Le muffe nel cibo sono pericolose per la salute? Cosa evitare, i consigli dell’esperto
di MARIANNA PELUSO
Le muffe nel cibo sono tossiche? Cancerogene? Bisogna stare attenti? Il dibattito e i dubbi chiariti dagli esperti
Le muffe sono tossiche? O, peggio ancora, cancerogene? C’è chi dice di sì, come si evince da alcuni siti e dai contenuti di Mathias Loi, creator triestino seguito da oltre un milione di follower per i suoi curiosi contenuti di approfondimento. In questo caso l’influencer mette in guardia: «Se togli la muffa da un cibo e poi lo mangi, potresti essere in grave pericolo. Non sto scherzando e ti spiego il perché: molti di noi, quando vedono un cibo ammuffito tagliano la parte verde e mangiano il restante». Alzi la mano, chi non l’ha mai fatto. E qui, secondo Loi, sta il problema. «Purtroppo però la parte verde è solamente il fiore della muffa e le spore, che sono invisibili, sono ramificate in tutto il cibo. Se ne mangi potresti avere mal di pancia. Alcune muffe sono anche cancerogene. Quindi se vedete muffa, buttate via tutto».
Le muffe nel cibo sono pericolose?
Per fortuna non è sempre così, altrimenti qualsiasi formaggio erborinato o frutto leggermente avariato sarebbe un grave rischio per la salute. «Ogni risposta secca è troppo semplificativa perché la questione è complessa e multisfaccettata — spiega Massimo Tardini, biologo fondatore dello Studio Arclab, che fornisce alle aziende e ai laboratori di analisi consulenza, formazione e servizi nel campo della sicurezza alimentare —. Ad esempio, non buttiamo via il gorgonzola o il Roquefort perché hanno la muffa». Per conferire il colore e il sapore intenso e particolare di queste tipologie di prodotti caseari si utilizzano solitamente delle tipologie di muffe che non rilasciano micotossine in quantità pericolose per la salute umana.
Le muffe sono di diversi tipi
Le muffe, però, non sono tutte uguali. «Effettivamente ci sono delle muffe altamente dannose per la salute dell’uomo — continua Tardini —. Per fare qualche esempio: la muffa del pane è scarsamente incline a produrre micotossine». Per l’esattezza non è la muffa in sé a essere pericolosa, ma piuttosto i metaboliti (le sostanze tossiche prodotte dal metabolismo) di alcune muffe. Tra queste, le aflatossine sono le più problematiche e sono presenti nei mangimi, nei cereali, nella farina, nel latte, nella frutta secca. «Questo significa che se della farina dimenticata in dispensa presenta della muffa, bisogna assolutamente buttarla via, perché può essere nociva e diventare fonte di intossicazioni a livello del fegato, dei reni, dei centri nervosi o del tratto digestivo, o addirittura cancerogene».
Cosa succede se mangiamo cibo ammuffito?
Che cosa succede se si mangia accidentalmente del cibo ammuffito? «Piccole quantità di cibo ammuffito vengono digerite allo stesso modo degli alimenti non contaminati. Nella stragrande maggioranza dei casi, i sintomi sono assenti o innocui e non sono necessarie misure particolari — rassicura Silke Raffeiner, nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti —. Se si è in salute e il proprio sistema immunitario funziona bene, non c’è da preoccuparsi. Tuttavia, ingerire maggiori quantità di cibo ammuffito può causare mal di stomaco, vomito, diarrea o malessere generale». Oppure, l’ipotesi peggiore è che «consumando inconsapevolmente aflatossine in modo prolungato — precisa il dottor Tarditi — l’effetto cancerogeno salta fuori a lungo termine, magari dopo anni. Il mio consiglio è di seguire la regola dei funghi: li raccoglie solo chi li conosce, altrimenti meglio essere prudenti e lasciar perdere».
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