Non uccidere
La riflessione di Grazia mi ha visto turbata in molteplici occasioni.
Io intendo per ciò che viene esercitato in fatto di pressione psicologica ed emotiva, proprio nel momento più drammatico della vita di un testimone di Geova, cioè quando le circostanze che tiene in serbo il destino, sia per incidenti o per malattie improvvise, mettono il testimone di fronte alla scelta tremenda;
Sangue = VITA ; Rifiuto al sangue = morte;
In questi momenti puntuali ed inesorabili, gli anziani e gli addetti del Comitato Sanitario geovista erigono un muro pressochè invalicabile tra il Testimone di turno e il resto del mondo al fine di esortare e convincere alla non trasfusione, quindi in casi molto numerosi specialmente nel passato, ALLA MORTE CERTA.
In un contesto normale di persone libere di se stesse e non certamente PRIGIONIERI DEL FANATISMO GEOVISTA ciò appare come una istigazione alla MORTE.
Allora di conseguenza non è un delitto sapere che c'è la possibilità di salvare una vita ed invece con le opportune sollecitazioni ed istigazioni accompagnarla nel precipizio della morte ?
Eppure in quante circostanze e nei momenti di più fragilità emotiva, la ben mirata strategia subdola di RAMMENTARE E FOMENTARE la cieca ubbidienza "biblica" o (per meglio dire di cattiva interpretazione biblica) ha contribuito alla morte non solo degli adulti ma soprattutto dei bambini, uccisi dall'irresponsabile fanatismo fortemente aizzato nei genitori TDG "dagli adetti ai lavori".