Pfas Veneto, l’assessore alla Sanità: “Più di 60mila persone contaminate dalle sostanze cancerogene nelle acque”

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
angelico
00venerdì 22 aprile 2016 15:21
L'emergenza è rimasta a lungo sotto traccia, ma ora Iss, Oms e il direttore generale della Salute regionale escono allo scoperto. E tutti i cittadini esposti al rischio (310mila circa in totale) saranno sottoposti ad analisi. Gli effetti delle sostanze contestate: "Colesterolo alto, ipertensione, alterazione dei livelli del glucosio, effetti sui reni, patologie della tiroide e, nei soggetti iper esposti, tumore del testicolo e del rene”
di Andrea Tornago | 21 aprile 2016
COMMENTI (105)
5,4 mila
Più informazioni su: Veneto, Vicenza
L’ammissione, clamorosa, arriva direttamente dal direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan: “Io sono tra i super esposti – dichiara il dirigente regionale parlando dell’emergenza Pfas, le sostanze cancerogene nelle acque del Veneto – perché ho bevuto per trent’anni l’acqua di casa mia a Brendola, nel vicentino. Ora ho fino a 250 nanogrammi per grammo di Pfas nel sangue”. La Regione Veneto cambia passo sull’emergenza sanitaria e ambientale per le sostanze perfluoroalchiliche, di cui fino a poco fa discuteva riservatamente nelle riunioni tecniche definendola “fuori controllo”, e decide di uscire allo scoperto rendendo nota tutta la gravità del problema, insieme agli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Oms. “Più di 60mila persone residenti nelle zone a maggior impatto sono contaminate – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Lucio Coletto – Altre 250 mila sono interessate dal problema”.

Pubblicità

Insieme a Loredana Musmeci dell’Istituto Superiore di Sanità, a Marco Marcuzzi dell’Oms e al dirigente della sanità veneta Mantoan, l’assessore Coletto ha presentato i primi risultati del biomonitoraggio che la Regione ha realizzato con l’Iss sulla popolazione esposta ai Pfas, “possibili cancerogeni” per lo Iarc. Il risultato è che sangue dei veneti – e dei vicentini in particolare – scorrono quantità rilevanti di Pfas, un gruppo di composti prodotti per decenni dalla fabbrica chimica Miteni di Trìssino, nel vicentino, usati per l’impermeabilizzazione di pentole e tessuti, che hanno contaminato le falde acquifere delle province di Vicenza, Verona e Padova. La zona più colpita, dove si trovano i cittadini “esposti” (14 ng/g) e “super esposti” (70 ng/g), è quella compresa tra i comuni di Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego, in provincia di Vicenza. Mentre la zona di controllo, a impatto minore, interessa i comuni di Mozzecane, Dueville, Carmignano, Fontaniva, Loreggia, Resana e Treviso. Nell’agosto del 2013 è stata effettuata la messa in sicurezza degli acquedotti, tramite l’applicazione di filtri a carboni attivi che costano 2 milioni di euro all’anno. Ma fino ad allora l’acqua ha intossicato la popolazione.

Un’emergenza rimasta a lungo sotto traccia, tanto che le indagini sull’origine della contaminazione, iniziate nel 2013 in seguito a un esposto dell’Arpa, sono rimaste ferme per tre anni in Procura a Vicenza. Secondo gli inquirenti, per contestare il reato di avvelenamento delle acque sarebbero stati necessari i risultati di uno studio epidemiologico. Ora la Regione, sotto il coordinamento dell’Iss, fa sapere di volerne avviare uno “della durata di 10 anni” partendo dalle 60mila persone più esposte della provincia di Vicenza. Le analisi, promette l’assessore Coletto, saranno effettuate a carico della sanità regionale e verranno estese a tutti i 250mila cittadini dei comuni del Veronese e del Padovano coinvolti. Chi risulterà positivo agli esami verrà seguito con un protocollo di follow-up semestrale a partire da gennaio 2017.

I composti Pfas, ha spiegato la dottoressa Musmeci dell’Iss, sono “idrosolubili e vengono assorbiti rapidamente per via orale. Una volta nell’organismo, si legano alle proteine del plasma e del fegato, e vengono eliminate dai reni solo molto lentamente”. Secondo gli studi epidemiologici, effettuati sulla popolazione della Mid-Ohio Valley, negli Usa, e su quella tedesca, i Pfas possono causare “colesterolo alto, ipertensione, alterazione dei livelli del glucosio, effetti sui reni, patologie della tiroide e, nei soggetti iper esposti, tumore del testicolo e del rene”.

Pubblicità

Lo studio avviato in Veneto potrà essere determinante per modificare la classificazione di cancerogenicità dei Pfas fatta dello Iarc, che per ora si basa su una letteratura limitata. Mentre l’Unione Europea sta elaborando, sulla base del caso veneto, una direttiva che imponga minuziosi controlli sui Pfas nell’acqua. “La magistratura è sempre stata informata fin dall’inizio – spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore alla Sanità della Regione Veneto, Lucio Coletto – e per quanto riguarda i danni sanitari e ambientali, nei primi mesi del 2014 ho scritto all’avvocatura regionale chiedendo di valutare la possibilità di rivalersi nei confronti della ditta che ha inquinato”. Una decisione che dovrà essere presa dalla giunta regionale, ma che per l’assessore è ormai “una scelta obbligata”. Così come la richiesta al governo, che verrà discussa nella prossima riunione di giunta, dell’istituzione di un nuovo sito inquinato di interesse nazionale.


www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/21/pfas-veneto-lassessore-alla-sanita-piu-di-60mila-persone-contaminate-dalle-sostanze-cancerogene-nelle-acque/...
angelico
00venerdì 22 aprile 2016 15:33
Dalla rete :


Non preoccuparti...vinciamo noi! Io abito a Bologna, qui da noi si sta tacendo sul fatto che le tubature dell'acquedotto della città siano completamente rivestite d'amianto, il quale dopo tanti anni si sta sfaldando per entrare direttamente nelle nostre case dal rubinetto e per non farci mancare niente, da studi fatti sull'inquinamento dell'aria e della terra, la pianura padana risulta il territorio più inquinato d'Europa...(terra dei fuochi a parte, li sono stati impediti studi) !



Non solo in Veneto, anche in Toscana sembra che l'acqua potabile non sia delle migliori.
In Toscana ci sono "corsi d’acqua superficiali destinati all’uso POTABILE con feci, metalli pesanti, idrocarburi e pesticidi". "Stando alla relazione di Arpa Toscana, la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile è pessima, e in continuo peggioramento."
www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/15/acqua-il-report-dellarpa-in-toscana-nei-campioni-feci-metalli-e-pesticidi/...
A Firenze, Maria Elena BOSCHI, ora ministro, venne nominata, anche senza esperienza, quando Renzi era sindaco, nel consiglio di amministrazione di Publiacqua, l'azienda toscana che gestisce il servizio idrico con le TARIFFE PIU' ALTE d'Italia, insieme a Erasmo DE ANGELIS che ne diventa il presidente e ora è stato nominato da Renzi direttore de L'Unità.
www.cittadinanzattiva.it/primo-piano/consumatori/7409-acqua-in-aumento-costi-e-dispersi...
A Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo molte tubazioni dell'acqua risulterebbero di amianto. Ciò nonostante, Publiacqua, l'azienda che gestisce il servizio idrico ha le tariffe più alte d'Italia.
www.panorama.it/news/cronaca/acqua-cancerogena-toscana/

Io da docente di chimica organica all'Universtà di Bologna da oltre 30 anni ho sempre denunciato la cancerogenità delle acque degli acquedotti pubblici trattate con cloro derivati che producono nelle acque potenti cancerogeni. I dirigenti delle USL, miei ex student, gia 30 anni fa mi confermarono i miei dati ma mi dissero che per non creare panico dovevano tacere. Sono passati oltre 30 anni e i morti per cancro per queste acque , in tutta Italia, sono continuate e continueranno Negli USA questi addittivi furono proibiti già dagli anni 60 ma noi continuiamo a uccidere con le acque pubbliche.che io ovviamente da 30 anni non uso più neppure per cucinare.


A Roma da anni nell'acqua degli acquedotti sta aumentando la concentrazione di arsenico (serve dire che è improbabile sia un fenomeno "naturale"?)... Pd e Pdl, invece di avviare indagini per scoprire la causa e punire i colpevoli, stanno di anno in anno aumentando i limiti delle soglie minime legali di tolleranza... dettaglio: il corpo non smaltisce l'arsenico, ma lo accumula... Kampai!


No. Le caraffe filtranti sono più dannose che utili. E' vero che i carboni attivi trattengono parte dei composti organici inquinanti, ma questo vale fin quando i carboni non si saturano e diventano inattivi. Quindi i carboni vanno cambiati spesso. Inoltre i filtri di questo tipo sono pericolosissimi perchè diventano terreno di coltura ottimale per svariati ceppi batterici patogeni. Una discreta purificazione dell'acqua prevede filtri a carboni attivi e debatterizzazione mediante irraggiamento con lampade a raggi ultravioletti (UVC). Poi, se si vuole una purificazione più spinta, apparecchi filtranti a "osmosi inversa" con lampada UV prima dello spillamento. Ottima la scelta di prendere l'acqua dalle colonnine, dato che trattasi di acqua osmotizzata a norma di legge (almeno in teoria).

Vuoi un consiglio ? Compra un buon purificatore ad "osmosi inversa", che rende l'acqua del rubinetto più pura di grandissima parte delle acque imbottigliate, e ad un costo inferiore. Inoltre avrai comodamente a casa tua l'acqua che ti serve per bere e cucinare, senza più dover portare pacchi di bottiglie.

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:51.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com