R.E.M.: "La nostra storia è finita ma sarà duro restare a guardare"

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angelico
00martedì 8 novembre 2011 14:04
MUSICA
R.E.M.: "La nostra storia è finita
ma sarà duro restare a guardare"
Ultima intervista per la band di Michael Stipe. "Forse siamo il primo gruppo nella storia che si scioglie in amicizia, senza avvocati, senza urla, l'abbiamo deciso da amici". Una antologia del gruppo con tre inediti uscirà il 15 novembre
dal nostro inviato GINO CASTALDO
Gli R.E.M.
LONDRA - I colori dell'autunno nei parchi londinesi sembrano la cornice adatta per questo insolito addio. I R.E.M. lasciano, in blocco, senza appello, e questa è per forza di cose la loro ultima intervista. Ma non sono poi così tristi. L'hanno deciso loro, in perfetta armonia, e allora l'addio diventa malinconico, sì, ma anche liberatorio.

Michael Stipe sorride quando gli mostriamo la voce di Wikipedia che già usa il passato: "the members were...". "Fa un effetto strano sì, ma se lo dice Wikipedia allora deve essere vero".

E' elegante, minuto, una barba chiazzata di bianco a rendere più posato e carismatico il senso delle cose che racconta: "Forse siamo il primo gruppo nella storia che si scioglie in amicizia, senza acrimonia, senza avvocati, senza urla, l'abbiamo deciso da amici" spiega, e Mike Mills gli fa eco: "E poi, in fondo continueremo a esserci coi nostri dischi", il suo sorriso è più gioviale, aperto: "La prima cosa che provo è un senso di gratitudine. Ma è importante smettere quando lo abbiamo deciso noi, nel momento migliore".

E come sarà la vostra vita da single?
"Non so, non ho assolutamente idea di quello che farò" dice Stipe, "e anzi voglio prendermi la libertà di continuare a non saperlo per qualche tempo. Diciamo che mi prendo un sabbatico. Escludo che faremo mai riunioni o celebrazioni di qualche tipo, non sarebbe nel nostro stile, ma siamo amici, Peter e Mike fanno musica, non è detto che non possa capitare un giorno di fare qualcosa insieme, ma certo non come R.E.M.".

La vostra decisione ha a che vedere con un mondo che sembra molto più grigio e minaccioso di quanto sembrasse anni fa?
"No, nulla, la scelta ha a che vedere col nostro percorso di gruppo" spiega Stipe. "E poi non è del tutto vero. Anni fa cantavamo in giro per l'America per sostenere la campagna di Kerry contro Bush. Quello ci sembrava veramente brutto. Ci vergognavamo a girare per il mondo come americani. Poi è arrivato Obama, e molte cose sono cambiate in meglio".

A proposito di quella campagna, l'avete vissuta come un fallimento?
"Sicuramente abbiamo fatto del nostro meglio" spiega Mills, "e non c'è la prova di come sarebbe stato senza la mobilitazione della musica. Forse ha seminato qualcosa che è fiorito tempo dopo. Il vero fallimento fu che l'America abbia rieletto Bush. Più in generale mi rattrista vedere che oggi la musica sia meno importante per la gente di quanto fosse un tempo, ma questo non ha nulla a che vedere con la nostra decisione".

Il titolo della raccolta, con tre inediti, che sta per uscire sembra molto significativo, forse una metafora della vita?
"Una volta molto tempo fa, negli anni Ottanta a Peter hanno chiesto di spiegare la nostra musica e lui ha risposto così: "part lies, part heart, part truth, part garbage" (in parte bugie, in parte cuore, in parte verità, in parte spazzatura), e ci è sembrato un titolo perfetto, era un gioco che avevamo tra di noi, ma allo stesso tempo era anche una descrizione molto accurata".

Ricordate il momento preciso in cui avete pensato che la storia dei R.E.M. fosse finita?
"No, non c'è stato un preciso momento. Ne abbiamo parlato tanto, per mesi, abbiamo maturato la decisione lentamente. Dicevamo spesso, dopo il prossimo disco lasciamo, alla fine è successo..." precisa Mills e Stipe descrive il suo stato d'animo: "È allo stesso tempo triste e liberatorio. In fondo siamo stati sempre i R.E.M. e ora per la prima volta ci troveremo a vedere il mondo con l'occhio di liberi agenti dell'arte. È un sentimento dolceamaro. In Italia potrebbe essere come un Campari. Corretto?".

Sapreste fare un bilancio dei migliori e dei peggiori momenti?
"Oh no, sono troppi e soprattutto oggi non voglio pensare ai brutti momenti. Ci è capitato di incontrare Mandela, o andare alla Casa Bianca da Clinton, e se per questo andiamo in Italia appena possiamo, il nostro posto preferito. Ma di sicuro ricorderò col massimo piacere i nostri concerti". E Stipe conferma: ""È vero, l'Italia... Ci vengo spesso in vacanza, col mio ragazzo, con la mia famiglia... ci passo più tempo che posso. Un bilancio? Dieci milioni di bei momenti e forse otto milioni di brutti. A volte vere e proprie epifanie, sicuramente i momenti più belli sono stati quando ad esempio sentivo il feeling della folla, mentre Mike accennava il riff di Man on the moon e la gente che lo riconosceva immediatamente, è una incredibile sensazione di potere, una fonte di energia immensa, e questo è triste, sappiamo che ci mancherà. Vedrò altre band e sarà dura stare dall'altra parte".

È la fine di un'era?
"Sta a voi dirlo, non certo a noi. Può anche darsi che lo sia, per quanto riguarda gruppi storici che sono insieme da trent'anni. Quando molleranno gli U2 allora sì sarà veramente la fine di un'era...".

(08 novembre 2011)

www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/11/08/news/rem_ultima_intervista-2...
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