Nuovi test, i neutrini del Gran Sasso continuano a correre più veloci della luce

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angelico
00venerdì 18 novembre 2011 13:45
L'ESPERIMENTO
Nuovi test, i neutrini del Gran Sasso
continuano a correre più veloci della luce
L'Istituto nazionale di fisica nucleare conferma i risultati della prova dello scorso 23 settembre. "Non è ancora la parola definitiva, ma i nuovi risultati ci rendono ancora più fiduciosi"

di ELENA DUSI

I NEUTRINI del Gran Sasso continuano a correre più veloci della luce. Il primo test per escludere di un'ipotesi di un errore di misurazione è stato superato. "Non è ancora la parola definitiva, ma i nuovi risultati ci rendono ancora più fiduciosi" commenta Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica nucleare (Infn). Lo scorso 23 settembre l'esperimento Opera, che si trova sotto al Gran Sasso nei laboratori dell'Infn e si occupa di "catturare" i neutrini "sparati" dal Cern di Ginevra, aveva annunciato una misura davvero sorprendente: quelle minuscole ed elusive particelle avevano percorso i 730 chilometri tra il Cern e il Gran Sasso in un tempo minore rispetto a quello che avrebbe impiegato la luce. Il vantaggio osservato era di 60 nanosecondi: per gli scienziati si tratta di qualcosa di enorme e inspiegabile.

I test di oggi hanno eliminato la principale fonte di dubbio. Alcuni fisici infatti si erano chiesti se non ci fosse un problema allo "start". I neutrini nel momento in cui vengono "sparati" dal Cern, impiegano un certo tempo ad abbandonare l'acceleratore in cui vengono creati. Le particelle vengono infatti spediti in pacchetti distanziati 50 milioni di nanosecondi l'uno dall'altro. E lo start stesso dura 10.500 nanosecondi. I nuovi test lanciati un mese fa prevedono invece che pacchetti molto più piccoli partano dal Cern in un tempo non superiore ai 3 nanosecondi e siano distanziati di 524 nanosecondi l'uno dall'altro.

Dopo i venti neutrini già catturati al Gran Sasso, il vantaggio rispetto alla velocità della luce si è conservato. "Una misura così delicata ha profonde implicazioni per la fisica e richiede un eccezionale livello di approfondimento. Ma la parola decisiva può arrivare solo da esperimenti analoghi in altre parti del mondo" continua Ferroni. Altri test sono previsti negli Stati Uniti e in Giappone, ma non daranno i primi frutti che nel 2013. Sotto il Gran Sasso intanto si sta lavorando per adottare alla nuova frontiera anche altri tre o quattro rivelatori che si occupano di catturare i neutrini. Schermati sotto 1400 metri di roccia, si occuperanno anche loro di prendere il tempo alle particelle che sembrano viaggiare più veloci della luce.
(18 novembre 2011)

www.repubblica.it/scienze/2011/11/18/news/neutrini_luce-2...
angelico
00venerdì 18 novembre 2011 13:46
e questa volte senza passare dal tunnel!
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