Morte Gheddafi: Arrestato figlio di Gheddafi Saif al-Islam bloccato nel sud

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angelico
00domenica 23 ottobre 2011 01:52
Riprende la produzione petrolifera in Libia


Cnt: "Svolta l'autopsia su Gheddafi
Il corpo sarà restituito ai parenti"
Lo rivela un membro del Cnt alla Bbc, mentre cresce la pressione per un'inchiesta sulla morte del raìs. Domani l'annuncio solenne della liberazione. Seguirà un governo transitorio fino all'elezione del congresso nazionale libico, cui spetterà redigere la nuova Costituzione e un governo ad interim in carica fino alle presidenziali. "Elezioni entro otto mesi", garantisce Jibril. Saif al-Islam potrebbe essersi salvato. E la tribù Qhadafia lo elegge erede del padre
Saif al-Islam Gheddafi (ansa)


ROMA - Dopo i tanti dubbi sulla fine di Muammar Gheddafi, ferito a morte durante uno scontro a fuoco o vittima di una sommaria esecuzione, la ricerca della verità inizia a farsi largo. Un funzionario del Cnt ha comunicato alla Bbc l'avvenuta autopsia sul cadavere dell'ormai ex dittatore, aggiungendo che il corpo verrà restituito ai familiari già stasera o, al massimo domani. I risultati dell'esame autoptico, come ha fatto sapere in precedenza il leader del Cnt, Mahmoud Jibril, verranno inviati all'Aja per essere esaminati dalla Corte penale internazionale.

La notizia giunge al volgere di una giornata imbarazzante per il Consiglio nazionale libico. E non perché, anche da morto, Muammar Gheddafi continui a ipnotizzare il suo popolo. Nel "mercato tunisino" di Misurata, il souk in cui il corpo dell'ex raìs è stato posto accanto a quello del figlio Mutassim in una cella frigorifera, migliaia di persone hanno continuato a sfilare davanti a ciò che resta del dittatore. Ma, rispetto a ieri, il cadavere di Gheddafi era parzialmente coperto.

Giaceva su un materasso adagiato sul pavimento e solo il capo fuoriusciva dal lenzuolo che nascondeva le ferite inferte al corpo. Ma anche la testa era stata spostata, rivolta verso sinistra, a occultare il foro sul lato sinistro del volto di Gheddafi, all'altezza dell'orecchio, secondo i testimoni perfettamente visibile ieri. Accorgimenti che sembrano testimoniare l'intenzione di nascondere anche la verità sulla morte dell'uomo che per 42 anni ha dettato la sua legge in Libia.

Verità che, dopo l'Onu e la vedova del Raìs, diventa un'urgenza sentita anche all'interno del Cnt. Prima che fosse diffusa la notizia dell'autopsia, un altro membro del Cnt, Waheed Burshan, aveva implicitamente sconfessato la versione dei fatti sin qui avvalorata dal primo ministro Mahmud Jibril, di un Gheddafi morto a seguito delle ferite riportate in uno scontro a fuoco, che trovava difficili riscontri nel materiale video girato dai cellulari dei miliziani e poi diffuso dai media di tutto il mondo. In cui Gheddafi è insanguinato, sofferente, implorante e, soprattutto, vivo.

Ad Al Jazeera, Burshan ammette la necessità di un'inchiesta. "Abbiamo saputo che Gheddafi prima era vivo e poi è morto - dichiara Burshan -. E per quanto ne sappiamo non c'è stata alcuna lotta. C'è stata una lotta quando lo hanno trasportato a Misurata? Non lo sappiamo. Di sicuro c'è stato un divario temporale, sono certo che sarà avviata un'inchiesta".

Intanto, per due giorni non si è spezzato il serpentone umano che ha iniziato a prender forma ieri, dopo la tradizionale preghiera del venerdi, all'esterno della cella frigorifera al "mercato tunisino" di Misurata. Sospinto da un desiderio di conferme, come se il popolo volesse accertarsi di persona che tutto quanto ha raccontato e mostrato la tv fosse vero. Che Gheddafi è morto, che la Libia è libera.

Che la Libia è libera lo annuncerà solennemente domani il Consiglio nazionale transitorio, secondo quanto riferito dal portavoce Abdo Rahman Busin. L'annuncio sarà dato in serata dal presidente del Cnt, Mustafa Abdul Jalil. Da quel momento inizierà il vero e proprio cammino della Libia verso la democrazia. Primo obiettivo del Cnt, formare entro un mese un governo transitorio con sede a Tripoli, dove nei prossimi giorni si trasferiranno i membri del Consiglio. Poi, entro otto mesi, le elezioni per dare un volto al nuovo congresso nazionale libico, come spiegato dal primo ministro del Cnt, Mahmud Jibril.

Il congresso, spiega Jibril, "avrà due compiti: redigere una Costituzione, sulla quale svolgeremo un referendum, e formare un governo ad interim che resterà in carica fino a quando si terranno le prime elezioni presidenziali". Ma non basterà il calendario della politica a fare di una Libia ancora intrisa del sangue versato nella guerra civile una nazione unita. La priorità, conferma ancora Jibril, parlando al World Economic Forum in Giordania, è la bonifica delle strade dalle armi e il ripristino di stabilità e ordine.

Ma, soprattutto, "bisogna avviare un processo di riconciliazione. In caso contrario non possiamo fare nulla" ammonisce il primo ministro, le cui dimissioni dimissioni giungeranno domani, dopo l'annucio solenne della Libia liberata. Nelle sue ultime ore da premier, Jibril lancia anche un messaggio alla Libia e a quanti ambiscono alle sue ricchezze naturali. "La nuova Libia dovrà dotarsi di regole sulla concessione di appalti petroliferi e non deve affidarsi a scelte politiche - il monito di Jibril -. Avviso il nuovo governo che le regole economiche dovrebbero essere 'la regola'. E' molto pericoloso avere contratti politici".

La nuova Libia si proietta, dunque, verso il futuro. Ma sul presente continua ad aleggiare il fantasma di Gheddafi. Un fantasma chiamato Saif al-Islam. Dato per catturato, poi ferito e infine ucciso ieri, il figlio prediletto del Colonnello, il volto più presentabile del regime appena caduto, potrebbe essere riuscito a riparare in Niger, dopo aver attraversato il deserto a sud della Libia, sfuggendo ai raid Nato e ai miliziani del Cnt a caccia del convoglio di tre blindati con cui è fuggito da Sirte due giorni fa. E in Niger è segnalato anche l'ex capo dei servizi segreti di Gheddafi e cognato del raìs, Abdallah al Senussi.

Una mezza ammissione giunge da Abdul Majid Mlegta, comandante militare del Cnt. Se confermata, la notizia costituirebbe un serio ostacolo per il Consiglio nazionale transitorio (Cnt) libico, perché si offrirebbe un punto di riferimento a chi in Libia è rimasto fedele al colonnello. Tanto è vero che le voci della riuscita fuga hanno spinto la tribù Qhadafia, da cui i Gheddafi traevano le loro radici, a eleggere Saif al-Islam come erede del padre alla guida della Libia, come riferisce il sito del quotidiano arabo al-Sharq al-Awsat. Il compito di Saif al-Islam, "liberare la Libia dai ribelli della Nato", come hanno dichiarato gli esponenti tribali citati dal giornale. Per questo, i notabili della tribù e gli uomini rimasti fedeli al colonnello a Sirte hanno votato contro il riconoscimento del Consiglio nazionale transitorio e per la non partecipazione al futuro governo della Libia.

Al Cnt, la tribù chiede solo una cosa: consentire la sepoltura di Muammar Gheddafi e del figlio Mutassim nella città natale di Sirte, invitando l'Onu, l'Organizzazione della conferenza islamica e Amnesty International a premere sul Cnt affinché consegni "i cadaveri dei nostri martiri e autorizzi la loro sepoltura nel rispetto dei precetti islamici". Il Cnt per il momento ha fatto sapere che sul corpo di Gheddafi non sarà effettuata l'autopsia.

Intanto, iniziano a emergere i primi, soprendenti dettagli sul tesoro del Colonnello. Pare che Gheddafi fosse riuscito a nascondere all'estero più di 200 miliardi di dollari, il doppio della cifra di cui hanno sempre sospettato i governi occidentali, come riportano fonti di stampa citando alti ufficiali dell'amministrazione libica. Denaro distribuito in vari paesi del mondo, tra cui gli stessi Stati Uniti.

Sul fronte Nato, il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, in una conferenza stampa a Bruxelles, ha garantito che l'Alleanza non manterrà forze in Libia dopo la fine delle operazioni, decisa per il prossimo 31 ottobre. E dall'Onu la Russia incalza, presentando una proposta di risoluzione per l'immediata cancellazione della no-fly zone sulla Libia. "Dal momento che la no-fly zone sulla Libia è stata imposta dal Consiglio di sicurezza - argomenta l'inviato speciale di Mosca al Palazzo di Vetro, Vitaly Churkin - è il Consiglio a dover prendere la decisione di rimuoverla. In Libia sono accaduti cambiamenti radicali. E' il momento di chiudere questa fase, no fly zone inclusa".
(22 ottobre 2011)

www.repubblica.it/esteri/2011/10/22/news/inizia_il_cammino_verso_la_nuova_libia-23676377/?ref...
slayer71
00domenica 23 ottobre 2011 02:34

Macchè dubbi, lo hanno massacrato di botte e freddato con un colpo di pistola. Sul sito di Repubblica ci sono i video.



angelico
00domenica 23 ottobre 2011 02:39
Re:
slayer71, 23/10/2011 02.34:


Macchè dubbi, lo hanno massacrato di botte e freddato con un colpo di pistola. Sul sito di Repubblica ci sono i video.







alcuni sostengono sia il fratello gemello....


cmq sia...credo siano partiti dal vendicarsi...e la vendetta di quel genere nn risparmia nessuno...
slayer71
00domenica 23 ottobre 2011 02:51

E da quando in qua avrebbe avuto un gemello?
Mi sa un tantinello di cazzata... [SM=g27987]



slayer71
00domenica 23 ottobre 2011 02:58

Eh, non avevo letto l'ultima riga, sembrava facesse parte della firma.
Si, è vero; e non si può dire che abbiano tutti i torti. Certo, è stato brutto da vedere però quanto male ha fatto al suo popolo? E poi io vorrei esser stato a piazzale Loreto, quindi non mi posso scandalizzare.



angelico
00domenica 23 ottobre 2011 13:35
beh nn so....alcuni che si dicono informati parlano di un gemello....io nn posso confermare...

ricordo pero che saddam hussein aveva molti sosia...

cmq han fatto bene a fare l autopsia per essere sicuri...


inoltre....se uno semina vneto, raccoglie tempresta...

angelico
00domenica 23 ottobre 2011 13:37
"Gheddafi morto per ferita arma da fuoco"
Le sue spoglie saranno consegnate alla famiglia
I risultati dell'autopsia confermano la fine violenta del Colonnello. L'Onu continua a chiedere al Consiglio nazionale di Transizione di fare chiarezza su quanto è accaduto lo scorso 20 ottobre
Il momento della cattura di Gheddafi

ROMA - L'autopsia sul corpo del raìs è terminata e uno dei medici dell'equipe ha confermato che la morte avvenne a seguito delle ferite conseguite ai colpi di arma da fuoco. L'esame autoptico è avvenuto in un obitorio a Misurata e sarebbe durato tutta la notte.

Secondo funzionari locali il corpo di Gheddafi verrà ora riportato nella cella frigorifera all'interno del vecchio mercato di Misurata dove è stato esposto nei giorni scorsi al pubblico. Ma il governo provvisorio libico ha assicurato che le spoglie del Colonnello verranno riconsegnate alla famiglia 1. "E' stata presa la decisione di restituire il suo corpo alla famiglia allargata, poiché nessun membro della sua famiglia ristretta è presente al momento", ha spiegato Ahmed Jibril del Cnt.

LO SPECIALE DI REPUBBLICA.IT 2

L'ultima richiesta del raìs. Secondo un sito news vicino ai filo-Gheddafi in uno scritto datato 17 ottobre il Colonnello aveva chiesto, nell'eventualità di venire ucciso, di essere sepolto secondo il rito musulmano nel cimitero di Sirte, accanto ai familiari. Gheddafi avrebbe inoltre chiesto che la sua famiglia "soprattutto le donne e i bambini", venissero "trattati bene". Poi una specie di testamento al suo popolo: "I libici dovrebbero preservare identità, realizzazioni, storia ed eroi che li hanno ispirati"e "devono continuare a resistere a qualsiasi aggressione straniera", aveva scritto il raìs, inviando poi i suoi saluti "a tutta la mia famiglia, alla Jamahirya (la Libia) e a tutte le persone leali del mondo che ci hanno supportato anche nei loro cuori".

Il sito Seven Days New spiega di aver ottenuto il messaggio da uno dei tre uomini a cui Gheddafi aveva dato il biglietto, ma non ne riferisce i nomi e quindi il testo non è verificabile.

LA CRONOLOGIA 3

Il summit Ue. Nel frattempo il Consiglio Europeo aspetta di "vedere al più presto" la formazione di un governo "inclusivo" e basato su un largo consenso, l'avvio di un processo di transizione "democratico" e la preparazione di elezioni "libere e imparziali". Così si legge nella bozza di conclusioni del summit Ue in corso a Bruxelles. "Oggi la Libia - osservano i 27 - può girare pagina, lavorare per la riconciliazione nazionale e abbracciare un nuovo futuro democratico".

Ma nello stesso tempo da Londra arrivano le critiche del ministro della Difesa Philip Hammond: "Il giovane governo libico capirà che la sua reputazione nel mondo è stata danneggiata" da quanto accaduto 4 in occasione della morte dell'ex leader libico. "Sono sicuro che il governo vorrà fare chiarezza, in modo da ricostruire la sua reputazione", ha sottolineato Hammond in un'intervista alla Bbc.

I prigionieri di guerra. Sono circa 7.000, secondo quanto scrive il Washington Post citando alcune organizzazioni per i diritti umani, ammassati da settimane nelle carceri del Paese, senza incriminazione e sottoposti ad abusi e torture.

Molte di queste carceri sono improvvisate e sono gestite da gruppi di miliziani locali, "incattiviti" da otto mesi di guerra e desiderosi di vendicarsi sui prigionieri, i combattenti di Gheddafi e suoi sostenitori. Adesso il governo ad interim prospetta un'amnistia per i combattenti filo-Gheddafi che non si sono resi responsabili di crimini di guerra e che vogliono cooperare con le autorità.


www.repubblica.it/esteri/2011/10/23/news/gheddafi_morto_per_ferita_arma_da_fuoco_le_sue_spoglie_saranno_consegnate_alla_famiglia-2...
angelico
00lunedì 24 ottobre 2011 20:49
No a funerale islamico per Gheddafi
Il raìs ad agosto si appellò a Berlusconi
Il Mufti: "L'ex rais era un miscredente, negava le tradizioni e le sue parole indicano che era uscito dalla comunità", spiega il religioso durante un discorso. La salma del Colonnello verrà sepolta in un cimitero ignoto per evitare che la tomba si trasformi in un luogo di culto. Il Cnt annuncia anche un'indagine sulle circostanze in cui è stato ucciso il leader libico.
Il leader del Cnt Mustafa Abdel Jalil (ap)
TRIPOLI - Ad agosto Gheddafi scrisse a Berlusconi, definendolo un "amico". Lanciandogli un appello per uno stop alla guerra. Il settimanale francese Paris-Match pubblica sul suo sito una lettera scritta dal raìs, lo scorso 5 agosto, al premier italiano per chiedere di "fermare i bombardamenti che uccidono i nostri fratelli libici e i nostri bambini". Nella lettera si legge: "Caro Silvio, sono rimasto sorpreso per l'atteggiamento di un amico con cui ho concluso un trattato di amicizia favorevole ai nostri due popoli. Avrei sperato che da parte tua ti interessassi almeno ai fatti e che tentassi una mediazione prima di dare il tuo sostegno a questa guerra".

"Non ti biasimo per ciò di cui non sei responsabile - aggiungeva il rais - perchè so bene che non eri favorevole a quest'azione nefasta, che non fa onore a te e al popolo italiano. Ma credo che tu abbia ancora la possibilità di fare marcia indietro e di far prevalere l'interesse dei nostri popoli", auspicava il colonnello, che invitava il Cavaliere a parlare con i suoi alleati occidentali per fermare i bombardamenti che "uccidono i nostri fratelli libici e i nostri bambini". Insomma, prima di morire in un'ultima resistenza - chiuso nella sua città natale - il raìs provò ancora la carta della diplomazia.

No al rito islamico. Una sepoltura in un cimitero ignoto e nessuna cerimonia religiosa. E' quanto auspica il nuovo mufti della Libia, lo sheykh
al-Sadeq al-Gharyan per l'ex rais Muammar Gheddafi, catturato e ucciso quattro giorni fa a Sirte. 1"Non è lecito celebrare il funerale islamico e pregare per Gheddafi perchè era un miscredente", ha detto il mufti in una fatwa, ossia un editto religioso, trasmessa dai media libici.

Secondo il religioso "le azioni e le parole del Colonnello indicano che da tempo era uscito dalla comunità". Il riferimento è ad alcune dichiarazioni dell'ex rais riguardo alla sunna. Per Gheddafi l'immenso corpus di tradizioni che si riferiscono alla vita del profeta Maometto andava cancellato.

"Il fatto di non pregare per lui sia di monito agli altri governanti", ha aggiunto Gharyan durante il suo discorso, sottolineando che "gli unici ai quali è permesso pregare per l'anima del Colonnello sono i suoi familiari".

La sepoltura dell'ex rais, che tuttavia "sarà possibile in un cimitero di musulmani", avverrà in un luogo sconosciuto, per evitare che "esploda una guerra civile tra i libici o che la tomba si trasformi in un luogo di pellegrinaggio", ha concluso lo sheykh al-Sadeq al-Gharyan, subentrato nei giorni scorsi a quello fedele a Gheddafi, Khaled Tantusch, arrestato il 12 ottobre dalle forze del Cnt.

Da oggi intanto il corpo di Gheddafi non è più esposto al pubblico. I cancelli della cella frigorifera di Misurata dove era stato trasportato il corpo dell'ex rais sono stati chiusi.


Il presidente del Cnt Jalil: "Nascerà commissione d'inchiesta sulla morte di Gheddafi". Il Consiglio nazionale di transizione libico ha annunciato la creazione di una commissione d'inchiesta sulla morte di Muammar Gheddafi. Lo ha detto il leader del Cnt Mustafa Abdel Jalil. "Per rispondere alle richieste internazionali, abbiano cominciato a mettere in campo una commissione incaricata di indagare sulle circostanze della morte di Muammar Gheddafi nello scontro con il suo entourage al momento della sua cattura".

"La sharia? I libici sono musulmani moderati". In attesa che vengano prese decisioni sul nuovo governo a interim, Jalil ha cercato di rassicurare la comunità internazionale, preoccupata perchè, come annunciato ieri, la sharia, ovvero la legge islamica, sarà la fonte di ispirazione della futura costituzione del Paese: "I libici sono musulmani moderati", ha detto il presidente del Cnt.

Il primo ministro Jibril: "Vorrei sapere perchè Gheddafi ha fatto quello che ha fatto". In un'intervista alla Bbc il primo ministro del Cnt, Mahmoud Jibril, ha dichiarato: "Personalmente vorrei che Gheddafi fosse vivo e in grado di rispondere alle domande. Vorrei sapere perchè ha fatto quello che ha fatto - ha precisato - 'Perche?' E' quello che tutti si chiedono. Il popolo libico si meritava quello che ha fatto?". Poco prima anche Jibril aveva auspicato la creazione di un "team internazionale" per chiarire le circostanze della morte di Gheddafi.

Nato: "In Libia raggiunti tutti gli obiettivi". Oggi da Bruxelles ha parlato anche Charles Bouchard, comandante dell'operazione "Unified Protector". "Dal nostro punto di vista, gli obiettivi sono stati raggiunti", ha dichiarato Bouchard, secondo cui la missione Nato in Libia è stata "un successo per l'Alleanza e una vittoria per il Paese". "In Libia - ha aggiunto il comandante - non ci sono più centri di controllo e di comando del regime ed non esiste più la minaccia sistematica di attacchi contro i civili". Bouchard ha anche ammesso che la Nato non era a conoscenza del fatto che Gheddafi fosse a bordo del convoglio e che gli interventi sono avvenuti perchè la colonna di mezzi "costituiva una minaccia".

Al Cnt la gestione del Paese. L'Alleanza esclude di mantenere forze armate nel Paese e conferma che l'operazione terminerà il 31 ottobre. 2 Toccherà al Cnt gestire i numerosi problemi del Paese, in primis quello della massiccia presenza di armi. "Ne restano moltissime - dice Bouchard - il nostro compito è quello di impedirne l'accesso via mare e via cielo attraverso l'embargo e la no fly zone. Purtroppo però non possiamo controllare quello che accade con i Paesi confinanti". Proprio oggi un deposito di armi di notevoli dimensioni è stato scoperto da uomini della sicurezza all'interno dell'ambasciata libica al Cairo. Lo riferisce l'agenzia egiziana Mena. Secondo fonti dell'ambasciata le armi - pistole, fucili e mitra tutti dotati di silenziatore - erano stati nascosti da uomini vicini all'ex regime Gheddafi per eliminare oppositori politici libici in Egitto.

Fidel Castro: "Un assassinio l'uccisione di Gheddafi". Non si placano i commenti dopo la morte Gheddafi. Il leader cubano Fidel Castro ha definito "un assassinio" l'uccisione del Colonnello e ha denunciato "l'azione genocida" della Nato, tra gli strumenti di repressione "più perfidi" mai visti nella storia. Il cadavere di Gheddafi, denuncia Castro, "è stato esibito come un trofeo di guerra", cosa che "viola i principi più elementari dell'Islam e di ogni altra religione al mondo".

(24 ottobre 2011)

www.repubblica.it/esteri/2011/10/24/news/mufti-23763439/?ref...
angelico
00martedì 25 ottobre 2011 10:02
Esplode serbatoio di carburante
più di cento morti a SirteSIRTE (Libia) - Più di cento persone sono morte e almeno cinquanta sono rimaste ferite nell'esplosione di un serbatoio di carburante a Sirte, la città natale di Muammar Gheddafi in cui il Colonnello è stato catturato e ucciso dai combattenti del Consiglio nazionale di transizione. La notizia è stata data proprio dai vertici del Cnt.

Leith Mohamed, un comandante del Consiglio nazionale di transizione, ha precisato che l'esplosione è avvenuta ieri sera: "C'è stata una fortissima deflagrazione esplosione, seguita da un gigantesco incendio. Più di cento persone sono state uccise e altre cinquante ferite", ha detto all'agenzia France Presse parlando di una "scena straziante" e di "decine di corpi carbonizzati".

www.repubblica.it/esteri/2011/10/25/news/esplosione_sirte-2...
angelico
00martedì 25 ottobre 2011 23:19
Cnt, Gheddafi sepolto in luogo segreto
Poi l'appello: "La Nato prolunghi la missione"
Le tombe del Colonnello e di suo figlio Mutassim in una località ignota per evitare pellegrinaggi e rappresaglie. Intanto il governo provvisorio chiede a Rasmussen il rinvio della fine delle operazioni nel Paese. E la famiglia dell'ex rais, ora in Algeria, starebbe per trasferirsi in Sudafrica
L'ex leader libico Muammar Gheddafi (fotogramma)
TRIPOLI - Lo hanno sepolto all'alba, con una cerimonia semplice, nel Sahara libico. Una località segreta per evitare che la tomba dell'ex rais Muammar Gheddafi diventi un luogo di culto o venga fatta oggetto di vandalismi. ll Colonnello riposerà qui, in mezzo al deserto della sua terra. Nel testamento, Gheddafi aveva chiesto di essere sepolto a Sirte, la sua città natale, proprio dove cinque giorni fa è stato catturato e ucciso 1, ma per ragioni di sicurezza il Cnt ha preferito non rivelare il luogo esatto della sepoltura.

"Giuro che morirò da musulmano. Se dovessi essere ucciso, voglio essere sepolto secondo la tradizione islamica, con i vestiti che indosso al momento della morte e con il corpo non lavato, nel cimitiero di Sirte, vicino alla mia famiglia". Così scriveva Gheddafi nelle suo testamento. Ieri il nuovo mufti libico aveva detto di no al rito islamico per l'ex rais, considerato un "miscredente". Alla fine la cerimonia religiosa c'è stata. Membri della tribù del Colonnello hanno recitato alcune preghiere e l'ex rais è stato tumulato "con il dovuto riguardo". Con lui anche il figlio Mutassim. Le loro salme erano state prelevate ieri sera da Misurata, dove subito dopo la morte erano state esposte al pubblico, in una cella frigorifera alla periferia della città.

Cnt: "La Nato resti nel Paese almeno un mese in più". Con i funerali di Gheddafi il Paese prova a girare definitivamente pagina anche se il futuro è pieno di incertezze. Forse anche per questo il Consiglio nazionale di transizione ha chiesto alla Nato di prolungare la sua missione nel Paese di "almeno un mese". La canclusione delle operazioni di Unified Protector era stata annunciata in un primo momento per il 31 ottobre. Ora, dopo l'appello al rinvio lanciato dal ministro del Petrolio e delle Finanze ad interim Ali Tarhuni, l'Alleanza ha fatto sapere che ogni decisione è rimandata. "La Nato si consulterà con le Nazioni Unite e con il Cnt prima di prendere una decisione finale", hanno precisato fonti dell'Alleanza. La Spagna, tuttavia, ha già annunciato che tutte le sue forze impegnate in Libia, rientreranno in patria entro il 31 ottobre.

Saif al Islam in Niger, il resto della famiglia in Sudafrica. Stando alle ultime notizie Saif al Islam, l'erede designato del Colonnello, dato più volte per morto nei giorni scorsi, si troverebbe vicino alla frontiera con il Niger, Paese in cui da settembre si trova il fratello Saadi. Saif sarebbe accompagnato da ex combattenti tuareg. Aumentano le indiscrezioni sul futuro del resto della famiglia. Secondo il quotidiano algerino Al-Shuruk, la moglie del Colonnello, Safia e i figli Aisha, Muhammad e Hannibal, riparati da fine di agosto in Algeria, si trasferiranno presto in Sudafrica, dove è custodita la maggior parte dei fondi della famiglia di Gheddafi.

Ahmadinejad: "I libici devono cacciare gli occidentali". A pochi giorni dalla caduta del regime di Gheddafi, è arrivato il commento del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che ha esortato il popolo libico a lavorare insieme per evitare che le potenze occidentali possano prendere il controllo del Paese saccheggiandone le ricchezze. "Il loro primo obiettivo è quello di prendere il controllo della Libia e cercare di imporre leggi anti-rivoluzionarie e contrarie al volere del suo popolo", ha detto Ahmadinejad in un discorso trasmesso in diretta tv dalla provincia del sud khorasan. "La Nato è intervenuta con il pretesto di aiutare i libici e ha portato la Libia alla rovina, e ora con il pretesto di ricostruire il paese, vuole saccheggiare le sue ricchezze petrolifere", ha aggiunto, augurandosi che alla fine i libici "si uniranno e cacceranno" le potenze occidentali.

La lettera di Gheddafi a Berlusconi. Ieri il quotidiano Paris Match aveva pubblicato sul suo sito una lettera scritta ad agosto da Gheddafi a Berlusconi 2. L'ex rais definiva il premier un "amico" e gli chiedeva di "fermare i bombardamenti che uccidono i nostri fratelli libici e i nostri bambini".

(25 ottobre 2011)

www.repubblica.it/esteri/2011/10/25/news/gheddafi_sepolto_in_luogo_segreto-23811065/?ref...
angelico
00venerdì 28 ottobre 2011 14:31
Libia, l'annuncio della Nato
"Fine della missione il 31 ottobre"
La decisione presa all'unanimità. Qualche giorno fa il capo del governo provvisorio Jalil aveva chiesto all'Alleanza una proroga fino a fine anno. Il segretario generale Rasmussen: "I libici hanno liberato il loro Paese. Se richiesto siamo pronti ad aiutarli"
Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen (lapresse)
BRUXELLES - Alla fine è stato mantenuto l'impegno originario. La missione Nato in Libia terminerà ufficialmente il 31 ottobre, come stabilito nelle ore successive alla cattura e uccisione di Muammar Gheddafi 1. "La decisione è stata presa all'unanimità", ha confermato una fonte diplomatica dell'Alleanza al termine di una riunione del Consiglio atlantico a Bruxelles allargato ai cinque paesi non membri che hanno preso parte all'operazione nel Paese nordafricano (Qatar, Emirati Arabi, Marocco, Giordania e Svezia).

"Unified Protector è una delle operazioni di maggior successo nella storia della Nato", ha sottolineato il segretario dell'Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen. "Abbiamo rispettato pienamente lo storico mandato delle Nazioni Unite per proteggere la popolazione della Libia, di far rispettare la no-fly zone e l'embargo sulle armi", ha aggiunto, ricordando che la Nato ha "lanciato questa complessa operazione più velocemente che mai" e "l'ha condotta in modo efficace, flessibile e preciso con i molti partner della regione e oltre".

Una missione fatta "per il popolo della Libia" che ha "liberato il proprio Paese e trasformato la regione. Questa è la vittoria dei libici. Naturalmente hanno ancora molto lavoro da fare, per costruire una nuova Libia fondata sulla riconciliazione, i diritti umani e lo stato di diritto.
Una Libia democratica per tutto il suo popolo. Ma il mondo sta con loro. E la Nato è pronta ad aiutare, se necessario e richiesto, a riformare le istituzioni di sicurezza e difesa di cui tutte le democrazie hanno bisogno per restare libere e sicure", ha concluso.

Nei giorni scorsi il Consiglio nazionale di transizione libico aveva chiesto all'Alleanza di rimandare la fine della missione Unified Protector alla fine dell'anno 2.
(28 ottobre 2011)

www.repubblica.it/esteri/2011/10/28/news/libia-24025502/
angelico
00lunedì 31 ottobre 2011 00:20
Il premier Jibril: "Trovati ordigni nucleari"
L'Aiea darà la conferma nei prossimi giorni

L'annuncio dato alla rete televisiva Al Arabiya. Nel 2004 il raìs aveva ufficialmente rinunciato alle armi atomiche per riallacciare i rapporti con l'Occidente, aprendo alle ispezioni dell'Agenzia dell'Onu
Mahmud Jibril, premier del governo provvisorio libico (afp)
TRIPOLI - Il primo ministro dimissionario del Cnt, Mahmoud Jibril, ha reso noto che in Libia sono stati trovati ordigni nucleari. Parlando alla rete televisiva Al Arabiya, l'esponente del Consiglio nazionale di transizione ha aggiunto che entro qualche giorno sarà l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) dell'Onu a fornire maggiori particolari sugli ordigni trovati. Una dichiarazione che arriva a 24 ore dallo scadere della missione Nato in Libia, mentre si sta lavorando per mettere assieme una coalizione di volenterosi che dia supporto al Cnt una volta che l'Alleanza si sarà disimpegnata e mentre, secondo la denuncia di Human Rights Watch, è allarme vendette tra fazioni finora contrapposte con rappresaglie e inevitabili spargimenti di sangue.

Muammar Gheddafi aveva rinunciato ufficialmente alle armi atomiche nel 2004 riallacciando i rapporti con l'Occidente, aprendo alle ispezioni della Agenzia. In quell'occasione furono trovate solo prime realizzazioni di strutture per produrre ordigni nucleari.

Per rientrare a pieno titolo nella comunità internazionale e per evitare ulteriori azioni della Nato e degli Usa, Gheddafi acconsentì ufficialmente alla distruzione di tutte le strutture destinate alla produzione futura di ordigni atomici. L'annuncio odierno, se confermato dall'Aiea, sarà l'ennesima scoperta di informazioni false fornite dal regime del raìs alla comunità internazionale.

Il ritrovamento di ordigni nucleari, sempre se confermato, servirà anche ad accertare se Gheddafi possa aver fornito a organizzazioni terroristiche il materiale per realizzare bombe "sporche" o, addirittura, vere e proprie armi nucleari. Inoltre, l'analisi delle bombe che sarebbero state ritrovate secondo Jibril permetterà di risalire ai fornitori del materiale nucleare necessario alla fabbricazione.
(30 ottobre 2011)

www.repubblica.it/esteri/2011/10/30/news/libia_nucleare-2...
angelico
00martedì 15 novembre 2011 23:46
Riprende la produzione petrolifera in Libia
“Riparare gli impianti costerà milioni” La National Oil Corporation annuncia che entro la fine del 2012 la produzione tornerà ai livelli pre-bellici. Nonostante i sei mesi di conflitto fra Cnt e lealisti abbiano paralizzato l'industria petrolifera, secondo l'Aia, la ricostruzione sta procedendo a ritmi più veloci rispetto a quanto si pensasseDopo i danni causati da sei mesi di guerra civile, la produzione petrolifera libica sta finalmente recuperando. Nuri Berouin, capo della National Oil Corporation, l’azienda petrolifera di Stato, ha detto che la Libia è arrivata ad estrarre 600 mila barili al giorno e altri 200 mila dovrebbero aggiungersi entro la fine del 2011. E per la fine del 2012, secondo le proiezioni della Noc, la situazione dovrebbe tornare ai livelli pre-bellici: un milione e 600 mila barili al giorno. Parlando alla riunione dei paesi esportatori di gas, in corso in Qatar, Berouin ha detto che le riparazioni alle strutture petrolifere “costeranno centinaia di milioni di dollari”. Della produzione attuale, secondo i dati di Berouin, 140 mila barili vanno alle raffinerie libiche e 460 mila all’esportazione.

I sei mesi di combattimenti tra le forze del Comitato nazionale di transizione e quelle fedeli al regime di Gheddafi hanno praticamente paralizzato l’industria petrolifera. Le esportazioni sono riprese regolarmente solo nel mese di settembre. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale per l’energia, però, la produzione sta riprendendo a ritmi più veloci di quanto si pensasse. L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) stima invece che i danni subiti dalle infrastrutture libiche ammontino al 10 per cento dell’intera capacità produttiva del cartello.

La ripresa dell’estrazione riguarda anche l’italiana Eni, che ha ricominciato le sue attività nella zona di Zawiya, dove c’è uno dei più grandi campi petroliferi del Paese. Il giacimento, noto come Elefante, per le sue dimensioni enormi, produceva 130 mila barili al giorno prima della guerra. Adesso l’Eni ne riesce a estrarre 40 mila dai cinque pozzi che sono tornati in attività.

Nella stessa zona di Zawiya, però, secondo l’emittente panaraba Al Jazeera, si sono verificati scontri a fuoco tra diverse fazioni delle formazioni del Cnt. Secondo quanto riferito dall’emittente del Qatar, alcuni combattenti di Zawiya hanno piazzato dei posti di blocco sulla strada per evitare che altri armati, dalla vicina città di Wershefana, entrassero nel loro territorio. Negli scontri ci sono stati almeno due morti, ma il Cnt minimizza l’accaduto. Mohamed Sayeh, un membro del Cnt, ha detto alla Reuters che l’incidente sarebbe stato causato dal fatto che i guerriglieri di Zawiya erano stati male informati sulla presenza di truppe fedeli a Gheddafi nella vicina base militare di Imaya. Al di là della portata degli incidenti, comunque, è chiaro che il governo provvisorio, guidato da Abdurrahim El-Keib, dovrà fare molto per disarmare le milizie createsi durante gli otto mesi di rivolta anti-Gheddafi e dare vita a un nuovo esercito nazionale, come più volte annunciato. Sugli scontri a Zawiya, un’altra tv araba, Al Arabiya, dice invece che i combattimenti vanno avanti da almeno quattro giorni e che i morti sarebbero almeno cinque. Inoltre, le truppe del Cnt avrebbero intercettato un convoglio di blindati in viaggio da Bani Walid, uno degli ultimi bastioni dei fedelissimi di Gheddafi. Il convoglio sarebbe stato diretto proprio a Wershefana, per unirsi ai combattimenti. Secondo alcune fonti, dalle agenzie internazionali, alla testa di queste truppe gheddafiane potrebbe esserci addirittura Khamis Gheddafi, uno dei figli del colonnello di cui ancora non si hanno notizie.

Sul fronte internazionale, intanto, l’Unione europea ha stanziato 500 mila euro per nuovi programmi di sminamento e rimozione degli ordigni inesplosi. Il finanziamento si inserisce nel quadro di aiuti di 2 milioni di euro complessivi per lo sminamento nel paese nordafricano. “Una delle principali minacce ai civili – ha detto il commissario Ue agli Aiuti umanitari, Kristalina Georgieva – sono i residui bellici. Nonostante la fine dei combattimenti, le munizioni inesplose ancora mietono vittime, specialmente bambini. Questo ulteriore finanziamento assisterà la popolazione libica per ridurre il rischio di incidenti e feriti”. Dall’altra parte, però, la stessa Ue – attraverso il consiglio dei ministri degli esteri dei paesi membri – ha espresso forte preoccupazione per le violazioni dei diritti umani e per le esecuzioni sommarie che stanno segnando il dopo Gheddafi. I ministri europei hanno accolto l’impegno delle autorità libiche “a prendere azioni per porre fine a questi atti, condurre investigazioni imparziali e assicurare alla giustizia i responsabili di queste violazioni”. Anche in questo campo, però, come per il petrolio e il controllo del territorio, il cammino della nuova Libia è ancora tutto in salita.

di Joseph Zarlingo


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angelico
00giovedì 17 novembre 2011 14:56
La storia di ‘Safia’, la preferita nell’harem
di Muammar Gheddafi (suo malgrado) La ragazza, intervista dal quotidiano francese Le Monde, racconta la sua esperienza alla corte del rais: cinque anni di soprusi continue, droga, orge e violenze sessuali. Poi la fuga in Francia, la morte del colonnello e la serenità che rimane compromessaL'ex dittatore libico Muammar Gheddafi Aveva nove anni quando la sua famiglia, originaria dell’Est libico, si trasferì a Sirte, la città natale di Gheddafi. A 15 anni, nel 2004, lo incontrò per la prima volta. Venne scelta tra le ragazze del suo liceo per offrire un mazzo di fiori al rais, in visita alla scuola, dove studiavano alcuni del clan Gheddafi. “Era un grande onore per me. Lo chiamavo papà Muammar: avevo la pelle d’oca”. Lui le posò la mano sulla spalla. Poi le accarezzò i capelli: lentamente. Era un segnale per le guardie del corpo. Che significava: “Questa qui la voglio”. Ma la ragazza lo capì solo più tardi.

Un’inviata del quotidiano francese Le Monde è riuscita a intervistare Safia. E’ un nome di comodo, ma la sua vicenda è vera: il racconto dolente di una storia nel vortice della depravazione e della follia di Gheddafi. Annick Cojean, la giornalista, le ha parlato per più di due ore in un albergo di Tripoli. La descrive così: “Ha 22 anni. E’ bella come il giorno ed è distrutta. Le capita di ridere, ma solo per qualche secondo e allora una scintilla d’infanzia rischiara un volto graffiato dalla vita. ‘Quanti anni mi dà?’, chiede, togliendosi gli occhiali da sole. Aspetta, abbozzando un pallido sorriso, e mormora: “Io ho l’impressione di avere quarant’anni”. Più tardi ammette che “Muammar Gheddafi ha saccheggiato la mia vita”. Ricorda quando alla tv, come tutti i suoi connazionali, scorse il cadavere del colonnello.”Quando l’ho visto, esposto alla folla, ho percepito un breve piacere. Poi nella bocca ho provato un gusto amaro”. Alla fine avrebbe preferito che fosse consegnato a un tribunale internazionale. “Negli ultimi mesi mi preparavo ad affrontarlo e a chiedergli, fissandolo negli occhi: perché? Perché mi hai fatto tutto questo? Perché mi hai violentato? Perché mi hai picchiata, drogata, insultata?”.

Ritorniamo a quel giorno di sette anni fa. Dopo la cerimonia al liceo, la madre di Safia, parrucchiera, riceve la visita di tre donne in uniforme, inviate dal rais. Lui vuole vederla, darle dei regali. Safia non dubita di niente: anzi, è onorata. Raggiunge la carovana di Gheddafi, nel deserto. Il rais le chiede freddamente di restare con lui. “Avrai tutto quello che vuoi: case, automobili…”, è la promessa. Anche di lasciare in pace la sua famiglia. Mabruka, una dei tre “gendarmi” dell’harem, le consegna biancheria intima e abiti sexy. Le insegna come spogliarsi con lascivia. Per tre notti Gheddafi guarda la ragazza, ma non la tocca. Le dice soltanto: “Sarai la mia puttana”. Poi, rientrato con lei al compound di Bab Al-Azizia, a Tripoli, la violenta. Sarà così per cinque anni.

Safia vivrà assieme ad altre ragazze, in genere più grandi di lei. Loro, però, restano per periodi relativamente brevi nel palazzo, dove il rais vive da solo (la moglie e il resto della famiglia alloggiano in altri edifici del compound). Safia trascorre le giornate a guardare la tv. Non può parlare con le compagne. Non può disporre neanche di un foglio o di una penna. Deve solo aspettare. E aspettare. Che il rais abbia voglia di lei, giorno e notte. La ragazza può contare solo su un’amica, Gala, un’infermiera ucraina, incaricata dei controlli sanitari sull’harem, a suon di analisi del sangue settimanali. Nel palazzo si succedono festini con modelle italiane, belghe e africane o star del cinema egiziano. Danze, cene, musica e orge. Vi partecipano anche i figli di Gheddafi e i suoi più insigni dignitari. Secondo Safia, il rais l’avrebbe obbligata a fumare, a bere whisky e a prendere cocaina. “Lui ne assumeva continuamente. Non dormiva mai”. Passava gran parte dele giornate in un jacuzzi a consultare il computer. Intanto Safia è mantenuta isolata, anche dalla propria famiglia, a parte sporadiche telefonate alla mamma, comunque sotto il controllo dei servizi segreti.

Stanco, però, delle sue depressioni, Gheddafi comincia a cedere. E le consente brevi visite a casa sua. E’ in occasione di una di queste che Safia, travestita da vecchia, riesce a fuggire. Grazie a complici all’aeroporto, vola in Francia. Vi resterà un anno, prima di rientrare, occultata da un’altra identità, nel suo Paese. Presto si oppone alla madre, che vuole sposarla a un suo vecchio cugino. Segue una fuga in Tunisia, dove si sposa con un giovane libico nell’aprile scorso. Vorrebbero rifarsi una vita a Malta o in Italia. Ma lui decide di partecipare alla guerra civile, dove viene gravemente ferito. Ora sono di nuovo insieme. Safia vorrebbe testimoniare in un tribunale, raccontare la sua triste storia. Ma probabilmente non lo farà. “Qui la donna è per forza colpevole”. Ha paura Safia. “Gheddafi ha ancora tanti fedeli in Libia“.

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angelico
00sabato 19 novembre 2011 13:48
Arrestato figlio di Gheddafi
Saif al-Islam bloccato nel sud
Dopo la morte del padre era succeduto alla guida della resistenza libica della così detta Giamahiria. Su di lui la Corte internazionale di Giustizia aveva emesso il 27 giugno scorso un ordine di cattura per crimini contro l'umanità. Durante la guerra civile era diventato insieme a Ibrahim Moussa, portavoce del governo
Il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam
TRIPOLI - Il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, è stato arrestato nel sud del Paese. Lo rende noto il responsabile della Giustizia del Consiglio nazionale di transizione libico.

Saif (FOTO 1) è al momento detenuto nei pressi a Obari, ha detto il ministro Mohammed al-Allagui, citato dalla tv Al-Arabiya. "Saif al-Islam, ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi), è stato arrestato nel sud della Libia insieme a due collaboratori mentre tentava di fuggire verso il nord del Paese", ha detto al-Allaqui, senza fornire altri dettagli. Secondo al-Jazeera International Saif tentava la fuga verso il Niger.

VIDEO: Ultimi istanti del raìs 2 - Cattura 3 - Lacrime 4
LO SPECIALE 5

Su Seif la Corte internazionale di Giustizia aveva emesso il 27 giugno scorso un ordine di cattura per crimini contro l'umanità. Allo scoppio della guerra civile in Libia, Seif si era da subito schierato con il padre diventando insieme a Ibrahim Moussa, portavoce ufficiale del governo. La sua cattura era stata annunciata anche il 21 agosto ma smentita poi da lui stesso 6. Dopo la morte del padre Saif è succeduto alla guida della resistenza libica della così detta Giamahiria.

Il nuovo governo libico sarà annunciato entro lunedì. Lo ha reso noto il responsabile degli Affari politici del Consiglio nazionale di transizione, Fathi Baja, secondo cui la lista del premier Abdel Rahim al-Kib, che sta lavorando "in gran segreto", è "più o meno pronta". La lista verrà approvata domani dal Cnt e, al massimo lunedì, "verranno apportati degli aggiustamenti se necessario". Il Cnt ha dichiarato la liberazione delle Libia a fine ottobre, tre giorni dopo la cattura e l'uccisione di Muhammar Gheddafi. Al-Kib, un professore universitario di Tripoli, è stato nominato il 31 ottobre per dare vita al nuovo governo di transizione.
(19 novembre 2011)

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