Cinghiali radioattivi a Vercelli, trovate tracce Cesio 137. Attivati Nas e Noe

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angelico
00giovedì 7 marzo 2013 20:04
Cinghiali radioattivi? Tracce di cesio 137, oltre la soglia prevista dal regolamenti in caso di incidente nucleare, sono stati trovati nella lingua e nel diaframma di 27 cinghiali del comprensorio alpino della Valsesia, in provincia di Vercelli. Sono stati analizzati campioni di capi abbattuti nel 2012/2013 e dopo i risultati il ministro della Salute ha attivato i Carabinieri del Nas e del Noe.

Il Cesio 137 è un isotopo radioattivo rilasciato, tra l’altro, nel 1986 dalla centrale di Chernobyl. Per questo il ministro Renato Balduzzi, in contatto con la Regione Piemonte, ha immediatamente attivato i militari del Nucleo anti sofisticazioni e del Nucleo operativo ecologico nel cui Reparto operativo è inserita una Sezione inquinamento da Sostanze radioattive. La prima riunione urgente di coordinamento è prevista venerdì 8 marzo. I campioni erano stati prelevati per essere sottoposti ad una indagine sulla trichinellosi, una malattia parassitaria che colpisce prevalentemente suini e cinghiali. Successivamente gli stessi campioni sono stati sottoposti a un test di screening per la ricerca del radionuclide Cesio 137, così come previsti da una Raccomandazione della Commissione Europea (2003/274/CE). I risultati hanno evidenziato la presenza di un numero consistente di campioni con livelli di Cesio 137 superiori a 600 Bq/Kg (Becquerel per Kilo, unità di misura per il cesio 137).

I valori dei campioni oscillano in un range tra 0 e 5621 Bq/Kg e 27 campioni presentano valori al di sopra dei 600 Bq/kg. Ad oggi dei 27 con valore superiore alla soglia ne sono stati inviati 10 al Centro di Referenza Nazionale per la Ricerca della Radioattività nel Settore Zootecnico Veterinario dell’IZS di Puglia e Basilicata; 9 sono stati confermati, con la metodica accreditata, con valori superiori ai 600 Bq/Kg. Il decimo campione ha un valore attorno ai 500 Bq/Kg. E’ stato quindi programmato l’invio dei 17 rimanenti campioni positivi allo screening al Centro di Referenza nazionale di Foggia.

“I cinghiali sono degli animali sentinella delle condizioni di inquinamento dei territori in cui vivono, perché ci forniscono delle informazioni precise grazie ad un certo modo si sfruttare l’ambiente. Quindi, senza fare ipotesi azzardate su gli esemplari positivi al cesio 137, come quella di un retaggio di Chernobyl, una contaminazione degli animali deve richiedere approfondimenti e analisi del contesto ambientale, metereologico e idrogeologico in cui vivono” spiega all’Adnkronos Salute Aldo Grasselli segretario nazionale del Sindacato italiano veterinari medicina pubblica (Sivemp). “Ora – aggiunge Grasselli – si devono analizzare gli esemplari, la loro età e morfologia, capirne la dieta e se, ad esempio, sono migrati da altre zone”.


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