Con Pertini e Andrea Pazienza
Benigni travolge il super show
L'attore toscano ospite dell'ultima puntata di "Il più grande spettacolo dopo il weekend", su RaiUno. Un lungo monologo con, al centro, Silvio Berlusconi. Poi "L'inno al corpo sciolto" e un omaggio al presidente e al grande disegnatore
di ALESSANDRA VITALI
Fiorello e Benigni (ansa)
ROMA - Ce l'ha per vizio, di farti ridere e poi commuovere e pure stavolta è il più bravo a giocare con le emozioni. Solo Benigni può tenere insieme una fiaba sul berlusconismo, "c'era una volta un cavaliere con tanti stallieri, tanti castelli e tante principesse, tutte sul pisello", un omaggio a Sandro Pertini e un monito ad andare avanti in questo momento di difficoltà per il paese senza commettere gli errori del passato, "perché, come diceva Andrea Pazienza, non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa". Roberto soffia sulle vele di Il più grande spettacolo dopo il weekend, è lui il superospite dell'ultima puntata dello show di Fiorello 1, il più atteso con buona pace di Jovanotti, Roberto Bolle, Pippo Baudo e Malika Ayane. E se arriva cantando La porti un bacione a Firenze e a metà percorso si produce nel celeberrimo Inno al corpo sciolto ("la tua My Way", gli dice lo showman) poi chiude citando l'Ecclesiaste, le lacrime del ministro Fornero ("mi hanno fatto avere un'emozione"), manda un saluto "leggero come una farfalla" al disegnatore morto troppo presto e ricorda che i giovani, come diceva il presidente partigiano, non hanno bisogno di sermoni ma di esempi di onestà.
VIDEO Pertini e Pazienza 2
VIDEO La favola del Cavaliere 3
VIDEO L'inno al corpo sciolto 4
Le prime battute sono tutta un'allusione, "posso dire subito una cosa? Non c'è più!... Non c'è più, non ci posso credere...". Sono le 22.45 quando entra in scena, va dritto al punto, "le più belle dimissioni degli ultimi cinquant'anni, aria nuova, persone nuove... ma di Berlusconi ne parliamo ora, ce lo leviamo subito o più tardi?". Scherza con Fiorello, "sei il più grande showman, da quando hai iniziato non ho perso una puntata del Grande Fratello, mi piace quando ti sei rivolto a Merkel e Sarkozy, è bella l'idea di un comico che parla coi capi di Stato, anche se mi pare d'averla già vista...". Poi Fiorello fa un passo indietro e lascia la scena all'attore che si produce in un lungo monologo, "non vi preoccupate, usciremo dalla crisi, mica siamo nel Medioevo quando c'era il Parlamento dei ladri, dei corrotti, gente che comprava i parlamentari, passava da uno schieramento all'altro, c'erano tanti privilegi, si facevano le orge... Oggi possiamo risolvere tutto. Un mese fa, prima che Berlusconi si dimettesse, l'Italia aveva due grandissimi problemi. Ora è rimasto solo il debito pubblico".
Quanto al governo Monti, "i giornali stranieri dicono che è apprezzato perché ci sono persone preparate che fanno politica e lavorano per il bene dell'Italia: ma allora quello di prima che faceva? Adesso almeno quando Monti dice 'ce la faremo', sappiamo che si riferisce alla situazione dell'Italia". Mentre "del povero Berlusconi non ne parla più nessuno ma io, Silvio, come vedi, ti sarò sempre fedele". E poi le "ossessioni" dell'ex premier, "la seconda è il comunismo", "ora che è libero tutto il giorno chissà che cosa combina, ma quante ce ne aveva? Dappertutto: quelle di Arcore, quelle della Sardegna, quelle di Roma... le escort a chilometro zero". Ma come raccontare, si chiede, ai nostri figli, questa stagione della storia italiana, gli anni di Berlusconi? "Probabilmente glielo dovremo raccontare come una favola, 'c'era una volta un cavaliere, aveva tanti cavalli, servi e stallieri, e tanti castelli, tante principesse, tutte sul pisello... Poi ne arrivò una troppo giovane, era la nipote del Gatto con gli stivali. E arriverò un orco, anzi una orca dalla Germania, che si mise a urlare 'bund, spread, bund', le principesse fuggirono dal pisello che rimase lì solo, si dimise, e noi vivemmo felici e contenti".
L'esecuzione dell'Inno al corpo sciolto sembra chiudere l'esibizione ma poi arriva il momento meno ridanciano, quando Fiorello gli chiede di dire qualcosa sulla situazione del Paese. "E' un momento difficile - dice Benigni - finora abbiamo scommesso sulla nostra parte più bassa, ora dobbiamo puntare a quella più alta, ricordare che il mondo non ce l'abbiamo in dono dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli. In questa fase di difficoltà ho sentito vicine, sincere e profonde le lacrime della signora Fornero, mi ha fatto avere una piccola emozione. Non ho consigli da dare - continua l'attore - se non che nei momenti difficili bisogna stare insieme, lo sappiamo fin dall'Ecclesiaste". E qui il ricordo di Sandro Pertini, "un grande padre della nostra patria, che è stato in galera, in esilio, ha fatto la resistenza e ha subìto cose terribili per la nostra libertà. Ebbene - ricorda Benigni - lui che era pacifista convinto, andò volontario nella prima guerra mondiale perché, disse, aveva visto che a partire erano i figli dei contadini, degli operai, tutta povera gente e in quel momento il bisogno che sentì era che doveva dare più di loro, per questo partì con loro, ma in prima linea, perché chi ha di più deve dare molto di più".
Poi, ancora citando Pertini, parla dei giovani, "quando si danno loro dei consigli bisogna ricordarsi che i ragazzi non ascoltano quelle parole, perché non hanno bisogno di sermoni ma hanno bisogno di esempi di onestà". La chiusura è un saluto "leggero come una farfalla" ad Andrea Pazienza, "un disegnatore straordinario che se ne è andato molto giovane", e prende in prestito una sua frase per ribadire il concetto della necessità di stare uniti e soprattutto di pensare al futuro facendo attenzione a non ripetere gli errori del passato. "Guardare avanti - conclude Benigni - perché come diceva Andrea Pazienza, non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa".
(05 dicembre 2011)
www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/12/05/news/benigni-2...