Sei giorni di lavoro in nove anni
ai domiciliari dipendente del S.Orsola
Operatrice tecnica indagata per truffa aggravata e falso ideologico: nel mirino degli inquirenti due gravidanze a rischio mai avvenute o non portate a termine, per le quali la donna avrebbe ottenuto detrazioni d'imposta per figli a carico
Una operatrice tecnica, dipendente dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Orsola Malpighi è stata posta ai domiciliari dai carabinieri del Nas: la donna è indagata per truffa aggravata ai danni di Enti Pubblici e falso ideologico in documentazione pubblica per aver lavorato soltanto sei giorni negli ultimi nove anni con lunghi periodi di malattie ed assenze per maternità.
L'operatrice, oltre ad essere risultata assente per continuati e prolungati periodi di malattia (su cui saranno condotte ulteriori indagini) si era assentata per due presunte gravidanze, dapprima per complicanze della gestazione e poi per maternità obbligatoria, "di fatto non vere o comunque non portate a termine", avvertono i carabinieri del Nas.
Secondo gli inquirenti la donna aveva prodotto certificati di maternità a rischio - firmati da medici del consultorio familiare e dell'ospedale Maggiore - senza però sottoporsi a specifici esami diagnostici per l'accertamento dell'effettivo stato di gravidanza. Inoltre, sempre secondo l'accusa, producendo false certificazioni comprovanti la nascita dei due figli nel 2004 e nel 2009 la donna aveva usufruito indebitamente dei benefici di detrazione d'imposta per figli a carico. Il danno erariale, al momento, è stato quantificato in circa 33mila euro.
La donna indagata è "una ex dipendente" del policlinico, precisa lo stesso Sant'Orsola in una nota: la donna è stata licenziata "a seguito del raggiungimento del tetto massimo per malattia previsto
dalla normativa vigente e alla continuativa e manifesta assenza di volontà nel riprendere l'attività lavorativa".
(23 novembre 2011)
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