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Il segreto della longevità : dalla proteina al calcio

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2018 04:21
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SONO STATI svelati i misteri della proteina della longevità. Fa parte di una famiglia di proteine che prendono il nome dalla più giovane delle Parche, quella impegnata a tessere il filo della vita: le proteine Klotho, che ha un ruolo importante nella regolazione della longevità e del metabolismo. Ora, in un recente studio condotto negli Stati Uniti a Yale, i ricercatori diretti da Joseph Schlessinger hanno fotografato in 3D la struttura di una di queste proteine, la beta-Klotho, facendo luce sul suo intricato meccanismo d'azione e sul potenziale terapeutico.

Secondo gli autori, i risultati dello studio, pubblicati su Nature, potrebbero avere preziose implicazioni per le ricerche per le terapie per combattere diverse malattie come, ad esempio, diabete, obesità e alcuni tumori. Non solo: sulla rivista è pubblicato anche un altro lavoro, questa volta della Nyu School of Medicine (Usa), che 'fotografa' la struttura di alfa-Klotho.

La famiglia delle due proteine Klotho si trova sulla superficie delle cellule di specifici tessuti. Le proteine,si legano a una famiglia di ormoni, gli Fgf endocrini, che regolano processi metabolici critici in fegato, reni e cervello. Per capire come funziona beta-Klotho, il team di Yale ha utilizzato la cristallografia a raggi X, una tecnica che fornisce visualizzazioni tridimensionali ad alta risoluzione di queste proteine.

L'analisi dei ricercatori ha fatto luce su diversi meccanismi. Si è visto che la beta-Klotho è il recettore primario che si lega a Fgf21, un ormone chiave prodotto in seguito alla fame. Quando si lega a beta-Klotho, l'ormone stimola la sensibilità all'insulina e il metabolismo del glucosio, causando la perdita di peso. Questa scoperta potrebbe portare in futuro allo sviluppo di terapie per condizioni come il diabete di tipo 2 in pazienti obesi.

"Come l'insulina, Fgf21 stimola il metabolismo, incluso l'assorbimento di glucosio", spiega Schlessinger, autore senior del lavoro. "Nei trial sugli animali e in alcune sperimentazioni cliniche su Fgf21 - riferisce - si mostra che è possibile aumentare la combustione delle calorie senza modificare l'assunzione di cibo, e noi ora abbiamo capito come migliorare l'attività biologica di questo ormone". Gli studiosi descrivono anche una nuova variante di Fgf21 con una potenza e un'attività cellulare 10 volte maggiore.

Inoltre il team di ricerca ha evidenziato come un enzima strutturalmente correlato, la glicosidasi (che scompone gli zuccheri), si sia evoluto in un recettore per un ormone che abbassa lo zucchero nel sangue, "cosa che potrebbe non essere una coincidenza", aggiunge Schlessinger. Avendo svelato la struttura della beta-Klotho, Schlessinger e i suoi colleghi hanno ora una base per esplorare potenziali terapie per più malattie. Sviluppando ad esempio farmaci mirati a 'sbloccare' la proteina della longevità, osserva lo studioso, è possibile prendere di mira diabete e obesità. Al contrario, usando agenti che bloccano il percorso di beta-Klotho, gli scienziati sperano di arrivare a terapie per malattie come il cancro del fegato e le patologie ossee.

"Il prossimo passo - conclude Schlessinger - sarà quello di produrre ormoni migliori, creare nuovi potenti bloccanti, fare studi sugli animali e andare avanti" sulla strada aperta dalla conoscenza della proteina delle Parche.

www.repubblica.it/salute/ricerca/2018/01/17/news/svelato_il_segreto_della_proteina_della_longevita_-186691556/?ref=RHPPBT-VU-I0-C4-P14...
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GIOCARE A CALCIO, anche solo a livello amatoriale, per un’ora due volte a settimana è come prendere una medicina ad ampio spettro, cioè capace di proteggerti dalle malattie più importanti come ipertensione, diabete di tipo 2 e colesterolo. La notizia arriva proprio oggi, alla vigilia del week-end ricco di partite di campionato, con la pubblicazione sul Journal of Sports Medicine (BJSM) di una meta-analisi che ha raccolto dati di oltre 10 anni. I risultati sono stati presentati oggi nell’ambito della prima conferenza internazionale "Football is Medicine" in corso a Lisbona. Uno sport, il calcio, molto amato e che viene praticato regolarmente in tutto il mondo da circa 500 milioni di persone. In Italia, stando agli ultimi dati, praticano questo sport circa 4milioni di persone con oltre 13mila società sportive.

I BENEFICI DEL MOVIMENTO IN GENERALE
È ormai noto che la forma fisica e la frequenza cardiaca a riposo sono degli indicatori molto importanti della mortalità: “L'esercizio fisico – spiega Fabio Pigozzi, Rettore e Professore Ordinario di Medicina Interna, Università degli Studi di Roma Foro Italico - ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento non farmacologico delle malattie legate allo stile di vita tra cui l'ipertensione, il diabete di tipo 2 e l'osteoporosi”. Vari studi hanno, inoltre, dimostrato che la corsa di resistenza migliora la capacità metabolica, che l'allenamento ad intervalli ad alta intensità (HIIT) migliora la forma cardiovascolare e che l'allenamento della forza migliora l'idoneità muscolo-scheletrica. Quello che finora era stato meno studiato è il potenziale ruolo delle varie attività sportive.

IL CALCIO COME ‘MEDICINA AD AMPIO SPETTRO’
Nel 2015 due meta-analisi sottolinearono che le evidenze scientifiche più importanti circa gli effetti benefici dello sport riguardavano il calcio e la corsa. Ma ora una nuova meta-analisi ha concluso che l’allenamento calcistico è molto efficace e svolge un’azione protettiva ad ampio spettro a livello cardiovascolare, metabolico e muscolo-scheletrico. "Dopo 10 anni di ricerche, le prove sono ora sufficientemente solide per affermare che il calcio è una vera e propria medicina", afferma Peter Krustrup, del Dipartimento di scienze dello sport e biomeccanica clinica dell'Università della Danimarca meridionale (SDU) e continua: "Il calcio è una medicina ad ampio spettro per pazienti con ipertensione, diabete di tipo 2 e altre malattie legate allo stile di vita".

PIU’ OSSIGENO, MENO MASSA GRASSA E PRESSIONE PIU’ BASSA
Il bello di questa meta-analisi è che i benefici non riguardano soltanto i giocatori che del foot-ball hanno fatto un mestiere ma anche chi gioca solo a livello amatoriale. I ricercatori, infatti, hanno appurato che in 3-6 mesi di un’ora di allenamento di calcio due volte a settimana si ottengono vari benefici: aumenta la capacità aerobica, cioè il consumo massimo di ossigeno di 3,51 ml/min/kg, si riduce la massa grassa di 1,72 kg e il colesterolo LDL di 0,21 mmol/L. Inoltre, con questo tipo di allenamento si è visto che nei pazienti di età compresa tra 30 e 70 anni con ipertensione lieve-moderata la pressione arteriosa si è abbassata di 11/7 mmHg e la frequenza cardiaca è diminuita di 6 battiti al minuto. "I risultati di questa meta-analisi dimostrano che l'allenamento calcistico è un tipo di esercizio intenso, efficace e versatile che combina allenamento di Interval Training, allenamento di resistenza e allenamento della forza - spiega Pigozzi. Il calcio, infatti, abbina i vantaggi dell’impegno aerobico con quello anaerobico che, come anche in altre discipline sportive, garantiscono i risultati migliori per la prevenzione delle patologie. Infatti, si è visto che nei pazienti con ipertensione lieve-moderata la pressione si riesce a tenere sotto controllo anche senza farmaci ma con un’adeguata attività fisica aerobica”.
RIDUZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
"I risultati più importanti sono che l'allenamento di calcio a breve termine è efficace quanto i farmaci contro l'ipertensione. Tutti insieme questi effetti riducono il rischio di malattie cardiovascolari di oltre il 50% e possono ridurre considerevolmente il rischio di morte. Inoltre, ci sono molteplici effetti positivi sulla composizione corporea e sul profilo lipidico. Ecco perché il calcio rappresenta una forma di intervento non farmacologico ad ampio spettro contro le malattie legate allo stile di vita ", conclude il professor Krustrup. Il medico dello sport Pigozzi concorda: “Allenandosi per il calcio migliora la performance dell’apparto cardiovascolare ma ci sono anche tutti i vantaggi metabolici perché si abbassa il colesterolo e la pressione anche se bisogna dire che questi vantaggi riguardano anche altri tipi di allenamento”.
IN FORMA CON IL ‘FOOTBALL FITNESS’
Il tipo di calcio analizzato nEI 31 studi scientifici dai ricercatori, però, non assomiglia molto a quello che tutti vediamo in TV. Peter Krustrup e il suo team raccomandano allenamenti calcistici su campi un po’ più piccoli e non competizioni vere e proprie per ridurre il rischio di infortunio. Insomma, l’ideale per tutti coloro che non vogliono diventare calciatori professionisti ma solo mantenersi in forma divertendosi è fare quello che i danesi definiscono ‘Football Fitness”. Si tratta di un allenamento che comprende un approfondito riscaldamento con esercizi di forza, equilibrio e dribbling, seguiti da esercitazioni e giochi di cinque contro cinque su campi piccoli ma non partite competitive. Questo è un tipo di calcio che può essere giocato da tutti, indipendentemente dall'età, dal sesso, dal livello di esperienza di gioco e dalla forma fisica. “Attenzione, però, a chi si dedica a quest’attività solo sporadicamente andando a giocare ogni tanto una partita a calcetto con gli amici – avverte Pigozzi. In questi casi il rischio di infortuni è alto e no si ottiene alcun beneficio per la salute.



www.repubblica.it/salute/ricerca/2018/01/29/news/la_medicina_migliore_una_partitaa_calcio-187568387/?ref=RHPPBT-VU-I0-C4-P14...
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