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Servizio Pubblico: Travaglio vs Grasso:"Non è quel che sembra"

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2013 18:34
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www.youtube.com/watch?v=2nalWJ4m81w


"Conosco Schifani e Grasso e secondo me il dualismo tra i due come lotta tra bene e male non è da impostare in maniera così manichea". Così Marco Travaglio esordisce per spiegare le ragioni per le quali è critico con l'attuale Presidente del Senato. Secondo il vicedirettore del Fatto Quotidiano, tra Schifani e Grasso la differenza è chiara e lapalissiana, ma osserva: "Quando fu eletto Presidente del Senato, Schifani non era visto come 'bestia nera' dal centrosinistra, che nel 2008 non propose nessun suo candidato e votò scheda bianca. Anzi, quando fu eletto l'esponente del Pdl, ricevette applausi, tranne che da Furio Colombo, e un inchino e due baci da Anna Finocchiaro". Travaglio aggiunge: "Schifani era il pontiere dell'inciucio caldeggiato da Veltroni". Il giornalista elenca poi le ragioni per le quali Grasso non incarna esattamente il bene: "E' un italiano prima che magistrato, molto furbo, un uomo di mondo". E, rivolgendosi ai senatori del M5S, dice: "Mi spiace che proprio loro si vantano di informarsi in rete siano cascati con tutti i due piedi nella disinformazione della stampa ufficiale"
(fonte: il fatto quotidiano)
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“Non ho visto lo scontro tra Travaglio e Pietro Grasso, ma a me interessa soltanto il discorso della Procura Nazionale Antimafia, perché questa è storia”. Sono le parole del Procuratore Capo di Torino, Giancarlo Caselli, contattato telefonicamente dalla trasmissione “Un giorno da pecora”, su Radio Due. “Io sostengo di aver subito un’ingiustizia” – afferma il magistrato – “ci fu una legge contro di me. Per due volte il Csm ha bandito un percorso per il successore di Vigna alla Dna, e per due volte con un intervento ad personam, per punirmi del processo che avevo fatto ad Andreotti, sono stato estromesso dal concorso“. E aggiunge: “La seconda volta accadde quando ero vicino al traguardo”. Caselli spiega: “Sia io, sia Grasso avevamo ricevuto tre voti, ma a quel punto interviene la legge contro la mia persona, vengo cancellato dal concorso e in plenum ci va soltanto Grasso”. E sottolinea: “Non so chi avrebbe vinto, io so solo che quella legge contro di me fu dichiarata incostituzionale. Ma intanto i giochi erano fatti”. Il magistrato poi ricorre a una metafora calcistica per spiegare quello che avvenne: “Diciamo che le regole del gioco sono state cambiate a partita iniziata, e il cambiamento è valso solo per una squadra. Non so se il capitano della squadra preferita avrebbe potuto rifiutare quell’aiuto” – conclude – “Il mondo del calcio non è mica quello della giustizia”

tv.ilfattoquotidiano.it/2013/03/22/caselli-su-scontro-grasso-travaglio-io-ho-subito-uningiustizia...
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