1Krishna continuò: “Ripreso il mio arco, ricomincia a trafiggere le teste dei nemici dei Sura che stavano sopra il Saubha. 2Ricomincia a lanciare con l’arco Saranga, molte frecce dalla forma di un serpente, capaci di raggiungere grandi altezze, tutte dotate di grande energia. 3O Re, non potevo vedere il Saubha, in quanto a causa di un incanto era scomparso. Rimasi stupito. 4Quell’armata di Asura, dai visi terribili, dai capelli orribili, lanciarono un terribile urlo, io rimasi in attesa del carro Saubha. 5In quella grande battaglia, il mio proposito era quello di ucciderli, fissai nell’arco un arma capace di uccidere i nemici, seguendo le onde sonore delle loro voci, ma il ruggito cessò. 6Ma tutti quei Danava che erano stati mandati avanti morirono a causa delle mie frecce, brillanti come il Sole, capace di colpire un nemico attraverso il suono della sua voce. 7Quando i colpi dei Danava cessavano da una parte, subito iniziavano da un’altra, lanciai le mie armi anche in quella direzione. 8In questo modo gli Asura ripresero ad urlare, il loro ruggito poteva essere udito in tutte le direzioni. Tutti questi furono da me uccisi. 9Guardandomi intorno, avvicinandomi, il carro Saubha, capace di raggiungere qualsiasi luogo, apparve di nuovo. 10Poi quegli agenti distruttivi, quei Danava dalle forme terribili, mi ricoprirono lanciandomi grandi quantità di pietre. 11Provarono più volte ad uccidermi con le pietre, coperto da quelle rocce sembravo una montagna. 12Io, il mio auriga, i miei cavalli, eravamo tutti ricoperti di pietre, fino alla cima dello stendardo, non potevamo vedere nulla. 13Le mie armate furono prese dal panico, quindi cominciarono a fuggire in tutte le direzioni. 14Vedendomi in quello stato, il firmamento, il cielo e la terra, esclamarono: “Oh, poveri noi”. 15I miei amici, afflitti dal dolore, preoccupati cominciarono a piangere, e aspettavano in ansia. 16La gioia pervadeva il cuore dei nemici, come il dolore pervadeva il cuore dei miei uomini. Questo l’ho saputo dopo che ebbi sconfitto i nemici. 17Impugnata la saetta, l’arma preferita da Indra, mi liberai dalle pietre, ridussi in briciole quei grandi massi. 18I miei cavalli, afflitti dal peso delle rocce, tremavano, erano sul punto di morire. 19Nel rivedermi, tutti i miei amici ricominciarono a gioire, così come uno gioisce nel vedere il Sole riapparire nel cielo dopo che le nuvole si sono disciolte. 20Vedendo i miei cavalli ancora afflitti dal peso delle pietre, sul punto di morire, il mio auriga, con parole adatte all’occasione, disse: 21“O discendente die Vrisni, guardate Salya il signore del Saubha è là, non trascuratelo, continuate a combattere. 22Non dimenticatevi di lui, uccidetelo, non lasciatelo vivere un momento di più. 23Un nemico deve sempre essere ucciso. Nemmeno un nemico debole deve essere trascurato da un uomo forte. 24Nemmeno se questo si trova ai propri piedi, non bisogna perdersi in parole quando si è in battaglia, o Krishna sforzatevi di ucciderlo. 25Conquistatelo, non ritardate nel farlo. Questo non può essere ucciso con mezzi normali. 26Non può essere un amico, colui che ha devastato Dwarka e che ora sta combattendo con voi”. Udite le parole del mio auriga, 27sapendo che le sue parole erano vere, ricominciai a combattere con l’intenzione di uccidere Salya e distruggere il suo Saubha. 28Dissi all’auriga: “State fermo”. Quindi fissai nel mio arco, nel mio distruttore di Danava, 29la mia arma favorita, dalle origini celesti, risplendente e di potenza irresistibile, brillava di bruciante energia, non poteva essere fermata, era in grado di penetrare qualsiasi cosa. 30Dissi: “Vai distruggi il Saubha e tutti i nemici che contiene”. Dette queste parole, dopo averla caricata con dei Mantra, in collera, 31con la forza delle mie braccia, lanciai il potente disco, capace di ridurre in cenere gli Yaksha, i Rakshasa, i Danava 32e i Re nati da una razza impura, tagliente come un rasoio, il quale è come Yama, in grado di uccidere tutti i nemici. 33lanciato nel cielo, il disco Sudarshana, sembrava brillare come il Sole alla fine dello Yuga. 34Avvicinatosi al Saubha, il quale era grande come una città, lo splendore di quel carro scomparve, il disco procedeva dritto, lo vidi tagliare a metà come fosse un grosso albero. 35Tagliato in due dalla forza del Sudarshana, il Saubha precipitò come la città di Tripura colpita da Siva. 36Dopo che il Saubha fu caduto, il disco tornò nella mia mano. Poi lo lanciai di nuovo, urlando: “Vai da Salya”. 37ome raggiunto, mentre era sul punto di lanciare una grossa clava, Salya fu tagliato in due. Con il suo splendore, il disco spense il nemico. 38Quando quel coraggioso nemico fu ucciso dal mio arco, tutti i Danava, esclamando: “Oh, poveri noi”, fuggirono in ogni direzione. 39Puntato il carro, davanti al Saubha, suonai la conchiglia, rallegrando il cuore dei miei amici. 40Vedendo il loro carro, grande come una città, alto come la cima del monte Meru, con i suoi palazzi, porte, distrutto e in fiamme, tutti i Danava fuggirono per la paura. 41Ucciso Salya e distrutto il Saubha, tornai ad Anartha per deliziare i miei amici. 42O Re, questa è la ragione per cui non venni ad Hastinapura. Se fossi venuto, Duryodhana non sarebbe sopravvissuto sufficientemente per vincere il gioco, questo non avrebbe avuto luogo. 43Cosa posso fare oggi? E’ difficile fermare l’acqua, quando una diga è stata rotta”.
44Vaisampayana continuò: Dopo aver detto queste parole, quel bel uccisore di Madhu, quel migliore fra gli uomini, salutò i Pandava e si preparò a partire. 45Il Re Yudhishthira lo salutò, Bhima lo abbracciò e gli annusò la nuca. 46Con reverenza, fu abbracciato da Arjuna e dai gemelli Nakula e Sahadeva. Fu onorato da Dhaumya e omaggiato da Draupadi in lacrime. 47Facendo salire Subhadra e Abimanyu sul carro dorato, dopo essere stato salutato dai Pandava, salì anche lui a bordo. 48Consolato Yudhishthira, Krishna ripartì per Dwarka a bordo del suo carro, splendente come il Sole, trainato dai cavalli Saibhya e Sugriva. 49Quando quell’eroe della stirpe Dasraha se ne fu andato, Dhristadyumna il figlio di Prisata, portò con se, nella sua città, il figlio di Draupadi. 50Dopo aver visto i Pandava, Dhristaketu il Re di Chedi, prendendo con se sua sorella Karenumati, la moglie di Nakula, fece ritorno alla sua deliziosa città, chiamata Suktamati. 51Anche i Kaikeya con il permesso dell’energico Yudhishthira il figlio di Kunti, salutati tutti se ne andò. 52Malgrado che i Brahmana e i Vaisya e altri sudditi, furono spinti ad allontanarsi, loro non volevano lasciare i Pandava. 53Quella schiera di gente che nella foresta di Kamyaka, circondava quelle grandi anime dei Pandava era straordinaria. 54Onorati quelle grandi anime dei Brahmana, nel momento giusto, Yudhishthira ordinò che il suo carro fosse preparato (Mahabharata - Vana Parva - Arjuna Bhigamana Parva - Sezione 22).