preso da futsalplanet.com
PRESO DA FUTSALPLANET.COM
Article from the Italian Magazine "La Stampa"
Courtesy: La Stampa (printed version)
Scandalo Azzurro, c'è una nazionale tutta brasiliana
L'ex capitano Zaffiro: "Ai mondiali siamo arrivati secondi tra insulti e sfottò
- Calcio a 5, a Ostrava l'Italia di Nuccorini difende il titolo Europeo con un solo italiano di nascita tra i convocati: il terzo portiere *
Interview by Roberto Condio published on February 14th, page 39 - "La Stampa"
Accadono cose strane nel calcio a 5. La prima è che poco più di due mesi dopo il Mondiale di Taipei, oggi comincia l'Europeo di Ostrava. Calendario folle, Italia comunque protagonista: seconda nel torneo iridato, per difendere il titolo continentale conquistato due anni fa parte da un girone di ferro. Se vuole evitare di giocarsi la qualificazione giovedì contro la Spagna oro mondiale, oggi all'ora di pranzo deve debuttare bene contro l'ostico Portogallo. Non facile visto che gli ultimi tre scontri diretti sono finiti in parità.
Quanto a stranezze, però, è proprio la nostra nazionale a non temere confronti. Mai vista un'Italia meno italiana, nemmeno nel baseball e nell'hockey su ghiaccio, sport pieni di "paisà". Non è una novità nel futsal abituato a fare abbondante uso di oriundi brasiliani. Erano 12 su 15 convocati (* note: Ripesi was selected as a substitute, the official list also for the World Championship includes just 14 players), nel mondiale dello scorso dicembre. Tanti, troppi. Adesso sono addirittura di più: 14, con un solo italiano "doc", il terzo portiere Valerio Bernardi, 33enne romano, che probabilmente non metterà mai piede in campo. Rispetto all'argento iridato sono quattro i nuovi naturalizzati: Farina, Scala, Jubansky e Sartori. Niente più azzurro invece per tre dei "nostri": l'infortunato Angelini, l'altro portiere Ripesi e soprattutto l'ex capitano Salvatore Zaffiro, unici reduci dalla felicissima trasferta cinese a non avere il portoghese come lingua madre.
Dica la verità Zaffiro: l'hanno fatta fuori?
- "No, più semplicemente è finito il mio ciclo: continuo solo con il club. A quasi 36 anni, con 83 presenze in Nazionale, dopo il mondiale era ora di smettere. Ho dato e ricevuto tanto."
Non è il caso di Luca Ippoliti, romano come lei. A inizio mese ha abbandonato il ritiro azzurro dicendo che in un gruppo di brasiliani era a disagio, si sentiva messo da parte. Sbaglia, forse?
- "Non posso giudicare. Personalmente non ho mai avuto problemi: pensavo solo a dare il massimo. Gli "italo", come li chiamiamo noi, sono tutti bravi ragazzi. E con loro parlavo italiano. Certo che 14 su 15..."
Già, come si fa a chiamarla Italia?
- "Si deve, perchè hanno tutti il doppio passaporto, sono in regola. Anche se, finito di giocare, torneranno in Brasile. Il problema è un altro: prima della nazionale sono stati i club a fare incetta di oriundi. Ormai ci sono squadre piene di brasiliani, argentini e paraguiani, portati da procuratori e manager. Costano meno e sono già pronti all'impiego: conviene più che investire sui nostri giovani. Un'inversione di tendenza, insomma, dovrebbe partire dalle società"
Possibile che non ci siano giocatori italiani degni di vestire l'azzurro?
- "Qualcuno ci sarebbe ma evidentemente non va d'accordo col ct, non sopporta la rigidità di Nuccorini, che ha saputo plasmare un gruppo forte ed unito con gli oriundi, forse più malleabili."
E così siamo diventati più forti ma a prezzo di insulti e sfottò. Conferma?
- "Vero. Ai mondiali ci cantavano "Brazil, Brazil". Quelli della Selecao erano infuriati, così come gli spagnoli. Sinceramente non è stato bello, c'è bisogno di qualche italiano in più, nella nostra Nazionale"
Anche perchè chi lo canterà adesso l'inno di Mameli?
- "Non è un problema, questo. Chi arriva in azzurro deve impararlo a memoria, così come si faceva a scuola con le poesie. Agli oriundi danno un foglio col testo: lo studiano in camera, lo provano in pullman"
Non fa tristezza?
- "Forse. Ma finchè ero dentro non ci ho fatto caso. Ripeto: mai avuto problemi con loro. In più insieme abbiamo pure cominciato a vincere. E due anni fa, a Caserta, sono stato io ad alzare la coppa di campione d'Europa."
Davanti all tv, dunque, tiferà Italia?
- "Sempre, ci mancherebbe. Anche se sono curioso di vedere l'effetto che mi fa da casa. Risentiamoci dopo l'Europeo, chissà."
Già, sarebbe sgradevole accorgersi dai labiali che davvero ora c'è un'Italia che in campo parla solo portoghese, composta da giocatori nati a Rio, S. Paolo, Forteleza, S. Catarina. Forse questo ItalBrazil più Brazil che Italia non piacerà nemmeno a Gianni Petrucci, grande capo del nostro sport.