Trattasi di
Francesco Antonio Marino, nato in Canada 52 anni fa, italo-arabo di origine e chitarrista dei Mahogany Rush. Vi riporto qui un articolo che ho trovato con la sua bio in breve.
Mezzo italiano e mezzo arabo, studia fino alla terza media e partecipa la movimento hippye degli ultimi anni 60. “Quello che facevamo oltre a stonarcela era ascoltare Hendrix, i Doors, i Beatles, e partecipare al movimento di pace, amore e pacifismo. Non come adesso, che molti giovani vivono nell’odio e nel pessimismo”. In quel periodo egli sperimenta LSD, ma per un trip esagerato finisce in ospedale. Quel trip sarà decisivo: gli ispirerà il nome e la grafica della band: “Mahogany Rush” è il termine che meglio descrive le sensazione provate in quel lungo viaggio. Per recuperare le forze e impegnare il cervello mettendolo al riparo da pericolosi flash-back, nella sala d’attesa dell’ospedale, Frank, già discreto batterista, impara a suonare la chitarra. I giornalisti scriveranno che mentre era in coma l’anima di Hendrix appena morto gli era entrata dentro, ma sono stronzate. Frank suonava la batteria, e al tempo del trip Jimi era ancora vivo. Non potendo portare la batteria in ospedale... Alcuni anni dopo Frank incide il suo primo album Maxoom (1973).
Con lui Jim Ayoub e Paul Harwood compongono la Mahogany Rush Band. Frank Marino non è mai diventato una star ma ha una base di devoti fans che crescono di anno in anno. Oggi, dopo trent’anni, continua a suonare con lo stesso entusiasmo, producendo i suoi dischi, scrivendo e arrangiando la sua musica: un blues-rock abbastanza classico ma molto grintoso, a tratti anche metallico. Un suono splendido, potente, morbido e sinuoso. Assoli veloci ma caldi. Una voce forte e virile. Ascoltate le sue versioni di I'm King Bee, Purple Haze, Roadhouse blues, Jhonny B. Goode. O la strumentale, potente The world Anthem. O il riff ossessivo di Dragonfly. Frank suona una Gibson SG/LP del 1961 pagata 400 $ con un pre-amp auto costruito e un qualunque power amp potente. Lui stesso ha dichiarato di non volere innamorarsi di nessuna chitarra in particolare. Soprattutto da quando la sua Gibson preferita è finita in pezzi cadendo dal palco durante un concerto.
Come effetti usa principalmente un Rev-7 per il reverbero, un SPX-90 per delay e flange, e pedali assortiti come wah-wah, fuzz-tone,. “Non sono un fanatico dell’high-tech guitar. Uso la tecnologia solo in studio.