E' morta Rita Levi Montalcini. Premio Nobel e senatore a vita, aveva 103 anni

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angelico
00domenica 30 dicembre 2012 17:42
E' morta Rita Levi Montalcini.
Premio Nobel e senatore a vita, aveva 103 anni
Si è spenta nella sua abitazione di Roma. Nel 1986 vinse il Nobel per la medicina grazie alla scoperta e all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa
Lo leggo dopo
(ansa)
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Addio a Rita Levi Montalcini: il cordoglio su Twitter
ROMA - E' morta la senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Il premio Nobel per la medicina si è spenta nella sua abitazione a Roma in via di Villa Massimo, a due passi da Villa Torlonia. Aveva 103 anni ed era nata a Torino. La scienziata era con alcune persone care che, di fronte al peggioramento delle sue condizioni di salute, hanno subito chiamato un'ambulanza per portarla alla vicina casa di cura Villa Margherita. Ma il quadro clinico è andato rapidamente peggiorando. Quando il personale del 118 è arrivato sul posto, non ha potuto fare altro che costatarne il decesso.

Rita Levi Montalcini nel 1986 vinse il Premio Nobel per la medicina grazie alla scoperta e all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa (foto). E' stata, inoltre, la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 2001 fu nominata senatrice a vita, dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che la scelse per i suoi meriti sociali e scientifici.

La scienziata sarà sepolta nel cimitero monumentale di Torino accanto alla sorella gemella Paola, nota pittrice scomparsa nel 2000.

I messaggi di cordoglio. "Tutta Roma è addolorata per questa tristissima notizia", commenta il sindaco della capitale Gianni Alemanno: "La scomparsa di Rita Levi Montalcini è un gravissimo lutto - continua- per l'Italia e per tutta l'umanità".

Anche Walter Veltroni manifesta il suo compianto: "Con Rita Levi Montalcini se ne va una personalità straordinaria - dice l'esponente Pd - una donna che nella sua lunghissima splendida vita ha mostrato impegno, forza, ingegno straordinari. Ci mancherà".

Parole di cordoglio arrivano dal presidente del Senato, Renato Schifani: "Con lei l'Italia perde un grande scienziato e una grande donna, ma la sua figura e il suo insegnamento rimarranno sempre vivi nel nostro ricordo e continueranno a costituire motivo d'orgoglio per il nostro Paese". Mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini la ricorda così: "Con Rita Levi Montalcini scompare una grande italiana animata da un profondo amore per il suo Paese e per le sue istituzioni democratiche".

"È stata una donna che ha testimoniato la sua passione per la scienza ed è stata educatrice delle giovani generazioni, credendo fermamente nella trasmissione del sapere", dice il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, mentre per Piera Levi-Montalcini, nipote della scienziata e consigliere comunale a Torino nel gruppo dei Moderati: "E' un faro di vita che si è spento. La sua più grande lezione? La tenacia. Ha insegnato ai giovani a non mollare mai, impegnando se stessi nella ricerca come nella vita".

Roberto Cota, governatore del Piemonte, esprime il cordoglio della regione: "Per noi è un vero onore che sia nata a Torino e che da qui abbia poi fatto tanta strada, dedicando la sua vita alla scienza, raggiungendo altissimi meriti in campo scientifico". Mentre il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino, così ricorda la senatrice a vita, alla quale nel 1987 Torino conferì la cittadinanza onoraria: "Ci sono personalità destinate a interpretare simboli e a incarnare ideali. Così è stato per il premio Nobel Rita Levi Montalcini, mente straordinaria con la forza morale delle anime più nobili".

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi esprime il suo pensiero su Facebook: "Una donna che allo stesso tempo ci ha reso orgogliosi di essere italiani e cittadini del mondo". Per Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale Pd, la Montalcini "lascia un segno inconfondibile in tutto il mondo del genio femminile non solo nel campo della medicina, dove aveva conquistato il premio Nobel e prestigiosi riconoscimenti internazionali. La ricorderemo non solo per i suoi successi, il suo infaticabile lavoro, ma anche per la sua autentica passione civile, l'amore per la democrazia e le tante battaglie per la promozione della dignità della donna, i diritti umani, la giustizia, la pace". E su Twitter Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, scrive: "Ci inchiniamo alla memoria di Rita Levi Montalcini, grande donna che ha onorato la ricerca le istituzioni e prima di tutto la Repubblica Italiana".

Per Ignazio Marino, chiurgo e senatore Pd, "la valorizzazione dei giovani e delle donne era il suo obiettivo, insieme alla promozione dei talenti e delle idee più promettenti". Luigi Nicolais, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, ne ricorda l'impegno: "E' per noi motivo di commosso orgoglio ricordare la sua prolungata collaborazione con il Cnr: dal Centro di Ricerche di neurobiologia, al Laboratorio di Biologia cellulare, fino all'Istituto europeo di ricerca sul Cervello-EBRI".

"Una donna carismatica che ha dato lustro al nostro Paese", è il commento del presidente del Consiglio Mario Monti. "Ha saputo unire l'eccellenza della ricerca con una forte passione civile" dice il ministro della Salute Renato Balduzzi. "Grande donna, ha onorato l'Italia", afferma il leader del Pd Pierluigi Bersani. E anche Silvio Berlusconi, in una nota, "si unisce a tutti gli italiani che in questo momento le rendono omaggio". "Onoriamola fermando la fuga di cervelli dall'Italia", dice invece Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio.










(30 dicembre 2012)


www.repubblica.it/scienze/2012/12/30/news/morta_rita_levi_montalcini-49677532/?re...



Roma: morta Rita Levi Montalcini, senatrice a vita e premio Nobel
E’ deceduta all'età di 103 anni nella sua casa via di Villa Massimo nella Capitale. Nel 2001 entra a Palazzo Madama su nomina di Carlo Azeglio Ciampi "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". Durante il governo Prodi, tra il 2006 e il 2008, essendo il suo un voto decisivo per la tenuta dell'esecutivo di centrosinistra viene aspramente contestata dagli esponenti della minoranza. Storace, sul suo blog, nel 2007 proclamava: "Regaliamole un bel paio di stampelle". Oggi dice: "Un onore averla conosciuta"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 30 dicembre 2012Commenti (399)

Più informazioni su: Rita Levi Montalcini, Roma.

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E’ morta Rita Levi Montalcini. Aveva 103 anni. La senatrice a vita è deceduta intorno alle 14 nella sua casa in via di Villa Massimo, in una zona residenziale di Roma a due passi da Villa Torlonia. La scienziata era con alcune persone care che, accortesi del peggioramento delle sue condizioni di salute, in un primo momento – come è stato riferito da loro stessi – hanno chiamato un’ambulanza per portarla alla vicina clinica Villa Margherita. Ma il quadro clinico è andato rapidamente peggiorando e il premio Nobel si è spenta nella sua abitazione.

Le sue ricerche in campo scientifico la portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o Ngf (Nerve growth factor, ndr). Ricerche grazie alle quali, nel 1986, riceve il premio Nobel per la medicina. Socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche, tra i soci fondatori della Fondazione Idis-Città della Scienza, è la prima donna ammessa alla Pontificia accademia delle Scienze. E’ stata sempre molto attiva in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società. Nel 1992 ha istituito, insieme alla sorella gemella Paola (morta nel 2000), la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre – Adamo Levi, ingegnere elettrotecnico e matematico - rivolta alla formazione e all’educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario, con l’obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese. Sempre a favore dei giovani scienziati, nel marzo 2012 rivolge un appello al governo Monti insieme al senatore Ignazio Marino (Pd), “affinché non cancelli il futuro di tanti giovani ricercatori, che coltivano la speranza di poter fare ricerca in Italia. Il decreto legge su semplificazioni cancella i principi di trasparenza e merito alla base delle norme che dal 2006 hanno consentito di finanziare i progetti di ricerca dei giovani scienziati under 40 attraverso il meccanismo della peer review, la valutazione tra pari”.

Il 1° agosto 2001 viene nominata senatrice a vita da Carlo Azeglio Ciampi ”per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”. Per questo suo ruolo, sempre svolto con grande serietà e rigore, nel periodo del governo Prodi, tra il 2006 e il 2008, fu aspramente contestata dagli esponenti del centrodestra che, facendo leva sulla sua età avanzata, la insultarono arrivando a usare epiteti come “vecchia pannolona”.

Nata a Torino il 22 aprile del 1909 da una famiglia ebrea sefardita, quando, nel 1938, Benito Mussolini pubblica il “Manifesto per la difesa della razza” – cui fa seguito la promulgazione delle leggi razziali e il blocco delle carriere accademiche e professionali a cittadini italiani non ariani – Rita è costretta a emigrare in Belgio con Giuseppe Levi (l’istologo che l’aveva accolta nella sua scuola medica quando la donna ha solo 20 anni). Poco prima dell’invasione tedesca del Belgio (primavera del 1940), torna a Torino, dove, durante l’inverno del 1940, allestisce un laboratorio domestico situato nella sua camera da letto per proseguire le sue ricerche.

L’intervista nel 2008 nello studio di “Che tempo che fa” (parte 1)


L’intervista nel 2008 nello studio di “Che tempo che fa” (parte 2)


L’intervista nel 2008 nello studio di “Che tempo che fa” (parte 3)


Tutti i rappresentanti politici esprimono cordoglio per la scomparsa della scienziata. Ma sono in molti a dimenticare le accuse che le rivolgevano tra il 2006 e il 2008 durante il governo Prodi. In primis Silvio Berlusconi che oggi parla di “donna di grande valore che ha onorato l’Italia”, ma nel 2006 la definiva “vergognosa” per il suo appoggio all’esecutivo dell’Unione. “La scomparsa di Rita Levi Montalcini è un gravissimo lutto non solo per la città di Roma e per l’Italia, ma per tutta l’umanità”, commenta per primo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Gli fa eco l’ex primo cittadino della Capitale Walter Veltroni: “Se ne va una personalità straordinaria”. Esprime “cordoglio a suo nome e a nome dell’Assemblea di Palazzo Madama” il presidente Renato Schifani. “Cordoglio” anche da parte dei leghisti: dal governatore del Piemonte Roberto Cota – “orgoglio per la città di Torino” – al presidente della Regione Veneto Luca Zaia: “Perdita immensa”. Parla anche il leader della Destra Francesco Storace che nel 2007 aveva proposto dal suo blog di regalare un paio di stampelle alla Montalcini, ma oggi dice: “Un onore averla conosciuta”

www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/30/roma-morta-senatrice-a-vita-e-premio-nobel-rita-levi-montalcini...
angelico
00lunedì 31 dicembre 2012 22:51
Nel 1975 Francesco Della Valle, gestore della Fidia, piccola azienda farmaceutica di Abano (Padova) ottiene da Duilio Poggiolini, il corrotto dirigente del ministero della Sanità (sarà in seguito condannato, insieme alla moglie complice), la registrazione di un farmaco spacciato come miracoloso, il Cronassial. Non supererà mai i test scientifici imposti dalla normativa e si rivelerà, nelle miglior delle ipotesi, un placebo e, nelle peggiori, addirittura dannoso. Della Valle, che ha bisogno di referenti scientifici per far pubblicità al suo Cronassial, versa 50 milioni (del 1975, badate bene) a Rita Levi Montalcini, che perora contributi per la Fondazione Levi. Da questo momento i rapporti tra Levi Montalcini e Fidia si fanno sempre più stretti. «La scienziata - dichiararono a Espansione i ricercatori della Fidia -segue le indagini di laboratorio e ne esamina i risultati», mentre il materiale promozionale dell'azienda rimarca il madrinaggio dell'illustre scienziata, che assurge, nei fatti se non nelle intenzioni, a capofila dei garanti scientifici della Fidia. Nel 1986 la Levi Montalcini riceve, insieme a Stanley Cohen, il Nobelper la scoperta del fattore di accrescimento delle fibre nervose. Nelsuo discorso di ringraziamento dinanzi alla stampa mondiale, la donna si rivolge riconoscente agli amici della Fidia che l'hanno aiutata nelle ricerche. Per Fidia e il suo Cronassial è un trionfo. Il Cronassial, che nei momenti di massima incidenza sul fatturato arriva all'82%, diventa il farmaco più venduto in Italia. Il marketing aggressivo di Della Valle induce i medici a prescriverlo come cura di tutti i mali. La Fidia, che nel 1968, all'arrivo di Della Valle, fatturava 600milioni, balza a 420 miliardi e si colloca al quarto posto nella classifica delle industrie farmaceutiche. Nel 1989 Le autorità della Germania mettono in relazione il Cronassial con una malattia che paralizza gli arti e uccide un paziente su dieci: la sindrome di Guillain-Barré. Il Cronassial è bandito dal mercato tedesco. L'anno dopo, in Gran Bretagna, gli inglesi vietano la vendita del Cronassial, che è ricavato dal cervello di bue. In seguito il farmaco sarà bandito anche dalla Spagna (per la Guillain-Barré) e in altri mercati, mentre negli Stati Uniti non otterrà mai la registrazione. Inizia il tramonto di Della Valle, che i padroni della Fidia (misteriosi individui di una società anonima basata a Mendrisio,in Svizzera) cacciano. Della Valle si mette in proprio e fonda una microazienda, la Lifegroup. Levi Montalcini, che in tutto questo tempo non ha mai preso le distanze dai nefasti del Cronassial, dichiara:«L'uscita di Della Valle dalla Fidia minaccia la sopravvivenza della ricerca scientifica». Che invece sopravviverebbe alla Lifegroup, dove l'anziano premio Nobel dirotta la propria collaborazione. Espansione chiese invano a Levi Montalcini un commento sulle disgrazie del Cronassial, nel frattempo fustigato anche dal British Medical Journal, una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali del settore. Le vendite del Cronassial crollarono del 95% finché persino l'Italia, nonostante le resistenze di Poggiolini, fu costretta a metterlo fuori legge. Stampa e comunità scientifica internazionale spararono a zero contro «un farmaco in cerca di patologia», come lo battezzò Daniele Coen, ricercatore dell'Istituto Negri di Milano (presieduto da Silvio Garattini). Furono stigmatizzate le astuzie di Della Valle, la complicità dei medici prescrittori e le corruttele alministero della Sanità.
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