E’ pressoché impossibile immaginare o solo sperare in un ribaltamento della situazione, nonostante la CW non abbia annunciato ancora ufficialmente la cancellazione di Life Unexpected. Inoltre, gli ultimi due episodi andati in onda ieri sera negli Stati Uniti, avevano esattamente l’aspetto di una dolce e felice series finale, sebbene la rete li abbia presentati come season finale ma abbia informato Liz Tigelaar in tempo da permetterle di scrivere una conclusione con poche aperture. Comunque vadano le cose, ed è difficile immaginare una risalita significativa degli ascolti dopo due stagioni dai rating bassissimi, Life Unexpected resta una delle migliori produzioni dalla nascita della The CW. Come direbbero i fan: una delle rarissime occasioni che hanno fatto rimpiangere la triste fine della WB, una tv che si rispecchiava nella provincialità dei suoi personaggi, anche se ad aver approvato Life Unexpected sia stata quella stessa Dawn Ostroff accusata da una frangia di spettatori di aver puntato troppo sul gossip, lo scandalo, il materialismo e l’immoralità, abbandonando velocemente quell’ambizione, quella dolcezza e quella complessità interiore che caratterizzavano un tempo i personaggi della WB.
Non si può pretendere che una tv commerciale chiuda un occhio su una serie che a malapena attira un milione e mezzo di spettatori, ma la colpa dell’insuccesso di Life Unexpected non è in alcun modo attribuibile al lavoro lodevole della Tigelaar, bensì a una rete che quanto prima dovrà fare i conti, tolto qualche caso, con un cambiamento che invece di migliorare l’immagine dell’azienda l’ha danneggiata, lo dicono i rating. C’è stata un’evidente fuga di giovani, e non perché quei giovani hanno smesso di essere tali. Ritrovarsi davanti agli occhi prodotti come Gossip Girl, 90210, The Beautiful Life e Melrose Place non era ciò che ognuno di loro si aspettava. Non stiamo dicendo che questi siano show senza onori e lodi, almeno non lo sono quelli rimasti in onda, ma dopo un decennio in compagnia di Dawson’s Creek, Una mamma per amica, Everwood, Settimo Cielo, Streghe, Buffy e One Tree Hill (la versione con Chad Michael Murray e Hilarie Burton), per The CW è arrivato il momento di capire quale dei due generi di teen drama dà maggiori soddisfazioni a sé e al pubblico.
L’anno del cambiamento vero che tutti stanno aspettando potrebbe comunque non essere neppure il 2011. Lo s'intuisce dai progetti che la rete sta portando avanti per la prossima stagione televisiva: un’evoluzione del tiepido successo riscosso quest’anno da serie leggermente più mature come Nikita ed Hellcats, ma pur sempre storie apparentemente banali su ragazze che si credono detective, congregazioni di streghe, e campeggi dove gli iscritti si trastullano con i propri istruttori tra canti e balli. Se è vero che il compito della The CW resta definire una generazione, esattamente come fece la WB, forse in parte è colpa di questa stessa generazione se ci troviamo tra i piedi teen drama superficiali e irreali, abili nel raccontare realtà affascinanti, ma eccessivamente lontani dalla stragrande maggioranza dei ragazzi che rappresentano. Quindi, potrebbe non essere del tutto vero che i ragazzi di oggi sono più superficiali degli adolescenti degli anni ’90, che non danno più importanza alla prima volta o che non si prefiggono degli obiettivi. In realtà, i giovani di oggi sono complicati e spaventati esattamente quanto lo erano i loro fratelli maggiori, e per capirlo è sufficiente dare uno sguardo allo straordinario lavoro che MTV sta portando avanti con If You Really Knew Me. Perciò, a prescindere dal nome, preoccupata sicuramente com’è per la vicina conclusione di programmi tuttora amati come Smallville e One Tree Hill, forse per The CW è arrivato davvero il momento di fare la voce grossa e abituare il suo giovane pubblico a tutt’altri valori.
ABC Family l’ha fatto già molto tempo fa. Una rete via cavo che fa più ascolti della The CW, che invece è un canale gratuito. Li fa raccontando in modo serio ma per niente noioso i veri problemi dei ragazzi. I giovani si riconoscono in ciò che ABC Family propone loro, ed ABC Family li ripaga rinnovandosi continuamente, e proponendo show anche più leggeri e meno pedagogici. ABC Family non è così attenta al progresso e alla globalizzazione, pur servendosene per avvicinarsi al suo pubblico, ma si concentra sull'ordinarietà e il dramma delle difficoltà che i suoi giovani personaggi affrontano, esattamente come fanno i veri giovani, tutti i giorni, in quel percorso tortuoso che è la crescita. Sebbene in questo genere di show il contesto non sia importante nella stessa misura in cui lo sono le difficili vite dei protagonisti, ABC Family si tiene a una distanza di sicurezza dalle luci e dalle tentazioni delle metropoli, permettendo al suo pubblico di familiarizzare con microcosmi più reali, dove tutti si conoscono e i problemi non sono “mi hai rigato la macchina” o “in quale locale usciamo questa sera?”, ma “come dico ai miei genitori che sono incinta?” o “cosa faccio della mia vita dopo il college?”.
In attesa di capirlo, The CW perde in queste ore un altro grande talento. Come da recenti notizie, Tigelaar è passata alla concorrenza, gli ABC Studios, firmando un contratto che l’ha già avvicinata a Greg Berlanti (Everwood), anche lui ex braccio destro della The CW. La sceneggiatrice ha assicurato sulle pagine di TVLine che s’impegnerà solo in qualcosa capace di appassionarla nella stessa misura in cui l’ha coinvolta Life Unexpected, naturalmente con il consenso dei suoi superiori. Le idee ci sono. Progetti che nascono dal cuore come i suoi precedenti lavori, e dei quali parlerà con la ABC al termine di questa stagione.