1974
Las Vegas. Lo spettacolo delle ore 3 del mattino è disponibile in una registrazione tratta dal
mixer, ovviamente su
bootleg. Fu emesso per la prima volta nel doppio CD del 1997 intitolato
NIGHT FEVER IN VEGAS, su etichetta
"Rock Legends"
Sarebbe poi stato riedito nel bellissimo libro con 2 CD allegati
BLACK ANGELS IN VEGAS, su etichetta
"Venus", nel 2009.
Si tratta di un libro di 84 pagine del formato 17,5×14 cm che tratta l’anno 1974 ed è diviso in vari capitoli.
In questa fine d’agosto, Elvis interagisce sempre più col pubblico con lunghi monologhi che affrontano soprattutto la sua grande passione del momento: il karate. Addirittura offrì diverse volte delle dimostrazioni sul palco, specialmente durante la canzone
“If you talk in your sleep” che si prestava molto a questa disciplina, grazie al suo ritmo.
Il titolo di questa emissione proviene da un suo monolgo che parlava di “angeli neri”, cioè di sculture nel
showroom dell’hotel.
Altre particolarità sono il soprannome che dà a J.D. Sumner definendolo
“la gola più profonda dei cantanti”, un ironico rimprovero ad una spettatrice che gli aveva urlato
“Elvie !” (
“Elvie ? Dopo 20 anni vengo chiamato Elvie ?!”) e soprattutto lo scambio di battute prima di
“An American trilogy”:
una
fan urla:
“Ti amo, Elvis !” e lui non fa in tempo a ringraziare che qualcuno urla:
“Ti odio, Elvis1!” e lui, senza scomporsi:
“Fuck you !” ed attacca con la canzone…
La voce è molto buona e lo è anche l’umore (forse troppo…).
In questo periodo Elvis aveva introdotto in scaletta
“It’s midnight”, davvero molto bella e piena di atmosfera che in questo caso precede una sempre grande
“Big boss man”. Notevole anche, dal punto di vista dell’interazione col pubblico,
“Fever”.
Da segnalare anche
“Soflty, as I leave you”, una turbolenta
“Suspicious minds” praticamente dedicata al figlio del dottor Nichopoulos, Dean; troviamo la dimostrazione di karate durante
“If you talk in your sleep” alla quale segue un lungo monologo su questo sport e la presentazione del suo maestro Kang Rhee.
Molto bella
“Help me” ma soprattutto
“How great Thou art” che Elvis eseguiva sempre in modo impeccabile e con una passione incredibile.
Lo stesso
pathos lo ascoltiamo anche in
“You gave me a mountain” alla quale segue la classica
“Can’t help falling in love” che chiude questo spettacolo.