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Tumori : colon, lo studio: “Un batterio presente in bocca è collegato alla crescita del tumore”.

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2024 19:25
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Ecco perché ci si ammala di tumore: cause, età, ereditarietà, stili di vita e fattori ambientali
di Vera Martinella
Non esiste quasi mai, tranne in alcune rare forme ereditarie, un’unica causa che possa spiegare l’insorgenza di una neoplasia. Al suo sviluppo concorrono diversi fattori, alcuni dei quali non sono modificabili, come i geni ereditati dai propri genitori o l’età, mentre su altri si può intervenire per ridurre il rischio di andare incontro alla malattia



La cause del cancro: che cosa sappiamo oggi
Non esiste una risposta definitiva al perché si sviluppa un tumore, ma sono noti moltissimi fattori di rischio che giocano un ruolo più o meno determinante: età, ereditarietà, sili di vita, fattori ambientali. Sono stati fatti notevoli passi avanti ed è ormai chiaro che la proliferazione incontrollata delle cellule cancerose dipende da alterazioni (mutazioni) dei geni: «Alcune di queste mutazioni sono ereditarie, ma la maggior parte sono provocate da fattori esterni, indotti dai nostri comportamenti o dall’ambiente in cui viviamo - spiega Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) -. Riuscire a capire motivi e cause scatenanti dei vari tipi di cancro (e della loro maggiore o minore gravità) sarebbe un passo fondamentale per prevenire ogni volta possibile la malattia e riuscire a curarla con successo».



L’età
L’invecchiamento è il più importante fattore di rischio per il cancro: la maggior parte dei tumori infatti si sviluppa in persone con oltre 60 anni. È così in tutto il mondo e anche in Italia, dove le statistiche indicano chiaramente che degli oltre 377mila nuovi casi di cancro diagnosticati ogni anno più o meno la metà riguarda una persona over 60. In molti casi, insomma, i tumori sono da considerarsi «patologie tipiche dell’invecchiamento». E questa è anche la principale ragione per cui le neoplasie sono in aumento in tutto il mondo, di pari passo con l’allungamento della vita media e il crescente numero di persone anziane. Negli anziani, il rischio di sviluppare un tumore è circa 40 volte più alto rispetto alle persone di 20-40 anni e quattro volte più alto rispetto a quelle di 45-65 anni. Fra i 50 ed i 69 anni, un uomo ogni 5 e una donna ogni 7 hanno la probabilità di avere una diagnosi oncologica.



Ereditarietà o familiarità
I tumori sono ereditari? È una domanda che ricorre spesso, una paura diffusa. «Ma se si guardano i numeri, ci si sente rassicurati: solo una quota minoritaria di tutti i tumori diagnosticati ogni anno, viene inserita dai medici nella categoria di quelli che in gergo si chiamano “familiari”, perché hanno un evidente legame di parentela - chiarisce Cinieri - . Questo non significa che con i geni si trasmette la malattia, ma solo una maggiore predisposizione a svilupparla. Se quindi ci sono stati diversi casi di cancro in famiglia, non significa che tutti i membri prima o poi si ammaleranno, ma solo che occorre prestare maggiore attenzione a seguire stili di vita sani e sottoporsi con regolarità ai controlli suggeriti dal proprio medico. È possibile infatti ereditare un gene mutato che rende la cellula più suscettibile alla malattia, ma perché il tumore possa cominciare a svilupparsi e crescere è necessario che si sommino altri errori». Per questo gli esperti sconsigliano di sottoporsi senza una particolare indicazione medica ai test genetici a pagamento che possano rivelare una maggiore probabilità statistica di andare incontro al cancro. La consulenza genetica oncologica , e relativi test, vengono invece offerti tramite Ssn a chi ha precisi requisiti.




Stili di vita
Gli esperti di tutto il mondo lo ripetono ormai da tempo: più di un caso di cancro su tre potrebbe essere evitato solo adottando abitudini di vita sane. Le mosse vincenti sono poche e semplici: non fumare, non bere alcolici, seguire un’alimentazione corretta, fare regolarmente esercizio fisico, prevenire le infezioni che potrebbero dare origine a un tumore. A parte il tabacco, notoriamente responsabile di un lungo elenco di tipi di cancro (dal polmone alla bocca alla vescica, per citarne alcuni), sempre più cruciale appare la scelta di ciò che mettiamo nel piatto (chi mangia bene evita la metà dei tumori) e l’evidenza, ormai dimostrata da diversi studi, che il sovrappeso e l’obesità sono fra i fattori di rischio noti per i tumori di endometrio, colon retto, esofago, rene, pancreas e seno, specie fra le donne in post menopausa. È stato anche scientificamente provato che una moderata attività fisica (come camminare di buon passo) per almeno mezzora cinque giorni la settimana contribuisce a tenere lontane diverse forme i cancro. Infine è fondamentale esporsi al sole con cautela e buon senso, evitando le scottature che possono favorire l’insorgere di tumori della pelle (non a caso le lampade abbronzati sono state incluse nell’elenco dei cancerogeni noti).




Fattori ambientali
Soltanto circa il 5% dei casi di cancro è conseguenza dell’ambiente in cui viviamo ed è riconducibile all’inquinamento ambientale. Ci sono diversi elementi nell’ambiente che ci circonda che possono favorire la comparsa di neoplasie. Alcuni sono presenti in natura, come le radiazioni ionizzanti (provenienti dai raggi cosmici che penetrano l’atmosfera), l’asbesto o amianto, responsabile del temibile mesotelioma pleurico, e alcuni metalli, tra i quali arsenico, berillio, cadmio, cromo, piombo e nichel; altri sono prodotti chimici cui possono essere maggiormente esposte alcune categorie di lavoratori: il benzene, per esempio, contenuto in alcuni solventi e materiali per il lavaggio a secco, ma anche nel fumo di sigaretta, aumenta il rischio di leucemia. Le diossine sono sostanze che si producono nel corso di diversi processi produttivi e tendono ad accumularsi nell’ambiente e negli alimenti; altre sostanze pericolose sono contenute in alcuni pesticidi usati in agricoltura e il cloruro di vinile, con cui venivano in contatto soprattutto gli addetti all’industria della plastica. O, ancora, gli idrocarburi aromatici policiclici presenti nei gas di scarico delle auto e nel fumo prodotto dalla combustione del legno nel camino o nelle stufe (oltre che nel fumo di sigaretta e nei cibi cotti alla griglia), che possono favorire lo sviluppo di tumori di polmone, pelle e apparato urinario.




I virus
«In Italia, come negli altri Paesi ad alto reddito, le infezioni croniche sono la causa di circa il 7-8% di tutti i tumori maligni diagnosticati ogni anno, meno di 30mila casi annui su 377mila - ricorda Cinieri -. Sono causati da alcune infezioni croniche (tra le quali quelle dovute ai virus dell’epatite B e C, Epstein-Barr, HIV e Papillomavirus o HPV) che potrebbero essere in larga parte evitate o persino prevenute con il vaccino. Persistendo per molti anni in vari organi e tessuti, questi agenti infettivi possono provocare la formazione di differenti tumori in base alle caratteristiche individuali e a quelle dell’agente infettivo». I virus dell’epatite B e C possono condurre a tumori del fegato (epatocarcinoma) , l’HPV provoca quelli della cervice uterina e di cavo orale, vagina, vulva, ano, l’ Helicobacter pylori favorisce il carcinoma dello stomaco. E ancora: alcuni tumori del sangue, linfomi e leucemie sono collegati in varia misura dalla infezione con il virus di Epstein-Barr; infine il sarcoma di Kaposi è provocato da un herpes virus umano di tipo 8.




Epigenetica, sapete che cos’è?
Ricondurre tutto alla genetica è però riduttivo: da tempo è chiaro che c’è probabilmente c’era qualcos’altro che influiva sulla probabilità di andare incontro al cancro e che determina le sue caratteristiche caso per caso . Questo «qualcos’altro», identificato ormai da diversi anni, ma ancora in gran parte da esplorare, è ciò che i ricercatori chiamano epigenetica. «Che il cancro sia causato da errori nella sequenza del Dna, siano essi ereditari, casuali o dovuti ad agenti esterni come il fumo di sigaretta, è ormai cosa nota – chiarisce Cinieri -.Oltre ai geni, però, entrano in gioco anche alcune alterazioni che pur non modificando la sequenza del Dna stesso hanno un impatto sulla normale espressione dei geni, attivandone alcuni e reprimendone altri. E causando così in alcuni casi quella crescita cellulare incontrollata tipica dei tumori. Non si può più quindi parlare solo di genetica dei tumori, ma bisogna studiare meglio l’epigenetica (dal greco «sopra i geni»), ovvero di tutte quelle trasformazioni che accendono e spengono diversi geni». Mentre le mutazioni genetiche sono irreversibili, le alterazioni epigenetiche possono essere invece facilmente corrette grazie a trattamenti farmacologici pensati ad hoc e già testati con successo su numerosi pazienti.








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