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Pannelli sul balcone e comunità energetica: "Ecco come ho abbassato la bolletta a 36 euro"

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2022 00:02
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Il milanese Matteo Leonardi racconta come riesce a contenere i costi dell'elettricità, con l’attenzione agli sprechi, un impianto "plug and play" e il contratto di fornitura con una cooperativa. Un modello che attrae sempre più cittadini
18 SETTEMBRE 2022
AGGIORNATO ALLE 12:20
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Lo sguardo corre subito al totale da pagare: 36,03 euro. Nel bimestre giugno-luglio, mentre le bollette della luce correvano verso cifre mai viste in precedenza, Matteo Leonardi poteva festeggiare due scelte fatte in precedenza e l'attenzione della sua famiglia a non sprecare elettricità. "Il punto di partenza che spiega la mia bolletta è fare un uso consapevole dell'energia. Le faccio un esempio: se prendi un frigorifero di tipo americano, di quelli molto grandi, può anche essere di classe A ma consuma moltissimo lo stesso. E poi occorre fare attenzione in maniera naturale alle piccole cose, tipo staccare il modem per il wifi quando non lo usiamo", racconta.

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Quanto costa usare gli elettrodomestici con il caro energia
Leonardi abita a Milano e l'energia fa parte del suo lavoro. È il direttore esecutivo di Ecco Climate, un think tank finanziato attraverso la filantropia internazionale la cui missione è quella di favorire le politiche per la salvaguardia del clima. Oltre agli sforzi nel limitare gli sprechi, i costi contenuti della sua bolletta di casa sono determinati da altri due fattori. Il primo è aver comprato uno di quei pannelli solari che si mettono sul balcone, collegandoli a una normale presa. Sono chiamati "plug and play" e fino a una certa potenza non hanno bisogno di autorizzazioni: "Il mio purtroppo non ha un'esposizione ottimale, è un po' rivolto a ovest. L'energia che immette nella rete quando c'è il sole viene scalata direttamente da quella che consumo, che così non pago. Di giorno basta per alimentare il frigorifero e un altro piccolo elettrodomestico. Ci vuole l'accortezza, ad esempio, di far andare la lavatrice quando il pannello è esposto al sole. Se non la consumo viene regalata alla rete e anche questo, sinceramente, non mi spiace", spiega Leonardi.
Un quarto del prezzo medio di riferimento di luglio
Per scoprire la rilevanza della seconda decisione vincente di Leonardi occorre sfogliare la bolletta fino alla tariffa applicata per l'energia: nel mese di luglio era pari a 121,4 euro al MWh, praticamente un quarto del prezzo medio di riferimento (il Pun) su cui si basano le tariffe sul mercato libero, che in luglio era di 441 euro. Il fornitore di elettricità di casa Leonardi, però, è particolare: la cooperativa Ènostra, che ha battuto fra i primi una strada che altri adesso stanno seguendo, dando vita a una comunità energetica. Semplificando al massimo: Ènostra ha aperto un fondo di produzione della durata di 12 anni, che raccoglie tra i soci-clienti i soldi per costruire impianti da fonti rinnovabili e si impegna a far pagare loro, per la durata del fondo, una tariffa fissa determinata annualmente, più vicina possibile ai costi di produzione. Le famiglie possono versare da 500 a 4.900 euro, a seconda di quanta energia a tariffa bloccata vogliono ottenere, da un minimo di 700 a un massimo di 7.000 KWh l'anno. Per fare un esempio: chi usa il condizionatore deve mettere in conto d'investire 2.100 euro, per avere 3.000 KWh l'anno. Al termine dei 12 anni, le somme versate verranno restituite.

Gli effetti distorisvi del decreto Sostegni Ter
Ènostra può cambiare la tariffa una volta l'anno. È accaduto a luglio, quando l'ha portata per l'appunto a 121,4 euro, dai 61,4 precedenti. Un incremento causato da due motivi. Il primo è un paradosso del decreto Sostegni Ter, che per colpire gli extra-profitti delle compagnie ha bloccato il prezzo di acquisto dell'energia rinnovabile da parte della rete. Questo ha messo fuori gioco gli impianti fotovoltaici di Ènostra, che hanno continuato a produrre per i clienti non finanziatori, i quali pagano cifre ancorate ai prezzi di mercato, anche se in genere più convenienti rispetto ad altri fornitori. Nelle maglie del decreto non è invece entrato un nuovo impianto eolico vicino a Gubbio, in Umbria, che ha così potuto lavorare per i 720 clienti-soci ma che - e questo è il secondo motivo dell'aumento della tariffa - ha costi di produzione più alti rispetto al solare. Al di là di questi effetti distorsivi del decreto, c'è un fatto importante da cogliere: "Uno dei nostri obiettivi è garantire ai soci tariffe che siano ancorate ai prezzi di produzione degli impianti da fonti rinnovabili e quindi sganciate da quelli del fossile. Per questo motivo, se il prezzo del gas a un certo punto crollasse, la nostra tariffa potrebbe diventare più alta di quella di mercato. Per noi, però, conta anche la piena trasparenza: l'elettricità che produciamo è al 100% da rinnovabili e da impianti partecipati con un impatto ambientale e sociale più limitato possibile", dice Sara Capuzzo, presidente di Ènostra.

Nella crisi attuale le comunità energetiche sono un tema di grande interesse. Se Ènostra ha riaperto ora la sottoscrizione per un nuovo impianto eolico, che verrà realizzato sempre nei pressi di Gubbio, in giro per l'Italia si moltiplicano altre iniziative. Il 12 settembre è stata lanciata ad esempio la piattaforma Respira, promossa fra gli altri da Coopfond, il fondo d'investimento che fa capo a Legacoop e che vuole accompagnare nel processo progettuale e burocratico i gruppi di cittadini, le imprese e gli enti pubblici che vogliono realizzare impianti con fonti rinnovabili, che il fondo potrà finanziare fino al 50%.

"Le comunità energetiche, un grande passo avanti"
"La predisposizione di impianti da rinnovabili sugli edifici è uno dei pilastri del piano REpowerEU e la creazione di comunità energetiche può alleggerire in misura consistente il peso del trasporto dell'elettricità sulla rete nazionale, oltre che incrementare il livello di indipendenza energetica", dice Paola Testa, Energy & Resources Consulting Leader per l'Europa del colosso della consulenza EY, osservando che "se le comunità diventassero isole auto-sufficienti, resterebbero da alimentare con il gas parte dei consumi civili per il condizionamento e la produzione di acqua calda e le grandi industrie energivore, riducendo la necessità di gas per la produzione termoelettrica. Questo non risolverebbe del tutto il problema dell'approvvigionamento di gas ma ci farebbe fare un grande passo in avanti". Come in tutte le questioni che riguardano l'energia, tuttavia, le normative sono spesso labirintiche e pongono vincoli in contrasto con gli obiettivi di sviluppo degli impianti rinnovabili. Anche nel caso delle comunità, la spinta che è arrivata dalle recenti innovazioni è limitata dalla mancanza di alcuni provvedimenti attuativi. "Un aspetto che farà da acceleratore è stata l'apertura delle comunità a soggetti terzi, come ad esempio le utilities, che possono mettere a disposizione impianti da rinnovabili che rientrino nel computo dell'energia condivisa, oltre ad offrire le piattaforme per la gestione di tutti i servizi", continua Testa, che vede un altro vantaggio: "Lo sviluppo delle comunità può favorire la crescita dell'indotto, come i produttori dei pannelli solari o le imprese che si occupano dell'installazione e della manutenzione. Le ricadute potrebbero essere molto importanti".


www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2022/09/19/news/energia_la_mia_bolletta_da_36_euro_al_mese_con_il_pannello_da_balcone_e_la_comunita_energetica-36...




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