Riprende la produzione petrolifera in Libia
Cnt: "Svolta l'autopsia su Gheddafi
Il corpo sarà restituito ai parenti"
Lo rivela un membro del Cnt alla Bbc, mentre cresce la pressione per un'inchiesta sulla morte del raìs. Domani l'annuncio solenne della liberazione. Seguirà un governo transitorio fino all'elezione del congresso nazionale libico, cui spetterà redigere la nuova Costituzione e un governo ad interim in carica fino alle presidenziali. "Elezioni entro otto mesi", garantisce Jibril. Saif al-Islam potrebbe essersi salvato. E la tribù Qhadafia lo elegge erede del padre
Saif al-Islam Gheddafi (ansa)
ROMA - Dopo i tanti dubbi sulla fine di Muammar Gheddafi, ferito a morte durante uno scontro a fuoco o vittima di una sommaria esecuzione, la ricerca della verità inizia a farsi largo. Un funzionario del Cnt ha comunicato alla Bbc l'avvenuta autopsia sul cadavere dell'ormai ex dittatore, aggiungendo che il corpo verrà restituito ai familiari già stasera o, al massimo domani. I risultati dell'esame autoptico, come ha fatto sapere in precedenza il leader del Cnt, Mahmoud Jibril, verranno inviati all'Aja per essere esaminati dalla Corte penale internazionale.
La notizia giunge al volgere di una giornata imbarazzante per il Consiglio nazionale libico. E non perché, anche da morto, Muammar Gheddafi continui a ipnotizzare il suo popolo. Nel "mercato tunisino" di Misurata, il souk in cui il corpo dell'ex raìs è stato posto accanto a quello del figlio Mutassim in una cella frigorifera, migliaia di persone hanno continuato a sfilare davanti a ciò che resta del dittatore. Ma, rispetto a ieri, il cadavere di Gheddafi era parzialmente coperto.
Giaceva su un materasso adagiato sul pavimento e solo il capo fuoriusciva dal lenzuolo che nascondeva le ferite inferte al corpo. Ma anche la testa era stata spostata, rivolta verso sinistra, a occultare il foro sul lato sinistro del volto di Gheddafi, all'altezza dell'orecchio, secondo i testimoni perfettamente visibile ieri. Accorgimenti che sembrano testimoniare l'intenzione di nascondere anche la verità sulla morte dell'uomo che per 42 anni ha dettato la sua legge in Libia.
Verità che, dopo l'Onu e la vedova del Raìs, diventa un'urgenza sentita anche all'interno del Cnt. Prima che fosse diffusa la notizia dell'autopsia, un altro membro del Cnt, Waheed Burshan, aveva implicitamente sconfessato la versione dei fatti sin qui avvalorata dal primo ministro Mahmud Jibril, di un Gheddafi morto a seguito delle ferite riportate in uno scontro a fuoco, che trovava difficili riscontri nel materiale video girato dai cellulari dei miliziani e poi diffuso dai media di tutto il mondo. In cui Gheddafi è insanguinato, sofferente, implorante e, soprattutto, vivo.
Ad Al Jazeera, Burshan ammette la necessità di un'inchiesta. "Abbiamo saputo che Gheddafi prima era vivo e poi è morto - dichiara Burshan -. E per quanto ne sappiamo non c'è stata alcuna lotta. C'è stata una lotta quando lo hanno trasportato a Misurata? Non lo sappiamo. Di sicuro c'è stato un divario temporale, sono certo che sarà avviata un'inchiesta".
Intanto, per due giorni non si è spezzato il serpentone umano che ha iniziato a prender forma ieri, dopo la tradizionale preghiera del venerdi, all'esterno della cella frigorifera al "mercato tunisino" di Misurata. Sospinto da un desiderio di conferme, come se il popolo volesse accertarsi di persona che tutto quanto ha raccontato e mostrato la tv fosse vero. Che Gheddafi è morto, che la Libia è libera.
Che la Libia è libera lo annuncerà solennemente domani il Consiglio nazionale transitorio, secondo quanto riferito dal portavoce Abdo Rahman Busin. L'annuncio sarà dato in serata dal presidente del Cnt, Mustafa Abdul Jalil. Da quel momento inizierà il vero e proprio cammino della Libia verso la democrazia. Primo obiettivo del Cnt, formare entro un mese un governo transitorio con sede a Tripoli, dove nei prossimi giorni si trasferiranno i membri del Consiglio. Poi, entro otto mesi, le elezioni per dare un volto al nuovo congresso nazionale libico, come spiegato dal primo ministro del Cnt, Mahmud Jibril.
Il congresso, spiega Jibril, "avrà due compiti: redigere una Costituzione, sulla quale svolgeremo un referendum, e formare un governo ad interim che resterà in carica fino a quando si terranno le prime elezioni presidenziali". Ma non basterà il calendario della politica a fare di una Libia ancora intrisa del sangue versato nella guerra civile una nazione unita. La priorità, conferma ancora Jibril, parlando al World Economic Forum in Giordania, è la bonifica delle strade dalle armi e il ripristino di stabilità e ordine.
Ma, soprattutto, "bisogna avviare un processo di riconciliazione. In caso contrario non possiamo fare nulla" ammonisce il primo ministro, le cui dimissioni dimissioni giungeranno domani, dopo l'annucio solenne della Libia liberata. Nelle sue ultime ore da premier, Jibril lancia anche un messaggio alla Libia e a quanti ambiscono alle sue ricchezze naturali. "La nuova Libia dovrà dotarsi di regole sulla concessione di appalti petroliferi e non deve affidarsi a scelte politiche - il monito di Jibril -. Avviso il nuovo governo che le regole economiche dovrebbero essere 'la regola'. E' molto pericoloso avere contratti politici".
La nuova Libia si proietta, dunque, verso il futuro. Ma sul presente continua ad aleggiare il fantasma di Gheddafi. Un fantasma chiamato Saif al-Islam. Dato per catturato, poi ferito e infine ucciso ieri, il figlio prediletto del Colonnello, il volto più presentabile del regime appena caduto, potrebbe essere riuscito a riparare in Niger, dopo aver attraversato il deserto a sud della Libia, sfuggendo ai raid Nato e ai miliziani del Cnt a caccia del convoglio di tre blindati con cui è fuggito da Sirte due giorni fa. E in Niger è segnalato anche l'ex capo dei servizi segreti di Gheddafi e cognato del raìs, Abdallah al Senussi.
Una mezza ammissione giunge da Abdul Majid Mlegta, comandante militare del Cnt. Se confermata, la notizia costituirebbe un serio ostacolo per il Consiglio nazionale transitorio (Cnt) libico, perché si offrirebbe un punto di riferimento a chi in Libia è rimasto fedele al colonnello. Tanto è vero che le voci della riuscita fuga hanno spinto la tribù Qhadafia, da cui i Gheddafi traevano le loro radici, a eleggere Saif al-Islam come erede del padre alla guida della Libia, come riferisce il sito del quotidiano arabo al-Sharq al-Awsat. Il compito di Saif al-Islam, "liberare la Libia dai ribelli della Nato", come hanno dichiarato gli esponenti tribali citati dal giornale. Per questo, i notabili della tribù e gli uomini rimasti fedeli al colonnello a Sirte hanno votato contro il riconoscimento del Consiglio nazionale transitorio e per la non partecipazione al futuro governo della Libia.
Al Cnt, la tribù chiede solo una cosa: consentire la sepoltura di Muammar Gheddafi e del figlio Mutassim nella città natale di Sirte, invitando l'Onu, l'Organizzazione della conferenza islamica e Amnesty International a premere sul Cnt affinché consegni "i cadaveri dei nostri martiri e autorizzi la loro sepoltura nel rispetto dei precetti islamici". Il Cnt per il momento ha fatto sapere che sul corpo di Gheddafi non sarà effettuata l'autopsia.
Intanto, iniziano a emergere i primi, soprendenti dettagli sul tesoro del Colonnello. Pare che Gheddafi fosse riuscito a nascondere all'estero più di 200 miliardi di dollari, il doppio della cifra di cui hanno sempre sospettato i governi occidentali, come riportano fonti di stampa citando alti ufficiali dell'amministrazione libica. Denaro distribuito in vari paesi del mondo, tra cui gli stessi Stati Uniti.
Sul fronte Nato, il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, in una conferenza stampa a Bruxelles, ha garantito che l'Alleanza non manterrà forze in Libia dopo la fine delle operazioni, decisa per il prossimo 31 ottobre. E dall'Onu la Russia incalza, presentando una proposta di risoluzione per l'immediata cancellazione della no-fly zone sulla Libia. "Dal momento che la no-fly zone sulla Libia è stata imposta dal Consiglio di sicurezza - argomenta l'inviato speciale di Mosca al Palazzo di Vetro, Vitaly Churkin - è il Consiglio a dover prendere la decisione di rimuoverla. In Libia sono accaduti cambiamenti radicali. E' il momento di chiudere questa fase, no fly zone inclusa".
(22 ottobre 2011)
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