FIONA APPLE
The Idler Wheel Is Wiser Than The Driver Of The Screw And Whipping Cords Will Serve You More Than Ropes Will Ever Do [2012]
BG - 6,5
ML - 7,0
Fiona Apple - Jonathan
Fiona Apple - Werewolf
Fiona Apple - Valentine
Fiona Apple - Every Single Night
Fiona Apple - Hot Knife
ML Disco accolto con grande onore dalla critica oltreoceano, meno da quella europea, segno che le importazioni dall’america segnano il passo in ogni campo. Ok, Fiona Apple per me qui fa un discreto disco ma per lei questo è un mezzo passo falso ed è perciò una delusione per i suoi fan. Saranno le orecchie italiane in crisi qui ma di "Tidal" e di quella versione pre-censura Sony di "Extraordinary Machines" pare rimanere solo una pallida eco.
Si sa che i pezzi della songwriter di NYC famosa per la sua irruenza risentano della genesi pianistica e quindi, di solito, hanno un certo taglio 'classical'. Ma di solito non passava pezzo senza che Fiona Apple finisse per prendere un’ispirazione travolgente, andandosene perfino ad aggredire fisicamente i tasti del piano. Di regola non ne usciva mai un quadretto pop tranquillo.
Purtroppo, a dispetto delle prove precedenti qui, in quest’ultimo album, c’è tanta maniera e poca sostanza. Manca un pezzo definitivamente convincente ed ispirato ed è un peccato. Tutto largamente sufficiente, per carità. “Werewolf”, ad es., è un pezzo costruito attorno ad un arpeggio di piano che lascia intravedere intatte le capacità espressive dell’autrice; lo stile è quello affascinante di sempre, che crea aspettativa, ma manca la sequenza di battute trascinanti ed alla fine emerge un senso di insoddisfazione per quello che poteva essere ma non è stato.
“Every Single Night” ha un certo swing e l’interpretazione è vibrante. Tutto crea aspettativa ma alla fine del pezzo, tirando le somme, la voce onnipresente finisce per appesantire il tutto senza che vi sia stata la soddisfazione per una progressione che liberi la tensione.
Certo, c’è tutto lo swing che volete, c’è l’emissione sonora inconfondibile di F.A., quel fare jazzato di buttare lì emozioni diverse, un timbro che è un marchio di fabbrica, un leggero accenno di raucedine qua e là, tutto studiato alla perfezione, ok, non si discute che ci sia del talento. Non si scende mai di grado, il livello è sempre alto. C’è poi tutta la ritrosia nel comporre musica per versi e ritornelli, v'è un certo qual senso di free-form pop, e ci sono tante altre cose a livello progettuale, ma alla fine c’è sempre e comunque la consolidata forma-canzone e questo è un peccato se affronti la cosa con la voglia di stupire o l’intento di fare qualcosa che si tiri fuori dal mare di cose che escono ogni settimana.
“Valentine” è certamente intensa, non ha velleità di classifica, si avvicina ad una confessione sentimentale, porta silenzi, stop & go (ok, rectius: pause e silenzi improvvisi), il costrutto atipico, la progressione irregolare, leggermente disarmonica. Insomma tutto bene, ma l’aspettativa rimane leggermente inappagata: forse per Fiona Apple vogliamo sempre e solo un disco da 9,0 e per me solo così si giustifica tale voto esorbitante di Pitchfork.
“Jonathan” ha l’andamento incerto, pattern ritmici irregolari, un’armonia in bilico fra maggiore e minore, e mi convince perché l’espressione è entusiasmante, ma mi rendo conto che si tratta di un’escamotage, non c’è quella sintesi di convenzione ed innovazione che rende un brano eterno.
“Hot Knife” mette sotto il riflettore un duetto con la sorella ricco di contrappunti vocali ma anche qui qualcosa non mi pare convincere, pare un esercizio di stile. Sarà che si ascolta anche con il cuore. Disco di transizione.
BG Avevo già ascoltato qualcosa al volo, non ricordo cosa ma l’impressione era del tutto positiva. Qui c’è uno stile e un modo di far musica tutto suo che mi ha veramente colpita, oltre alla voce. Non è il mio genere e non ho apprezzato tutte le canzoni, ma mi hanno incuriosita e cmq ho estrapolato canzoni che mi sono piaciute molto e che non hanno niente a che fare con la banalissima melodia, certo se uno cerca musica per passarsi il tempo in spiaggia, forse questo disco non va bene. Si percepisce la personalità e la sensibilità dell’artista.
Forse l’unica che ha un ritornello (solo quello eh) canticchiabile è Every Single Night. C’è un’atmosfera da cabaret che va e viene per tutto l’album....immagino qualcuno seduto al piano in un teatro che prova con la cantante e le ballerine che fanno le prove con altra musica in sottofondo.
Hot Knife è estremamente affascinante, bellissime le voci sovrapposte, bellissimo il ritmo........mi ha ricordato lo sbarco degli ammutinati del Bounty a Tahiti ....i tamburi in sottofondo...Per le altre, pianoforte, batteria e voce.