Scuola : Da precario a preside il Consiglio di Stato dice sì

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angelico
00lunedì 7 novembre 2011 20:51
gli ultimi tagli di Tremonti: meno dirigenti e istituti accorpati
La Gelmini lancia il liceo sportivo
via latino, geografia e storia dell'arte
Lo schema di decreto del ministero prefigura una variante dello scientifico con tre ore settimanali anziché due di Educazione fisica e con l'introduzione di Diritto ed economia dello sport. Ma servono "impianti ed attrezzature ginnico sportive adeguate"
di SALVO INTRAVAIA

Il ministero amplia il sistema dei licei. Il prossimo anno, i ragazzini in uscita dalla media potrebbero avere una scelta in più: oltre al classico e allo scientifico, all'artistico e al linguistico, a quello musicale e quello delle scienze umane, potrebbero avere l'opportunità di scegliere anche il liceo sportivo, con più ore settimanali di Educazione fisica e qualche ora in meno di materie teoriche. Se l'iter normativo dovesse concludersi per tempo, come spera il ministro Mariastella Gelmini, la novità sarà in vigore già a febbraio, quando si apriranno le iscrizioni per l'anno scolastico 2012/2013.

Mentre le scuole non sanno a quale santo votarsi per pagare cancelleria e carta igienica e si rivolgono ai genitori chiedendo l'ormai famoso, o famigerato, "contributo volontario", il ministro lancia il settimo liceo dell'era Gelmini: quello sportivo, appunto. Il dpr che lo istituisce è pronto. E' già stato inviato agli organismi competenti per i pareri di rito. Si tratterà di un'altra opzione dello scientifico che, oltre a perdere il Latino - come avviene già con l'opzione delle Scienze applicate - perderà completamente anche la Geografia e la Storia dell'Arte. Una decisione che non mancherà di creare polemiche, com'è avvenuto per l'accorpamento tra Storia e Geografia al biennio dei licei, i cui studenti sono adesso alle prese con la "Geostoria".

"La sezione ad indirizzo sportivo - recita lo schema di decreto - è volta all'approfondimento delle scienze motorie e sportive e di una o più discipline sportive all'interno di un quadro culturale che favorisce, in particolare, l'acquisizione delle conoscenze e dei metodi propri delle scienze matematiche, fisiche e naturali nonché dell'economia e del diritto". Ma "le istituzioni scolastiche che richiedono l'attivazione della sezione ad indirizzo sportivo devono disporre di impianti ed attrezzature ginnico sportive adeguate", continua il documento. Una condizione che, vista la situazione degli impianti scolastici italiani, potrebbe mettere fuori gioco già prima di iniziare parecchie istituzioni scolastiche.

Secondo i piani di viale Trastevere, nel liceo sportivo l'Educazione fisica dovrebbe passare dalle consuete due a tre ore settimanali e verrà introdotto anche il Diritto ed economia dello sport. Al biennio le ore di Geostoria verranno invece sacrificate, così come avverrà per le ore di Storia dell'arte in tutto il quinquennio. Come per gli altri licei, al biennio, le ore settimanali di lezione saranno 27, che saliranno a 30 nel successivo triennio. Il quadro orario con discipline e ore per materia non è stato ancora reso noto, si conoscerà nel dettaglio successivamente, ma le polemiche non mancheranno.
(07 novembre 2011)

www.repubblica.it/scuola/2011/11/07/news/liceo_sportivo-2...
rossijack
00lunedì 7 novembre 2011 23:21
Prima se ne va questa insieme al suo capo,meglio e' per tutti!Queste meravigliose innovazioni che vogliono apportare alla scuola italiana seviranno solo a rendere piu' ignoranti gli studenti,che gia' hanno un bagaglio molto carente per svogliatezza e perche' distratti da facebook e altro...non leggono piu' un libro,il linguaggio e' povero sia oralmente che scritto,la geografia e' una materia FONDAMENTALE a cui dedico tanto tempo perche' da' una visione completa del mondo ,sotto il profilo economico,etnico,storico,politico.Eliminarla renderebbe la formazione ancora piu' scadente!In Francia un giorno alla settimana e' dedicato al corpo,allo sport e alla espressione corporea e sono d'accordissimo,ma per gli altri giorni lascino in pace tutte le materie che hannpo contribuito al nostro sapere a 360 gradi! [SM=g7352]
angelico
00martedì 15 novembre 2011 23:04
DL STABILITA'
Rischiano il licenziamento
quasi 11 mila docenti in esubero
L'articolo 4 del provvedimento approvato dal Parlamento prevede la "messa in disponibilità" degli insegnanti di ruolo rimasti senza cattedra. Il grosso degli esuberi riguarda la scuola media superiore
di SALVO INTRAVIA

ROMA - Rischiano il licenziamento quasi 11 mila docenti in esubero della scuola. La norma è contenuta nel maxiemendamento alla legge di stabilità, approvata in via definitiva sabato scorso prima delle dimissioni di Silvio Berlusconi. E a pagare il prezzo più salato alla crisi economica che ha travolto l’Italia potrebbero essere proprio gli insegnanti di ruolo rimasti senza cattedra per effetto dei tagli agli organici imposti dalla coppia Tremonti-Gelmini. Il testo dell’articolo 4-terdecies introduce nuove “disposizioni in tema di mobilità e collocamento in disponibilità dei dipendenti pubblici”.

“Le pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero o rilevino comunque eccedenze di personale sono tenute a osservare” la seguente procedura, recita il testo della legge. Di che si tratta? Dopo una preliminare informativa alle rappresentanze sindacali del personale l’amministrazione verifica la “ricollocazione totale o parziale del personale in soprannumero nell’ambito della stessa amministrazione o presso altre amministrazioni”. E, in caso negativo, anche la possibilità di collocare i dipendenti in esubero anche al di fuori della regione in cui si trovano in servizio.

“Trascorsi 90 giorni” dalla comunicazione resa ai sindacati, i docenti in esubero che non riescono a trovare posto saranno collocati “in disponibilità”. Una situazione che prevede “la sospensione di tutte le obbligazioni inerenti al rapporto di lavoro” e “una indennità pari all’80 per cento dello stipendio, per la durata massima di 24 mesi”. Successivamente, scatta il licenziamento. Per gli 11 mila docenti in esubero censiti da viale Trastevere si prospetta la mobilità forzosa in altre scuole anche di altre province e, se non riusciranno a trovare una cattedra libera, anche fuori regione. L’ultima ratio è la messa in disponibilità con l’80 per cento dello stipendio e il licenziamento.

Il grosso degli esuberi – con più di 8 mila prof rimasti senza cattedra - riguarda la scuola superiore, dove la riforma Gelmini è al secondo anno di applicazione. Segue a ruota la scuola primaria, con poco più di mille e 700 esuberi e la scuola media. Il grosso dei docenti alla disperata ricerca di una cattedra sulla quale accomodarsi per evitare guai si registra nelle regioni meridionali. Per tutti la salvezza è rappresentata dai pensionamenti. Ma neanche in questo versante sembrano esserci buone notizie: se l’età pensionabile crescerà, come ci chiede l’Europa, sarà difficile che si liberino posti e mancano ancora tre anni prima che la riforma delle superiori vada a regime.
(15 novembre 2011)

www.repubblica.it/scuola/2011/11/15/news/rischiano_il_licenziamento_quasi_11_mila_docenti_in_esubero-2...
angelico
00martedì 15 novembre 2011 23:04
Scuola, gli ultimi tagli di Tremonti
meno dirigenti e istituti accorpati
Nuove norme, contentute nella legge di stabilità approvato sabato, alza i minimi degli studenti per ogni sede scolastica. Colpite 300 licei e istituti tecnici, soprattutto al Sud. Quasi 900 direttori saranno in comproprietà
di CORRADO ZUNINO


ROMA - Con la legge di stabilità licenziata sabato scorso dalla Camera, sono arrivati gli ultimi tagli alla scuola. Il ministro dimissionario Giulio Tremonti ha ottenuto, senza più alcun argine in viale Trastevere visto che Mariastella Gelmini ha iniziato a inscatolare le sue cose e sta salutando i dirigenti dell'Istruzione, la soppressione di 297 presidenze e uffici amministrativi all'interno di altrettanti istituti superiori. Gli istituti non arrivano a 400 studenti a testa, e questa è la soglia di sopravvivenza visto che sono abbarbicati in zone montane, insediati nelle isole, costruiti in aree a specificità linguistica. Dalla stagione 2012-2013 in 297 perderanno i dirigenti, resteranno le sedi.

I vecchi parametri sono saltati, finora le scuole dovevano avere tra un minimo di trecento studenti e un massimo di cinquecento. Il nuovo range sale: tra 400 e 600 per restare in vita. La gran parte delle istituzioni scolastiche vittime dei tagli orizzontali tremontiani si trova al Sud: sono 140, escluse le isole. In Calabria ci sono 47 siti a perdere, in Campania 32. La Sicilia perde dirigenze e autonomia in 32 scuole, la Sardegna in 35. Quarantasei istituti sono nelle regioni centrali, 48 al Nord.

Per poter continuare a funzionare queste scuole dovranno accorparsi e raggiungere le dimensioni minime. In un calcolo di "Tuttoscuola", i quasi trecento istituti dovrebbero diventare cento. Così, dopo aver toccato l'estate scorsa le scuole del primo ciclo (materne, elementari e medie non potranno scendere sotto i mille alunni, cinquecento se operano nelle isole e in comunità montane), ora il ridimensionamento tocca le superiori.

In questo percorso di risparmi la legge di stabilità ha previsto, a cascata, che 887 direttori dei servizi generali e amministrativi dalla stagione 2012-2013 saranno in comproprietà, come da alcune stagioni accade ai presidi. Dirigeranno scuole diverse, non più una soltanto.

Con o senza la Gelmini, la riforma della rete scolastica procede e, in parallelo, va avanti il dimagrimento dell'organico centrale. Sul territorio gli uffici dell'amministrazione scolastica, chiamati a governare un sistema mastodontico, sono ridotti ai minimi termini. In dieci anni i dirigenti tecnici (ex ispettori) sono diventati 300. Ci sono 500 docenti e dirigenti impropriamente distaccati per riempire i vuoti che si aprono ogni settimana.

Ora la legge di stabilità chiede una nuova riduzione (il 40% su 500 unità) del personale docente e dirigente comandato negli uffici dell'amministrazione scolastica.


(15 novembre 2011)

www.repubblica.it/scuola/2011/11/15/news/scuola_tagli-2...
angelico
00giovedì 17 novembre 2011 19:27
Scuola, è emergenza esuberi
Ora rischiano di restare senza stipendio Gli insegnanti in più attualmente sono 10mila. Il grosso si colloca nella secondaria di secondo grado con quasi 7mila unità. In buona parte l'allarme riguarda il Meridione. E ora la palla passa al neoministro Profumo Nella scuola si contano oggi almeno 10 mila insegnanti “in esubero”. Insegnanti di ruolo che hanno perso la cattedra. Pagati e non si sa a far che cosa. L’ultima maximanovra li mette alla sbarra: o si trova un posto dove impiegarli, oppure vengono “collocati in disponibilità”, per due anni con stipendio ridotto all’80 per cento, quindi licenziati. Il grosso di questi esuberi si colloca nella secondaria di secondo grado con quasi 7mila unità, di cui quasi tremila sono insegnanti tecnico-pratici senza laboratorio. Circa 1.200 sono gli esuberi della scuola media mentre quasi duemila sono i maestri in più della primaria, collocati per lo più nelle regioni meridionali, con in testa Napoli e la Campania.

E’ questo il primo nodo che il governo Monti si trova a dover sciogliere. Spiega Pippo Frisone, esperto della Cgil scuola in un articolo pubblicato da www.scuolaoggi.org: “Al neo ministro Francesco Profumo toccherà gestire un funerale che in passato, pur se previsto dalle norme del dlgs 165/01, né destra né sinistra avevano mai avuto il coraggio di celebrare. Ad imporglielo, oltre a Bruxelles, è la perentorietà dell’art.4-terdecies del maxiemendamento sulla stabilità (ex finanziaria), approvato definitivamente dalle Camere, un giorno prima dell’incarico al neo senatore Mario Monti. Con tale norma, data l’informazione alle organizzazioni sindacali, l’amministrazione scolastica ne verifica la possibilità di ricollocazione totale o parziale al proprio interno o in altre amministrazioni, prima nella stessa provincia, poi in altre province della stessa regione ed infine in altre regioni”.

E se queste procedure non otterranno effetto, a questo personale non resterà alternativa al licenziamento? Un interrogativo drammatico a cui si dovrà rispondere. “Gli esuberi – continua Frisone – resteranno un problema aperto fin quando nella secondaria la riforma Gelmini non andrà completamente a regime nel 2015. Quali politiche saranno messe in campo? Gli esuberi saranno abbandonati definitivamente al loro destino o si cercherà quantomeno di trattenere buona parte di loro, riqualificandoli in altre classi di concorso o posti? In passato, negli anni ’80, politiche di riqualificazione degli esuberi furono messe in campo con successo e anche le risorse necessarie. Sarà ancora così o il debito pubblico non lo consentirà più? Riuscirà il neo ministro Profumo a neutralizzare l’art. 4-terdecies del maxiemendamento? Se considera gli esuberi una risorsa da utilizzare farà di tutto per ricollocarli dentro o fuori dalla scuola, se li considera invece un peso inutilizzabile, li abbandonerà al loro destino. Noi ci auguriamo che prevalga , sempre e comunque, l’ipotesi più razionale ed economicamente più vantaggiosa per tutti , cioè, la riqualificazione degli esuberi”.

www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/17/scuola-emergenza-esuberi-rischiano-restare-senza-stipendio...
angelico
00lunedì 12 dicembre 2011 01:05
Respinto il ricorso del ministero dell'Istruzione contro il pronunciamento del Tar del lazio che aveva ammesso al concorso anche docenti non di ruolo
di SALVO INTRAVAIA

È possibile passare direttamente dallo status, spesso desolante, di precario della scuola a preside? Finora, questo è stato il sogno di migliaia di supplenti sbattuti ogni anno da una scuola a un'altra. Ma dal prossimo anno il sogno potrà diventare realtà. Con due storiche ordinanze cautelari dello scorso 7 dicembre, il Consiglio di stato ha respinto il ricorso del ministero dell'Istruzione contro il pronunciamento del Tar Lazio che aveva ammesso al concorso a preside, partito lo scorso settembre, anche alcuni docenti precari. Ergo: alle diverse fasi della selezione in corso per ricoprire la carica di dirigente scolastico potranno continuare a partecipare anche i precari della scuola con cinque anni di servizio. E i più bravi potranno sedere sulla poltrona di dirigente scolastico.

Il bando del concorso che ha visto ai nastri di partenza 34 mila aspiranti presidi richiedeva, come titoli di accesso, la laurea e cinque anni di servizio di ruolo. Ma ad agosto 500 docenti patrocinati dall'Anief si sono rivolti al giudice amministrativo chiedendo che venisse applicata la normativa europea, che equipara il servizio prestato in qualità di precario a quello prestato in qualità di insegnante di ruolo. Per questa ragione, quattro mesi fa, il Tar ha ammesso alla preselezione sia supplenti con cinque anni di servizio sia docenti di ruolo con cinque anni di servizio, tra ruolo e supplenze. Una decisione contro la quale il ministero si è subito appellato. Ma che, adesso, il Consiglio di stato conferma, in attesa di pronunciarsi nel merito, che anche i precari potranno partecipare al concorso.

"Respinto l'appello del Miur che non è riuscito a dimostrare la ragionevole discriminazione del servizio prestato da precario né la diversa professionalità esistente tra personale docente e precario, al fine di superare quanto disposta dalla direttiva 1999/70/CE", commenta Marcello Pacifico, presidente dell'Anief. Una parte dei 500 ricorrenti ha già superato la controversa preselezione svoltasi lo scorso 12 ottobre 1 e si accinge ad affrontare il 14 e 15 dicembre le due impegnative prove scritte previste dal bando. Coloro che riusciranno a superare anche questo scoglio affronteranno il colloquio che varrà uno dei 2.386 posti in palio. Ma prima della definitiva consacrazione, i vincitori di concorso saranno sottoposti a un periodo di formazione.
(11 dicembre 2011)

www.repubblica.it/scuola/2011/12/11/news/da_precario_a_preside-2...
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