La scoperta durante i lavori di ristrutturazione di una casa ereditata dalla zia. "La possibilità di convertirli in euro è scaduta nel 2012". Pronto il decreto ingiuntivo
di MASSIMO VANNI
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19 maggio 2016
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Firenze, trova 285 milioni di lire nel muro. Bankitalia: "Non si cambiano più"Trovare un “tesoretto” da 285 milioni e vederlo scomparire. È quello che sta capitando a Matilde Bresciani, originaria di Bergamo ma residente da una vita a Firenze. Circa un anno fa, a seguito del decesso della zia Giuseppina, nubile e senza figli, la signora Matilde prende possesso di un appartamento in città quale unica erede universale. E quando decide di farci alcuni lavori di restauro, lo scorso agosto, scopre una cassaforte murata dietro un quadro. Dentro titoli di Stato e, appunto ben 285 milioni. In lire però, non in euro. Banconote in lire da 500mila euro, probabilmente risalenti agli anni Novanta.
Matilde festeggia, stappa champagne. E per qualche giorno accarezza i sogni di una vita: nessuno aveva mai lontanamente sospettato che la vecchia zia possedesse tanto denaro. E che, soprattutto, l’avesse nascosto dentro le mura di casa. Ma l’euforia si spenge all’improvviso davanti allo sportello di Bankitalia: «Il cambio in euro non si può più fare», si è sentita rispondere la signora Matilde. Motivo? La convertibilità tra lire ed euro si è chiusa nel 2012. Il governo Monti, con la legge di stabilità 2011, aveva perfino anticipato al gennaio 2011 il termine ultimo. Poi però la Corte costituzionale ha stabilito che la fine della convertibilità non poteva essere stabilita retroattivamente e i termini sono stati riaperti. Ma solo fino alla fine del 2012. Che succede se uno i rotoli di lire, com’è capitato a Matilde, li trova dopo quella data?
«La giurisprudenza su questo è chiara, qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto», obietta Giovanni Rossetti di Agitalia, l’associazione a cui si è rivolta la signora Matilde e che si occupa proprio di questi casi.
«In questo caso i dieci anni di tempo concessi dalla legge per il cambio decorrono dal giorno del ritrovamento delle lire nella cassaforte», aggiunge Rossetti. Così almeno sostiene Agitalia. Ma non Bankitalia. Che neppure di fronte a queste considerazioni ha cambiato atteggiamento verso Matilde.
«La legge ha dato la possibilità ai cittadini di cambiare le lire con l’euro nei dieci anni successivi al 28 febbraio 2012 quando è cessato il corso legale della lira », ha risposto con una lettera Bankitalia. Aggiungendo pure che le operazioni di conversione hanno superato i 63 miliardi e che le lire ancora
in circolazione ammontano a 1,2 miliardi. E adesso la signora Matilde affida le sue residue speranze di intascare il “tesoretto” alle carte bollate.
«Procederemo con un decreto ingiuntivo nei confronti di Bankitalia e del ministero delle finanze», spiega Rossetti di Agitalia. L’esito finale dunque passa adesso alle aule di giustizia. Matilde per il momento può solo incrociare le dita.
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