La vita del presidio No-Besta. Ma presto potrebbe essere sgomberato
Bologna, attivisti sugli alberi con le tende nelle notti del parco Don Bosco. Il Comune: non sono autorizzati
Il giorno dopo l’udienza per il ricorso d’urgenza presentato dal Comitato Besta per impedire che il progetto del nuovo plesso scolastico diventi realtà, l’atmosfera che si respira al presidio permanente nel parco Don Bosco è tranquilla. A metà mattina ci sono alcuni ragazzi che chiacchierano, mentre gettano uno sguardo ai loro cagnetti che girano tra gli alberi, e alcuni componenti del comitato.
Il presidio
Dalla parte delle attuali scuole Besta campeggiano due striscioni: «Il Don Bosco è di tutti» e «Il Don Bosco resiste», recitano. All’interno del parco molto è cambiato con il passare delle settimane. Alcune delle recinzioni che avrebbero dovuto delimitare l’area lavori per la costruzione della nuova scuola sono state riciclate per realizzare una sorta di capanna che ospita mobili, bacheche e tanto materiale che spazia dalle iniziative per la salvaguardia del Don Bosco agli appuntamenti in solidarietà con il popolo palestinese. Tra le presenze attive nell’area verde c’è anche il collettivo Cambiare Rotta. E la mente va a quello che a poca distanza dal parco è avvenuto qualche ora prima davanti alla sede della Rai.
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Il cantiere bloccato
Su alcuni alberi sono state montate delle altane che ospitano anche delle tende. I nuovi allestimenti danno al luogo l’aspetto di un parco avventura. Chiediamo a uno dei ragazzi presenti se dentro a quelle tende di notte dorma qualcuno. «Non so», dice una ragazza che sorridendo si allontana. In generale da parte dei più giovani non c’è una grande voglia di parlare, rimane la solidarietà alla lotta portata avanti dal comitato, ma di spiegare e chiarire posizioni e modus operandi non se ne parla. «Tutti i giorni c’è l’assemblea alle 17 e lì facciamo il punto della situazione», viene spiegato. Il presidio ha preso vita a fine dicembre, quando si è avuta la sensazione che il Comune di Bologna avrebbe acceso il semaforo verde sui lavori. La situazione è cambiata, tuttavia, lo scorso 29 gennaio quando sono arrivati operai, Polizia locale e alcuni giovani che hanno cercato di forzare le recinzioni del cantiere. Da allora il presidio si è strutturato in modo più articolato, la presenza di persone all’interno è stata garantita dalle prime ore della mattina alla sera e ora anche oltre quegli orari.
Il duello con l'amministrazione
Proprio su questa evoluzione è intervenuto durante il Question time l’assessore ai Lavori pubblici Simone Borsari: «Per quanto riguarda la presenza di tende e bivacchi all’interno del parco è del tutto evidente come questa non sia stata autorizzata. Ed è stata segnalata a tutte le autorità competenti». Poi la frecciata ai meloniani che avevano presentato la domanda d’attualità: «Siete anche voi con chi sta erigendo barricate e casette abusive all’interno del parco e con chi ritarda il via ai lavori di un progetto regolarmente approvato?». «Siamo contro il progetto — spiega la consigliera di FdI Manuela Zuntini — e a fianco di chi chiede un confronto con l’amministrazione nel merito, ma mai con chi usa violenza e occupa».
Nuovo botta e risposta, infine, tra Borsari e il Comitato sull’incontro saltato qualche giorno fa: «Abbiamo preso atto della scelta di portare il confronto in tribunale ancor prima di sedersi ad un tavolo», attacca l’assessore. «È stata proprio l’amministrazione a ignorare per mesi le nostre richieste di incontro – la replica – l’incontro era nato grazie alla sollecitazione della Questura».
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