Gnocchi e polenta riabilitati, a patto di non condirli troppo

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angelico
00lunedì 14 novembre 2011 20:34
Gnocchi e polenta riabilitati,
a patto di non condirli troppo
I carboidrati complessi aiutano a ridurre i grassi

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Gli gnocchi van bene, basta che non siano conditi troppo MILANO - Gnocchi di patate in una pagina di "ricette della salute"? Potrà sembrare strano, ma anche questi alimenti possono rientrare nella nostra dieta abituale come alternativa alla pasta e al riso, per i quali le linee guida italiane per una sana alimentazione prevedono un consumo giornaliero. Anzi, secondo uno studio pubblicato su Nutrition Reviews, gli gnocchi offrono un vantaggio in più.
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«Mettendo a confronto alcuni alimenti della tradizione mediterranea, e cioè pane e pizza, con altri come gli gnocchi e con la pasta, si è visto che questi ultimi due hanno un indice glicemico più basso — spiega Gabriele Riccardi, presidente della Società italiana di diabetologia e coautore dello studio —. Questo significa che, a parità di apporto in carboidrati, comportano un incremento del livello di glucosio assai più contenuto, e questo li rende una scelta più idonea specie per chi ha il diabete e deve tenere sotto controllo la glicemia anche dopo i pasti. Nel caso degli gnocchi questa caratteristica è dovuta alla combinazione dell'amido contenuto nelle patate con quello presente nella farina di frumento che ne rende molto compatta la struttura e ne rallenta la digestione. Naturalmente, pane, pizza, polenta, riso bianco, con un indice glicemico più alto, non sono da demonizzare, ma andrebbero mangiati in porzioni più contenute».

E ancora, gli gnocchi, se facessero parte delle tradizioni inglesi, potrebbero, per le loro caratteristiche, rientrare a buon titolo fra i piatti che sono stati suggeriti a 150 famiglie della Gran Bretagna per verificare se la promozione del consumo di alimenti amidacei «magri» (che includono pasta, pane, riso, patate, legumi, cereali da prima colazione) si traduce nella riduzione del consumo di grassi fra chi ne mangia troppi. I risultati dello studio, che ha confermato l’ipotesi iniziale, sono poi stati pubblicati on line sul British Journal of Nutrition.

Ma un approccio di questo tipo, che include lezioni di cucina, avrebbe un senso per noi, molto più abituati a consumare alimenti amidacei? Probabilmente sì, e non solo per ribadire che i carboidrati complessi, di cui gli amidi fanno parte, sono fondamentali nella dieta, ma anche per attirare l’attenzione sulle preparazioni. Infatti, se per una porzione media (pari a 170-180 g) di gnocchi l’apporto energetico oscilla fra le 240 e 290 kcal (80 g di pasta, o di farina di mais ne apportano circa 280), spesso il vantaggio della loro «magrezza» viene perso per la esagerata quantità di grassi con cui si condiscono.

Carla Favaro
14 novembre 2011 10:28

www.corriere.it/salute/nutrizione/11_novembre_14/polenta-gnocchi-riabilitati-favaro_74b7c148-0c76-11e1-bdbd-5a54de0001...
badgirl.
00martedì 15 novembre 2011 22:18
Gnocchi e polenta riabilitati,
a patto di non condirli troppo


...e che siano scarse le porzioni, va.....
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