Arrestato durante il suo funerale
Un uomo, latitante da quasi 25 anni, è stato arrestaro durante il suo funerale. La polizia ha sequestrato la salma e, dopo l'identificazione grazie alle impronte digitali, l'ha restituita ai parenti
Vanity Fair – 21 ore fa
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Articolo: Il pace maker inceppa il funerale
Quotidiano.net - ven 28 ott 2011
“E ora sepoltura”, ha detto l'officiante Stewart Treharne. Ma sepoltura non c'è stata, perché a quel punto è arrivato il coup de théâtre: all'ingresso della chiesa di St. Mary (nel villaggio di Begelly, in Galles) dove si stava celebrando il funerale dell'avvocato Andrew Paterson, 58 anni, ha fatto irruzione la polizia. Il motivo? Il morto, un ex imprenditore di successo, era latitante dal 1987 in seguito a una truffa da 17mila sterline. E gli agenti sono riusciti a rintracciarlo poco prima che venisse seppellito.
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Andrew Paterson – che nella sua latitanza si era inventato anche una seconda identità: quella di Mark Attwood - è stato insomma "catturato" il giorno del suo funerale: le forze dell'ordine hanno infatti sequestrato la salma, hanno preso le impronte digitali e l'hanno restituita dopo poche ore. "Lo abbiamo trattato con cura", hanno detto ai familiari attoniti, "non potevamo fare diversamente". Un’azione che, ovviamente, ha lasciato stupiti i presenti. Se è vero infatti che Paterson fosse latitante, a quanto pare parenti e amici – molti dei quali lo conoscevano come Mark - gli volevano parecchio bene. La sua pagina Facebook, racconta La Stampa, è piena di messaggi di affetto: “Eri bello”, “Di più, eri saggio”, “Il tuo ottimismo è stato la mia stella polare”. Evidentemente, Andrew riusciva a occuparsi dei social network anche in latitanza. Anche perché per anni era vissuto in giro per il mondo, per sfuggire alla cattura.
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Ma il suo ultimo desiderio era quello di farsi seppellire a casa. E così il suo corpo, dopo la morte, era stato riportato a Begelly. Un attimo prima della sepoltura, però, ecco l’irruzione della polizia: “Fermi tutti” hanno spiegato gli agenti, “E’ un quarto di secolo che lo cerchiamo”. Il tempo di prendergli le impronte digitali (e accertarsi che il morto fosse effettivamente Andrew Patterson, e non il fantomatico Mark Attwood), poi, finalmente, l’hanno fatto riposare in pace.
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