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Fatto Quotidiano Emilia Romagna,"Informare senza padroni"

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2011 19:46
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Da oggi essere liberi costa un po’ meno
Abbònati (con sconto) al Fatto Quotidiano Cari abbonati, cari lettori,

parte in questi giorni la seconda campagna abbonamenti al Fatto Quotidiano. Per un giornale come il nostro, che ha rifiutato il finanziamento pubblico, è importante guardare al 2012 sapendo di avere già in bilancio uno zoccolo duro di sostenitori. Anche per questo vi chiediamo, se potete e volete farlo, di abbonarvi o rinnovare il vostro abbonamento cliccando qui.

In questi ultimi mesi ci siamo rafforzati. Abbiamo assunto nuovi giornalisti di talento, abbiamo allargato il numero dei collaboratori, abbiamo inaugurato un inserto culturale e abbiamo deciso, in nome della libertà d’informazione, di partecipare economicamente al progetto di Michele Santoro che metterà in onda Servizio Pubblico. Nelle prossime settimane vedrà la luce la nostra web tv e proprio per questo stiamo ora investendo risorse in nuovi mezzi tecnici e collaboratori.



Tutto questo, è bene dirlo chiaramente, è solo merito vostro. Grazie a voi, senza avere alle spalle editori ricchi di capitali e senza doverci prostituire con le banche andando a caccia di prestiti e mutui, siamo riusciti nel nostro intento: quello di avere tra le mani un giornale non ricattabile da nessuno. Né dalla politica, né dalla finanza, né dalla pubblicità. Un quotidiano, cartaceo e online, che non ha alcuna intenzione di smettere di crescere.

Insomma, vi siamo riconoscenti. Ma vogliamo, col vostro aiuto, fare ancora di più e meglio. Sarebbe una grande impresa, oltreché un grande orgoglio, riuscire a superare il record di abbonati dell’anno scorso. Su Facebook abbiamo ormai oltre 600 mila amici e la pagina Marco Travaglio veleggia ben oltre il milione. Per questo pensiamo che sia possibile andare oltre l’attuale quota di 30 mila abbonati. E per questo ci sembra giusto applicare uno sconto a tutti coloro che si abboneranno (per esempio, l’abbonamento in pdf torna a 100 euro, come nel 2010). Perché, se è vero che la libertà ha un prezzo, al Fatto Quotidiano essere liberi costa un po’ meno.

Grazie per quello che potrete e vorrete fare.

Antonio Padellaro, Peter Gomez e Marco Travaglio

www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/28/da-oggi-essere-liberi-costa-un-po-meno-abbonati-con-sconto-al-fatto-quotidiano...



www.youtube.com/watch?v=Dwm7Ac3yDX8&feature=player_embed...


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Undicesimi su Facebook, quarti su Youtube
Il Fatto scala le classifiche internazionali Nella Top social network stars stilata da Usa Famecount il nostro sito si piazza tra i giganti dell'informazione: il canale video è dietro a quello di Cbs, Al Jazeera English e New York Times Riparte la campagna abbonamenti del Fatto Quotidiano. Con un obiettivo dichiarato: superare quota 30 mila sottoscrizioni. E quest’anno, ai risultati già raggiunti nelle edicole, si aggiungono quelli registrati nel web. Usa Famecount, che monitora la popolarità dei siti d’informazione, ha stilato una classifica della “Top Social Network Stars” (i protagonisti sui social network) nella categoria “Worldwide News”, ovvero testate d’informazione nel mondo. E ilfattoquotidiano.it, in poco più di un anno di vita, ha scalato le classifiche sui social network piazzandosi al quarto posto su youtube e undicesimo su facebook. Il canale video del sito del Fatto è alle spalle del network tv americano Cbs (al primo posto), Al Jazeera English e il New York Times. Dietro di noi, le testate più importanti dei cinque continenti: Cnn, Time, Wall Street Journal, Guardian, New Yorker, the Economist, Huffington Post, Fox, Spiegel e via via. Tra le prime quaranta, nessun’altra testata è italiana.

Per stilare la classifica che registra l’impatto – citazioni, rimandi, fan, visualizzazioni – sui social network, vengono considerati fondamentalmente tre parametri: il numero di fan su Facebook, su Twitter e le visualizzazioni sul canale YouTube. Su Facebook, infatti, possiamo contare su 643mila fan, un record per l’Italia e per l’Europa e anche qui prima di giganti come l’Huffington Post, Wall Street Journal, Time. Per quanto riguarda Twitter, invece, il Fatto è al 24esimo posto. Infine Youtube, su cui il nostro canale si piazza al quarto posto. In appena due anni, il Fatto su YouTube ha raccolto con i suoi oltre mille video, 24 milioni di visualizzazioni.



Tra i video di attualità realizzati dai nostri invitati va registrato il successo del racconto senza filtro di pezzi di realtà, dal famoso episodio dell’insulto a Berlusconi – che svetta su tutti – a immagini riportate in anteprima (il La Russa scalciante, il Brunetta de “Siete l’Italia peggiore” al sesto posto) che poi hanno sollevato veri e propri casi politici nazionali. Per tutti i video conta il profilo di chi cerca il Fatto in edicola e online: lettori e spettatori hanno un’età media più bassa rispetto agli altri fruitori dei quotidiani, usano tutti computer e web e non si fidano della tv. Con i social network riescono a rimanere in contatto con i media che si sentono più vicini e a diventare parte della community. Questi sono i risultati. Che oggi trovano un riconoscimento anche a livello globale.

Anche questo, come hanno scritto Antonio Padellaro, Peter Gomez e Marco Travaglio in una lettera ai nostri lettori “è solo merito vostro. Grazie a voi, senza avere alle spalle editori ricchi di capitali e senza doverci prostituire con le banche andando a caccia di prestiti e mutui, siamo riusciti nel nostro intento: quello di avere tra le mani un giornale non ricattabile da nessuno. Né dalla politica, né dalla finanza, né dalla pubblicità. Un quotidiano, cartaceo e online, che non ha alcuna intenzione di smettere di crescere”.

www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/02/undicesimi-su-facebook-quarti-su-youtubeil-fatto-scala-le-classifiche-internazionali...
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di Redazione Il Fatto Quotidiano | Emilia Romagna | 14 novembre 2011 Commenta (7)




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Più informazioni su: Bologna, Emiliano Liuzzi, Fatto Quotidiano Emilia Romagna, Giornalismo, Inchieste, Infilitrazioni Mafiose, Locale, Lucio Dalla, Maurizio Maggiani, Parma, Peter Gomez, Politica, Vignali, Web Fatto Quotidiano Emilia Romagna, cosa abbiamo fatto e cosa vi promettiamo Venerdì 18 novembre alle ore 18 in sala Borsa a Bologna il lancio ufficiale della testata regionale del Fattoquotidiano.it. Ospiti Peter Gomez, Lucio Dalla e Maurizio MaggianiIl momento per discuterne pubblicamente, neanche ad averlo fatto apposta, appare sempre più opportuno. La caduta del governo Berlusconi, con la fine dei diciassette anni di regime politico, mediatico e sociale del Cavaliere, come se non bastasse la situazione pregressa, avrà riflessi anche in Emilia Romagna. Una regione nella quale – lo dimostrano recenti inchieste pubblicate su ilfattoquotidiano.it – il ricorso alla cassa integrazione ha raggiunto livelli sconosciuti in passato, la pubblica amministrazione è costretta a ragionare non di welfare ma di tagli e i cittadini, tanto i giovanissimi indignati quanto i più attempati lavoratori a rischio disoccupazione, scendono in piazza con cadenza ormai più che quotidiana per reclamare i loro diritti.

E ancora, poi, c’è la situazione politica in città tutt’altro che di secondo piano a livello regionale, come accaduto a Parma, con buchi nelle casse pubblica da 600 milioni di euro, inchieste della magistratura che bersagliano classe amministrativa e imprenditoriale e il disorientamento di fronte alla dissoluzione del “modello emiliano”. Come se tutto questo non fosse sufficiente, occorre fare i conti il livello di infiltrazioni malavitose nell’economia legale che è in crescita (lo attestano i più recenti rapporti investigativi di Dia e Dna), c’è il boom dei “compro oro” tra ricerca di cash per le famiglie e riciclaggio per le organizzazioni criminali e in città come Reggio Emilia arrivano gli stop ad appalti già assegnati perché si teme l’ingresso di aziende non regolari nel ciclo del cemento.

Di questo si parlerà venerdì prossimo, 18 novembre, all’evento in programma in Sala Borsa, a Bologna, per la presentazione ufficiale del Fatto Quotidiano Emilia Romagna. Dopo otto mesi di esistenza della redazione regionale, si può dunque discutere dei problemi che bersagliano un territorio fino a poco tempo fa tra i più prosperosi non solo d’Italia, ma dell’Europa. E a partire dalle 18, dunque, la giornalista del Fatto Silvia Truzzi modererà una serie di interventi che facciano un punto. E che diano anche soluzioni di prospettiva o almeno indichino strade praticabili.

A intervenire ci saranno il direttore de ilfattoquotidiano.it, Peter Gomez, e il responsabile della redazione dell’Emilia Romagna, Emiliano Liuzzi. A prendere la parola saranno il fotoreporter bolognese Roberto Serra e il magistrato Marco Imperato, sostituto alla procura della Repubblica di Ferrara. Con loro alcuni esponenti della cultura. Qualcuno ha natali emiliano-romagnoli e qualcun altro, invece, ha scelto questa regione per scrivere, raccontare, recuperare pezzi della storia riportandola all’attenzione dei più. Iniziamo proprio da quest’ultimo aspetto con lo scrittore Maurizio Maggiani, d’origine ligure ma che ha dedicato parte del suo lavoro alla Romagna. E poi con il cantautore e poeta Lucio Dalla, simbolo della bolognesità da esportazione, uno dei più autorevoli cantautori italiani, con incursioni nel cinema (recitò giovanissimo coi fratelli Taviani), nella regia cinematografica e teatrale.


www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/14/fatto-quotidiano-emilia-romagna-cosa-abbiamo-fatto-cosa-promettiamo...
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Bologna, in 500 alla presentazione del Fatto
“Informare senza padroni” (foto e video) Il direttore del sito Gomez: "Se sbagliamo lo facciamo con la nostra testa, non perché qualcuno ce l'ha chiesto". Lo scrittore Maggiani: "Anche l'Emilia ha i suoi guai, vi siete fatti commissariare due città a distanza di pochi mesi". Poi il racconto di Dalla su come è cambiata la sua cittàLuci e ombre dell’informazione, della giustizia, della cultura e del territorio. Ma anche delle contestazioni in atto tra i giovani. Sono quelle passate in rassegna di fronte alle 500 persone radunate nell’auditorium Enzo Biagi della biblioteca Sala Borsa di Bologna (a un certo punto è stato bloccato l’ingresso perché si erano già superati i numeri che la sala può contenere) per la presentazione della redazione dell’Emilia Romagna di ilfattoquotidiano.it. Il direttore Peter Gomez, il responsabile dell’edizione regionale Emiliano Liuzzi, il magistrato Marco Imperato, il poeta e cantautore Lucio Dalla, lo scrittore Maurizio Maggiani e il fotoreporter Roberto Serra, moderati da una delle penne più brillanti del Fatto , Silvia Truzzi, hanno presentato ognuna di queste luci e ombre.

L’informazione: “Facciamo giornalismo e quando sbagliamo lo facciamo con la nostra testa”. Il valore delle storie semplici che rappresentano le classi dirigenti. È stata questa una delle chiavi che Peter Gomez ha usato per presentare ilfattoquotidiano.it e lo ha fatto raccontando di quel candidato emiliano alle amministrative che, in due piccoli comuni diversi, si era presentato in uno per il centro sinistra e nell’altro per il centro destra. “Ecco, gli emblemi della società in cui stiamo vivendo passano anche da vicende minime ma significative”.


Fatti, questi, che il giornale decide di raccontare senza risparmiare nessuno perché “non ha un vero padrone”, ha aggiunto Gomez. E ricostruisce la storia del Fatto passando dai numeri: l’idea iniziale, un capitale d’avvio di 600 mila euro e un annuncio su Internet che “ha portato 30 mila abbonamenti a scatola chiusa dandoci altri 3 milioni per partire. E se tiro fuori questi dati è perché per fare giornalismo di denuncia e d’inchiesta ci vuole denaro”. Denaro utilizzato per mettere in piedi una struttura agile che dalla carta è passata al web per “ripagare il debito con la rete che tanta fiducia ci ha dato”.



Ecco come nascono il quotidiano cartaceo e il sito, “uno prosecuzione dell’altro”, ha aggiunto Peter Gomez. “Ma in cui si sono voluto dividere i fatti dalle opinioni. Noi abbiamo come principio la Costituzione e convinzioni politiche radicate, ma il giornalismo e le idee – anche quelle che non condividiamo, ma che sono argomentate – devono avere e hanno due spazi separati. E vorremmo solo una cosa: che i lettori non pensassero mai che quando sbagliamo è perché qualcuno ce l’ha chiesto, un’azienda, un politico. Sono fiero di dire che quando sbagliamo lo facciamo con la nostra testa”.

Giustizia e verità: parlarne laddove il messaggio possa arrivare. Alla questione informazione si è allacciato l’intervento di Marco Imperato, pubblico ministero a Ferrara e blogger di ilfattoquotidiano.it. C’è bisogno che un magistrato dica ciò che pensa al di fuori degli ambiti a lui più usuali, le aule di giustizia? “Abbiamo i primi due poteri dello Stato, quello legislativo e quello esecutivo che sono inquinati. Non amano la magistratura e l’informazione libera, il terzo e il quarto potere, ed è prassi l’aggressione quotidiana contro ciò che non è spendibile in termini populistici. Per cui sì, si deve portare la propria testimonianza anche fuori dai tribunali, nei luoghi in cui può essere sentita”.

Sentita e scritta, l’informazione, ma anche cercata. Un’informazione, per il fotoreporter bolognese Roberto Serra, che deve essere molto vicina alla ricerca della verità e che non può essere rappresentata solo dalla fotografia. “Negli anni Settanta ero vicino a Lotta Continua, al Quotidiano dei Lavoratori e a Democrazia Proletaria. Poi è accaduto che nel 1980 sia ‘caduto’ sopra Ustica un aereo su cui c’era un mio amico. Un amico strano per chi veniva dall’extraparlamentarismo di quegli anni. Era un poliziotto, il fotografo della scientifica, ed è morto con altre 80 persone perché ci fu un’azione di guerra. Invece oggi, a tanti anni di distanza, se n’è appena andato un governo che voleva insabbiare quello che si sa quell’aereo. Questo è un territorio dove per fortuna si può ancora affermare le diversità, come hanno fatto Daria Bonfietti, presidente dei familiari delle vittime di Ustica, o il senatore Walter Vitali, che si è battuto per aprire l’armadio della vergogna che parla di stragi come quella nazista di Marzabotto”.

Territorio e cultura: terra di grandi passioni, ma con un dialogo da ripristinare. Lo scrittore Maurizio Maggiani, proprio del territorio e Romagna, fa un racconto scanzonato, ma non così diverso da un punto di vista concettuale da quello di Serra. “Ho scelto di stare in Romagna, nonostante sia nato nella valle della Magra (alluvionata), voti a Genova (alluvionata), e nella mia vita andassi a fare il bagno a i bagni a Monterosso (alluvionato). Vivere in Liguria è faticoso, vivere in Romagna è invece Disneyland. Lo so che però che c’è una differenza, che Disneyland è finto e che questa zona è vera. Qui c’è ancora la passione rivoltosa e insurrezionale che trovi ovunque, una passione avversa all’istituzione e che ama con l’istituzione che si autodefinisce nella comunità. Certo, l’Emilia ha i suoi guai, vi siete fatti commissariare una città dietro l’altra, come Bologna e Parma, dall’attuale ministro Anna Maria Cancellieri e da noi ho visto un grappolo d’uva di 15 metri, roba da record. Ma questa diversità, questa specificità deve essere preservata anche con il giornalismo d’inchiesta, quello che grattare come se si avesse la rogna e dunque fa bene”.

Il bisogno di riscatto per cultura, per Bologna e per l’Emilia Romagna in genere è stata poi la linea d’intervento di Lucio Dalla. “Questo è un territorio in qualche modo ancora creativo. Lo testimoniano presenze come quelle di Roberto Roversi e di tanti altri intellettuali che qui sono ancora radicati. Ma la tendenza è alla mediocrità perché Bologna è diventata la città del quasi tutto. Realtà ci sono, ma mancano contatti che la tirino fuori dalla sua dimensione e la rimettano in contatto con il mondo esterno, come accaduto con il riconoscimento dell’Unesco per la musica. Per questo le voci qui da noi devono moltiplicarsi”.

Cultura, ricerca dell’alternativa e dialogo sono state al centro infine di una voce fuori programma. È quella di una ventisettenne, Joel Malpasso, che ha preso la parola a nome del movimento di Santa Insolvenza, sgomberato nei giorni scorsi dal cinema Arcobaleno. Una testimonianza di chi manifesta in questi giorni e vorrebbe avere voce nel decidere il proprio e il futuro magari anche di altri. “Ci siamo sentiti chiamati in causa dalle parole di Lucio Dalla perché avevamo iniziato con l’occupazione che noi chiamiamo riapertura di un locale chiuso, tornato adesso a polvere e topi. Per due giorno lì si sono fatti cultura, cinema e socialità in modo gratuito e aperto a tutti. Che cosa vogliamo? Siamo persone con in comune una difficoltà e non chiediamo niente perché si presuppone che ci sia qualcuno in grado di rispondere. Ho 27 anni, vivo da anni con il mio ragazzo e ci si aspetterebbe che entro un paio d’anni faccia un figlio e accenda un mutuo per comprare una casa. Non me lo possono permettere e non se lo può permettere tanto persone come me. Vorremmo solo suggerire che con questo scenario economico non è in grado di andare avanti e trovare insieme ad altri un’alternativa”.


www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/19/bologna-alla-presentazione-fatto-informare-senza-padroni-foto-video...
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