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Cani: Murava i cani nell'intercapedine della cantina

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2012 22:55
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A DESENZANO
Cane sepolto vivo, salvato dopo 2 giorni
Jerry adesso sta bene. Il «padrone» è stato denunciato

Sepolto vivo. Una supplizio di un sadismo patologico quello scelto dal padrone di Jerry. Il cagnolino è stato salvato dalla polizia locale di Desenzano del Garda dopo quasi due giorni di tortura. La segnalazione ai vigili è arrivata a mezzogiorno del primo novembre: un cittadino ha sentito dei lamenti provenire da un appezzamento di terreno, in aperta campagna. Sul posto è stata inviata una pattuglia di agenti che ha notato un avvallamento coperto da un cumulo di laterizi, senza udire alcun gemito. Solo dopo alcuni minuti un flebile lamento, proveniente da sotto le macerie, ha spinto i vigili a scavare togliendo ghiaia e forati per una profondità di mezzo metro sotto il livello del terreno.

Il salvataggio di Jerry


Sotto le macerie, sepolto vivo, giaceva un cane di razza bretone di colore bianco e rossiccio, con entrambi gli occhi coperti da una benda. Jerry, questo il nome del cane, respirava a fatica, era completamente immobile, gli occhi all’infuori. Subito un’altra pattuglia di vigili ha portato dell’acqua, visto che l’animale era fortemente disidratato. Il cane è poi stato affidato alle cure dei veterinari dell'Asl. Le indagini hanno portato in poche ore all’identificazione del proprietario del cane che ha ammesso di avere sepolto il suo animale 40 ore prima. Il desenzanese è stato deferito all’autorità giudiziaria per maltrattamento di animali (artt. 544 ter e 727 del C.P.): la polizia locale ha sottolineato al pm di turno la particolare crudeltà con cui era stato sepolto vivo l’animale. Jerry, sottoposto alle cure del canile sanitario di Brescia (al quale è stato affidato dal giudice) non è in pericolo di vita. Tra pochi giorni verrà affidato al canile di Desenzano. In attesa di un padrone meno cane.

Redazione on line
03 novembre 2011 18:54

brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/cane-desenzano-19020388726...
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Gia' solo il titolo mi ha fatto male...che schifo,io lo metterei in galera,non merita' la liberta'!Spero vivamente che qualcuno lo adotti e lo ami,un cane e' una creatura meravigliosa! [SM=g7444]
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Il business dei cani randagi
pagato con i soldi pubblici
Per ogni animale accalappiato e chiuso in un canile il comune di riferimento spende dai trecento ai mille euro l'anno. Ma nella gran parte dei casi questo flusso di denaro non evita che i cani siano malati, malnutriti, stipati in gabbie sovraffollate. E che alimentino un traffico imponente di finte "adozioni" che li deporta sui tavoli della sperimentazione del Nord Europa, come ha denunciato il portale "il respiro.eu"ROMA - Vengono reclusi in strutture fatiscenti, maltrattati e dimenticati, a volte trasferiti clandestinamente in altri Paesi per finire nei laboratori della ricerca, oppure trasformati in cibo in scatola o pellicce. È il business del randagismo, l'affare dei canili, un traffico che si svolge con pochi controlli. È una storia dove s'intrecciano sperpero del denaro pubblico, malasanità, criminalità organizzata. Dove gli interessi in gioco sono più alti di quanto non si sappia e la legge viene sistematicamente ignorata. Alla fine il silenzio conviene a tutti. Sindaci, polizia, giudici, medici della Asl. Tutti complici, a volte senza neanche saperlo. È l'Italia dei canili, un paese degli orrori.

Quanti sono i cani randagi e quelli nei canili e quanto costa allo Stato mantenerli? In tasca di chi vanno i soldi? E quanti animali dietro finte adozioni finiscono all'estero in una tratta illecita? Il business del randagismo e dei canili viene valutato intorno ai 200 milioni, anche se l'ultimo rapporto "Zoomafia" stima il giro complessivo del traffico di cani 500 milioni di euro. Valutazioni realistiche stimano i cani vaganti 600 mila, di cui 200 mila ricoverati nei canili, per ogni cane rinchiuso il comune di appartenenza spende dai 300 ai 1000 euro l'anno. Una spesa significativa che però non mette gli animali al sicuro. Il canile non sempre è l'ultima tappa.

Il traffico e le finte adozioni L'ultima denuncia parla di un traffico di cani e gatti all'estero, esportazione illegale mascherata da finte adozioni. Gli animali finiscono nei laboratori della sperimentazione, come cibo in scatola per i loro simili più fortunati, per fornire pellicce. É la denuncia che arriva dal portale "ilrespiro.eu", dove la giornalista Margherita D'Amico ha condotto un'inchiesta che dà corpo a dubbi e sospetti che da tempo si rincorrono. "Un processo che avrà inizio il 19 dicembre a Napoli sul traffico di cani e gatti da Ischia in Germania costringerà a non ignorare questa realtà agghiacciante", dice D'Amico. "Spediti in carichi su furgoni, station wagon, oppure affidati ai cosiddetti "padrini di volo", cani e gatti randagi provenienti dall'Italia, ma anche da Spagna, Grecia o Turchia, confluiscono ogni anno nei paesi del nord Europa, in Germania arrivano dai 250 ai 400 mila cani".

Nell'inchiesta è citata la testimonianza di Enrica Boiocchi, vicepresidente del Gruppo Bairo, associazione molto attenta all'argomento: "Finché non vedi con i tuoi occhi non capisci. Partecipai al fermo di un carico al confine con la Svizzera: un trasportino per gatti di quelli piccoli, di stoffa, ne conteneva nove. I cani, come di prassi in queste spaventose spedizioni, erano sedati, imbambolati, nemmeno si tenevano seduti. Ogni giorno mezzi carichi di questi sventurati passano la frontiera svizzera, li vediamo, eppure non li ferma nessuno". Stipati nelle gabbie all'interno dei veicoli, gli animali attraversano l'Italia e oltrepassano i controlli superficiali. Si tratterebbe un giro di denaro enorme.

"Sono finita in questa voragine a metà degli anni 90", racconta al sito ambientalista Francarita Catelani, fondatrice di UNA-Uomo Natura Animali Cremona. "Dal napoletano ci segnalarono che la titolare di un'associazione tedesca stava partendo con un carico di cani. Furono prima fermati a Barberino del Mugello, ma la Asl li lasciò passare. Poi, a Como, lo stop. Il capo veterinario della Asl di Como capì. Redasse tre verbali e il giorno dopo il furgone fu scortato fino all'imbocco dell'autostrada per Caserta". Ma la vicenda di Como non è l'unico caso di intervento delle forze dell'ordine. "Un paio d'anni fa ad Ancona sono stati bloccati 102 cani provenienti dalla Grecia. C'è stato un fermo ad Arezzo sei anni fa, e ancora a Padova. E a Verona, nel 1995, si aprì un'indagine per verificare nomi e indirizzi a cui erano stati dati in adozione 100 cani. Risultarono tutti falsi, dal primo all'ultimo". Ci sono poi le denunce dell'Enpa, sezione di Perugia, contro 40 cani di un canile umbro adottati in Germania. C'è infine il caso di Ischia.

"Un piccolo gruppo di volontari di Ischia per anni si oppone alle massicce esportazioni organizzate dal canile di Forio. Solo nel 2006, a suon di denunce, gli animalisti riescono a ottenere il fermo di un furgone e l'avvio di un'indagine assai accurata da parte della Procura di Napoli condotta dal pm Maria Cristina Gargiulo, che si serve anche di intercettazioni telefoniche", racconta D'Amico. La fase preliminare dell'inchiesta si conclude con il rinvio a giudizio di cinque imputati per maltrattamento di animali, falsità ideologica e materiale, associazione per delinquere finalizzata all'illecito traffico di esseri senzienti. "Nel frattempo, però, il rifugio di Forio è stato ceduto alla Pro Animale Fur Tiere in Not e. V. con sede in Germania che ha 32 punti di raccolta e smistamento di cani e gatti in tutta Europa. Le spedizioni di animali vengono ufficialmente interdette solo nell'estate 2011, in attesa degli esiti del processo che avrà inizio presso il Tribunale di Napoli fra poco più di un mese".

Adozioni all'estero fittizie, sulle quali dovrebbero vigilare le Asl. "É attraverso i loro registri, infatti, che scorrono a centinaia, migliaia, le pratiche. Come non insospettirsi davanti alle stesse persone che richiedono venti, trenta, cinquanta lasciapassare per volta?".

I canili, l'orrore dietro l'angolo. Ma qualsiasi mercato illecito è possibile perché i canili italiani vengono gestiti senza controlli. Se il traffico verso l'estero può essere il caso limite, c'è poi l'indifferenza di tutti che rende possibile il degrado quotidiano. "Feriti, affetti da patologie e infezioni, malnutriti, relegati in spazi angusti e sovraffollati, trascurati e soli: questo lo stato in cui versano i "migliori amici dell'uomo" in molte strutture, pubbliche e private". Questo è scritto in un documento del Ministero della Salute che ha diffuso recentemente un video dei canili peggiori d'Italia, girato durante le ispezioni di 39 strutture da parte della task force per la tutela degli animali. Il filmato è visibile sul sito www.salute.gov.it. "I canili sono un sistema che serve a far soldi. La legge diceva che andavano creati dei rifugi e i canili dovevano rimanere solo come presidi sanitari e luoghi di transito. Così non è stato", spiega Rosalba Matassa, a capo della squadra formata da nove veterinari e due amministrativi.

"Dove nasce il business? I comuni invece di creare canili municipali stipulano convenzioni con società private, spesso sono aste al ribasso, anche solo 50 centesimi al giorno per ogni cane. Fatto l'accordo, nessuno controlla. Il sindaco ha la tutela dei cani, quindi è il responsabile ma non risponde mai di fatto e noi non abbiamo il potere neanche di infliggergli una multa". La mappa del degrado attraversa tutta l'Italia, al Sud la situazione è peggiore perché il business è in mano alla criminalità ma ogni regione ha i suoi scheletri, nel senso letterale. Solo nel 2011 sono stati fatti 6 sequestri. È stato chiuso il canile di Somma Lombardo dove tra i cani malnutriti c'era anche una gabbia con due tigri e altri animali esotici.

A Terni c'è stata un'ispezione dopo varie segnalazioni di maltrattamenti, una storia lunga e mai risolta, la Procura sta indagando. A Foligno segnalazioni per maltrattamenti. A Ceprano, Frosinone, il canile è sotto sequestro amministrativo. Chiuso Poggio Sannita: maltrattamenti. Aragona in Sicilia, una sorta di canile abusivo, senza legge e senza controlli, un caso di cui si parla da anni, solo ora si sta svuotando. Chiuso definitivamente ad aprile dopo anni di battaglie il lager per definizione, quello di Cicereale, in Campania, diventato un caso nazionale. Dentro duemila cani, per ciascuno la famiglia Capasso percepiva due euro al giorno. Ci sono stati anni di battaglie giudiziarie prima della chiusura. L'unico caso in cui il ministero si è costituito parte civile. Nei casi di sequestri la situazione che si presenta è sempre la stessa: cani scheletrici, malati, nessuna sterilizzazione, spesso promiscuità, a volte morti. Tra i reati più frequenti riscontrati, frode, medicinali scaduti, esercizio abusivo della professione medica.

03 novembre 2011


inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/11/03/news/canili_horror_uno_canili_horror_due-24346476/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2Finchiesta-italiana%2F2011%2F11%2F03%2Fnews%2Fi_canili_dell_orrore-243...
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Lo so bene,ho fatto la volontaria per i randagi per 10 anni!I canili tendono a non farli adottare cosi' non perdono le quote pro cane!chi non e' mai entrato in un canile non potra' capire la sensazione di tristezza profonda che si prova nel vedere questi animali sofferenti e malridotti ,ogni volta tornavo con uno stato emotivo terribile!
La soluzione e' la sterilizzazione,ogni volta che si vede un randagio bisogna segnalarlo a qualche associazione animalista per indcare il luogo e farlo sterilizzare,in modo da evitare tante nascite e sofferenze di altri sfortunati!
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Cani randagi, la Romania dà licenza di uccidere
Si rischia lo sterminio di 2 milioni di animali. L'allarme delle associazioni animaliste: «Sterilizzare costerebbe di meno»


(Ansa)
MILANO – Ora i sindaci romeni hanno licenza - per legge - di uccidere i cani randagi. Basterà avere il via libera dai propri cittadini con un referendum o un sondaggio d'opinione. E se la maggioranza sarà d'accordo, via libera agli abbattimenti. La legge che rischia di dare il via libera allo sterminio dei due milioni di cani randagi che vivono nel Paese, è stata approvata dalla Camera dei Deputati del Parlamento romeno questa settimana. La proposta, che ha avuto un iter di approvazione lungo e contestato, alla fine è passata con 168 voti favorevoli contro 111 contrari e 14 astenuti. La nuova legge non è stata ancora pubblicata sulla gazzetta ufficiale, ma a darne notizia è l'agenzia di stampa romena “Mediafax”, insieme alle associazioni animaliste presenti alla votazione. Al termine, alcuni parlamentari dell'opposizione hanno gridato «Vergogna» e «Assassini» ai colleghi di governo. I promotori della legge erano stati il Presidente Traian Basescu e il ministro del Turismo Elena Udrea.

LICENZA DI UCCIDERE – Le associazioni animaliste italiane e europee che operano in Romania parlano di uno sterminio senza precedenti. Sebbene la legge contenga anche provvedimenti positivi, come l'identificazione dei cani tramite microchip, le onlus temono che, in realtà, i comuni che decideranno di sterilizzare i cani anziché sopprimerli saranno pochissimi. Il randagismo endemico è infatti un problema sanitario gravissimo in Romania. Solo i numeri sono difficili da immaginare: oltre 2 milioni di cani randagi. Questi animali vivono a branchi, colonizzano interi quartieri o zone delle città e in campagna. Cani inselvatichiti, di cui nessuno si prende cura e che la gente considera alla stregua di animali da cortile. Per colpa di questa situazione, è raro che tra uomini e cani si stabilisca un rapporto affettivo.

ABBATTERE I CANI: COSTOSO E INUTILE – Ma le uccisioni di massa, oltre a essere costose, sono inutili, perché non eliminano la radice del problema, ovvero il fatto che questi animali sono lasciati liberi di riprodursi senza controllo. A denunciarlo è Sara Turetta, presidente e fondatrice di «Save the dogs and other animals», associazione che da 3 anni opera in varie province della Romania. I centri di «Save the Dogs»quaranta persone, tutte romene e l'associazione ha istituito una clinica veterinaria con annesso rifugio in cui vivono 400 cani, 40 gatti, 20 cavalli e 58 asinelli. «L'appalto alle agenzie che si occupano dell'uccisione dei cani nella zona di Costanza prevede un compenso di 80 euro a animale. Noi per sterilizzare i cani chiediamo invece solo 20 euro, vaccinazione compresa. Quindi oltre che immorale, ammazzare queste creature è anche costoso e inutile – denuncia Sara Turetta –. Il problema è la riproduzione incontrollata di questi animali. Noi proponiamo al governo romeno un approccio scientifico al problema, che non abbiamo elaborato noi, ma che è quello consigliato dagli studiosi di randagismo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità». Indagini hanno inoltre dimostrato che raramente le agenzie che ottengono gli appalti per la soppressione dei randagi utilizzano quei soldi in maniera legale. «Cercano di risparmiare il più possibile e quindi i cani catturati vengono stipati in canili in cui non ricevono cibo né acqua – spiega la Turetto -. Quanto al metodo per ucciderli, è ancora più crudele: a volte utilizzano un'iniezione di aria per provocare un'embolia, oppure li avvelenano con benzina e altri intrugli. E poi chiedono i soldi allo Stato per dei farmaci che non hanno mai comprato emettendo false fatture».

IL RANDAGISMO IN INDIA E ROMANIA – In India, dopo trent'anni di uccisioni, nel 2006 il governo ha vietato la soppressione dei cani randagi, optando invece per un piano di vaccinazioni su larga scala. Chi uccide un cane ora rischia l'arresto. Anche la sterilizzazione, però, non basterebbe a risolvere il problema del randagismo endemico in Romania, come in altre parti del mondo. A questa andrebbero aggiunti altri provvedimenti, come l'identificazione di tutti gli animali di proprietà con un'anagrafe canina e poi la sterilizzazione anche di tutti i cani che hanno un padrone (tranne quelli che vivono negli allevamenti). Infine, rilasciare sul territorio animali sani, che impediscano l'insediamento di altri individui malati. In questo modo, la situazione potrebbe regolarizzarsi nel giro di 10 anni.

UNA BATTAGLIA ANCHE PER LE PERSONE – Con tutti i problemi che ha la Romania, si pensi ad esempio alla tremenda povertà, all'abbandono dei minori, alle migliaia di bambini che crescono senza la propria madre, che è emigrata in Italia in cerca di lavoro, spesso le associazioni animaliste faticano a trovare appoggio nelle loro battaglie. «Il valore della vita e del diritto alla qualità di vita, la tutela dei deboli e il rispetto per le altre creature sono valori universali. Lavorare per gli animali in Romania significa lavorare per diffonderli e lo sviluppo di una cultura di questo genere non può che fare del bene alla società e non solo agli animali – afferma Sara Turetta –. Il nostro lavoro va a beneficio di tutta la comunità». Quest'anno Save The Dogs ha avviato una collaborazione con il Centro Don Orione che si occupa di bambini disabili in Romania, con il primo progetto di pet therapy con gli asinelli.

Giovanna Maria Fagnani
25 novembre 2011 (modifica il 26 novembre 2011)

www.corriere.it/animali/11_novembre_25/randagi-romania-rischio-sterminio_112dcba0-1783-11e1-8448-ba9de42f6f...
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08/01/2012 02:40
 
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Settantaquattro cani, spesso di razza e cuccioli, dieci gatti e un numero imprecisato di conigli. Anche altri animali da compagnia, oltre a rottweiler, pastori tedeschi e maremmani, finivano buttati via come rifiuti alle intemperie. La Procura di Nola diretta da Paolo Mancuso ha aperto un'inchiesta condotta dal pm Marianna Valvo sul cimitero abusivo di animali trovato giovedì tra Pezzalonga e Cancello, nella zona dei Regi Lagni in prossimità di Marigliano.

I veterinari della Asl Napoli 4 hanno eseguito un primo esame sui corpi dei cani che non erano in stato di decomposizione avanzata, che saranno ulteriormente esaminati dall'Istituto Zooprofilattico di Portici. La polizia giudiziaria lavora per identificare chi ha creato un cimitero di animali in un luogo non idoneo, provocando l'inquinamento di falde acquifere. Il seppellimento di animali da compagnia infatti prevede lo smaltimento per disposizione nazionale e comunitaria presso impianti di incenerimento o altri di categoria 1 riconosciuti ai sensi del Regolamento Ue 1069/09.

Molti cimiteri eseguono il seppellimento in presenza del proprietario. Quindi, a meno che la fossa non sia stata poi "svuotata" per consentire la vendita di un nuovo interramento, la traccia seguita dagli investigatori non sarebbe quella del business del caro estinto a quattro zampe. Sempre che le sepolture abusive non siano riconducibili a una persona o a un gruppo di persone che si disfacevano di carcasse di animali per conto di veterinari o di privati cittadini, riscuotendo poi la somma richiesta per lo smaltimento legale. Questo il reato ipotizzato. La legge non parla, naturalmente, di ciò che invece è materia dell'etica: l'abbandono di corpi di animali senza sepoltura - gatti, cani e conigli erano stati abbandonati in sacchetti della spazzatura o così com'erano.

Si lavora anche per accertare che non sia un altro il business all'origine dell'episodio: invece dello smaltimento, quello dei canili convenzionati con i Comuni. In zona sono pochi, uno ospita circa 400 cani e ha partecipato a regolare gara d'appalto, un altro, con circa 90 cani, si dichiara vicino alla Lav. Le condizioni di entrambi, ma anche quelli di associazioni private non convenzionate che insistono sulla stessa area, sono precarie, ai limiti del lager. Impossibile adottare cani in molte di queste strutture, che non consentono neppure le visite agli esterni. Facile in tutta la regiona Campania la sostituzione di microchip per continuare a ottenere la quota versata quotidianamente per contratto dai Comuni per ogni cane ricoverato nei canili in convenzione. Ma la Asl si discolpa: "Eseguiamo molti controlli - dichiara un veterinario dell'Azienda sanitaria locale competente - anche i canili delle associazioni si comportano bene. Quei cani non provengono da canili".

Sarebbero esclusi, in queste prime indagini, i combattimenti di camorra. Ancora è giallo, però, sul luogo di provenienza degli animali, anche se il cerchio si sta stringendo nelle ultime ore intorno ai probabili responsabili. La normativa parla chiaro sullo smaltimento degli animali da compagnia, ma il costo supera i cento euro e molti si rivolgono a proprietari di fondi privati o cercano altre strade. Il seppellimento in terreni demaniali, come è avvenuto in questo caso, non è permesso. I cani erano di proprietà o "del sindaco" dei Comuni limitrofi, ovvero si trattava di randagi che avrebbero dovuto essere tutelati, come prevedono la legge nazionale sul randagismo (281 del '91), dal sindaco del Comune di appartenenza. Nulla esclude quindi che, una volta accertata la provenienza, anche i primi cittadini possano finire sotto inchiesta per maltrattamento e uccisione, qualora dovesse risultare dalle autopsie che i cani non sono morti di morte naturale.


(07 gennaio 2012)

napoli.repubblica.it/cronaca/2012/01/07/news/marigliano_sessanta_carcasse_di_cani_in_un_lago_smaltimento_illegale_o_rituale_della_camorra_-2...
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LA STORIA ANDAVA AVANTI DA ANNI, MA LE DENUNCE SUL WEB ERANO SEMPRE CADUTE NEL VUOTO
Murava i cani nell'intercapedine della cantina
Sarajevo, sei animali liberati grazie a una volontaria e ad un gruppo di cittadini che ha costretto la polizia ad intervenire


Uno dei cani murati vivi nell'intercapedine di una cantina di Sarajevo
MILANO - Anche se sembra impossibile, la storia andava avanti da anni ed erano in molti a Sarajevo, capitale della Bosnia Herzegovina, a conoscerla. Ma nessuno, tranne Jelena Paunovic, ha veramente cercato di fermare questa barbarie. Oggi, finalmente, la sadica responsabile di chissà quante migliaia di uccisioni di cani è stata fermata e arrestata. Il suo nome è Senka Saric e per anni ha raccolto cani randagi dalla strada per infilarli in un’intercapedine muraria della cantina della sua casa nel centro di Sarajevo per poi portarli nella sua casa di campagna dove li massacrava insieme al marito per poi venderne la carne a macellai e ristoranti.
APPELLI NEL VUOTO - Per anni Jelena Paunovic ha cercato aiuto dalle istituzioni per bloccare questo scempio ma nessuno è mai intervenuto con la scusa che il luogo dove erano tenuti prigionieri i cani era proprietà privata e, quindi, sarebbe stato necessario un mandato di perquisizione che sembrava impossibile ottenere da parte di un giudice. Tutto quello che la volontaria Jelena è riuscita a fare negli anni era portare a questi cani che aspettavano di diventare carne da macello un po’ di cibo appoggiandolo a delle feritoie nel muro che la Saric aveva scavato per non far soffocare gli animali.



Uno dei cani liberati
L'INTERVENTO DEI VICINI - Per anni dal palazzo è fuoriuscita una puzza orribile e i vicini non potevano dormire di notte per il guaito disperato degli animali. Eppure nessuno è mai intervenuto. Una volta tanto, però, una storia così orribile ha conosciuto il lieto fine, grazie alla perseveranza della Paunovic, ai suoi appelli e alle sue petizioni in Internet e alla diffusione di questa maledetta storia presso i suoi concittadini. Come? Grazie ai cittadini che hanno circondato la casa dove venivano tenuti prigionieri i cani fino a che la polizia è dovuta intervenire aprendo la porta del condominio, liberando dall’orrore i sei cani prigionieri e arrestando Senka Saric. I poliziotti sono convinti che nella casa, piena di feci e immondizia, ci sia nascosto qualche altro cane e nelle prossime ore si recheranno ancora sul posto per cercarlo e portarlo in salvo.
Giorgia Rozza
24 aprile 2012 | 19:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA

www.corriere.it/animali/12_aprile_24/sarajevo-cani-murati-vivi-intercapedine_b6b6ecea-8e26-11e1-839c-11a4cf6ed5...

[Modificato da angelico 24/04/2012 22:55]
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