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Tumori : colon, lo studio: “Un batterio presente in bocca è collegato alla crescita del tumore”.

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2024 19:25
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La malattia di Allevi: cosa è il mieloma, i sintomi e le speranze di guarigione
di Vera Martinella
Il musicista torna in pubblico dopo un lungo stop per le cure. Sintomi, trattamenti standard e novità che allungano la sopravvivenza di chi si ammala. Ricadute molto frequenti, ma oggi si può aspirare a guarire

La malattia di Allevi: cosa è il mieloma, i sintomi e le speranze di guarigione
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L’annuncio lo aveva dato lui stesso a giugno 2022 in un post su Instagram: «Non ci girerò intorno: ho scoperto di avere una neoplasia dal suono dolce: mieloma, ma non per questo meno insidiosa». Da allora il musicista Giovanni Allevi, 54 anni, ha più volte aggiornato tramite social i fan sulle sue condizioni di salute, raccontando con parole e fotografie, un percorso doloroso e difficile. Questa sera, sul palco del Festival di Sanremo, il pianista e compositore torna per la prima volta in pubblico dopo una lunga pausa che è stata necessaria per curarsi. La malattia era stata scoperta per accertamenti fatti a causa di un «mal di schiena lancinante» che lo tormentava: «Spesso, agli stadi iniziali, il mieloma multiplo non dà segni oppure si presenta con sintomi aspecifici come stanchezza e mal di schiena» dice Paolo Corradini, presidente della Società Italiana di Ematologia e direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

I sintomi
Cosa c’entrano i dolori ossei? «Il mieloma è un tumore che colpisce alcune cellule contenute nel midollo osseo che hanno la funzione di produrre gli anticorpi necessari a combattere le infezioni: le plasmacellule — risponde Corradini —. La crescita anomala delle plasmacellule tumorali a può provocare una riduzione della normale produzione di cellule emopoietiche (globuli rossi, bianchi e piastrine) causando anemia (con conseguente astenia, cioè una grande stanchezza), abbassamento del numero dei globuli bianchi (con predisposizione alle infezioni) e/o un calo delle piastrine (aumentando il rischio emorragico) e fragilità delle ossa». Infatti, la maggior parte dei pazienti sintomatici con mieloma soffre di dolore osseo (per lo più alla colonna vertebrale e alle costole), presente in circa i due terzi dei pazienti con nuova diagnosi e spesso porta all’allettamento. Sono comuni anche le fratture ossee e le lesioni del midollo spinale.

Le terapie
Per i pazienti asintomatici (e senza altre particolari condizioni) non c’è indicazione ad alcun trattamento e si procede con controlli frequenti per verificare l’eventuale evoluzione del tumore. Per tutti gli altri, che invece necessitano di trattamenti, le opzioni a disposizione oggi sono moltissime e la strategia viene stabilita in base a una serie di parametri calibrati sul singolo caso. «Il mieloma multiplo è una patologia tipica dell’età avanzata e le cure devono comunque tenere in considerazione la situazione generale del malato – sottolinea Michele Cavo, direttore dell’Istituto di Ematologia Seràgnoli all’Università degli Studi di Bologna e IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria bolognese —: chi ha un’età fino ai 65-70 anni e una buona funzionalità d’organo (cuore, polmone, rene, fegato) viene in genere candidato a un approccio terapeutico più intensivo, che include (oltre a farmaci biologici), il trapianto di midollo osseo autologo (detto anche autotrapianto, perché le cellule vengono prelevate dal paziente stesso). Chi non è idoneo, riceve in genere una terapia basata sull’impiego di farmaci biologici associati o meno a chemioterapia».


Ricadute molto frequenti
Questa neoplasia resta, però, molto insidiosa perché comporta remissioni temporanee seguite da recidive e quasi 9 pazienti su 10 vanno incontro, nel tempo, a una ricaduta . Quando questo accade le terapie prevedono, se possibile, l’uso di farmaci appartenenti a classi alle quali il paziente non è stato precedentemente esposto, con selettivo impiego dellaradioterapia. Dall’inizio degli anni Duemila l’approccio terapeutico è cambiato radicalmente grazie alla disponibilità di nuovi farmaci biologici che hanno dimostrato grande efficacia e hanno allungato notevolmente la sopravvivenza dei malati.

Speranze di guarigione
«Si è passati da pochi mesi di vita a una sopravvivenza media di molti anni — dice Cavo —. Ora combiniamo fra loro medicinali con meccanismi d’azione diversi (immunomodulanti, inibitori del proteasoma, anticorpi monoclonali) così da colpire il tumore su più fronti. Li somministriamo prima o dopo il trapianto di cellule staminali (non sempre previsto), abbiamo terapie di consolidamento e di mantenimento, con l’obiettivo di arrivare a eliminare tutte le cellule cancerose (tecnicamente si chiama “negativizzare la malattia minima residua”). E poi per la prima volta nella storia di questo tumore, abbiamo la speranza di poter arrivare alla guarigione. Bisogna essere cauti, per non dare false speranze ai malati, ma chi deve affrontare questa neoplasia oggi può farlo consapevole del fatto che la ricerca scientifica ha fatto molti progressi e può offrire un armamentario terapeutico molto efficace e relativamente ampio».

Nuove terapie in arrivo
Contro il mieloma multiplo esistono poi ulteriori nuove terapie, alcune già disponibili nel nostro Paese altre che dovrebbero essere approvate a breve: «Gli anticorpi bispecifici per ora vengono prescritti ai pazienti che non hanno tratto i benefici sperati dalle cure standard e nei quali la malattia va avanti, progredisce, dopo i trattamenti – conclude Corradini —. Aspettiamo poi il via libera per le CAR-T, sempre per chi è refrattario alle cure o ha avuto recidive, che ci hanno già fatto sperare nella guarigione dei pazienti con altri tumori del sangue e ci aspettiamo possa accadere lo stesso nel mieloma».

Le cause
Le cause del mieloma multiplo non sono ancora note, ma la malattia colpisce prevalentemente persone sopra i 65 anni. Sono più o meno 4.500 i nuovi casi diagnosticati ogni anno nel nostro Paese e la maggior parte dei pazienti ha più di 50 anni (rarissimi i casi prima dei 40). Circa il 42% dei malati è vivo a cinque anni dalla diagnosi, ma la sopravvivenza dipende da vari fattori e grazie all’arrivo di nuovi farmaci l’aspettativa di vita può essere superiore di molti anni.



www.corriere.it/salute/sportello_cancro/24_febbraio_07/giovanni-allevi-sanremo-2024-malattia-19430cf0-c5be-11ee-ae5b-76d7e549c9c5.shtml?re...
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