onore.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-10-27/data-data-ecco-riforme-163752.shtml?uuid=...


Data per data ecco le riforme che l'Italia dovrà fare: gli impegni del 2012

a cura di Celestina Dominelli
Cronologia articolo27 ottobre 2011
In questo articolo

Argomenti: Città e comuni | Pubblica Amministrazione | Italia | Camera dei deputati | PDL | Senato | Comitato Esecutivo




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Ecco le scadenze della lettera italiana ai vertici Ue per il 2012.

Entro il 2012
31 gennaio
Delega fiscale e assistenziale: il Parlamento approverà il provvedimento entro questa data, mentre entro la fine dell'anno arriveranno i decreti attuativi. A ogni modo, ricorda la lettera inviata ai vertici Ue, in caso di ritardo nell'attuazione della delega oltre il 30 settembre 2012, le agevolazioni fiscali saranno ridotte del 5% per il 2012 e del 20% a partire dal 2013. Se tale scadenza non sarà rispettata o le nuove disposizioni non saranno in grado di garantire un sufficiente effetto positivo sul defici (almeno 4 miliardi nel 2012, 6 mld nel 2013 e 20 mld a partire dal 2014), si avrà comunque una riduzione automatica delle agevolazioni che assicurerà comunque gli obiettivi di risparmio.

1° marzo
Concorrenza nei mercati, nelle professioni e nei servizi pubblici locali: il Governo è intenzionato a a rafforzare gli strumenti di intervento dell'Antitrust per prevenire le contraddizioni tra la promozione della concorrenza e le disposizioni regionali e locali. Sarà poi generalizzata la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali. Molte delle misure finalizzate a potenziare la concorrenza nel mercato dei carburanti e delle assicurazioni sono state inserite in una Pdl di iniziativa parlamentare approvata dalla Camera e ora all'esame del Senato. L'esecutivo si impegna poi a completare la liberalizzazione degli ordini professionali e a rafforzare la concorrenza nei servizi pubblici locali. Lo strumento sarà il Dl sviluppo, la cui tempistica al momento è però incerta.

30 aprile
a) Semplificazione normativa e amministrativa: l'esecutivo si impegna anche a incentivare la costituzione di "zone a burocrazia zero" in via sperimentale per tutto il 2013. Inoltre i rapporti con la Pa diverranno più snelli grazie alla completa sostituzione dei certificati con le autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla Pa resteranno valide solo nei rapporti tra privati. Il Governo è poi intenzionato a rivedere la regolamentazione settoriale, semplificando i procedimenti e monitorandone gli effetti.
b) Giustizia più efficiente: il Governo è pronto a proseguire sulla strada del rafforzamento del contrasto della litigiosità e della prevenzione del contenzioso e si impegna a completare la creazione, presso il ministero della Giustizia, di una banca dati centralizzata per le statistiche civili e fallimentari. Altro obiettivo è quello della riduzione della durata delle controversie (-20% in tre anni) e del rafforzamento dei meccanismi incentivanti per gli uffici virtuosi.

30 aprile-31 dicembre
Riforma costituzionale dello Stato e pareggio di bilancio: entro i prossimi 6-12 mesi l'esecutivo si impegna ad approvare in prima lettura i Ddl su: modifica dell'elettorato attivo e passivo per l'elezione al Parlamento nazionale; riduzione del numero dei parlamentari; abolizione delle province. Quando entrerà in vigore la legge costituzionale sull'abolizione delle province, è poi prevista l'approvazione di una normativa transitoria per il trasferimento del relativo personale a Regioni e Comuni. Sempre con la medesima scadenza, l'esecutivo intende procedere all'approvazione di un disegno di legge che riforma l'articolo 41 della Costituzione sulla libertà di iniziativa economica e sull'introduzione del pareggio di bilancio nella Carta.

31 maggio
Licenziamenti e contratti parasubordinati: l'esecutivo si impegna ad approvare una riforma della legislazione del lavoro con l'obiettivo di favorire nuove assunzioni, anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato e condizioni più stringenti nell'uso dei contratti parasubordinati, oggi usati spesso in modo distorto.

31 dicembre
Modernizzazione della pubblica amministrazione: per rendere più efficente e meno costosa la macchina della Pa sia a livello centrale che periferico, oltre al vigente blocco del turnover del personale, il Governo si impegna a rendere effettivi con meccanismi cogenti/sanzionatori la mobilità obbligatoria del personale; la cassa integrazione con conseguente riduzione del salario e del personale e il superamento delle dotazioni organiche.
Post scriptum
2026
Pensioni: il Governo ribadisce, ricordando gli effetti determinati da leggi varate l'anno scorso e quest'anno, il processo di innalzamento dell'età pensionabile. In particolare, grazie al meccanismo di aggancio dell'età pensionabile all'aspettativa di vita introdotto nel 2010, l'esecutivo prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento di vecchiaia sarà di 67 anni per donne e uomini nel 2026. In realtà con «la finestra mobile» e con l'aggancio all'aspettativa di vita si arriverà a 67 anni già nel 2021.

www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-10-27/data-data-ecco-riforme-1812...
angelico
00sabato 29 ottobre 2011 17:05
Cgia Mestre: disoccupazione all'11%
con le nuove norme sui licenziamenti

Secondo le stime dell'associazione degli artigiani, in questi mesi di crisi, le promesse fatte alla Ue avrebbero fatto salire di quasi 3 punti percentuali il numero dei senza lavoro. Il ministero del lavoro ribatte: "Tesi senza fondamento, con nuove regole più occupazione"

MILANO - Se una normativa che rendesse più semplici i licenziamenti fosse stata applicata durante gli anni della crisi economica il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe salito all'11,1%, anzichè essere all'8,2% attuale, con quasi 738 mila persone senza lavoro in più rispetto a quelle conteggiate oggi dall'Istat. È lo scenario delineato dall'associazione artigiani Cgia di Mestre, secondo quello che il segretario Giuseppe Bortolussi definisce "un puro esercizio teorico" ottenuto "ipotizzando di applicare le disposizioni previste dal provvedimento sui licenziamenti per motivi economici a quanto avvenuto dal 2009 ad oggi".

Nella simulazione della Cgia è stato calcolato il numero dei lavoratori dipendenti che tra l'inizio di gennaio del 2009 e il luglio di quest'anno si sono trovati in Cig a zero ore. Vale a dire i lavoratori che sono stati costretti ad utilizzare questo ammortizzatore sociale del quale, con il nuovo provvedimento - secondo la Cgia - potranno disporre probabilmente solo a licenziamento avvenuto. Pertanto, se fosse stata applicabile questa misura segnalata nei giorni scorsi dal Governo all'Ue, negli ultimi due anni e mezzo, questi lavoratori, che hanno usufruito della Cig, si sarebbero trovati, trascorso il periodo di "cassa", fuori dal mercato del lavoro.

Secondo la stima della Cgia, sommando le Ula (Unità di lavoro standard) che hanno utilizzato la Cig a zero ore nel 2009 (299.570 persone), nel 2010 (309.557) e nei primi sette mesi di quest'anno (128.574), si ottengono 737.700 potenziali espulsi dal mercato del lavoro che in questi ultimi due anni e mezzo avrebbero fatto salire il tasso di disoccupazione relativo al 2011, all'11,1%.

Ma il ministero del Lavoro ribatte: l'ipotesi del centro studi della Cgia di Mestre, "guidato dal candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Veneto", sull'aumento della disoccupazione a fronte di norme di semplificazione sui licenziamenti "è destituita di ogni fondamento", si legge in una nota del ministero del Lavoro secondo la quale le simulazioni sulla maggiore flessibilità in uscita anche realizzate a livello internazionale "danno più occupazione". "Ciò che l'Unione europea chiede all'Italia è una combinazione di maggiore flessibilità nella risoluzione del rapporti lavoro e di maggiore protezione del lavoratore. Tutte le ipotesi di adempimento di questa richiesta sono quindi rivolte a consolidare il sistema di ammortizzatori sociali, a partire da tutte quelle situazioni nelle quali può essere conservato il posto di lavoro attraverso la cassa integrazione e gli accordi collettivi che è intenzione del governo ancor più incoraggiare", precisa la nota


(29 ottobre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/10/29/news/disoccupazione_stime_cgia_di_mestre-2...
angelico
00venerdì 4 novembre 2011 15:19
Ue e Fmi monitoreranno i conti pubblici
Barroso: “E’ stata l’Italia a chiederlo” “L’Italia ha deciso di sua iniziativa di chiedere al Fondo monetario internazionale di monitorare i suoi impegni”: lo ha detto al G20 di Cannes Josè Manuel Barroso. Il presidente della Commissione Ue ha aggiunto che la decisione dell’Italia è “un passo importante” per Bruxelles. L’Italia, ha spiegato Barroso, ha chiesto “volontariamente al Fondo” di agire: “Nelle prossime settimane monitoreremo la situazione e la capacità di rispettare gli accordi. E’ importante per tutti i paesi membri dell’Ue”.

Una sorta di esame continuo quindi, con cadenza di verifica trimestrale, sulle riforme messe in atto dall’Italia. I rapporti, ha aggiunto il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, saranno tenuti direttamente con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: “L’Italia- ha detto Van Rompuy – ha invitato l’Fmi a verificare ogni trimestre, in collegamento con il ministro dell’Economia, l’attuazione delle misure”. E a questo si affiancherà anche una estensione della vigilanza europea. Il nostro paese, infatti, sarà il primo a “sperimentare” le nuove regole sulla governance economica che aumentano i poteri di controllo della Ue. A partire da subito, tanto che gli stessi Barroso e Van Rompuy, pur smentendo ogni diktat comunitario, ha comunicato che la prima missione Ue approderà nel Belpaese già dalla prossima settimana.

Destituite di ogni fondamento, quindi, le affannate smentite che l’Italia si era affrettata a dare su un intervento internazionale sui nostri impegni economici, e non sembra essere casuale il fatto che proprio mentre dal governo ci si sforzava di dire che non ci sarà nessun commissariamento, la paternità della richiesta italiana sia ricaduta proprio su Tremonti, la cui posizione nell’esecutivo appare sempre più scomoda. Il G20 di Cannes, del resto, ha portato da subito un forte pressing dell’asse franco-tedesco sull’Italia affinché Berlusconi accettasse la sorveglianza dell’Europa e, eventualmente, del Fondo Monetario Internazionale sull’effettiva attuazione delle misure promesse da Roma a Bruxelles.

Ma il governo italiano ha sempre sostenuto di non volersi fare “commissariare” ritenendo che i provvedimenti in via di approvazione fossero sufficienti a superare la crisi. Alla base, secondo fonti europee, vi sarebbero le rigide condizioni dell’estensione del monitoraggio da parte del Fmi sui Paesi a rischio della zona euro. Il problema, quindi, è soprattutto politico: gli ispettori, con gli accresciuti poteri di monitoraggio, potrebbero rilevare la necessità di un intervento del Fondo tramite l’apertura di una linea di credito in favore di Roma.

A Cannes, infatti, si discute, ma ancora a livello tecnico, sull’istituzione di una rete di sicurezza del Fmi – riservata ai paesi a rischio attacco speculativo – da 1000 miliardi di dollari, aggiuntiva a quella del fondo europeo Efsf. Berlusconi ha affrontato il tema nel corso del vertice fra i Paesi dell’eurozona, le istituzioni Ue, la Bce e il Fondo Monetario. Con una coda di riunione nella serata di ieri dove ha partecipato anche il presidente Usa Barack Obama. Un ”aiuto” che L’Italia dice di non volere perché, spiegano fonti europee, sarebbe come accettare il famigerato “commissariamento” da parte di Washington. Ma il debito pubblico da 1.900 miliardi di euro e 120% del Pil pesa come un macigno e il problema è lì, sotto gli occhi dei grandi del mondo.

www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/04/italia-verso-il-commissariamento-fmi-pronta-linea-di-credito-per-roma...
angelico
00sabato 5 novembre 2011 15:21
A Bologna la prima di Visco, ma Prodi gli ruba
la scena: “Il problema del G20 è l’Italia” L'unico a parlare dello staff di Bankitalia è il dg Saccomanni: "Negli ultimi anni c'è stato un deterioramento della produttività e competitività in Italia. Ora viviamo una crisi molto complicata ma non irreversibile: per uscirne Banca d'Italia ha scritto pagine e pagine rimaste fino ad ora inascoltate" Fende la piccola folla davanti all’aula magna di Santa Lucia a Bologna, il neo governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. La prima uscita pubblica su suolo italiano del successore di Mario Draghi a palazzo Koch avviene tra le braccia amiche della casa editrice Il Mulino.

Bocca cucita e sorriso d’ordinanza in mezzo al gotha della politica e dell’economia della regione, e parecchio oltre, giunto da mezza Italia per assistere alla Lezione del giurista e costituzionalista Sabino Cassese, L’Italia, una società senza stato?, tradizionale appuntamento dal 1985 a cui un governatore di Bankitalia non aveva mai partecipato.

In primissima fila il nuovo membro del cda di Mediobanca, Fabio Roversi Monaco, e nel palchetto a fianco del relatore il clan dei Prodi (la moglie Flavia Franzoni, il fratello Vittorio, il fido Parisi) in fibrillazione per un discorso stampato su carta che si passano di mano in mano da cui il professore sembra trarre le parole che lo rendono protagonista di questa mattinata bolognese.

“Il G20 è partito con molte ambizioni sulla riforma del sistema monetario internazionale ma non ha concluso nulla”, spiega Prodi, “e purtroppo anche se l’Italia non se lo meritava, la fiducia in chi ci governa non esiste più. Il G20 invece di guardare al mondo, ha guardato a noi”.

Parole pesanti che non nascondono il “the end” imminente del governo Berlusconi. E la presenza di Visco non pare casuale, al di là della presenza formale in quanto membro dell’associazione il Mulino (con loro ha editato nel 2009 Investire in conoscenza), viste le modalità della sua elezione non più di dieci giorni fa.

Poco amato dalla Lega Nord che voleva un suo uomo a Bankitalia (Bini Smaghi), timidamente tollerato dal governo Berlusconi, Visco, napoletano doc, classe ’49, è il risultato di una mediazione ponderata anche da parte del presidente della repubblica Napolitano. Tanto che i più entusiasti sostenitori dell’economista napoletano, con pedigree anglosassone e un recente passato all’Ocse, sono proprio stati Casini, Bersani e Fini, futura triade per il governo di transizione del post Berlusconi.


E come se non bastasse il segnale di una caduta davvero vicina dell’attuale esecutivo, che ha come principale e devastante causa la crisi economica dell’Italia e l’attacco speculativo che ne deriva, si aggiungono le parole che Cassese declama dall’emiciclo dell’aula absidale. Il discorso del giurista gira attorno alla debolezza e alla fragilità dello stato italiano: “serve un sistema di ordini e divieti da tutti rispettato, un organismo sano al quale la collettività fare affidamento”.

Probabile che la chiarezza e il vigore dell’anziano costituzionalista non abbiano lasciato indifferente lo staff di Banikitalia che accompagna Visco, tanto che il direttore generale Fabrizio Saccomanni, che gli è rimasto seduto a fianco per tutta la Lettura, si lascia andare ad affermazioni che per il governo di Berlusconi non promettono nulla di buono: “Negli ultimi anni c’è stato un deterioramento della produttività e competitività in Italia con relativo deterioramento del capitale umano e sociale. Non viviamo una crisi economica irreversibile, ma molto complicata sì”. Esiste una ricetta da suggerire al governo per uscirne? “La Banca d’Italia ha scritto pagine e pagine su come uscire dalla crisi, l’abbiamo detto più volte, più di così non saprei dire”.

Il video è di Giulia Zaccariello

Foto di Roberto Serra

www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/05/la-prima-di-visco-a-bologna-ma-prodi-gli-ruba-la-scena-il-problema-del-g20-e-litalia...




www.youtube.com/watch?v=4AVBeqHMBEg&feature=player_embedded#!
angelico
00lunedì 7 novembre 2011 12:24
Piazza Affari rimbalza con Berlusconi
Le voci di dimissioni spingono gli acquisti

Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi ha fatto segnare un nuovo massimo a 491 punti, poi cala sotto i 470 punti. I btp decennali sono arrivati al 6,49%
Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti
MILANO - Silvio Berlusconi è pronto a lasciare la guida del governo. Le voci si rincorrono e la Borsa inverte la rotta. Milano guadagna oltre il 2%, mentre il resto del Vecchio continente continua a muoversi in territorio negativo. Per il direttore del Foglio Giuliano Ferrara le dimissioni di Berlusconi sarebbero una questione di ore, una conseguenza anche della reazione mattutina dei mercati. In avvio di seduta lo spread tra i titoli di Stato italiani e i bund decennali tedeschi era volato al nuovo record storico: 491 punti.

Milano, quindi, si muove in contro tendenza rispetto al resto d'Europa e guadagna il 2,19%. Male,invece, Londra (-1,35%), Francoforte (-1,27%) e Parigi (-1,36%). In rosso, a Piazza Affari, Mediaset che cede l'1,94%: per gli analisti l'addio di Berlusconi danneggerebbe il titolo del Biscione. Bene Fiat (+3,14%), Fiat Industrial (+2,07%) e anche le banche, trainate da Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Insomma, questa volta la sfiducia al governo è arrivata dal mercato con gli investitori stranieri che ammettono di non credere più nel Paese e continuano a venderne le obbligazioni: il rendimento dei titoli di Stato è salito al 6,6%, sempre più vicino alla soglia critica del 7%. Una situazione che preoccupa ancora di più se paragonata a quella degli altri Paesi dell'area periferica: ormai i titoli italiani rendono 100 punti base in più di quelli spagnoli che anche nel momento più difficile della crisi non hanno mai superato la soglia del 6,3% 1. "L'accelerazione è molto preoccupante" dicono gli analisti interpellati da Bloomberg. Così preoccupante da spingere la Bce ad intervenire di nuovo acquistanto titoli di Stato italiani.

"Il problema - dice un altro analista - è rappresentato dalle divisioni del governo. Servono stabilità e credibilità". Un concetto ribadito ieri sera dal ministro degli esteri francese Alain Juppé 2 e prima ancora, alla fine del G20, dal direttore generale del Fmi Christine Lagarde.

Anche Parigi però non ride: la pressione sui titoli di stato francesi a dieci anni è in salita e lo spread con il bund tedesco vola al record storico di 131,3 punti base, mentre il rendimento sale al 3,09%.

Sulla scia di quello fatto dal premier greco George Papandreou 3che ha lasciato la guida del governo dopo aver raggiunto un accordo con le opposizioni per un nuovo esecutivo di coalizione chiamato ad adottare le misure previste dal pacchetto di aiuti della Ue e del Fondo monetario.

Deboli stamattina le Borse asiatiche 4 con Tokio che ha chiuso in calo dello 0,3%. L'euro è in calo a 1,374 contro il dollaro, in rialzo il petrolio.

Il problema dei mercati resta quindi la crisi dei debiti sovrani di cui si discuterà anche oggi nella riunione dell'eurogruppo a Bruxelles. I ministri dell'economia e delle finanze dell'eurozona cercheranno di accelerare la messa a punto del Fondo di salvataggio Efsf, definendo i dettagli dell'innalzamento della leva finanziaria concordato dai leader europei il mese scorso, affinché possa risultare uno strumento credibile per i mercati già alla fine di novembre, con un mese di anticipo rispetto al previsto.

L'accelerazione ai lavori sulla definizione dei dettagli dell'Efsf, ha spiegato a Reuters un funzionario, è stata sostanzialmente imposta dalle pressioni cui i mercati stanno sottoponendo l'Italia e proprio per questo, prima dell'Eurogruppo, il ministro Tremonti terrà un'audizione al Parlamento Ue dedicata al semestre europeo.
(07 novembre 2011)

www.repubblica.it/economia/finanza/2011/11/07/news/borsa_7_novembre-24570953/?ref...
angelico
00martedì 8 novembre 2011 23:55
Tasse anche sulle vincite ai giochi
Prelievo del 6% su premi superiori ai 500 euro

MILANO - Anche le vincite dei giochi saranno tassate. Lo ha annunciato il direttore dell'Azienda autonoma monopoli di Stato, Raffaele Ferrara: «Abbiamo previsto che, nel 2012, le giocate e le vincite superiori a 500 euro saranno sottoposte a tassazione del 6%». Il numero uno dei Monopoli è stato ascoltato in un'audizione della Commissione Finanze alla Camera, precisando che attualmente la raccolta del settore si aggira intorno ai 71-72 miliardi.

LE VINCITE GIA' TASSATE - Le uniche vincite tassate finora «sono quelle del lotto, la cui tassazione è pari al 6% senza limite di importo». Per quanto riguarda il Superenalotto, riferisce l'agenzia di stampa specializzata Agipronews, gli importi che arriveranno dal prelievo saranno distribuiti «il 90% all'erario e il 10% per i montepremi minori» per favorire «anche i giocatori che non si aggiudicano i premi più alti». Il decreto dell'Aams che conterrà le nuove norme sui giochi previste dalla manovra bis - tra cui la tassazione sulle vincite e la modifica al prelievo erariale - sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale «nei prossimi giorni», ha confermato Ferrara. «Il decreto è in corso di registrazione»: si tratta di «un provvedimento abbastanza equilibrato» che richiede «il nostro impegno e anche quello di Sogei», ha spiegato Ferrara. La tassazione colpirà indistintamente tutti i giochi e si farà sentire particolarmente sulle vincite elevate.

LE TASSE - Il primo premio della Lotteria Italia, pari a 5 milioni di euro, produrrà quindi un gettito per l'erario pari a 300 mila euro. Stessa cifra per il biglietto Gratta e Vinci più ricco, il «MaxiMiliardario» da 5 milioni. La tassazione del 6% si applica anche ai premi vita natural durante come Win for Life, che oggi assegna al vincitore di prima categoria un premio da 6 mila euro al mese per 20 anni, che scenderà a 5.640 euro (con uno sconto del 360 euro). Per la versione 'Gold', saranno invece trattenuti 600 euro. Salve (per il momento) le scommesse sportive.

Redazione Online
08 novembre 2011 16:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA


www.corriere.it/economia/11_novembre_08/tassa-giochi_4a2a23a4-0a22-11e1-8aac-d731b63fbb...
angelico
00giovedì 10 novembre 2011 20:07
Com’era basso il nostro spread: cinque anni fa a soli 24 punti, poi arrivò Berlusconi Il sito del Financial Times ripercorre la storia recente dell'indice di rischio paese, che per l'Italia ha raggiunto in questi giorni livelli "drammatici", a oltre 570. Il primo peggioramento nel 2008, il tracollo a partire dal 2010 Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi a 24 punti. Sembra un’altra era, ma erano giusto cinque anni fa, il 13 novembre 2006, quando a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi. Oggi l’indicatore che illustra il rischio-paese nel mercato dei titoli di Stato è arrivato a quota 574, quasi venti volte tanto, ed è giudicato “drammatico” dai vertici europei. Che cosa è successo da allora a oggi lo sintetizza il sito del Financial Times. Il quotidiano britannico ricorda che cinque anni fa la differenza di rendimento tra i titoli a lungo termine italiani (Btp), tedeschi (Bund) e spagnoli (Bonos) era praticamente nulla, e i loro rendimenti allineati intorno al 4 per cento. Meno affidabili dei nostri risultavano i titoli britannici (spread a 82) e statunitensi (87).

Alla fine del 2007, lo spred italiano è cresciuto, ma di poco: 28 punti. Poi arrivano i venti di crisi e le cose cominciano a cambiare. Il governo guidato da Silvio Berlusconi subentra a quello di Prodi, dopo la sconfitta elettorale rimediata dal leader del Pd Walter Veltroni. La crisi monta e alla fine del 2008 l’indicatore è più che triplicato: 92 punti, con un rendimento dei titoli pari al 4,59 per cento. Gli interventi della Bce e i tagli dei tassi contengono la situazione, ma per poco.

La bomba del debito scoppia nel 2010. La crisi conclamata e globale, ma in Germania i rendimenti dei Bund scendono, con grande beneficio delle casse pubblico. In Italia, dove il governo Berlusconi è ormai nel pieno della sua attività, lo spread si aggira intorno a quota 160. Certo meglio della Grecia, che con un record di 908 punti si colloca in zona default, così come l’Irlanda, che sull’orlo del fallimento tocca quota 560, proprio come il nostro paese in questi giorni.

Il resto è storia recente, con lo spread italiano che abbatte via via quota 300, 400, 500. I titoli tedeschi hanno dimezzato il loro rendimento (siamo all’1,81%) e questo ha amplificato lo spread di tutti i paesi colpiti dalla crisi del debito sovrano. La Grecia vende i suoi titoli a 10 anni a un tasso del 32,81% (con uno spread di 3100 punti), il Portogallo viaggia all’11,83%, l’Irlanda all’8,33% e la Spagna viaggia al 5,70% di rendimento. Quanto all’Italia, superata quota 7% è molto più avanti di quanto fossero un anno fa Irlanda e Portogallo, che nel frattempo hanno dovuto chiedere l’aiuto della comunità internazionale.

www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/09/comera-basso-nostro-spread-cinque-anni-arrivo-berlusconi...
angelico
00martedì 15 novembre 2011 19:49
Abc legge di stabilità

E' il provvedimento "salva Europa". La quarta manovra finanziaria da quest'estate. E forse potrebbe non bastare. Trentasei articoli che contengono soprattutto una robusta sforbiciata alle spese dei ministeri. Ma prevedono anche norme che spaziano dalle pensioni a 67 anni, agli incentivi in tema di lavoro e contrattazione di prossimità, alle infrastrutture, alle semplificazioni e sburocratizzazione degli adempimenti amministrativi per le imprese. Tutti temi sollecitati dall'Europa. Il provvedimento tratteggia pure la riforma degli ordini professionali, accelera sul dimensionamento delle scuole (se ne dovranno accorpare oltre 3mila) e recupera 400 milioni per gli atenei. Arrivano pure il rifinanziamento del 5 per mille per il 2012, una riduzione del contenzioso civile, e la proroga fino al 2014 del fondo nuovi nati.Per il pubblico impiego si apre alla mobilità del personale, mentre si ritenta la via delle dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico come via per abbattere il debito italiano. In più: si mette mano nuovamente alla riforma dei servizi pubblici locali, alla luce del referendum di giugno scorso.Ecco, punto per punto, in 89 voci tutto quello che contiene la legge di stabilità approvata in tempi record dal Parlamento (Per vedere l'abc completo clicca sul pulsante "Ritorna all'articolo"

www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-11-14/labc-legge-stabilita-voci-155736.shtml?grafici&uuid=...

angelico
00sabato 19 novembre 2011 20:14
APPROFONDIMENTI LE TASSE SUGLI IMMOBILI I PROGETTI DEL GOVERNO LE MILLE TASSE DEI COMUNI
Nuova Ici Progressiva: quanto vale la casa
Le ipotesi sugli estimi e il ritorno dell'imposta comunale

La vicenda delle rendite catastali in Italia assomiglia a quella di chi lavora: ogni anno slitta il termine del pensionamento. Per la riforma della fiscalità immobiliare, da cui sortirà un aumento delle imposte, bisognerà fare i conti con il sistema cervellotico ancora in vigore per la definizione dei valori imponibili; qualsiasi altra soluzione si scontrerebbe con la necessità di fare cassa in tempi brevi.

Le rendite catastali nascono per indicare il valore teorico di un immobile locato per un anno; se una casa ha una rendita di 1.000 euro, in teoria dovrebbe consentire al proprietario di ricavare 1.000 euro di affitto. La rendita è stata introdotta come artificio per far pagare l'Irpef sulla casa, con un ragionamento abbastanza contorto: se la tua casa ha un affitto teorico di 1.000 euro te lo tasso come reddito, perché sono soldi che risparmi e quindi che guadagni. Se nella casa il proprietario ha la residenza oggi non si paga Irpef. Stando a quanto dichiarato da Monti nel discorso con cui ha richiesto la fiducia, l'esenzione dovrebbe mantenersi, perché ha parlato di tasse sulla proprietà mentre l'Irpef è un'imposta sul reddito.

Imposta comunale sugli immobili
Quello che invece appare certo è il ritorno dell'Ici anche sull'abitazione principale. Il calcolo dell'imposta formalmente avviene sul valore e non sulla rendita catastale. Il valore catastale di un immobile però si stabilisce sempre partendo dalla rendita e moltiplicandola per 105. Aver introdotto il concetto di valore fa capire perché l'Italia è considerata la culla del diritto e anche del cavillo giuridico. L'Irpef può arrivare a toccare un livello del 45% rispetto alla rendita, se l'Ici fosse calcolata sulla rendita potrebbe arrivare addirittura al 90%: sommando i due valori, si ottiene 135% e si violerebbe il principio che le imposte non possono mai superare il valore del bene su cui si applicano. Di qui la necessità di diversificare formalmente le modalità di calcolo. Sulle abitazioni non di lusso l'Ici sulla prima casa non si paga più dal 2008; l'imposta è di impianto squisitamente federalista, perché ogni Comune ha facoltà di deliberare l'aliquota da applicare in una forchetta che va da 2 al 9 per mille e gli sconti legati al tipo di immobile o al reddito del contribuente. Il dubbio è capire se il governo intenderà dare indicazioni più stringenti su questi aspetti, limitando i margini discrezionali dei municipi. E soprattutto se la base di calcolo dell'imponibile sarà quella dei valori attuali o se invece avverrà su estimi aumentati.

Progressività
Tra le anticipazioni circolate c'è anche quella di un modello di imposizione progressiva: in pratica, più case si hanno, più in proporzione si dovrebbe pagare, analogamente a quanto già avviene con i redditi. Dal punto di vista teorico potrebbe funzionare sommando i valori immobiliari complessivi detenuti da un contribuente o considerando il numero di immobili posseduti, prevedendo prelievi proporzionalmente crescenti. C'è però un problema di non poco conto: di ogni singolo immobile bisognerebbe considerare non solo il valore ma anche l'utilizzo (se si ha una seconda casa un conto è se la usa un figlio, un altro se la tiene vuota, un altro ancora se la si affitta). Il fisco è in grado di sapere di ogni contribuente quanti immobili possiede e, sulla scorta delle dichiarazioni fiscali, anche che uso ne fa. Ma i controlli rischiano di essere complicati da svolgere e il rischio è quello di contenziosi a non finire.

Il valore reale
Quando si afferma, come ha fatto anche il presidente del Consiglio, che l'imposizione immobiliare è particolarmente bassa in Italia non ci si riferisce solo alle aliquote a cui vengono effettuati i prelievi e alla grande quantità di proprietari esentati. Il problema è anche un altro: la scarsa coerenza tra valori fiscali e valori reali. Per dimostrarlo non c'è bisogno di fare acrobazie matematiche, basta prendere i dati dalla medesima fonte, che è poi quella ufficiale, cioè l'Agenzia del Territorio. Dalle ultime pubblicazioni dell'Agenzia si desume che il valore complessivo di mercato delle case in Italia è di 5.442 miliardi di euro e quello fiscale di soli 1.640 miliardi di euro, e quindi rappresenta solo al 30% la realtà. Ci sono però città come Venezia e Palermo dove il fisco valuta in media gli appartamenti meno di un quinto rispetto al mercato. A Roma l'imposizione fiscale avviene sul 27,6% del valore, a Milano sul 32,5%. Un adeguamento che porti l'imponibile fiscale a ridosso dei prezzi reali non è ovviamente praticabile, ma la strada di un adeguamento automatico (tra il 10% e il 20%) e indifferenziato appare probabile, anche perché basta una riga di decreto e l'introito è sicuro.

Gino Pagliuca
19 novembre 2011 | 9:35

www.corriere.it/economia/11_novembre_19/pagliuca_nuovaici_35032d7c-1283-11e1-b297-12e8887ffe...
angelico
00mercoledì 23 novembre 2011 21:37
Meno tasse sotto Natale, dal 99 al 82% dell’acconto Irpef, il resto a giugno. Il decreto che riduce l’acconto da versare a fine novembre, il primo firmato dal Premier, Mario Monti, lascerà infatti nelle tasche dei contribuenti italiani poco più di 3 miliardi. Più o meno 400 euro in media a testa – calcola la Cgia – che però non sono un regalo: dovranno essere restituiti l’anno prossimo a giugno, con il saldo finale dell’Irpef. Ma, in tempi come questi, rappresentano una piccola boccata d’ossigeno per attutire l’aumento dell’Iva già scattato oppure da usare per godersi le feste. Con un effetto presumibilmente positivo anche sui consumi.

Plaude Rete Imprese Italia secondo la quale la decisione “permette alle numerose imprese personali, la cui situazione economica è peggiorata nel corso del 2011, di non anticipare tributi che potrebbero risultare non dovuti”. E anche dal Pd si parla di un “buon segnale”. II risparmio sull’acconto Irpef – sottolinea invece Coldiretti – è sufficiente per coprire le spese della tavola a Natale per la quale gli italiani spenderanno poco meno di 3 miliardi di euro”. E Cgia calcola che saranno poco più di 7,2 milioni i contribuenti interessati dalla riduzione dell’acconto con una media di 404 euro. E per quasi 4 milioni di soggetti potenzialmente interessati dalla riduzione dell’acconto Irpef il risparmio oscillerà tra i 100 e i 200 euro. “In una fase di poca liquidità – commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – questo provvedimento va nella direzioni giusta”.

L’acconto Irpef di novembre scende dunque di 17 punti: dal 99 all’82%. E’ stato firmato dal presidente del consiglio un decreto che differisce al 2012 17 punti percentuali di acconto Irpef ma parallelamente rimpingua il ‘saldo’ che si verserà nel 2012. La norma che consentiva il differimento è prevista dalla manovra adottata nel maggio-giugno 2010 dal precedente governo. L’obiettivo iniziale era quello di ottimizzare le poste economiche del Bilancio, ma l’effetto concreto – anche se nel comunicato ufficiale del ministero dell’Economia non se ne fa cenno – potrebbe anche essere quello di rilanciare i consumi.

Si fissano anche i criteri che vanno seguiti in concreto: “ai contribuenti che hanno già effettuato il pagamento dell’acconto nella misura del 99 per cento – spiega il comunicato del Tesoro – spetta un credito d’imposta pari alla differenza pagata in eccesso, da utilizzare in compensazione con il modello F24. Per coloro che si sono avvalsi dell’assistenza fiscale, i sostituti d’imposta tratterranno l’acconto applicando la nuova percentuale dell’82 per cento. Qualora sia stato già effettuato il pagamento dello stipendio o della pensione senza considerare tale riduzione, i sostituti d’imposta provvederanno a restituire nella retribuzione erogata nel mese di dicembre le maggiori somme trattenute. Nel caso in cui i sostituti d’imposta non siano in grado di riconoscere la riduzione dell’acconto sulle retribuzioni erogate nel mese di dicembre 2011, gli stessi dovranno comunque restituire le maggiori somme trattenute nella retribuzione successiva”.

www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/23/primo-decreto-premier-monti-acconto-irpef-leggero-saldo-giugno...
angelico
00domenica 27 novembre 2011 12:46
Iva, con il rincaro dell'1%
ecco i prodotti a rischio

Dal frigorifero alle scarpe, dal profumo alla tovaglia, dalla tv alla chitarra. Ma anche dal biglietto per il parco di divertimento all'iscrizione in palestra, fino alla parcella all'avvocato o all'affitto del garage. E' lungo l'elenco dei prodotti di largo consumo che sono a rischio rincaro, con il passaggio dell'aliquota Iva del 20% al 21%. L'imposta di consumo passerebbe dal 20 al 21% secondo l'Ufficio studi Confcommercio Imprese per l'Italia.

Ecco la lista nera dei prodotti soggetti al rincaro dell'Iva: televisori e prodotti per l'home entertainment; macchine fotografiche e videocamere; computer desktop, portatile, palmare e tablet; autocaravan, caravan e rimorchi; imbarcazioni, motori fuoribordo ed equipaggiamento barche; strumenti musicali; giocattoli, giochi tradizionali ed elettronici; articoli sportivi; manifestazioni sportive e parchi divertimento; stabilimento balneare; piscine, palestre e altri servizi sportivi; articoli di cartoleria e cancelleria; pacchetti vacanza; automobili, ciclomotori e biciclette; trasferimento proprietà auto e moto; affitto garage, posti auto e noleggio mezzi di trasporto; pedaggi e parchimetri; apparecchi per la telefonia fissa, mobile e telefax; servizi di telefonia fissa, mobile e connessioni internet; tabacchi; abbigliamento e calzature; rasoi elettrici, taglia capelli, phon; articoli per la pulizia e per l'igiene personale; profumi e cosmetici; gioielleria e orologeria; valigie e borse e altri accessori; servizi di parrucchiere; servizi legali e contabili; mobili e articoli per illuminazioni; biancheria e tessuti per la casa; frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forno; piccoli elettrodomestici per la casa; piatti, stoviglie e utensili per la casa; detergenti e prodotti per la pulizia della casa; carburanti; caffè; bevande gassate, succhi di frutta e bevande analcoliche; liquori, superalcolici, aperitivi alcolici; vini e spumanti.
(25 novembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/11/25/news/iva_acquisto_prodotti-2...
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 21:54
Pensioni, le lacrime della Fornero
Il ministro del Welfare Elsa Fornero si commuove durante la conferenza stampa di presentazione della manovra. Inizia spiegando "i vincoli finanziari oggi sono severissimi: nessuna riforma nell'anno della sua introduzione da risparmi. E' un meccanismo lungo. E allora abbiamo dovuto, e ci è costato anche psicologicamente, chiedere un sacr...". Il ministro non termina la frase che si riferiva al blocco della perequazione delle pensioni. Il Presidente del Consiglio prende la parola e continua a illustrare le misure e rivolgendosi al ministro: ''Commuoviti ma correggimi" scatenando una risata in sala stampa. A cura di Francesco Cocco
VIDEO:

video.repubblica.it/dossier/crisi-italia-2011/pensioni-le-lacrime-della-fornero/829...
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 21:56
Prima casa, torna l'Ici (sotto altro nome)
stop al contante sopra i mille euro
Le misure principali dal reddito all'abitazione previste nella manovra correttiva del governo Monti. Salta il ritocco dell'Irpef. Soppressi alcuni enti previdenziali, aumento dell'Iva dal 2012, una tantum sui capitali rientrati con lo scudo fiscale, tassa su auto di lusso, aerei ed elicotteri
Mario Monti con il sottosegretario Catricalà
ROMA - Ecco cosa contiene la manovra correttiva approvata dal consiglio dei ministri e illustrata dal premier Monti e da alcuni ministri e viceministri durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Manovra da 20 miliardi netti - La manovra è di 20 miliardi al netto e di 30 al lordo . Lo ha detto il viceministro Vittorio Grilli, aggiungendo che tale entità risponde in pieno alle richieste della Ue: "Se prendiamo un anno medio di dati - ha detto Grilli - di riduzione di spesa, ci sono circa 12-13 miliardi di riduzione di spese e il resto fino ad arrivare a 30 miliardi di aumento delle entrate".

Irpef, non cambiano aliquote - A sorpresa, è stato escluso l'intervento sull'Irpef. Nelle prime bozze c'erano un ritocco dell'aliquota al 41% per i redditi superiori ai 55mila euro, poi tramontato; e uno di 3 punti per i redditi superiori ai 75mila euro: dal 43% al 46%. Anche questo è stato accantonato nella bozza finale. La rinuncia al ritocco è compensata con un leggero aumento dell'addizionale Irpef (con corrispondente diminuzione dei trasferimenti alle regioni). Secondo fonti delle Regioni, l'addizionale verrebbe ritoccata dello 0,33%, dallo 0,9 all'1,23%.

Tassa per scudo fiscale - E' previsto un "bollo" una tantum dell'1,5% sui capitali rientrati tramite l'ultimo scudo fiscale. Le somme, ha detto il premier Mario Monti, serviranno a coprire l'inflazione per le pensioni fino a 960 euro.

LA STRETTA SULLE PENSIONI 1

Casa - L'imposta municipale unica sostituisce la vecchia Ici e si pagherà anche sulla prima casa con un'aliquota dello 0,4% rispetto allo 0,76% dell'aliquota ordinaria. E' prevista anche la rivalutazione del 5% degli estimi.

Iva - E' previsto un aumento dell'imposta sul valore aggiunto: sarà del 2% (dal 21 al 23%) dal primo settembre 2012. Sarà a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare "solo nel caso in cui sia necessario". L'aumento è a copertura della delega fiscale del precedente governo che ha previsto risparmi di 4 miliardi nel 2012 tagliando sgravi e agevolazioni. Le somme recuperate, ha detto il sottosegretario Giarda, andranno "a favore delle famiglie, delle famiglie giovani e delle donne".

Enti previdenziali - La manovra prevede la soppressione degli enti previdenziali Inpdad ed Enpals, le cui funzioni saranno passate all'Inps.

Limiti al contante - La soglia della tracciabilità viene abbassata a mille euro. Al di sopra di questo tetto non saranno possibili operazioni in contanti. La soglia è abbassata a 500 euro per i pagamenti effettuati da pubbliche amministrazioni per stipendi e prestazioni d'opera.

Autorities ridotte o sopresse - Il governo prevede la riduzione dei componenti delle varie Authority operanti in Italia, dalla Consob al Garante per la concorrenza ecc. ecc. E' prevista inoltre la soppressione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, dell'agenzia per il terzo settore, dell'agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione, dell'ente nazionale per il microcredito e dell'autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.

Fondo garanzia per imprese - La manovra prevede un potenziamento del fondo di Garanzia con almeno 20 miliardi di credito a disposizione delle piccole e medie imprese, ma anche la ricostituzione dell'Istituto per il commercio estero e la creazione di un'autorità nei trasporti per accompagnare il processo di liberalizzazioni.

Irap - Le imprese potranno dedurre dall'Ires e dall'Irpef la quota di Irap "relativa alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente e assimilato". L'Irap alle imprese "verrà sgravata" anche "per chi prevede" l'assunzione di "donne e giovani". La misura in questione "va a ridurre il gettito dell'Irap per le Regioni e sarà perciò compensato con un aumento dei trasferimenti statali".

Addio lire - La bozza prevede anche la prescrizione anticipata delle lire in circolazione. Le banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell'Erario con decorrenza immediata per essere riassegnate al Fondo ammortamento dei titoli di Stato.

Tagli a enti locali - Per le Regioni si prevedono ulteriori tagli per 3,1 miliardi a decorrere dal 2012. Le Regioni a statuto ordinario concorrono per per 2,1 miliardi, mentre le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano per 1,035 miliardi. Per i Comuni oltre i 5mila abitanti previsti tagli per 1,450 miliardi nel 2012; della stessa entità, ma dal 2013, i tagli ai Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti. Per le Province, la riduzione dei trasferimenti sarà di 415 milioni a partire dal 2012.

Farmaci liberalizzati - Via libera alla liberalizzazione dei farmaci di fascia c, quelli a pagamento, che potranno essere venduti anche nelle parafarmacie, ma "nell'ambito di un apposito reparto delimitato, rispetto al resto dell'area commerciale, da strutture in grado di garantire l'inaccessibilità ai farmaci da parte del pubblico e del personale non addetto, negli orari sia di apertura al pubblico che di chiusura".

Tassa su elicotteri e aerei privati - La bozza prevede un'imposta erariale annuale sugli aeromobili privati immatricolati nel registro aeronautico nazionale. La tassa è calcolata in base al peso ed è raddoppiata per gli elicotteri privati.

Tassa su auto di lusso - La tassa sul lusso è prevista anche per le auto più potenti: "A decorrere dai pagamenti dovuti dal 1° gennaio 2012 - si legge nella bozza - per le autovetture è dovuta un'addizionale erariale della tassa automobilistica, pari a 20 euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 170 chilowatt (231 hp), da versare alle entrate del bilancio dello Stato".

Aumento su accise - La bozza di manovra prevede un aumento delle accise sui carburanti a partire dal primo gennaio 2012. La misura dovrebbe assicurare nuovi introiti per un miliardo di euro che potrebbe essere reinvestito nel trasporto locale.


(04 dicembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/12/04/news/le_misure_della_manovra-2...
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 22:00
Pensioni, contributivo per tutti
rialzo dell'età e stretta sull'anzianità
Tutte le novità previste dalla manovra in materia pensionistica. Penalizzazione per chi esce "in anticipo". Via le finestre mobili

MILANO - Estensione del metodo contributivo a tutti i lavoratori, aumento dell'età di vecchiaia per le donne del settore privato, abolizione delle finestre mobili (e assorbimento di questi periodi nell'età effettiva di pensionamento) stretta sull'anzianità e aumento delle aliquote per i lavoratori autonomi: sono le principali misure previste per la riforma della previdenza prevista dalla manovra correttiva.

Finestra mobile assorbita nell'età effettiva. Scompare il meccanismo della "decorrenza" di 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi" previsto dalla manovra 2010 a partire dal 2011 che allungava di fatto i tempi per l'accesso al pensionamento. Il periodo sarà assorbito nei requisiti che per la vecchiaia degli uomini dipendenti saranno dall'anno prossimo pari a 66 anni (65 anni attuali più 12 mesi di finestra). I lavoratori autonomi andranno in pensione dal 2012 a 66 anni e sei mesi. Le lavoratrici autonome a 63 anni e sei mesi.

Donne in pensione di vecchiaia a 62 anni. Si accelera sull'aumento dell'età di vecchiaia delle donne dipendenti del settore privato. Dal 2012 andranno in pensione a 62 anni, mentre entro il 2018 saranno a quota 66 come gli uomini e le donne del settore pubblico (a 66 anni dal 2012). Lo scalino tra 2011 e 2012 sarà quindi di due anni dato che quest'anno le donne dipendenti del settore privato uscivano a 60 anni più 12 mesi di finestra mobile (quindi a 61).

Stretta sull'anzianità. Si potrà andare in pensione in anticipo rispetto all'età di vecchiaia solo se sarà stata maturata un'anzianità contributiva di 42 anni e un mese per chi li matura nel 2012, 42 anni e due mesi per chi li matura nel 2013 e 42 anni e 3 mesi per chi li matura nel 2014. Per chi esce in pensione anticipata prima dei 63 anni di età dal 2012 avrà una penalizzazione sulla quota liquidata con il retributivo del 3% per ogni anno di anticipo nell'accesso al pensionamento prima dei 63 anni di età.

Aumentano le aliquote per gli autonomi. Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha parlato di un aumento delle aliquote contributive degli autonomi (adesso al 20-21% per i commercianti e gli artigiani a fronte del 33% dei dipendenti), potrebbero crescere di due punti percentuali.

Fascia flessibile per pensionamento. Per le donne prevista una fascia flessibile per il pensionamento tra i 63 e i 70 anni mentre per gli uomini sarà tra i 66 e i 70. Ci saranno vantaggi per chi esce più tardi e penalizzazioni per chi esce dal lavoro prima.

Stop alla rivaluzione delle pensioni. Le pensioni in essere saranno congelate per il 2012 rispetto all'inflazione. Saranno salve solo le minime (467,42 euro) che avranno la rivalutazione piena mentre sarà prevista una rivalutazione parziale per quelle fino a due volte il minimo (935 euro al mese).

Contributo di solidarietà - "Abbiamo chiesto un contributo di solidarietà alle pensioni più ricche e avvantaggiate", ha detto il ministro Fornero nella conferenza stampa dopo il varo della manovra.
(04 dicembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/12/04/news/scheda_pensioni-2...
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 22:09
Bersani sulla manovra: «È molto dura. E non risponde del tutto ai nostri criteri di equità»
Il leader Pd: «Buono però che paghino i conti "scudati"»
Di Pietro: no a provvedimenti «prendere o lasciare»


Pierluigi Bersani (Ansa)
MILANO - Quella di Monti è «una manovra molto dura che non risponde del tutto ai nostri criteri di equità». Lo dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato a Che tempo che fa, da Fabio Fazio. «Lavoreremo affinchè l'equità sia ancora più forte perchè - ha aggiunto - se qualche passo è stato fatto, non risponde del tutto alle nostre aspettative». Il segretario poi plaude a una delle misure del governo Monti. Ovvero il prelievo una-tantum dell'1,5% sui capitali fatti rientrare in Italia con lo scudo fiscale «Vedo con piacere che il presidente Monti ha accolto una delle nostra proposta che abbiamo avanzato, di far pagare i famosi scudati: allargando questo bacino di solidarietà potremmo risolvere qualche altro problema». Stamattina Bersani se l'era invece presa con Bossi:«Non si azzardi ad accendere con la miccia le polveri che ci ha messo sotto i piedi».
CASINI SU TWITTER


Antonio Di Pietro (Ansa)
- «Le misure sono durissime ma le argomentazioni di Monti mi sono sembrate solide e convincenti». Così scrive il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini su twitter commentando la manovra del governo.
DI PIETRO: «IL GOVERNO DISCUTA»: Sulle misure prende la parola anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: «Noi aspettiamo che la manovra sia presentata ufficialmente e poi discussa in Parlamento. In quella sede faremo le nostre proposte e le nostre valutazioni, perché una manovra di questo livello non può essere "prendere o lasciare". Deve essere discussa, emendata e nel caso pure cambiata». Quindi, anche Di Pietro invoca l'equità. «Pensiamo che non si possano chiedere sacrifici ai poveri senza toccare i privilegiati». E chiede apertura al governo: «Sia disposto a discutere, ascoltare e accogliere le proposte serie e costruttive. Come si fa in democrazia, e al contrario di come faceva Berlusconi. È quella la prima discontinuità necessaria».

VENDOLA: «SACRIFICI A SENSO UNICO» - L'equità è il punto debole anche secondo Nichi Vendola. «Si fa fatica a vedere anche un solo segnale di equità nella manovra del governo Monti» commenta il presidente di Sinistra Ecologia Libertà. «Tutto grava - prosegue - sulle spalle dei ceto medio-bassi. Aumentano tutte le aliquote fiscali (Iva, Irpef, accise) che rischiano di accompagnare una parte del Paese verso la povertà. Mentre vengono salvati i grandi patrimoni mobiliari ed immobiliari. Dunque si profila una manovra con molto rigore e poca equità. Sacrifici a senso unico. Interventi pesanti sulle pensioni. Tagli ai diritti delle persone. Sarà questo il fascino discreto della borghesia?».

Redazione Online
4 dicembre 2011 | 21:40
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angelico
00domenica 4 dicembre 2011 22:18
Gli estimi vengono rivisti "verso l'alto per avvicinarsi al valore di mercato, con un aumento intorno al 60%". Lo ha detto il viceministro all'Economia, Vittorio Grilli.
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 22:19
"I grandi patrimoni sono un concetto facilissimo da cogliere mentalmente, difficilissimo da cogliere fiscalmente". Così il premier Mario Monti spiega l'assenza della patrimoniale tra le misure della manovra.
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 22:19
''Se io riesca tecnicamente a rinunciare a un'indennità che non è legata al governo, ma all'essere senatore a vita non glielo so dire in questo momento''. Così il premier Mario Monti, in conferenza stampa, ha risposto ad una domanda del senatore Gustavo Selva se intenda rinunciare anche alla retribuzione concessa ai senatori a vita.
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 22:20
Monti: "Una misura di lotta all'evasione è una non misura"
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 23:24
Brutte notizie per i proprietari di immobili. Gli estimi catastali saranno rivalutati del 60%. La prima casa sarà tassata allo 0,4% con una detrazione di 200 euro. Dalla seconda casa l'aliquota sarà dello 0,75/0,76%. Lo afferma il viceministro dell'Economia Grilli
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 23:26
CHI è LA FORNERO?

La signora Fornero, professoressa di economia, consigliera di Confindustria, editorialista del Sole 24 Ore, vice presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo (ma guarda un po’), vice presidente della Compagnia di Sanpaolo, e (per gli amanti del gossip), moglie dell’economista Mario Deaglio.
Per avere un’idea di cosa si sia occupata fino ad oggi la neo-ministra, basti ricordare il suo ruolo di componente della commissione della Banca Mondiale incaricata di «valutare l’attuazione delle riforme previdenziali nei paesi con “economie in transizione”». Un ruolo che è tutto un programma.

laclasseoperaia.blogspot.com/2011/11/elsa-fornero-limbrogliona-sign...
angelico
00domenica 4 dicembre 2011 23:36
n virtù del Concordato con il Vaticano, è l’Italia che si fa carico dei voli aerei e relativi quando il papa va in visita all’estero.
Stiamo scherzando? Dobbiamo continuare a mantenere intatti questi privilegi? Via gli aerei di Stato al papa, subito. Se il pontefice vuole andarsene in giro all’estero che paghi il Vaticano, sennò se ne resta a casa.
angelico
00martedì 6 dicembre 2011 23:46
Maxi-aumento accise benzina e fondi a cultura
Le misure del decreto legge della manovra
Scure sulle buonuscite dei manager. Stop alle cariche incrociate tra banche concorrenti e 57 milioni aggiuntivi in arrivo per la Protezione civile, da prelevare dal fondo costituito dall'8 per mille. E poi la prima rata della tassa dello scudo fiscale da pagare entro il 16 febbraio. Fini: "Approvazione prima di Natale"

ROMA - Ci sono la deduzione di 10.600 euro per ogni donna e giovane sotto i 35 anni assunto e l'aumento immediato delle accise per i carburanti. Un duro colpo alle buonuscite milionarie dei manager e la data della prima rata della tassa sullo scudo fiscale. E poi i fondi per la cultura e quelli per la Protezione civile da attingere dallo scrigno dell'8 per mille. Ecco le misure previste nel testo del decreto legge della manovra, composto da 49 articoli, uscito dal Consiglio dei ministri. Il testo è stato firmato dal capo dello Stato e il 7 dicembre inizia l'iter lampo in Parlamento.

L'approvazione della manovra da parte del Parlamento arriverà in ''tempi solleciti'', prima della pausa natalizia, ha detto a Trieste il presidente della Camera, Gianfranco Fini. ''Credo che si possa dare per acquisito - ha aggiunto - che il Parlamento approvi prima della pausa natalizia la manovra finanziaria''.

Gli emendamenti potranno essere depositati fino a venerdì mattina. Sabato ed eventualmente anche domenica, ci sarà l'esame e il voto. Il decreto costerà 6,9 miliardi nel 2012, 11,2 nel 2013 e 12,7 nel 2014. Il calcolo degli oneri è riportato nell'ultimo articolo. Per gli anni successivi gli oneri aumentano fino ad arrivare a 15 nel 2020 e a 15,7 nel 2022, ultimo anno di previsione. La copertura è provvista con quota parte delle maggiori entrate e delle minori spese derivanti dal decreto.

Le entrate maggiori da casa, carburanti e bolli e scudo. Il pacchetto casa con 11 miliardi di nuove entrate annue è di gran lunga la voce più consistente della manovra 'salva-Italia'. Dalla relazione tecnica emerge, poi che un cospicuo contributo arriva da accise e Iva sui carburanti, da cui verranno ben 4,8 miliardi nel 2012 al netto del credito d'imposta per l'autotrasporto che vale un miliardo di euro. La terza grande voce del capitolo entrate, il più corposo della manovra, riguarda l'imposta di bollo sugli strumenti finanziari e sui capitali scudati, che danno rispettivamente 1,04 e 1,09 miliardi di euro nel 2012.


IL TESTO COMPLETO 1

Bonus Irap. Le imprese che assumeranno donne e giovani sotto i 35 anni a tempo indeterminato avranno la possibilità di dedurre 10.600 euro per ogni donna e giovane sotto i 35 anni assunto a tempo indeterminato. Lo sconto sale a 15.200 nelle regioni del Sud. È quanto si legge nell'articolo 2 del testo del decreto uscito dal Consiglio dei ministri.

Scure su buonuscite manager. Cala la scure della manovra sui manager dalle buonuscite milionarie. Per la quota eccedente 1 milione, gli amministratori vedranno infatti il loro Tfr andare a formare il reddito complessivo tassato con l'aliquota Irpef massima del 43%.

Pensioni, un anno e mezzo di lavoro in più per lavoratrici autonome. Le lavoratrici autonome andranno in pensione di vecchiaia a 63 anni e sei mesi a partire dal 2012, un anno e mezzo più tardi delle dipendenti che andranno a 62 anni nel 2012.

Bloccate sette pensioni su dieci, risparmi 3,8 miliardi. Il blocco dell'indicizzazione delle pensioni riguarda il 76,5% degli assegni e darà risparmi per 3,8 miliardi di euro nel 2012, al loro delle minori tasse che lo Stato non incasserà per il mancato aumento degli assegni. Dal pacchetto previdenza il governo prevede di risparmiare 2,7 miliardi nel 2012, 5,968 miliardi nel 2013 e oltre 20 miliardi l'anno a regime dal 2018.

Stop equo indennizzo per cause di servizio. Abolito l'equo indennizzo e la pensione privilegiata in caso di infortuni su lavoro: ''Ferma la tutela derivante dall'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali - si legge nel testo - sono abrogati gli istituti dell'accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell'equo indennizzo e della pensione privilegiata''. La misura non si applica al personale appartenente al comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.

Aumento aliquote Iva da ottobre 2012. L'aumento di due punti delle aliquote Iva del 10 e del 21% (al 12 e al 23%) scatterà dal primo ottobre 2012. A partire dal primo gennaio 2014 le aliquote sono incrementate di 0,5 punti percentuali.

Da nuova imposta municipale 3,8 mld da prime case. La nuova imposta municipale darà 3,8 miliardi di gettito dalle prime case, ai quali si aggiungono 18 miliardi sugli altri immobili. Il totale è di 21,8 miliardi dai quali sottrarre 9,2 mld che già arrivano dall'Ici a normativa vigente e 1,6 mld all'Irpef. Il maggior gettito è quindi di 11 mld. È quanto risulta nella Relazione Tecnica al decreto.

Aumento immediato per le accise sui carburanti. Al contrario del previsto aumento dal primo gennaio, ''a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto'' le aliquote su benzina e diesel salgono rispettivamente a 704,20 euro (+8,2 cent al litro) e 593,20 euro per mille litri (+11,2 cent). L'aumento delle accise a regime nel 2014 produrrà un gettito pari a 4,645 miliardi.

Confermato ecobonus 55% e detrazioni per misure antisismiche. L'articolo 4 del decreto proroga per tutto il 2012 la detrazione fiscale del 55% 2prevista per i lavori di riqualificazione energetica degli edifici. Sul fronte delle calamità naturali è prevista anche la detrazione per le spese relative all'adozione di misure antisismiche con particolare riguardo all'esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, in particolare sulle parti strutturali. Gli interventi relativi all'adozione di misure antisismiche e all'esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, si legge, devono essere realizzati sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici e, ove riguardino i centri storici, devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari.

Superbollo, la taglia auto sale a 185 kw. "A partire dall'anno 2012 l'addizionale erariale della tassa automobilistica è fissata in euro 20 per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a centottantacinque chilowatt". Lo prevede l'articolo 16 del decreto legge. Nei giorni scrosi si era parlato delle auto oltre i 170 kw.

Tassa per le barche. In arrivo anche la tassa per le barche. Dal primo maggio 2012, si legge nel documento, "le unità da diporto che stazionino in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque pubbliche, anche se in concessione a privati, sono soggette al pagamento della tassa annuale di stazionamento, calcolata per ogni giorno, o frazione di esso". Le tariffe partono da 5 euro per i mezzi più piccoli (10-12 metri) e arrivano fino a 703 euro per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri. Per la fascia più bassa (10-12 metri) la tassa di dimezza per residenti isole minori e laguna di Venezia e le barche a vela. Ammonta a 453 milioni di euro il totale della nuova tassa sul lusso.

Stop cariche incrociate tra banche concorrenti. "È vietato ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e a funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti".

Garanzia Stato su crediti Bankitalia a banche. Il Tesoro potrà rilasciare la garanzia statale sui finanziamenti erogati dalla Banca d'Italia alle banche italiane e alle succursali di banche estere in Italia fino al giugno 2012 "per fronteggiare gravi crisi di liquidità".

Imposta bollo titoli, 0,1% da 2012, 0,15 dal 2013. È dello 0,1% nel 2012 e dello 0,15% dal 2013 su tutti i titoli, strumenti e prodotti finanziari, ad eccezione dei fondi pensione e sanitari, la nuova imposta di bollo. Lo prevede il testo definitivo della Manovra. L'imposta è dovuta nella misura minima di 34,20 euro e massima di 1.200 euro e si calcola "per ogni esemplare, sul complessivo valore di mercato o, in mancanza, sul valore nominale o di rimborso". L'imposta porta "un incremento di gettito di competenza di circa 1.982 milioni di euro annui per il primo anno e di circa 3.018 milioni di euro per gli anni a partire dal 2013".

Farmaci, ok a sconti. Sì alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, con esclusione solo dei farmaci cosiddetti 'stupefacenti', e solo nei comuni al di sopra dei 15mila abitanti (e comunque al di fuori delle aree rurali). Sparisce rispetto alla bozza la revisione della pianta organica delle farmacie: per le nuove aperture sarà mantenuta la legge attuale, che stabilisce il quorum a 4.000 abitanti nei comuni con più di 12.500 abitanti e a 5.000 abitanti nei comuni con meno di 12.500 abitanti. Il decreto, infine, dà facoltà alle farmacie e agli esercizi commerciali di praticare liberamente sconti sui prezzi al pubblico su tutti i prodotti venduti, purché gli sconti siano esposti in modo leggibile e chiaro al consumatore e sia praticato a tutti gli acquirenti.

Tassa scudo fiscale, prima rata entro 16 febbraio. Subito alla cassa per versare il prelievo dell'1,5% sui capitali scudati. L'imposta, definita "straordinaria", dovrà essere pagata in due rate: la prima entro il 16 febbraio 2012 e la seconda rata entro il 16 febbraio 2013. Dall'imposta dell'1,5% sulle attività rimpatriate o regolarizzate con lo scudo fiscale sono attesi almeno 2,19 miliardi di euro.

Da 8 per mille 57 mln alla Protezione civile. La Protezione civile potrà contare su 57 milioni di euro aggiuntivi nel 2012. I fondi saranno attinti dalla quota 8 per mille nello Stato, si legge nell'articolo 30 del decreto.

Risorse per la cultura. Boccata di ossigeno per la cultura italiana nel decreto della manovra. Nuovi fondi nel 2012 all'Accademia dei Lincei (1,3 milioni di euro) e all'Accademia della Crusca (700.00 euro). È quanto prevede l'articolo 30 del decreto legge uscito dal consiglio dei ministri. Le risorse sono collocate tra le "esigenze indifferibili".

Regolamento più rigoroso dal 2012 per contributi all'editoria. Il sistema di contribuzione cessa alla data del 31 dicembre 2014, con riferimento alla gestione 2013. Il governo, però, secondo quanto si legge nel testo della manovra, "provvede, con decorrenza dal 1° gennaio 2012", a rivedere il regolamento per "conseguire il risanamento della contribuzione pubblica, una più rigorosa selezione dell'accesso alle risorse, nonché risparmi nella spesa pubblica. Detti risparmi, compatibilmente con le esigenze di pareggio di bilancio, sono destinati alla ristrutturazione delle aziende già destinatarie della contribuzione diretta, all'innovazione tecnologica del settore, a contenere l'aumento del costo delle materie prime, all'informatizzazione della rete distributiva".





(06 dicembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/12/06/news/testo_definitivo_manovra-2...
angelico
00martedì 6 dicembre 2011 23:48
Pensioni più «tracciate»: pagamenti in contante solo fino a 500 euro

di Giovanni Parente
Cronologia articolo6 dicembre 2011Commenti (4)
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Argomenti: Normativa sulle pensioni | Pubblica Amministrazione | Banca d'Italia | Governo Monti | Agenzia Entrate | Abi




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Cari pensionati, iniziate ad abituarvi. Nel pacchetto previdenza non è previsto un taglio immediato a 500 euro di tutte le vostre pensioni. È solo l'altra faccia della "nuova" tracciabilità. L'abbassamento della soglia di utilizzo del contante a mille euro sembra destinato a cambiare il rapporto con il denaro dei consumatori italiani, ma non solo. Volente o nolente dovranno adeguarsi anche le pubbliche amministrazioni e dei cittadini con cui si interfacceranno.

Che cosa vuol dire? Pensioni e stipendi pubblici - si legge nel decreto legge varato dal Governo Monti - potranno essere pagati in contante fino a 500 euro, la parte restante invece dovrà transitare su canali alternativi di pagamento: strumenti elettronici bancari o postali, comprese le carte prepagate. Se non è una rivoluzione poco ci manca. Soprattutto per i tanti cittadini che si recano ogni mese puntualmente all'ufficio postale per ritirare la pensione.

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La tracciabilità chiede uno sforzo in più anche a loro: abituarsi maggiormente a gestire il conto corrente e a prendere familiarità con bancomat e carte di credito. In cambio, però, c'è la promessa di non pesare ulteriormente sulle loro tasche: i soggetti che percepiscono trattamenti pensionistici minimi, assegni e pensioni sociali saranno esentati in modo «assoluto» dall'imposta di bollo. Addirittura il decreto salva Italia fa un passo avanti: l'Abi e il ministero dell'Economia avranno tre mesi da quando le norme entreranno in vigore per definire l'identikit di un conto corrente «base» su cui transiteranno la parte eccedente dei 500 euro dell'assegno mensile. Un identikit in cui non potrà mancare un numero adeguato di servizi e operazioni (compresa la disponibilità di un bancomat) una struttura dei costi semplice, trasparente, facilmente comparabile, zero spese per le fasce socialmente svantaggiate di clientela. Se non verrà stipulata una convenzione, via XX Settembre potrà procedere comunque in autonomia dopo aver sentito la Banca d'Italia.
Servirà anche questo a far socializzare maggiormente gli italiani con tutti gli strumenti di pagamento diversi dal contante. Pure perché con il nuovo intervento del decreto salva Italia (che arriva dopo neanche quattro mesi dall'abbassamento a 2.500 euro) lo shopping di lusso non potrà più essere pagato in contanti oltre i mille euro. Una misura in chiave anti-evasione che sarà rafforzata da un ulteriore paletto: le eventuali infrazioni saranno segnalate anche all'Agenzia delle entrate.
A questo però si accompagnano le richieste di associazioni di categoria del commercio e degli esercenti. Nelle ultime settimane hanno chiesto a gran voce che un nuovo abbassamento della tracciabilità fosse accompagnato di pari passo da una riduzione delle commissioni bancarie sostenute per i pagamenti tramite bancomat e credit card (che arrivano anche al 2% delle somme passate attraverso i terminali Pos). Anche in questo caso Abi e associazioni di categoria avranno tre mesi per definire un percorso di riduzione delle commissioni.

www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-12-06/pensioni-tracciate-pagamenti-contante-1410...
angelico
00mercoledì 7 dicembre 2011 20:12
Con l'Imu sulla seconda casa
ci guadagneranno i ricchi
Al crescere del livello di reddito dei proprietari, il divario tra il futuro sistema di tassazione e quello attuale tenderà a diminuire. Nonostante l'aumento delle rendite catastali

MESTRE - Con il passaggio dall'Ici all'Imu, segnala la CGIA di Mestre, al crescere del livello di reddito dei proprietari di seconda casa, il divario tra il futuro sistema di tassazione e quello attuale tenderà a diminuire. Nonostante le novità introdotte dal Governo Monti che prevedono l'aumento del 60% delle rendite catastali sulle abitazioni, la nuova tassazione sulle seconde case premierà i ricchi, o quantomeno coloro che dichiarano un reddito annuo superiore ai 100.000 euro.

"Questo perchè - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre - l'Imu avrà una aliquota, salvo la facoltà dei Sindaci di aumentarla o di diminuirla di 3 punti, del 7,6 per mille, che sostituirà l'attuale Ici, l'Irpef sugli immobili e le relative addizionali regionali e comunali. Se con l'attuale sistema, l'Irpef sugli immobili aumentava al crescere del reddito, garantendo così un criterio di progressività, ora l'Imu sarà praticamente una tassa piatta, che consentirà ai più ricchi, rispetto all'applicazione dell'Ici, aggravi di imposta più lievi man mano che cresce il reddito. Oltre i 100.000 euro di reddito, questi proprietari di seconda casa pagheranno addirittura meno di quanto hanno pagato sinora con l'Ici".

Nelle simulazioni fatte dalla CGIA di Mestre, sono stati presi in esame 4 casi di proprietari con livelli di reddito crescenti (25.000 euro, 50mila, 100mila e 150mila). Con l'attuale tassazione, si è presa in esame un'Ici con una aliquota media che è pari a quella nazionale del 6,4 per mille, un'addizionale Irpef regionale dello 0,9% e un'addizionale Irpef comunale dello 0,4%.

Nel caso dell'Imu, invece, è stata presa in esame un'aliquota media del 7,6 per mille e una rivalutazione catastale del 60%.

Nel primo caso si passa da una tassa di 641 a 766 euro, nel secondo da 917 a 958 euro, nel terzo da 1.163 a 1.149 euro e infine nel quarto esempio da 1.230 a 1.216 euro.
(06 dicembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/12/06/news/con_l_imu_sulla_seconda_casa_ci_guadagneranno_i_ricchi-2...
angelico
00sabato 10 dicembre 2011 15:30
Anziani, soldi cash solo sotto i 500 euro
due milioni costretti alla carta di credito
Ministero dell'Economia e Abi definiranno le condizioni di un conto corrente "di base" e a basso costo. Protestano le associazioni dei consumatori: "Una violenza sulla parte più debole della popolazione"
di VALENTINA CONTE

ROMA - "Da oggi le pensioni sopra i 500 euro non si pagano più in contanti". Il messaggio allo sportello potrebbe essere più o meno questo. Rivolto a due milioni e duecentomila pensionati italiani che non hanno né conto corrente né carte elettroniche. E che in fretta dovrebbero provvedere, se vogliono assicurarsi pensione e tredicesima.

Sì, perché il decreto legge 201 - il "salva-Italia" - è entrato in vigore già il 6 dicembre, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. E all'articolo 12, quello che limita l'uso del contante all'ormai famosa soglia dei mille euro, prevede una pillola avvelenata per chi riceve stipendi, pensioni o compensi dalla Pubblica amministrazione. Superata la soglia di 500 euro, addio banconote.

"Una vergogna e una violenza sui poveri pensionati costretti dallo Stato ad aprire un conto corrente", tuona Elio Lannutti, senatore Idv e presidente di Adusbef. Pensionati come evasori?

MA NIENTE PANICO
In realtà c'è tempo. Lo farebbe intendere lo stesso articolo del decreto. Entro tre mesi il ministero dell'Economia e l'Associazione bancaria italiana definiranno con una convenzione le caratteristiche di un conto corrente di base da offrire ai pensionati "vecchio stile" - quelli che fanno la fila ogni mese alla Posta o in banca e poi infilano guardinghi i pochi euro ricevuti in borsa - ad un costo accettabile: struttura semplice e trasparente e carta di debito. E zero spese per "le fasce socialmente svantaggiate".

Così come entro tre mesi l'Abi dovrebbe definire le regole per "una equilibrata riduzione" delle commissioni sulle carte. Sempre il decreto riferisce che il limite di 500 euro non è blindato, ma "può essere modificato con decreto del ministero dell'Economia". Una via di fuga?

LA POLEMICA INFURIA
Il livello della protesta è già alto. Imporre bancomat, carte prepagate, pin, token - e tutto l'armamentario bancario fatto di scartoffie infinite da firmare, con postille scritte a corpo otto - a 2,2 milioni di anziani pensionati Inps "analfabeti" bancari (su 16,9 milioni totali) non significa solo "incrementarne i livelli di sicurezza fisica", come sembra darsi premura il decreto. Ma cambiare un mondo. Fatto di abitudini, relazioni, tradizioni. E poca dimestichezza con la tecnologia.

ITALIANI PIGRI CON LE CARTE
E' anche vero che nel 2010 ciascun italiano ha usato strumenti alternativi al contante solo 66 volte, rispetto alle 176 rilevate in media nei Paesi dell'Eurozona. Con un divario - spiega Bankitalia - molto forte tra Nord e Sud (84 operazioni contro 39), anche per una diffusione inferiore al 40 per cento di sportelli, Atm, Pos, carte di pagamento, collegamenti telematici per l'e-banking. Un utilizzo modesto. Lo stesso governatore Ignazio Visco, ieri in audizione alla Camera, ha auspicato "un'ulteriore riduzione" della soglia per il contante, da affiancare a "un taglio dei costi" per la moneta elettronica.

Privilegiare gli scambi telematici, poi, aiuta a monitorare e scoraggiare riciclaggio ed evasione. Ma che a questo contribuisca anche l'azzeramento dell'imposta di bollo da 34,20 euro, promesso dal decreto Monti, a chi ha una pensione minima o un assegno sociale, purché apra un conto corrente, è più dubbio.

(10 dicembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/12/10/news/pensioni_conti_correnti-26368984/#comme...
angelico
00mercoledì 28 dicembre 2011 22:09
All'estero patrimoni per 32,9 miliardi

articoli di Marco Mobili e Celestina Dominelli
Cronologia articolo28 dicembre 2011
In questo articolo

Argomenti: Lussemburgo | Poste | Italia | Svizzera | Vittorio Grilli | Erario | Francia




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di Marco Mobili
ROMA - C'è anche un'Italia degli onesti, capace di dichiarare al Fisco attività finanziarie detenute all'estero per oltre 13,5 miliardi di euro; o ancora di possedere e utilizzare oltreconfine beni immobili con un valore patrimoniale di oltre 19,4 miliardi di euro. È quanto emerge dai dati custoditi dall'anagrafe tributaria e monitorati annualmente dal Fisco con la dichiarazione dei redditi (quadro RW) e su cui ora il Governo, con il decreto salva-Italia, ha imposto un nuovo prelievo.

Per le attività finanziarie la mini-patrimoniale scatta già dall'anno in corso ed è pari, anche nel 2012, all'1 per mille annuo. Il prelievo salirà all'1,5 per mille annuo a decorrere dal 2013 e di fatto colpisce il valore di mercato delle attività finanziarie, rilevato al termine di ciascun anno solare nel luogo in cui queste attività sono detenute. Va ricordato che nel quadro RW non esistono obblighi di dichiarazione per le attività affidate in gestione o in amministrazione alle banche, alle Sim, alle società fiduciarie, alla società Poste italiane e agli altri intermediari professionali a condizione che i redditi siano riscossi attraverso l'intervento di un intermediario residente.

I 13,5 miliardi complessivi, frutto di oltre 67mila attività finanziarie dichiarate al Fisco italiano, spaziano in tutti e cinque i continenti. Ecco allora che scorrendo i dati emerge come dai primi due Paesi in testa alla speciale classifica delle attività finanziarie detenute all'estero, ovvero Lussemburgo e Svizzera, l'Erario Italiano possa incassare potenzialmente complessivamente quasi 5 milioni di euro (pari all'1 per mille degli oltre 2,5 miliardi detenuti in Lussemburgo e dei 2,2 miliardi depositati in Svizzera). A completare il podio ci sono gli Stati Uniti dove i residenti italiani dispongono di attività finanziarie per oltre 1,4 miliardi. A ridosso del podio la Francia con 1,396 miliardi, mentre il primo Paese con attività sotto il miliardo di euro (957 milioni) è la Germania.

Nel leggere i numeri emerge anche un altro elemento da non sottovalutare. In alcuni Paesi come il Lussemburgo, la Svizzera, il Principato di Monaco o il Liechtenstein, più volte indicati come Paesi non proprio trasparenti con il Fisco italiano poche operazioni dichiarati fanno comunque lievitare il valore dichiarato. Ad esempio le 689 attività dichiarate a Montecarlo valgono 372 milioni, undici in più rispetto alle oltre 2.300 operazioni detenute in Spagna. Quelle con targa francese sono in assoluto le più numerose (16.674), ma bastano un quarto di quelle dichiarate in Lussemburgo per ottenere un valore complessivo di un miliardo e duecento milioni in più.

Nella speciale classifica dei beni detenuti all'estero la Francia scalza il Lussemburgo, che scende al 38° posto nella lista dei beni posseduti e dichiarati al Fisco italiano. Dei 19,4 miliardi di valore complessivo delle abitazioni all'estero ben 12 derivano da immobili ubicati in Francia (oltre 45mila). Seguono a una distanza abissale la Svizzera (1,9 miliardi) e il Regno Unito (1 miliardo). Curioso il dato della Finlandia dove gli immobili sembrano avere un valore commerciale particolarmente elevato: dalle 75 segnalazioni indicate nel quadro RW emerge un valore di 439 milioni di euro. Nel più caldo e mitigato Principato di Monaco le 468 abitazioni non arrivano ai 290 milioni di euro in tutto.

Iniziano a scalare la classifica degli immobili dichiarati anche Paesi fino ad oggi sconosciuti o quasi al Fisco italiano. Nell'elenco dell'anagrafe tributaria compaiono, infatti, 212 segnalazioni targate Dubai (valore complessivo poco più alto di 52 milioni di euro) ma anche più noti paradisi fiscali come Antigua e Barbuda (9 segnalazioni valore 33 milioni).
Certo è che i dati dell'amministrazione finanziaria mostrano inesorabilmente anche l'altra faccia della medaglia del Fisco italiano: quella dell'evasione che non a caso viaggia a cifre record di oltre 120 miliardi. Desta più di una perplessità immaginare, ad esempio, che nel vicino Titano le case utilizzate o possedute dagli italiani siano soltanto 59 e per un valore complessivo di soli 7 milioni di euro. E come sottolineato dallo stesso viceministro all'Economia Vittorio Grilli la mini-patrimoniale sulle attività detenute all'estero e sui beni immobiliari oltreconfine presenta comunque anche risvolti antievasione (si veda Il Sole 24 Ore del 18 dicembre scorso): «I ricavi dell'evasione in qualche circuito devono pur passare».

www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-12-27/allestero-miliardi-attivita-finanziarie-220610.shtml?uuid=...
angelico
00sabato 31 dicembre 2011 13:26
Tutte le novità introdotte dalla manovra da 34,9 miliardi del governo Monti che partono a Capodanno. L'obiettivo dell'esecutivo resta il pareggio di bilancio nel 2013 per salvare il Paese dal possibile crac
di VALENTINA CONTE

ROMA - L'anno della manovra Salva-Italia da 34,9 miliardi di euro, resa urgente per garantire il pareggio di bilancio nel 2013 e salvare l'Italia dal baratro greco, inizia domani. Tra brindisi e auguri per il 2012, gli italiani faranno i conti con balzelli vecchi e nuovi (i due terzi del totale), come il ritorno in grande stile della tassa sulla prima casa. E, soprattutto, troveranno sotto il vischio una riforma delle pensioni inattesa, epocale, che cambierà in modo radicale il lavoro e la vita di tutti. La prima manovra dell'era Monti - che rassicura: "Non ne farò altre" - chiama gli italiani a numerosi sacrifici, dopo quelli corposi già richiesti dal doppio intervento estivo di Tremonti. Una tripletta da 76 miliardi e oltre nel giro di pochi mesi. Mai successo prima in 150 anni di storia dell'Italia unita e che ci accompagna verso un anno di recessione. Ora il Cresci-Italia: più che un pacchetto di riforme, un augurio.

La previdenza - Stop anzianità e finestre assegno solo per vecchiaia, uomini a riposo a 66 anni
La riforma Fornero taglia il nastro proprio a Capodanno. Ed è un esordio storico. Da domani tutti gli italiani passano al sistema contributivo pro-rata: la pensione sarà calcolata, per chi era ancora con le vecchie regole, non più in base alla media degli ultimi stipendi, ma ai contributi versati. Non solo. Spariscono le quote (età più contributi), le "finestre" e anche i 40 anni di anzianità. Per avere diritto all'assegno conterà la "vecchiaia": 66 anni per gli uomini, 62 anni per le donne del settore privato, 65 anni per le lavoratrici del pubblico. L'aggancio si avrà nel 2018 (tutti fuori a 66 anni). Possibile ancora la pensione "anticipata", ma occorrono 41 anni e un mese di contributi per le donne e 42 e un mese per gli uomini. Solo per il 2012, si potrà lasciare a 64 anni e 35 di contributi. Per il 2012 e il 2013, gli assegni sopra i 1.400 euro mensili non saranno adeguati all'inflazione.

Gli immobili - Imposta comunale anche sulla prima casa, rendite catastali riviste
A volte ritornano. Dopo 4 anni di assenza, da domani tocca all'Ici anche sulla prima casa. Si chiama Imu (Imposta municipale unica) e si calcola su rendite catastali rivalutate del 60% a cui applicare l'aliquota dello 0,4% (prima casa) o 0,76% (seconde case). Aliquote che i sindaci possono alzare, rispettivamente, fino a 0,6 e 1,06%. Il presidente Monti ha assicurato che 6 milioni di famiglie (un terzo di quelle che vivono nelle case di loro proprietà) ne saranno "esentate" grazie al meccanismo delle detrazioni: quella base di 200 euro da sommare al bonus di 50 euro per ogni figlio convivente sotto i 26 anni, fino ad otto figli (sconto massimo, 600 euro). Via anche alla riforma del Catasto, evitata da tutti i governi negli ultimi 22 anni. Adeguerà il valore degli immobili a quello di mercato, aggiornando gli estimi con un algoritmo nuovo.

L'Irpef - Aumento retroattivo delle tasse sui redditi per 40 milioni di italiani
Sarà già nella busta paga di gennaio. Il rincaro dell'addizionale regionale Irpef dello 0,33% sull'aliquota base, che passa dallo 0,9 all'1,23%, colpirà 40 milioni di contribuenti e lo farà in modo retroattivo. La norma inserita nella manovra Salva-Italia fa scattare l'aumento dall'1 gennaio del 2011. Una mossa che viola lo Statuto del Contribuente - le norme tributarie non possono essere retroattive - ma che serve a far cassa proprio da domani, visto che questo tipo di imposta si paga tutta nell'anno successivo alla produzione del reddito a cui si riferisce. Fino ad oggi i governatori hanno potuto manovrare l'aliquota base dallo 0,9 all'1,4%. Molte Regioni l'hanno spinta già al massimo. Quelle in deficit sanitario, come Molise, Campania e Calabria, sono andate oltre, all'1,7%. Il Lazio nel 2010 è rientrato dall'1,7% all'1,4%. Ora tornerà di nuovo all'1,7%.

I tagli - Authority, i membri si riducono da 50 a 28; tetto ai salari di Stato
Tramontata l'annunciata abolizione delle giunte provinciali (e delle Province) che non sarà più immediata, ma avverrà solo alla scadenza naturale delle giunte attuali, il mese di gennaio, come promesso dai presidenti di Camera e Senato, dovrebbe essere dedicato a una seria riflessione sulla sforbiciata di vitalizi, stipendi e prebende dei parlamentari. I membri delle Authority scenderanno intanto da 50 a 28. Inpdap e Enpals saranno accorpate nell'Inps, anche se non subito, visti i non pochi problemi già emersi su distribuzione di funzioni e dipendenti. Gli stipendi nella Pubblica amministrazione non potranno superare quello del primo presidente della Corte di Cassazione (300 mila euro annui), seppur con "deroghe motivate per le posizioni apicali". Il secondo incarico di un dirigente sarà pagato solo il 25% della nuova busta paga.

Il lusso - Arriva il superbollo per auto potenti e aerei, barche colpite da maggio
Anche i ricchi piangono (un po'). I "nuovi noti", così definiti da Monti, pagheranno qualcosa in più se posseggono barche, auto molto potenti, aerei personali o elicotteri, immobili anche all'estero, cospicue ricchezze finanziarie in Italia e fuori, pensioni d'oro (15% sopra i 200 mila euro) e liquidazioni sopra il milione (è reddito tassato al 43%). Da domani scatta, dunque, la "tassa sul lusso". Per le auto sopra i 185 chilowatt, c'è l'addizionale erariale: 20 euro per ogni chilowatt in più. Per le barche, sale la tassa di stazionamento (ma dal primo maggio 2012): da 5 a 703 euro al giorno, a seconda della lunghezza degli scafi. Per gli aeromobili privati, in base al peso massimo al decollo: da 1,50 a 7,55 euro al chilo (il doppio per gli elicotteri). Per le case all'estero, il 7,6 per mille, calcolato sul valore d'acquisto o di mercato, al netto delle tasse locali.

Compravendite - Per tutte le abitazioni obbligatorio l'attestato di certificazione energetica
Vietato vendere casa senza bollino "verde". Da domani l'attestato di certificazione energetica (Ace) è obbligatorio per tutte le compravendite immobiliari come effetto, questa volta, non della manovra Monti, ma di un decreto legislativo dello scorso marzo. Il documento è indispensabile, e ora anche obbligatorio (benché ancora non siano state previste sanzioni), proprio perché riporta l'Indice di prestazione energetica e anche l'elenco degli interventi fatti sull'immobile per contenere la dispersione di energia e così diminuirne il consumo. La novità, che potrebbe ripercuotersi sui prezzi di vendita, si somma alla proroga decisa, questa sì, dal Salva-Italia del bonus energia, lo sconto del 55% sugli interventi per il risparmio energetico. E al bonus Irpef del 36% per le ristrutturazioni immobiliari che diventa permanente.

Il fisco - Al via il prelievo sui capitali scudati, la strada resta in salita
I tesoretti parcheggiati in Svizzera o altrove e poi scudati generosamente grazie ai condoni dell'era Berlusconi-Tremonti (160 miliardi) saranno colpiti ancora con un mini-prelievo, un'imposta di bollo speciale dell'1%, che sale all'1,35 nel 2013 e diventa permanente allo 0,4% dal 2014. Una misura di equità, sponsorizzata a più riprese da Pd-Idv e dai sindacati, che tuttavia potrebbe risultare più ostica del previsto nella sua applicazione. Sia perché quei capitali nel frattempo potrebbe essere spariti, sia perché sono a rischio di perdita dell'anonimato che tuttavia era stato garantito loro come contropartita per il rientro. Un effetto indesiderato, per chi ha scudato, del meccanismo di nuova tassazione previsto dal Salva-Italia: se banche e intermediari finanziari non raccolgono l'imposta, il Fisco ha il diritto di chiedere l'identità dei loro clienti morosi.

Gli investimenti - Imposta bollo allo 0,1%, i "Paperoni" colpiti ma solo dal 2013
Soldi investiti, risparmiati, depositati. Sarà difficile non incappare negli aggravi per chi ha titoli o libretti di risparmio. Da domani l´imposta di bollo viene estesa a tutti gli investimenti finanziari, colpiti da un´aliquota dello 0,1% che diventerà dello 0,15% nel 2013. Ma con una differenza non di poco conto tra i due anni. Nel 2012 esiste una forchetta che va dai 34,2 ai 1.200 euro. Nel 2013 il tetto salta. E dunque i "paperoni" da 10 milioni di titoli verseranno al Fisco appena 1.200 euro con l´anno nuovo. Ma 15 mila euro dal successivo. Buone notizie per i conti correnti con una giacenza media annua sotto i 5 mila euro perché sono esentati dal bollo di 34,2 euro. Per le imprese, invece, l´imposta sale da 73,8 a 100 euro. La commissione sul massimo scoperto di conto sarà infine proporzionale alla somma messa a disposizione, alla durata e al massimo dello 0,5% per trimestre.
(31 dicembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/12/31/news/le_misure_in_vigore_dal_1_gennaio-27422368/?ref...
angelico
00sabato 31 dicembre 2011 22:50
Per le pensioni scatta il tetto al contante

di Andrea Carli e Arturo Rossi
Cronologia articolo31 dicembre 2011
In questo articolo

Argomenti: Normativa sulle pensioni | Inps




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MILANO. La riforma delle pensioni targata Monti-Fornero debutta domani e arrivano già le prime indicazioni da parte dell'Inps sulle principali novità. Non si tratta ancora di chiarimenti "ufficiali", di circolari, ma di istruzioni fornite o sotto forma di "pillole", pubblicate sul sito, o con messaggio. A cominciare dal limite dell'aliquota contributiva massima che, in base alla manovra Salva Italia, si potrà applicare ad artigiani e commercianti. Un ulteriore chiarimento riguarda poi il pagamento delle pensioni di importo superiore a mille euro.

Nel primo caso, l'ente di previdenza chiarisce che il limite del 24% si applica esclusivamente ai titolari di qualunque età e ai coadiuvanti di età superiore ai 21 anni, e solo per la prima fascia di reddito (che per il 2011 arriva fino a circa 43mila euro). Per la seconda fascia (oltre 43mila euro), invece, rimane in vigore l'aumento di un punto percentuale, già previsto dalla legge 438/92. Tutto ciò determina che già dal 2016 si applicherà l'aliquota del 24,10% (che nel 2017 diventerà 24,55, per arrivare al 25% nel 2018). Nel caso invece dei limiti imposti ai pagamenti in contante, l'Istituto ricorda che, a seguito della stretta imposta dal decreto legge 201, dal 7 marzo non potrà effettuare pagamenti in contante di importi superiori a 1.000 euro (messaggio 24711, pubblicato ieri). I pensionati, dunque, dovranno segnalare entro febbraio la modalità per riscuotere la prestazione. Potranno scegliere tra accredito in conto corrente (chi non ne dispone dovrà crearsene uno), libretto postale o carta ricaricabile. La richiesta di variazione della modalità di pagamento potrà essere effettuata attraverso il sito dell'ente da chi ha il Pin.
Intanto da domani esordiranno alcune delle principali misure previste dalla manovra di Natale in materia previdenziale. A tutti si applicherà il metodo di calcolo della pensione contributivo, anche a chi aveva 18 anni di contribuzione al 31 dicembre del '95. Per quanto riguarda il trattamento di vecchiaia, dal 1° gennaio 2012 scatta l'aumento a 62 anni per le donne lavoratrici dipendenti del settore privato (66 per le donne nel pubblico; 63 anni e sei mesi per le lavoratrici autonome e per le iscritte alla Gestione separata dell'Inps). Per quanto riguarda invece gli uomini (dipendenti, sia privati sia pubblici, e autonomi), l'età di pensionamento diventa di 66 anni.
La pensione anticipata sostituisce quella di anzianità. I requisiti sono 41 anni e un mese per le donne, e 42 e un mese per gli uomini. Sarà possibile uscire prima dei 62 anni, ma si incorrerà in una riduzione dell'1% per ogni anno di anticipo nell'accesso al pensionamento rispetto ai 62 anni. La percentuale annua è elevata al 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni.
www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-12-31/pensioni-scatta-tetto-contante-180801.shtml?uuid=...
angelico
00sabato 31 dicembre 2011 23:05
Quindici milioni dichiarano zero
scatteranno i controlli sui conti
Si prepara il provvedimento che consentirà il travaso periodico delle informazioni dalle banche all'Agenzia delle entrate. Passera: "Il nostro impegno contro l'evasione sarà senza pace, sono soldi rubati". Il Fisco può adesso incrociare le dichiarazioni Isee per accedere ai servizi agevolati con i dati bancari
di VALENTINA CONTE

ROMA - Un italiano su quattro dichiara zero attività finanziarie. Zero titoli di Stato. Zero obbligazioni. Zero libretti di risparmio. Ma anche zero depositi bancari. Uno zero tondo. Possibile? Possibile che quasi 15 milioni di persone, oltre cinque milioni di famiglie, non abbiano neanche un conto corrente? Secondo la Banca d'Italia, no. Non è possibile. Visto che il 90 per cento delle famiglie italiane ne possiede almeno uno. E vi custodisce quasi 500 miliardi di euro.

Eppure l'80 per cento di quanti usufruiscono di sconti e aiuti su asili nido e università per i figli, assistenza a domicilio per gli anziani o tessere dell'autobus e bollette di luce e gas a prezzi ridotti, non ha nulla, ma proprio nulla da parte, nemmeno pochi spiccioli in banca o alle poste. Anche se è un professionista o un lavoratore dipendente. Un 80 per cento, 15 milioni di italiani, che nel 2010 ha presentato e firmato presso i Caf sparsi sul territorio nazionale la dichiarazione Isee, l'Indicatore della situazione economica equivalente, indispensabile per ottenere quelle agevolazioni. Bisognosi veri o scaltri evasori?

E' proprio da qui, da questa domanda, che parte la prossima offensiva del governo Monti: stanare i disonesti ed estirpare il cancro dell'evasione che sottrae ogni anno allo Stato e alla comunità 120 miliardi di euro. "Il nostro impegno contro l'evasione sarà senza pace", ha confermato ieri il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. "Si tratta di soldi veramente rubati, da recuperare per investire sulla crescita".

E anche l'Agenzia delle entrate è pronta a scendere in campo. "Prontissima, già nei primi mesi dell'anno nuovo", rivela il direttore Attilio Befera che nelle prossime settimane, assieme al Garante per la Privacy, stenderà il provvedimento necessario a innescare il travaso periodico dei dati dei conti correnti degli italiani dalle banche all'anagrafe tributaria.

Isee potenziato. L'Isee è uno strumento perfetto, da questo punto di vista. L'unico canale esistente in Italia in grado di fotografare allo stesso tempo reddito e patrimonio (mobiliare e immobiliare) del contribuente singolo o della sua famiglia. Una vera autostrada a due corsie. Che infatti il governo ha deciso di percorrere e potenziare. Entro il 31 maggio del 2012 - si legge all'articolo 5 della manovra Salva-Italia appena votata dalla Camera - cambieranno modalità di calcolo e campi di applicazione dell'indicatore, proprio per migliorarne "la capacità selettiva".

Includendo anche le somme esenti da imposizione fiscale (pensioni di invalidità, assegni sociali), valorizzando il patrimonio collocato "sia in Italia che all'estero", modificando le soglie oltre cui dall'1 gennaio 2013 alcune provvidenze non saranno più riconosciute, rafforzando il sistema di controllo con la costituzione di una "banca dati delle prestazioni sociali agevolate" presso l'Inps. Un bacino di raccolta delle informazioni su chi beneficia di cosa, inviate dagli "enti erogatori" (Comuni, Regioni). I risparmi ottenuti smascherando i finti bisognosi, dice il decreto, saranno riassegnati al ministero del Lavoro "per l'attuazione di politiche sociali e assistenziali".

Come funziona. L'Isee esiste dal 1998. Ed è ben noto agli italiani. Nel 2010 il 30,7 per cento dei cittadini, 18,5 milioni di persone (di cui quasi 11 al Sud) hanno autorizzato i Caf a fare i calcoli (ma si può andare anche presso i Comuni e le sedi Inps). L'Isee è un numero. E si ottiene sommando il reddito di tutti i componenti della famiglia (incluse le attività finanziarie) al 20 per cento del patrimonio immobiliare (la prima casa è esclusa fino a 51.646 di valore Ici). Quanto ottenuto si divide per un parametro numerico che cresce al crescere dei componenti e in presenza di figli minori, disabili, monogenitori.

Il risultato è il passepartout per le agevolazioni. "La non congruenza tra bassi redditi ed elevati patrimoni non di rado riflette fenomeni di evasione", scrivono Corrado Pollastri, esperto di fisco e ricercatore dell'Ifel, e Salvatore Tutino, fondatore del Cer (Centro Europa ricerche), in uno studio recente. E questo spiegherebbe il primo posto in Europa assegnato all'Italia, nella graduatoria della Banca d'Italia di qualche giorno fa, in base al rapporto tra ricchezza netta degli italiani e reddito lordo disponibile (8,3 nel 2009).

Italiani molto più ricchi di quanto ammettono. Soprattutto al Fisco. Sempre Bankitalia calcola in 3.600 miliardi il totale delle attività finanziarie possedute dagli italiani nel 2010. Quasi il doppio del debito pubblico. Solo nei depositi bancari ci sono 657 miliardi.

Gli strumenti contro l'evasione. "L'impianto Isee - scrivono ancora Pollastri e Tutino - è reso fragile dall'incapacità di escludere i falsi poveri dall'accesso ai benefici del welfare. E tale limite è in larga parte imputabile alla difficoltà di intercettare il patrimonio mobiliare". Ma con i nuovi strumenti tutto cambia. Già la manovra d'agosto di Tremonti faceva un bel salto in avanti, consentendo all'Agenzia delle entrate di muoversi a prescindere dalle segnalazioni della Guardia di Finanza e chiedere agli istituti di credito "liste selettive" di contribuenti sospetti per incrociare i dati (liste ancora possibili).

La manovra Monti fa di più. "Allarga lo spettro del nostro intervento, lo completa", ammette il direttore dell'Agenzia, Befera. Dal primo gennaio del 2012 (articolo 11 del decreto Salva-Italia) le banche saranno obbligate a "comunicare periodicamente all'anagrafe tributaria" le movimentazioni sui conti, ma anche gli stock (i saldi) e lo storico, se richiesto (le annualità precedenti). Finisce così il segreto bancario. Ma riparte alla grande (o dovrebbe ripartire) la lotta all'evasione. Senza più alibi, né ostacoli. Nei prossimi giorni, l'Agenzia stabilirà i "criteri obiettivi", li definisce Befera, "per la selezione dei soggetti da controllare che presentano anomalie".

Potenziali evasori. Tra questi anche i presunti "furbetti", mimetizzati nei 15 milioni dell'Isee con zero attività finanziarie? Sul punto, Befera non si pronuncia: "Occorrerebbe un'autorizzazione di legge per iniziare da lì". Che potrebbe arrivare. Perché se è vero che tanti onesti cittadini usufruiscono legittimamente, anche gratis, di mense scolastiche, scuolabus, borse di studio, assegni di maternità, tanti altri mentono sapendo di mentire sulla loro situazione patrimoniale. E rendono i sacrifici di questo tempo di crisi insopportabili per tutti.
(19 dicembre 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/12/19/news/fisco_caccia_evasori-2...
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