Gli inganni del diavolo

Jon Konneri
00domenica 8 novembre 2009 15:44
di Corrado Gnerre tratto da Il Settimanale di Padre Pio Luglio 2005



Tempo fa avemmo occasione di dire che non tutto ciò che è al di fuori della dimensione naturale è di per sé miracolo, cioè riconducibile a Dio. E facemmo un’opportuna differenza tra “miracolo” e “prodigio”.

Il miracolo è sempre segno della presenza di Dio, mentre il prodigio può venire da Dio o anche dal mondo angelico, e quindi dagli angeli cattivi, essendo quelli buoni completamente vincolati alla Volontà di Dio stesso.

Spesso si crede che quando avvengono fenomeni straordinari l’unico problema da parte della Chiesa sia quello d’indagare se c’è l’imbroglio umano. In realtà quest’indagine è relativamente semplice. Il difficile viene proprio quando si capisce che l’imbroglio umano non c’è. È allora che si deve stabilire se ciò che si è verificato è venuto dal “piano di sopra” o dal “piano di sotto”, da Dio o dal diavolo.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma quando ci sono visioni buone, che interesse può avere il diavolo a procurarle? La risposta non è difficile. Al demonio non interessa il mezzo, ma il fine. A lui interessa solo allontanare le anime da Gesù e dalla sua Chiesa, il resto è relativo. Se qualcuno ha la tendenza all’ateismo e al materialismo è evidente che il diavolo cercherà in tutti i modi di radicarlo in questa tendenza; ma se altri hanno la tendenza al relativismo religioso (tutte le religioni sono buone), a vedere Dio in ogni spiritualità, il diavolo alimenterà ugualmente questa tendenza: l’importante, per lui, è solo che ci si allontani dalla Verità.

Oggi è difficile trovare qualcuno (sarebbe stato molto diverso negli anni ’70) che si professa ateo; è molto più facile trovare persone che dicano: “Sì, io credo in Dio, ma credo che ogni religione sia vera... o sia falsa, il che è lo stesso”!

Ebbene, a dimostrazione di quanto detto, ricordiamo che sono accaduti (e possono accadere ancora adesso) fatti emblematici che insegnano come il demonio possa agire nei modi più ambigui ed imprevedibili. Citiamo solo due esempi: il caso di Nicole Tavernier e quello di suor Maddalena della Croce.

Partiamo da Nicole Tavernier. Tutta Parigi – siamo nel XVI secolo – si entusiasmò per una domestica, per l’appunto Nicole Tavernier, che faceva “miracoli”. Riusciva a spostarsi quasi istantaneamente da un posto all’altro della Francia: da Parigi a Tours e poi nuovamente a Parigi. Annunciava avvenimenti che accadevano molto lontano. Divenne tanto famosa ed importante che riuscì a convincere finanche l’Arcivescovo ad organizzare una processione pubblica, a cui partecipò persino il Parlamento francese. Ma proprio in quegli anni, una vera santa, Madame Accarie, che diventerà la beata Maria dell’Incarnazione, carmelitana, andava dicendo: «Attenzione! Dio non c’entra in queste cose». Perché affermava ciò? Perché aveva colto la Tavernier in palese menzogna e in comportamento di autocompiacimento. E questo poteva bastare. La Tavernier finì per lasciare la Chiesa Cattolica e divenne calvinista.

Il secondo caso è molto più clamoroso. Accadde qualche anno prima, agli inizi del XVI secolo, in Spagna. Una suora, Maddalena della Croce, riuscì ad ingannare tutto il Paese. Faceva cose portentose: si alzava da terra, l’Ostia partiva dalle mani del sacerdote per posarsi sulle sue labbra, in alcuni giorni dell’anno le comparivano le stimmate... Fece poi una cosa che la resa famosissima: annunciò che il re di Francia, Francesco I, era stato sconfitto a Pavia ed era stato fatto prigioniero dall’esercito spagnolo. Verissimo. D’altronde se il demonio non può conoscere il futuro, può certamente spostarsi con molta rapidità da un posto all’altro, potendo così dire cosa è accaduto molto lontano. Dopo di questo fu un continuo trionfo per suor Maddalena: popolo, sacerdoti, vescovi, imperatore e imperatrice, tutti la veneravano e la consultavano. Ma (ecco la svolta!) un giorno arrivò da Roma un visitatore apostolico. Entrò nella clausura del convento dove dimorava suor Maddalena e fu colpito da molte ambiguità. Interrogò tutte le suore e anche la Madre badessa. Poi interrogò la stessa suor Maddalena che finì col cedere e confessare che da piccolina, nella sua ingenuità (faceva la pastorella), aveva dato la sua anima al demonio in cambio di poter compiere prodigi. Oggi le bambine chiederebbero di diventare veline o miss Italia, allora, invece, la santità costituiva un ideale importante (anche questo è segno dei tempi!). La cosa durò per ben trent’anni. Sia ben chiaro, però, che suor Maddalena, non “compiva” miracoli, ma solo prodigi.

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