Quali sono i sintomi di infarto e malattie cardiovascolari? I segnali cambiano a seconda dell’età e del sesso

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angelico
00domenica 12 marzo 2023 17:47
Negli anziani arriva spesso senza dolore. Il cuore manda segnali di sofferenza che non sono sempre uguali per tutti e cambiano tra uomo e donna. Affanno, battiti irregolari, nausea i segnali a cui fare attenzione


Un po’ di affanno che prima non c’era nel salire le scale, una strana stanchezza che non passa, ogni tanto qualche dolore al torace. Ignorare questi segnali, apparentemente innocui, potrebbe costare caro e portare prima o poi a dover correre in ospedale con un infarto in corso: lo ha sottolineato un recente documento dell’American Heart Association per il quale gli esperti statunitensi hanno passato in rassegna tutti i sintomi più frequenti delle più comuni malattie cardiovascolari, in modo da poter fornire ai cittadini una sorta di «guida» per ascoltare il proprio cuore e non sottovalutarne i segnali di pericolo che ci potrebbe inviare.


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Non è banale perché sono spesso differenti fra uomini e donne e per di più cambiano nell’arco dei mesi o degli anni, dato che le malattie di cuore e vasi si sviluppano nel tempo; sapere quali sono quelli più diffusi, tuttavia, in alcuni casi può fare realmente la differenza fra la vita e la morte. Pensiamo per esempio all’infarto: come spiega Furio Colivicchi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco): «Il classico dolore al torace che sembra una morsa e opprime dietro lo sterno, portando spesso a portarsi una mano a pugno sul petto, è una manifestazione tipica negli uomini di mezza età: il dolore è violento, va e viene o persiste nel tempo, si associa a sudore freddo e alla sensazione di imminente mancamento, perciò non passa inosservato. «Diverso è il caso delle donne e degli anziani: al femminile spesso c’è un dolore inusuale a collo, spalle o epigastrico, che si sposta», aggiunge il cardiologo.


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Negli anziani infarto spesso senza dolore
«Negli anziani l’inquadramento può essere ancora più difficoltoso perché il dolore può mancare del tutto e l’infarto si può presentare con un affanno inspiegabile o una sorta di ostacolo a espandere il torace» specifica Furio Colivicchi. «Anche nei diabetici, dove si sviluppano anomalie nell’innervazione cardiaca, l’infarto può arrivare senza dolore. I sintomi meno tipici dell’attacco di cuore, comuni a uomini, donne e anziani, sono vertigini, svenimento e la sensazione di avere la testa molto leggera, dovuti all’alterata portata di sangue al cervello. Sono altrettanto comuni alle tre categorie di pazienti le modifiche del battito cardiaco: di norma al cuore non si fa caso, ma se batte troppo veloce, lento o irregolare è bene non trascurarlo».


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Battiti irregolari
Sono proprio i sintomi insoliti dell’infarto a ingannare e mettere in maggior pericolo, per questo è bene conoscerli: lo conferma Emilio Assanelli, direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza del Centro Cardiologico Monzino di Milano, sottolineando che «Il dolore toracico di per sé provoca allerta, è difficile che i pazienti non arrivino in Pronto Soccorso; se invece manca il fiato, ci si sente fiacchi o c’è qualche palpitazione ma non si ha dolore capita di pensare che non sia nulla. Un errore soprattutto se si è già avuto un infarto con manifestazioni atipiche, perché quando accade è più probabile che un secondo evento si presenti con sintomi inusuali. Il messaggio più importante da tenere presente? Se si sente qualcosa che non si è mai provato prima, anche se sembra un sintomo di poco conto, è bene parlarne al medico di famiglia: la “novità” di un sintomo deve generare un poco di allarme». Questo vale soprattutto per le donne, che più spesso degli uomini sottostimano i sintomi di infarto e angina non solo perché di frequente li hanno atipici, ma anche perché tuttora tendono a pensare che l’infarto non le riguardi: dai cinquant’anni in avanti e dopo la menopausa, invece, il rischio sale rapidamente e i problemi cardiovascolari nel nostro Paese sono ancora oggi la prima causa di morte nelle donne.


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Affanno
Il sintomo più sfuggente di tutti, anche perché è comune a un evento acuto che richiede immediata attenzione dei medici come l’infarto ma si associa a tante malattie croniche non solo cardiache, è l’affanno. «Spesso viene derubricato a un disturbo normale per una persona anziana, oppure se c’è un po’ di sovrappeso; invece la mancanza di fiato è un indicatore da approfondire, perché è il denominatore comune di tutte le malattie cardiovascolari, dall’infarto alle patologie delle valvole, dallo scompenso cardiaco alle cardiomiopatie», specifica Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia. «Valutare la durata dell’affanno, in quali circostanze compare, come si risolve e se si accompagna ad altri disturbi è importante per capirne l’origine: se si sospetta che possa essere dovuto a un problema cardiovascolare, per esempio, il medico può prescrivere l’esame del peptide natriuretico nel sangue, discriminando fra cause cardiache e di diversa natura come malattie polmonari o neuromuscolari, un’anemia, un’origine psicogena».

Nausea
Una delle cause cardiache più frequenti dell’affanno è lo scompenso, ovvero l’incapacità del cuore di pompare sangue a sufficienza nell’organismo; la malattia, prima di arrivare a provocare la mancanza di fiato dopo piccoli sforzi si manifesta spesso con disagi più sottili come perdita di appetito e nausea, stanchezza, insonnia, disturbi dell’umore e difficoltà cognitive come la “nebbia” mentale o un calo della memoria. Nelle donne, proprio come accade con l’infarto, sono più comuni i sintomi atipici come palpitazioni, modificazioni della digestione, dolore non solo toracico, sudorazione abbondante.

Cambiamenti
I segnali a cui prestare attenzione sono quindi parecchi, ma, come ribadisce Colivicchi, sono i cambiamenti che devono insospettire: «Se manca l’aria dopo aver salito un piano di scale che poco tempo fa non impensieriva, è bene farsi valutare». A maggior ragione se si rientra in una categoria a rischio cardiovascolare perché, come aggiunge Assanelli «conta sapere quale sia la propria condizione di partenza, se per esempio c’è una familiarità per gli eventi cardiovascolari è meglio tenere la guardia più alta sui sintomi, anche meno usuali o sfumati, e nel dubbio meglio insistere per un approfondimento».

Sottovalutazione
«Purtroppo non c’è ancora sufficiente consapevolezza sui segnali delle malattie cardiovascolari, specialmente i meno tipici; tutti peraltro sono inevitabilmente soggettivi, il grado di percezione di un disturbo è diverso fra persone differenti. «Oggi, poi, il disagio psicologico e sociale contribuisce alla sottovalutazione: molti travisano il senso di disturbi sfumati, attribuendoli allo stress o altro anziché a possibili problemi cardiaci. Riferire al medico quel che è insolito, anche se non sembra direttamente correlato al cuore, è sempre necessario», conclude il direttore del Dipartimento di Emergenza del Centro Monzino.

Infarto o attacco di panico?
Leggera, nausea, palpitazioni, dolore al petto possono essere presenti in entrambe le situazioni, perciò gli esperti dell’American Heart Association hanno cercato di far chiarezza con la doverosa premessa che «Nel dubbio, è sempre necessario andare in Pronto Soccorso per accertarsi che non si tratti di un infarto, anche perché questo può colpire pure persone che non hanno fattori di rischio noti e si sentono perciò ‘al sicuro’», spiega uno degli autori, Glenn Levine del Veteran Affairs Medical Center di Houston, in Texas. «L’attacco di cuore può essere improvviso e intenso ma spesso inizia con un dolore più leggero e un disagio che peggiora gradualmente nell’arco dei minuti; l a caratteristica sempre presente nell’attacco di panico è la paura intensa e pervasiva». Che però si può avere anche in corso di infarto, ecco perché è bene andare in Pronto Soccorso. «Qui alcune indagini consentono una diagnosi rapida», precisa il cardiologo Emilio Assanelli del Monzino di Milano. «Il dolore toracico, per esempio, può dipendere anche da problemi all’esofago, da una dissezione aortica o da uno pneumotorace; valutare le sue caratteristiche, come è iniziato, come è distribuito, l’associazione con altre condizioni del paziente può indirizzare velocemente alla corretta diagnosi».


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