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Obama ritorna alla Casa Bianca: di nuovo Presidente

Ultimo Aggiornamento: 07/11/2012 05:27
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La previsione di Barack Obama: “Sono fiducioso che abbiamo i voti per vincere”. La speranza di Mitt Romney: “Grande giorno per grande cambiamento. Sono ottimista, non solo per i risultati delle elezioni ma anche per l’avvenire dell’America”. Sono queste le ultime dichiarazioni ufficiali dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti d’America prima della lunga maratona che deciderà chi andrà alla Casa Bianca. Il presidente in carica è fiducioso nel giorno dell’election day e lo fa trasparire in visita a un piccolo comitato elettorale della sua città Chicago, da dove seguirà lo scrutinio nel suo quartier generale. stessa linea per lo sfidante repubblicano, che ha detto di sentirsi “molto molto bene” rispetto al risultato delle elezioni e da twitter ha scritto: “Un futuro migliore ci aspetta. Scegliamolo oggi”. Entrambi hanno vissuto le ultime ore prima dello scrutinio finale nelle proprie città di residenza: Obama a Chicago e Romney a Belmont, vicino Boston. Gli ultimi botta e risposta, guerra di sensazioni e scaramanzie assortite. L’election day è iniziato. Non senza problemi tecnici. E con un incubo: quello una una nuova notte elettorale come quella del 2000, con il riconteggio delle schede in Florida.

Gli occhi sono tutti sull’Ohio, dove si stanno registrando alcuni problemi con la rottura di molte macchine che consentono il voto: incidenti che si verificano nella roccaforti del presidente americano, Barack Obama, quali Toledo, dove si trova uno degli impianti Chrysler. I lavoratori delle case automobilistiche di Detroit oggi non lavorano: come previsto dal loro contratto nazionale, l’Election day è un giorno di vacanza per votare. Difficoltà anche in Pennsylvania, dove alcuni voti per Obama si sono tramutati in voti per il candidato Mitt Romney. Lunghe file si registrano in tutti gli stati, soprattutto in queste ultime ore con la chiusura degli uffici. Rallentamenti e confusione nel voto in varie aree di New York e del New Jersey: l’uragano Sandy ha causato la chiusura di molti seggi, allungando le file in quelli disponibili e dove gli elettori sono stati dirottati. Alcuni, però, per la mancanza di elettricità e internet in casa non hanno modo di apprendere le chiusure e si sono trovati davanti a seggi sbarrati, con indicazioni per andare a votare altrove, anche a presso seggi distanti. Diversi, a Coney island (New York), sono stati scoraggiati e hanno alla fine deciso di non votare più. L’affluenza in New Jersey, secondo le prime indicazioni, è abbastanza sostenuta, anche se alcuni osservatori denunciano il caos in alcuni seggi. Lo stato che ospita Atlantic City ha esteso i termini del voto via posta elettronica per chi ha perso la casa fino a venerdì dopo che alcuni uffici elettorali sono stati sommersi da una valanga di richieste.

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23.42 – EXIT POLL: per 6 americani su 10 la priorità è l’economia. L’economia ha dettato la scelta del presidente americano. Secondo un exit poll preliminare dell’Associated Press, sei americani su 10 hanno detto che l’economia è la priorità . Per 4 americani su 10 l’economia si sta riprendendo mentre la maggioranza ritiene che stia peggiorando e sia in stagnazione.

23.34 – Voti anche dallo spazio. Anche dallo spazio, gli astronauti americani esercitano il diritto-dovere di votare: Leroy Chiao, Edward Michael Fincke e Greg Chamitoff hanno espresso la loro preferenza dalla stazione orbitante, ha fatto sapere la Nasa. L’attuale comandante della stazione Suni Williams, della Florida, ha votato per corrispodenza prima di partire per la 32 missione sulla stazione. Il voto degli astronauti è stato reso possibile grazie ad una sofisticata tecnologia e ad una legge del 1997. Via email ricevono una copia della loro scheda elettorale che viene gestita e trasmessa alle autorità competenti con la massima riservatezza dalla stazione di controllo della missione, al Johnson Space Center di Houston. “Gli astronauti hanno votato e hanno contribuito alla democrazia”, ha detto il portavoce della Nasa Jay Bolden, aggiungendo che fin da quando è stata approvata la relativa legge circa otto astronauti su dieci hanno espresso dallo spazio il loro voto in varie elezioni.

23.19 – Ambasciatore a Roma: “Campagna elettorale troppo costosa”. Le urne sono ancora aperte negli Stati Uniti, ma l’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, critica “la cifra davvero eccessiva” spesa per questa campagna elettorale, pari a 6 miliardi di dollari. “Spero che troveremo il modo per controllare la spesa e tornare a pensare meno ai soldi e più alle idee”, ha detto l’ambasciatore accogliendo gli ospiti all’“Election night” a Roma per seguire le battute finali delle presidenziali Usa.

23.12 – New Yersey, sfollati a causa di Sandy possono votare tramite fax o mail. In New Jersey gli sfollati dell’uragano Sandy sono stati autorizzati a votare per fax o per email dopo che la tempesta della scorsa settimana ha reso inagibili alcuni seggi. Lo stato di Atlantic City ha esteso i termini del voto via posta elettronica per chi ha perso la casa fino a venerdì dopo che alcuni uffici elettorali sono stati sommersi da una valanga di richieste. I termini per la richiesta del voto via mail sono scaduti alle 17 ora locale: l’opzione è stata messa a disposizione degli sfollati che hanno accettato di rinunciare alla privacy del voto. “Ma se non siete rimasti sulla strada muovetevi e andate a votare”, ha detto il governatore del New Jersey Chris Christie: “Io ho votato, e ho un sacco da fare. Non c’è motivo per cui altri non possano farlo”.

22.44 – Sindaco New York vota dopo 45 minuti d’attesa. Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, in coda per 45 minuti per votare. Bloomberg ha espresso nei giorni scorsi il proprio appoggio per il presidente americano Barack Obama. A New York e in New Jersey continuano le lunghe file ai seggi: l’uragano Sandy ha ridotto i seggi per votare e in molte aree l’elettricità ancora non c’è, causando un ricollocamento degli elettori e confusione. A Coney Island ci sono cartelli che indicano scuole chiuse e lo spostamento dei seggi, alcuni anche a molti isolati di distanza, scoraggiando alcuni.

22.14 – Romney: “Si vince o si perde per qualche centinaio di voti”. La battaglia finale per la Casa Bianca si giochera’ per qualche centinaio di voti. Ne e’ convinto Mitt Romney, che a una emittente di Richmond, nello Stato chiave della Virgina, ha spiegato le ragioni di una campagna elettorale condotta fino all’ultimo minuto: “Non posso pensare che queste elezioni si possono vincere o perdere per qualche centinaio di voti e restare seduto. E allora, perche’ non continuare a lavorare?”. Inizialmente era previsto che la campagna del candidato repubblicano terminasse la scorsa notte a Manchester, nel New Hampshire, poi lo staff ha deciso il viaggio di Romney a Cleveland, in Ohio, e a Pyttsburgh, in Pennsylvania.

21.49 – Bob Dylan: “Obama avrà una vittoria a valanga”. Obama vincera’ con una “valanga” di voti, la sua vittoria sara’ schiacciante: parola di Bob Dylan. Il cantante statunitense, leggenda del rock, ha espresso cosi’ il suo pronostico interrompendo uno dei suoi cavalli di battaglia “Blowing’ in the wind” durante un concerto nel Wisconsin. “Non credete ai media – ha gridato Dylan dal palco – Obama vincera’ a valanga”. Dopo i suoi commenti Dylan ha quindi ripreso a cantare concludendo la sua celebre canzone.

21.45 – Biden a Chicago con Obama. Anche il vicepresidente Joe Biden ha raggiunto Chicago. Il numero due di Barack Obama è arrivato da Cleveland, in Ohio, dove s’è incontrato per caso con chi aspira a prendere il suo posto, Paul Ryan. In mattinata, aveva votato nel suo stato d’origine, in Delaware.

21.22 – Problemi in Ohio per Obama: macchine per voto rotte. Brutta tegola per Barack Obama, inOhio. Nelle città di Toledo, Cleveland e Dayton, sulla carta roccaforti democratiche, si sono rotte molte macchine elettroniche che permettono il voto. Si tratta di scanner ottici che leggono e registrano ogni singola scheda elettorale. Lo denuncia un blog di uno dei tanti osservatori che controllano la regolarità delle procedure di voto, il Voting Rights Watch. Da ricordare che a Toledo c’e’ la fabbrica della Jeep, del gruppo Chrysler, che come le altre tre grandi dell’auto, assicura dal contratto del 2000, un giorno di permesso ai suoi operai per l’election day, in modo che possano andare a votare senza problemi.


www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/06/elezioni-usa-obama-vs-romney-segui-lora-per-ora-dellelection-day...
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