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Crisi debito europeo: Krugman: "La crisi è la vendetta di chi non è stato perdonato"

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2014 13:26
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Berlusconi: "Forse ho convinto la Merkel
Confindustria critica? Sono ragazzotti"
Italia sotto esame a Bruxelles. Il premier: "Ho parlato a lungo con la cancelliera, penso di averla persuasa sulle nostre misure per la crescita". Poi liquida le critiche della Marcegaglia dal convegno dei giovani industriali a Capri. Appello a Bini Smaghi: "Spero che si dimetta per il bene del Paese"
Silvio Berlusconi (afp)
BRUXELLES - Non deve essere stata una cena piacevole quella a cui ha partecipato il premier Silvio Berlusconi questa sera nei pressi di Bruxelles: all'incontro con i leader del Partito popolare europeo, raccontano i partecipanti, il presidente del Consiglio italiano è stato un osservato speciale e ha dovuto tentare di convincere i suoi interlocutori, in particolare il cancelliere tedesco Angela Merkel, della bontà delle misure che il governo starebbe approntando per favorire la crescita italiana.

"Ho parlato a lungo con lei", ha detto Berlusconi rispondendo alla domanda se durante l'incontro avesse colloquiato con la Merkel. L'ha convinta sulle misure italiane? Lo hanno incalzato i giornalisti. "Penso di sì" ha affermato il premier. Entrando nel dettaglio dei provvedimenti illustrati alla collega tedesca, il premier si è tenuto sul vago: "Sullo sviluppo abbiamo fatto molte cose ed oltre 100 agevolazioni per le imprese e la deburocratizzazione", ha detto. "In settimana presenteremo delle proposte", ha poi aggiunto.

Secondo un partecipante alla cena, citato dall'agenzia France Presse, i leader europei avrebbero messo in dubbio la credibilità italiana nel mantenere gli impegni di bilancio. "Ovviamente c'è preoccupazione", ha confermato indirettamente Berlusconi, "ma ho fatto presente alla Merkel che noi siamo il secondo paese manifatturiero in Europa e che è vero che abbiamo un debito molto alto ereditato dal passato, ma che abbiamo pagato le rate con gli interessi. Le ho anche ricordato le due manovre che abbiamo fatto e che il nostro obiettivo è arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 e non nel 2014".

Mentre si affanna a rassicurare i partner europei, Berlusconi liquida con parole sprezzanti le critiche giunte anche oggi da Confindustria: "Non rispondo a ragazzotti", ha detto riferendosi all'invervento di Emma Marcegaglia, numero uno di viale dell'Astronomia, al convegno dei giovani industriali in corso a Capri. "Facciamo bene e subito le cose che dobbiamo fare con il decreto sviluppo piuttosto che farcele imporre dall'Europa", aveva detto la Marcegaglia. "Il rischio - aggiunge - è che l'Europa ci imponga delle scelte. Noi siamo un grande paese e non possiamo continuamente farci commissariare dall'Europa". Parole prese invece in grande considerazione da Roberto Maroni, ministro dell'Interno e unico rappresentante dell'esecutivo a Capri, che rincara: "Fare rapidamente il provvedimento sullo sviluppo perché il governo ha fatto tanto per tenere saldi i conti e adesso bisogna puntare sulla crescita".

Dal premier anche un appello a Lorenzo Bini Smaghi, componente italiano del board della Bce, affinché rassegni le dimissioni dopo la nomina di Mario Draghi a governatore dell'Eurotower: "Ne parlerò domani con Sarkozy", ha detto il premier, riferendosi alle pressioni francesi perché il posto di Bini Smaghi sia preso da un nuovo membro nominato da Parigi.

Oggi intanto il ministro dell'economia Giulio Tremonti nel corso di un colloquio telefonico ha presentato al presidente della Commissione Ue Josè Barroso un programma straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno, che si chiamerà Eurosud e che prevede una revisione strategica dell'uso dei fondi strutturali europei.

(22 ottobre 2011)

www.repubblica.it/politica/2011/10/22/news/alfano_marcegaglia-23665792/?re...
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A parte le personali convinzioni politiche di ciascuno, va detto che l' Italia soffre di un debito pubblico stratosferico. Gli interessi per pagare gli interessi bloccano ogni possibile intervento.

Detto questo cosa fare per il rilancio dell' Italia? Poco o niente, purtroppo, dato che si dovrà avere nel 2013 il pareggio di bilancio, il che significa che non si possono spesare investimento allo scoperto. Cosa quest'ultima che ha creato negli anni '70, '80, '90 il debito pubblico. Infatti in passato per sostenere la spesa publica sempre crescente; per il sostegno al reddito (si pensi allo sfacelo della scala mobile negli anni '70); per offrire servizi sanitari; per erogare pensioni a pioggia (al sud senza lavoro venivano date pensioni a go go) l' Italia si è indebitata emettendo continuamente titoli di debito pubblico.

Perché questo? perché i governi duravano pochi mesi e ciascuno cercava di accontentare l'elettorato promettendo e dando agevolazioni tanto poi quando sarebbero venuti a maturazione gli interssi loro forse non ci sarebbero stati. Eppoi l'inflazione rendeva meno evidenti i tassi reali. I cittadini che riuscivano a risparmiare investivano in titoli che per loro erano vantaggiosi, ma onerosi per lo Stato. Insomma, un paese del bengodi basato sui debiti dello Stato.

Nessuno pensava a Cina e India. 2/3 della popolazione mondiale che nessuno considerava.

Prodi il deficiente anzi diceva che la Cina è una opportunità... ma si sa... Prodi è Prodi.

Po la corruzione e l'evasione hanno fatto il resto.

Come battere l'evasioe? Semplice: punire l'evasione con la confisca dell'azienda e l'arresto dell' amministratore responsabile. Basta copiare pari pari la legge fiscale americana o inglese, o australiana, o svizzera, o austriaca, o tedenca. Non c'è niente da inventarsi che già non sia inventato. Basta vietare il possesso di beni oltre al milione di euro non rispondenti a una persona fisica: ville lussuose, mega yacth.
Basterebbe punire anche il cliente dell'evatore, come il cliente dell'idraulico (come di tutti gli artigiani disonesti e commercianti disonesti) che propone il senza fattura. Intendiamoci, non per punire una massaia, ma solo per darle la scusa di esigere la fattura stessa, da poter poi esere portata a costi famigliari. Migliaia di riparatori sono in realtà dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. In tral modo evadono e levano lavoro ad altri.

Basterebbe dimezzare i parlamentari e eliminare le provincie. Basterebbe pagare i dirigenti pubblici come fossero dei quadri e una volta termianto l'incarico, via senza pensioni -se non quelle relative ai contributi effettivamente versati- e vitalizzi d' oro -retaggio del passato medioevale- a vita.

Ma questo è solo un sogno, quindi prendetevelo nel xxxx e fate silenzio. Vi hanno dato un mostro contro cui sfogarvi e non vedete che il vero mostro è la politica, della quale fra l'altro, Berlusconi non è neppure figlio. parassiti a vita come i poilitici non farannno mai, dico mai, niente contro loro stessi. Mai!

Ci sono democrazie come la nostra che sono peggio di feroci dittature, perché commettono omicidi bianchi.

[SM=g27996]
[Modificato da angelico 23/10/2011 14:59]
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Ottima analisi, caro Blu, però ti sei scordato due cosuccie mica da poco:
- il vaticano, la grande sanguisuga che dissangua il nostro povero stato (e come se non bastasse comanda pure i politicanti)
- il nano maledetto che ha portato solo rovina; sto governo è fermo da oltre un anno, al massimo sforna finanziarie e leggi per parare il xxxx al sovrano (si, intendo mafionano).

E, come hai detto tu, continuiamo allegramente a prendercelo nel xxxx [SM=g27986] [SM=g27994]



[Modificato da angelico 23/10/2011 14:58]


I litsfiga fanno cagare [SM=x2706467]
All People Are Shit
Le mosche non riposano mai perchè la merda è davvero tanta!
Poi FATTI I CAZZI TUOI
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alcuni punti sono condivisibili....

ma sulle pensioni non sono d accordo....

per le pensioni di invalidita, non e il porblema delle pensioni in se, ma dei controlli e dlla corruzione...


le pensioni di anzianita e vecchia, beh queste non credo debbano essere toccate perche il bilancio dell INPS e in attivo( quindi le riforme fatte sono state buone per rimettere in sesto i conti, nn ne servono delle altre ), inoltre ormai vige il sitema contributivo....cioe quanti contributi versi, tanti ne torvi in pensione...

una pensione che sara pari al 49% dell ultima retribuzione....piu la liquidazione o TFR che dovra integrare la pensione, quando una volta la liquidaizone serviva per comprare casa o fare risparmio e le pensioni erano l 80% dell ultima retribuzione...

inoltre c e da dire che questo discorso vale per chi ha un lavoro a tempo indeterminato....per chi cambia sempre lavoro( I cosidetti precari) quel 49% non e garantito...cioe si puo ricevere benissimo una pensione sotto il 49%....

insomma una pensione da fame...

ps: usiamo un linguaggio piu consono...
[Modificato da angelico 23/10/2011 14:59]
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Crisi, ultimatum europeo all’Italia e al premier: “Aspettiamo risposte entro 3 giorni” Sarkozy freddo verso Berlusconi: "Fiducia in lui? Nelle istituzioni italiane". E mette sullo stesso piano Roma e Atene. Merkel: "Abbiamo fatto presente che serve senso di responsabilità sulle misure di debito e crescita"Più che le parole di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel sono gli sguardi imbarazzati, i sorrisi non trattenuti, a rendere realmente ciò che pensano i leader Europei di Silvio Berlusconi. Pochi secondi di video della conferenza stampa conclusiva del vertice dei 27 Capi di Stato dell’Unione Europea a Bruxelles, valgono più di qualsiasi dichiarazione ufficiale. Quando i giornalisti chiedono a Sarkozy e Merkel se sono stati rassicurati dal Presidente del Consiglio italiano, tra il presidente francese e la cancelliera ci sono stati sguardi e sorrisi imbarazzati. Qualche secondo di silenzio, poi le parole. Anche queste di certo eloquenti. ”Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere”, ha detto Sarkozy. Mentre Merkel ha più diplomaticamente affermato: “Berlusconi è il nostro interlocutore”. Ma l’Italia ha tempo “fino a mercoledì” per trovare risposte concrete alla crisi, ha puntualizzato il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy.



“Oggi il problema è Berlusconi”: è stato questo, secondo quanto riferito dai partecipanti ai lavori del Consiglio Ue, il leit motiv del Consiglio Europeo svoltosi oggi a Bruxelles. Le stesse fonti hanno espresso sorpresa per la durezza delle parole pronunciate dal presidente permanente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy – noto per la sua pacatezza, riservatezza e capacità di mediazione – a proposito delle richieste rivolte all’Italia, praticamente un ultimatum, nel corso dell’incontro bilaterale avuto questa mattina con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier, dopo il colloquio con il presidente del Consiglio Ue, ha visto anche Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Un incontro dal quale, riferiscono sempre le stesse fonti, Berlusconi è uscito scuro in volto.

E la conferenza conclusiva ne ha spiegato i motivi. Sarkozy, insieme alla cancelliera Merkel, ha illustrato i lavori svolti e i risultati raggiunti. I due hanno sottolineato come la Spagna sia “uscita dalla prima linea”, mentre per la prima volta l’Italia è stata messa sullo stesso piano della Grecia.

“All’Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita”, ha detto Merkel sostenendo di essere fiduciosa al termine dell’incontro con il Cavaliere. Di altro avviso è apparso Sarkozy. Alla domanda se si sente rassicurato da Berlusconi, il presidente francese ha volto lo sguardo ad Angela Merkel poi, dopo un profondo respiro, ha risposto ai giornalisti: “Siamo stati fino adesso nella stessa riunione. Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle istituzioni, sociali, politiche e economiche italiane. Abbiamo fiducia nell’insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese”.

Insomma l’Italia è stata bocciata. E addirittura messa sul medesimo piano della Grecia. Eppure Berlusconi stamani si era detto più che sereno. “Ma che domande mi fate?”, aveva ribattuto quasi scandalizzato a chi gli chiedeva un pronostico sull’esame che l’Ue si accingeva a fare all’Italia e ai suoi conti pubblici, alle sue strategie per fronteggiare la crisi internazionale. Il presidente del Consiglio, lasciando il Conrad per recarsi all’incontro con Van Rompuy e Barroso, conferma il suo ottimismo: “Ma certo – dice ai cronisti – io non sono mai stato bocciato in vita mia“.


www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/23/crisi-sarkozy-italia-e-grecia-siano-responsabili...
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Re:
angelico, 23/10/2011 14.58:

alcuni punti sono condivisibili....

ma sulle pensioni non sono d accordo....

.

ps: usiamo un linguaggio piu consono...



Una più attenta lettura ti avrebbe consentito di notare che io alludevo alla formazione storica del debito pubblico.

Se io ti scrivo che una miriade di pensioni di invalidità sono state concesse come ammortizzatori sociali per famiglie senza reddito è perché conosco il problema. Ora c'è una stretta enorme e talvolta ingiusta. Certo che ora i conti sono in attivo! Lo sono perché a versamenti invariati, negli ultimi anni sono state erogare in seguito alla due riforme del 91-92 erogate pensioni diversamente strutturate in funzione contributiva. Inoltre i contributi richiesti sono stati formati tenedo conto anche del gran ricorso che qualche anno fa si faceva agli ammortizzatori come la casse integrazione in tutte le sue forme; scioperi che un tempo erano maggiori per una più alta conflittualità sindacale. IMPS ha fatto molte riforme al suo interno a ha ottimizzato molte procedure, che hanno portato ad una forte riduzione del proprio personale col blocco del turn-over, grazie anche alla informatizzazione.

Per quanto attiene al richiamo sul linguaggio lo trovo fuoriluogo e molto bacchettone. Sarai mica un moralista, come il tuo nick fa supporre? Perché se sei un moralista bacchettone, come sono entrato (dietro suggerimento) me ne vado anche subito. Non vado per forum a recitare il rosario.


______________________________________________________

Generalità: Giordano Bruno

Sono eretico, ironico e autoironico, ateo, dissacrante, cinico, odioso. Inutile cercare in me qualcosa di apprezzabile. Meglio evitarmi.
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ok....

sul debito pubblico sono d accordo...anche se credo la fonte primaria di tale debito sia stata la corruzione politica e la collusione dei politici con la criminalita organizzata...

vedi la salerno reggio calabria....fondi pubblici nelle casse dell ndranghta...

la tav costata piu del doppio del dovuto....

e tanti sprechi solo per elargire denaro pubblico...

spero che internet faccia svegliare questo popolo...e che si informi....


per la piccola censura....no nn sono un bacchettone....ma se parlo per la prima volta con una persona che non conosco, mi trattengo dall usare un linguaggio poco adatto....


poi... anche satana era un "angelico" [SM=g27988]

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Bruxelles: domanda su Berlusconi. E in sala stampa ridono tutti

(23 ottobre 2011)
"Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?". A questa domanda, la reazione ilare di Merkel, Sarkozy e di tutta la stampa presente. Poi la risposta del presidente francese: "Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell'insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche"

tv.repubblica.it/copertina/bruxelles-domanda-su-berlusconi-e-in-sala-stampa-ridono-tutti/79013?video=&re...

[Modificato da angelico 23/10/2011 20:06]
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23/10/2011 23:02
 
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Felice ti entrare nel tuo forum Angelico.Grazie a te mi sto facendo una cultura sulla politica.Dammi un pò di tempo per leggere tuttto...
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Re:
mimma58, 23/10/2011 23.02:


Felice ti entrare nel tuo forum Angelico.Grazie a te mi sto facendo una cultura sulla politica.Dammi un pò di tempo per leggere tuttto...




grazie a te per esserti iscritta....


spero che questo forum sia piu collegiale e familiare dell altro...

....1 parola e troppo e 2 sono poche....capisci a me:D
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Tassare le rendite finanziarie
L’Europa chiama, ma l’Italia tace La necessità di introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie è stata ribadita a livello europeo. Per questo il silenzio italiano stona sempre di più. Domani gli attivisti di Zerozerocinque manifesteranno a Roma Nello scorso mese di febbraio si erano presentati una prima volta davanti a Montecitorio con un’intenzione ben precisa: richiamare l’attenzione del Governo sul tema della Ttf, quella tassa sulle transazioni finanziarie che i leader dell’eurozona Merkel e Sarkozy avevano ormai inserito nell’agenda delle riforme. Qualcuno si era vestito da Robin Hood, in ossequio all’ormai diffuso soprannome dell’imposta. Qualcun altro aveva indossato la maschera del premier, rigorosamente sorridente. Altri, infine, avevano inscenato un simbolico tiro alla fune tra società civile e speculatori, nella metafora di un balletto contabile tradottosi dallo scoppio della crisi a oggi in un flusso di fondi salva-finanza stimato in non meno di 13 mila miliardi di dollari (dei contribuenti). A otto mesi di distanza, gli attivisti della Campagna 005 concederanno domani una replica dell’iniziativa (la terza dopo quella datata giugno scorso) con i medesimi obiettivi e i medesimi argomenti. Ma questa volta il valore simbolico dell’evento, in programma (salvo pioggia) a piazza Vidoni, a Roma, a mezzogiorno potrebbe essere decisamente superiore. E così, in vista del super vertice Ecofin, rimandato oggi a data da destinarsi, la tormentata questione Ttf rischia seriamente di trasformarsi nell’ultima cosa di cui il governo può avere bisogno: l’ennesimo imbarazzo diplomatico da scontare in sede Ue.

E sì, perché la proposta di introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, sulla quale il governo non ha ancora espresso una posizione ufficiale, continua a conservare il suo spazio nei programmi a breve, brevissimo termine di Francia e Germania. Chi ha potuto visionare in anteprima la bozza delle conclusioni del Consiglio europeo di domenica, tra gli altri Il Sole 24 ore, assicura che Germania e Francia non hanno cambiato idea. La Ttf, sostengono i leader europei, dovrà essere necessariamente introdotta, se non altro per un’esigenza di breve termine: quella della “raccolta fondi”. All’ampliamento del fondo salva Stati si affiancherà ora un ulteriore esborso da 100 miliardi di euro da destinare alla ricapitalizzazione delle banche. Lo stato dei conti pubblici, nel frattempo, preoccupa un po’ ovunque. Rimarcando la necessità di nuove entrate che, possibilmente, non penalizzino ancora una volta l’economia reale. Per questo, dunque, Parigi e Berlino proseguono sulla stessa linea. Il problema, tuttavia, è che qualcuno si ostina a non seguirli.

“Mentre in tutta Europa si discute di questa proposta, spicca ancora oggi il silenzio dell’Italia”, spiega Andrea Baranes, portavoce della campagna. “Invece di aumentare l’IVA, imposta regressiva e che deprime i consumi, cos’altro sta aspettando il nostro governo per schierarsi da subito e con convinzione in favore della tassazione delle transazioni finanziarie?”. Il silenzio, in realtà, non è stato assoluto. Interpellato sulla questione più di un anno fa, Berlusconi ha parlato addirittura di “proposta ridicola”, vantandosi al tempo stesso del suo personale impegno per bloccarne l’introduzione in sede Ue. Solo che nel frattempo il contesto è cambiato. Francia e Germania hanno incassato il sostegno di molti altri Paesi membri riuscendo, se non altro in termini di principio, a mettere d’accordo tra gli altri Portogallo e Finlandia, notoriamente collocati agli antipodi del dibattito sull’eurocrisi.

A esprimere netta contrarietà, a oggi, soprattutto Svezia e Gran Bretagna e, tra le grandi economie dell’eurozona la sola Olanda per la quale, sottolineano tuttavia alcune indiscrezioni provenienti dall’Ecofin, si farebbe anche strada l’ipotesi di un ripensamento. L’Italia, dal canto suo, non ha espresso ulteriori prese di posizione.

Ma quanto peserebbe una simile tassa sull’economia europea? I conti sono opinabili ma gli studi non mancano. Tre anni fa il Center for Economic and Policy Research di Londra (Cepr) ipotizzò che un’aliquota dello 0,1% avrebbe permesso alle casse statali di Ue e Nord America di incassare oltre 630 miliardi di dollari in un anno. L’anno scorso, l’economista austriaco Stephan Schulmeister, si concentrò invece sui dettagli della proposta europea. Un’imposta dello 0,05% applicata nel vecchio continente permetterebbe di raccogliere ogni anno circa 350 miliardi di dollari. Quanto all’Italia, le stime appaiono particolarmente complicate. Di recente, la società di consulenza 99 Partners Advisory di Parigi ha ipotizzato la cifra di 12 miliardi di euro per la sola Francia. Sollecitata dai promotori della campagna, la stessa società ha abbassato la stima a 10 miliardi per l’Italia anche se la cifra rischia di essere sopravvalutata visto che il nostro mercato finanziario è notoriamente poco sviluppato rispetto a quello delle altre principali economie europee. Ciò non toglie tuttavia che anche un forte ridimensionamento delle stime potrebbe comunque non intaccare il giudizio di convenienza dell’operazione rispetto ad altri provvedimenti fiscali (l’aumento dell’Iva al 21% dovrebbe garantire entrate per poco più di 4 miliardi ma solo a partire dal 2012).

I critici della Ttf ridotta alla sola Europa sottolineano il pericolo di una fuga delle operazioni finanziarie al di là dell’Atlantico (Londra, Wall Street, o magari i paradisi naturali e fiscali dei Caraibi), evento, quest’ultimo, che avrebbe un impatto negativo sulla liquidità del mercato continentale. Eurolandia, tuttavia, sembra aver fatto prevalere una posizione diversa. L’ipotesi evocata è quella di tassare le transazioni alla fonte, ovvero di caricare l’imposta direttamente in base alla residenza di chi compie l’operazione, senza cioè tenere conto del luogo in cui la transazione viene materialmente effettuata. In questo modo, si sostiene, sarebbero scongiurate tanto le fughe dei capitali quanto l’evasione fiscale stessa. Facile, in caso di approvazione del provvedimento, che la scelta dei regolatori cada proprio su questo tipo di approccio decentrato.


www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/25/tassare-le-rendite-finanziarie-leuropa-chiama-ma-litalia-tace...
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Ecco il testo della lettera che l'Italia ha inviato alla Ue: licenziamenti facili in caso di crisi e pensioni a 67 anni dal 2026

dai nostro inviati Gerardo Pelosi e Isabella Bufacchi
Cronologia articolo26 ottobre 2011
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(Epa)
BRUXELLES - Dopo una mattinata di intense trattative diplomatiche tra Roma e Bruxelles Il premier italiano Silvio Berlusconi è atterrato alle 18 a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo e all'Eurogruppo che tra i vari temi ha anche le misure dell'Italia per la crescita. Secondo indiscrezioni delle istituzioni europee un primo testo inviato informalmente ai gabinetti di Barroso e Van Rompuy era apparso poco soddisfacente tanto da richiedere limature e correzioni come confermato del resto dallo stesso sottosegretario Gianni Letta.

Questi i contenuti della missiva in pillole: si introdurrebbe per la prima volta il principio di elevare a 67 anni l'età pensionabile dal 2026. Previste anche modifiche allo Statuto dei lavoratori per rendere più facili i licenziamenti per le aziende in crisi mentre si stimerebbero in 5 miliardi di euro i proventi delle dismissioni del patrimonio pubblico.

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Ecco, di seguito, il testo integrale del documento inviato dal Governo italiano al Vertice europeo dei Capi di Stato e di Governo a Bruxelles
PREMESSA
L'Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo. Quest'estate il Parlamento italiano ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. Sono state così create le condizioni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee. Dal 2012, grazie all'aumentato avanzo primario, il nostro debito scenderà.
Tuttavia, siamo consapevoli della necessità di presentare un piano di riforme globale e coerente.

La situazione italiana va letta tenendo in debita considerazione gli equilibri più generali che coinvolgono l'intera area europea. Mesi di tensioni sui mercati finanziari e di aggressioni speculative contro i debiti sovrani sono, infatti, il segnale inequivocabile di una debolezza degli assetti istituzionali dell'area euro.

Per quel che riguarda l'Italia, consapevoli di avere un debito pubblico troppo alto e una crescita troppo contenuta, abbiamo seguito sin dall'inizio della crisi una politica attenta e rigorosa.
Dal 2008 ad oggi il nostro debito pubblico è cresciuto, in rapporto al Pil, meno di quello di altri importanti paesi europei. Inoltre, la disciplina da noi adottata ha portato a un bilancio primario in attivo. Situazione non comune ad altri Paesi.
Se problemi antichi, come quello del nostro debito pubblico, danno luogo oggi a ulteriori e gravi pericoli, ciò è soprattutto il segno che la causa va cercata non nella loro sola esistenza, ma nel nuovo contesto nel quale ci si è trovati a governarli.

A. I FONDAMENTALI DELL'ECONOMIA
Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Il debito pubblico in rapporto al PIL è stato ricondotto su un sentiero di progressiva riduzione.

Nel 2014 avremo un avanzo di bilancio (corretto per il ciclo) pari allo 0,5% del PIL, un avanzo primario pari al 5,7% del PIL e un debito pubblico al 112,6% del PIL. Per realizzare questo obiettivo sono state approvate durante l'estate in tempi record due importanti manovre di finanza pubblica che comporteranno una correzione del deficit tendenziale nel quadriennio 2011-2014 pari rispettivamente a 0,2%, 1,7%, 3,3% e 3,5% del PIL. Nel 2011 si prevede un avanzo primario consistente pari allo 0,9% del PIL. Nonostante l'aumento delle spese per il servizio del debito, questo consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL già nel 2012. I dati relativi ai primi otto mesi dell'anno in corso sono coerenti con questi obiettivi.

È doveroso segnalare che la nuova serie dei conti nazionali indica che nel 2010 il Pil italiano è cresciuto dell'1,5% e non dell'1,3% e, nei due anni della crisi, il Pil si è ridotto meno di quanto prima stimato (-1,2% invece di -1,3% nel 2008 e -5,1% invece di -5,2% nel 2009).

Come conseguenza della revisione contabile operata da Eurostat il rapporto deficit/Pil, che è stato confermato a 4,6% per il 2010, è praticamente allineato a quello della Germania, rivisto dal 3,3% al 4,3%. Si noti, inoltre, che l'Eurostat ha rettificato al rialzo anche i rapporti deficit/Pil della Francia (dal 7% al 7,1%), della Spagna (dal 9,2% al 9,3%), della Grecia (dal 10,5% al 10,6%) e del Portogallo (dal 9,1% al 9,8%).
In conclusione, nel 2010 l'Italia aveva, insieme alla Germania, il comportamento largamente più virtuoso in termini di indebitamento netto in rapporto al Pil.

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B. CREARE CONDIZIONI STRUTTURALI FAVOREVOLI ALLA CRESCITA
Siamo ora impegnati nel creare le condizioni strutturali favorevoli alla crescita. Il Governo ritiene necessario intervenire sulla composizione del bilancio pubblico per renderla più favorevole alla crescita.

Con questo obiettivo il Governo intende operare su quattro direttrici nei prossimi 8 mesi:

-Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all'attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori;

-Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese;

-Entro 6 mesi, l'adozione di misure che favoriscano l'accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l'efficacia;

-Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.

Nei prossimi 4 mesi è, ad ogni modo, prioritario aggredire con decisione il dualismo Nord-Sud che storicamente caratterizza e penalizza l'economia italiana. Tale divario si estrinseca in un livello del Pil del Centro-Nord Italia che eguaglia il livello delle migliori realtà europee, e quello del Mezzogiorno, che è collocato in fondo alla graduatoria europea.

A riguardo, l'esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i fondi strutturali, impegnandosi in una loro revisione globale, inclusi quelli per lo sviluppo delle infrastrutture, allo scopo di migliorarne l'utilizzo e ridefinirne le priorità in stretta collaborazione con la Commissione Europea. Tale revisione consentirà un'accelerazione, una riconsiderazione delle priorità dell'uso dei Fondi e una regia rafforzata, dove l'Italia è disposta a chiedere un sostegno tecnico alla commissione europea per la realizzazione di questo ambizioso obiettivo. Il programma straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno è definito in maniera evocativa "Eurosud" e nasce dalla convinzione che la crescita del Sud è la crescita dell'Italia intera.

Il Governo, quindi, definirà ed attuerà la revisione strategica dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013. Tale revisione risponde alle Raccomandazioni del Consiglio del 12 luglio 2011 sul Programma Nazionale di Riforma dell'Italia.

Esso si basa su una più forte concentrazione dei Programmi sugli investimenti maggiormente in grado di rilanciare la competitività e la crescita del Paese, segnatamente intervenendo sul potenziale non utilizzato nel Sud, e su un più stringente orientamento delle azioni ai risultati (istruzione, banda larga, ferrovie, nuova occupazione). Tale revisione potrà comportare una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari.

Le risorse resesi disponibili a seguito di questa riduzione saranno programmate attraverso un percorso di concertazione tra il Ministro delegato alle politiche di coesione, il Commissario europeo competente e le regioni interessate basato su una cooperazione rafforzata con la Commissione europea attraverso un apposito gruppo di azione.
Tale piano d'azione sarà definito entro il 15 novembre 2011.

La creazione delle condizioni strutturali per la crescita dell'intero Paese passa inevitabilmente per la revisione delle politiche di:

a. promozione e valorizzazione del capitale umano;

b. efficientamento del mercato del lavoro;

c. apertura dei mercati in chiave concorrenziale;

d. sostegno all'imprenditorialità e all'innovazione;

e. semplificazione normativa e amministrativa;

f. modernizzazione della pubblica amministrazione;

g. efficientamento e snellimento dell'amministrazione della giustizia;

h. accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia;

i. riforma dell'architettura costituzionale dello Stato.

a. Promozione e valorizzazione del capitale umano
L'accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l'anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell'arco d'un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.

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Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. Si accrescerà la quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall'ANVUR e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l'obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d'onore.
Da ultimo, tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011.

b. Efficientamento del mercato del lavoro
È prevista l'approvazione di misure addizionali concernenti il mercato del lavoro.
1. In particolare, il Governo si impegna ad approvare entro il 2011 interventi rivolti a favorire l'occupazione giovanile e femminile attraverso la promozione: a. di contratti di apprendistato contrastando le forme improprie di lavoro dei giovani; b. di rapporti di lavoro a tempo parziale e di contratti di inserimento delle donne nel mercato del lavoro; c. del credito di imposta in favore delle imprese che assumono nelle aree più svantaggiate.

2. Entro maggio 2012 l'esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro a. funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell'impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; b. più stringenti condizioni nell'uso dei "contratti para-subordinati" dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato.

c. Apertura dei mercati in chiave concorrenziale
Entro il 1° marzo 2012 saranno rafforzati gli strumenti di intervento dell'Autorità per la Concorrenza per prevenire le incoerenze tra promozione della concorrenza e disposizioni di livello regionale o locale. Verrà generalizzata, la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali.

Le principali disposizioni contenute nella bozza di disegno di legge sulla concorrenza riguardano i settori della distribuzione dei carburanti e dell'assicurazione obbligatoria sui veicoli. Le misure relative al mercato assicurativo sono state definite all'interno di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, che è già stata approvata dalla camera dei deputati ed è attualmente all'esame del senato. Le misure concernenti i mercati della distribuzione carburanti sono state integralmente inserite nel Decreto Legge n.98/2011 e pertanto sono già in vigore. Si è preferito adottare uno strumento legislativo quale il decreto che garantisce l'immediata efficacia degli interventi. nel medesimo decreto legge sono state inserite anche altre disposizioni di apertura dei mercati e liberalizzazioni, tra cui si ricorda in particolare la liberalizzazione in via sperimentale degli orari dei negozi. Nel frattempo, fra i primi in Europa, l'Italia ha aperto alla concorrenza il mercato della distribuzione del gas: sono stati adottati e saranno a breve pubblicati nella gazzetta ufficiale i regolamenti che disciplinano le gare per l'affidamento della distribuzione del gas in ambiti territoriali più ampi dei comuni.

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Già con il Decreto Legge n.138/2011 sono state adottate incisive misure finalizzate alla liberalizzazione delle attività d'impresa e degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali. In particolare già si prevede che le tariffe costituiscano soltanto un riferimento per la pattuizione del compenso spettante al professionista, derogabile su accordo fra le parti. Il provvedimento sullo sviluppo conterrà recherà altre misure per rafforzare l'apertura degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali.
Sempre in materia di ordini professionali, nella manovra di agosto, in tema di accesso alle professioni regolamentate, è stato previsto che gli ordinamenti professionali debbano garantire che l'esercizio dell'attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta che garantisca l'effettiva possibilità di scelta degli utenti nell'ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti. Inoltre, già in sede di conversione della manovra di luglio (DL n. 98/2011) è stato previsto che il Governo, sentita l'Alta Commissione per la Formulazione di Proposte in materia di Liberalizzazione dei Servizi, elaborerà proposte per la liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche da presentare alle categorie interessate. Dopo 8 mesi dalla conversione del decreto legge, tali servizi si intenderanno liberalizzati, salvo quanto espressamente regolato.
Verranno rafforzati i presidi a tutela della concorrenza nel campo dei servizi pubblici locali, con l'introduzione a livello nazionale di sistemi di garanzia per la qualità dei servizi nei comparti idrico, dei rifiuti, dei trasporti, locali e nazionali e delle farmacie comunali, seguendo rispettivamente questa sequenza temporale 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi.

Per quanto riguarda la riforma dei servizi pubblici locali che il Governo italiano - riprendendo quanto già previsto dall'articolo 23 bis del DL 112/2008 - ha approvato nella manovra di agosto 2011 escludendo il settore idrico a seguito di un referendum popolare. Con le disposizioni che si intende varare si rafforza il processo di liberalizzazione e privatizzazione prevedendo che non è possibile attribuire diritti di esclusiva nelle ipotesi in cui l'ente locale affidante non proceda alla previa verifica della realizzabilità di un sistema di concorrenza nel mercato, ossia di un sistema completamente liberalizzato. Inoltre, viene previsto un ampliamento delle competenze dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché un sistema di benchmarking al fine di assicurare il progressivo miglioramento della qualità di gestione e di effettuare valutazioni comparative delle diverse gestioni.

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d. Sostegno all'imprenditorialità e all'innovazione
Entro il 2011, al fine di favorire la crescita delle imprese il Governo prevede di utilizzare la leva fiscale per agevolare la capitalizzazione delle aziende, con meccanismi di deducibilità del rendimento del capitale di rischio. Verranno potenziati gli schemi a partecipazione pubblica di venture capital e private equity, preservando la concorrenza nei relativi comparti.

Il Governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo, rendendo più semplice ed efficace la procedura per definire i programmi di rilancio, che potranno essere finanziati anche con risorse comunitarie.
Forte impegno dell'esecutivo verso le PMI, destinando loro il 50% delle risorse non utilizzate ogni anno del Fondo Rotativo per il Sostegno alle imprese e per gli investimenti in ricerca.
Questi interventi – insieme al Contratto di Sviluppo, già operativo – rientrano a pieno titolo nell'ambito del riordino generale degli incentivi contenuto nello Statuto delle Imprese, che diventerà legge nelle prossime settimane.

Per garantire la liquidità delle imprese si prevede un sistema di certificazione di debiti delle Pubbliche Amministrazioni locali nei confronti delle imprese stesse al fine di consentire lo sconto e successivo pagamento da parte delle banche, in conformità alle procedure di calcolo Eurostat e senza impatto addizionale sull'indebitamento della Pubblica Amministrazione.

e. Semplificazione normativa e amministrativa
Il Governo incentiva la costituzione di "zone a burocrazia zero" in tutto il territorio nazionale in via sperimentale per tutto il 2013, anche attraverso la creazione dell'U.L.G. – Ufficio Locale dei Governi quale autorità unica amministrativa che coinvolgerà i livelli locali di governo in passato esclusi.
Il Governo mira a semplificare la costituzione del bilancio delle S.r.l., la digitalizzazione del deposito dell'atto di trasferimento delle quote delle società e lo snellimento in materia di vigilanza delle società di capitali e degli organi di controllo.

I rapporti con la pubblica amministrazione diventeranno più snelli grazie alla completa sostituzione dei certificati con delle autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione resteranno valide solo nei rapporti tra privati.
I controlli sulle imprese si ispireranno a criteri di semplicità e proporzionalità, al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni che possano recare intralcio al normale esercizio delle attività imprenditoriali.
Da ultimo, per quanto riguarda la semplificazione amministrativa verrà completata nei prossimi 6 mesi la strategia di revisione della regolamentazione settoriale, elaborando proposte puntuali di semplificazione dei procedimenti e monitorandone gli effetti. Verrà rafforzata e accelerata l'attuazione del programma di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi derivanti da obblighi di tipo informativo previsti da leggi statali (MOA). Inoltre, ove la disciplina sia di fonte regionale e locale, verranno rafforzati ed estesi gli incentivi previsti dalla manovra estiva per i procedimenti amministrativi relativi all'avvio e alla svolgimento dell'attività d'impresa. L'obiettivo è quello di migliorare il posizionamento dell'Italia nella graduatoria internazionale relativa al Doing Business, nei prossimi 3 anni.

f. Modernizzazione della pubblica amministrazione
La pubblica amministrazione è un volano fondamentale della crescita. Stiamo creando le condizioni perché la pubblica amministrazione sia pronta ad accompagnare la ripresa, svolgendo una funzione di servizio allo sviluppo e non di zavorra burocratica. Ecco perché la semplificazione, la trasparenza e la meritocrazia sono fondamentali. Un tassello rilevante è costituito dalla piena attuazione della Riforma Brunetta della pubblica amministrazione, in particolar modo dalle misure che rafforzano il ruolo della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l'Integrità delle amministrazioni pubbliche (istituita nel dicembre del 2009) e le cui competenze saranno integrate con il disegno di legge in materia di anticorruzione, già approvato dal Senato, e attualmente all'esame della Camera dei Deputati. Esso rappresenta un passaggio importante per la completa implementazione della riforma della pubblica amministrazione in quanto individua una nuova governance per l'attività di prevenzione e contrasto della corruzione, affidando le funzioni alla Commissione e individuando con estrema puntualità le modalità di accrescimento del livello di trasparenza della pubblica amministrazione.

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Per rendere più efficiente, trasparente, flessibile e meno costosa la pubblica amministrazione tanto a livello centrale quanto a livello degli enti territoriali (oltre al vigente blocco del turnover del personale) renderemo effettivi con meccanismi cogenti/sanzionatori: a. la mobilità obbligatoria del personale; b. la messa a disposizione (Cassa Integrazione Guadagni) con conseguente riduzione salariale e del personale; c. il superamento delle dotazioni organiche.

Contestualmente all'entrata in vigore della legge costituzionale recante l'abolizione e la razionalizzazione delle province è prevista l'approvazione di una normativa transitoria per il trasferimento del relativo personale nei ruoli delle regioni e dei comuni.

g. Efficientamento e snellimento dell'amministrazione della giustizia
Proseguendo sulla linea delle misure definite in estate, verranno rafforzati il contrasto della litigiosità e la prevenzione del contenzioso (anche attraverso la costituzione presso il Ministero della Giustizia di un gruppo tecnico che individui situazioni a forte incidenza di litigiosità e proponga specifici interventi di contrasto). Entro il 30 aprile 2012 verrà completato il progetto in corso presso il Ministero della Giustizia per la creazione di una banca dati centralizzata per le statistiche civili e per quelle fallimentari. Verranno rafforzati i meccanismi incentivanti per gli uffici virtuosi di cui alla Legge n. 111 del 2011. L'obiettivo è quello della riduzione della durata delle controversie civili di almeno il 20 per cento in 3 anni.

h. Accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia
Oltre alla realizzazione degli investimenti già concordati con le società concessionarie, il Governo solleciterà una maggiore partecipazione degli investitori privati, definendo entro il 31 dicembre 2011 standard contrattuali tipo che facilitino il ricorso al project financing, con una più chiara ed efficiente allocazione dei rischi tra le parti e accrescendo le certezze sulla redditività dell'opera e la prevenzione di comportamenti di tipo monopolistico nella determinazione dei pedaggi. Verrà rafforzata la qualità della programmazione finanziaria pubblica, definendo obiettivi pluriennali di spesa e concentrando le risorse su progetti considerati strategici.

Il Governo è impegnato nella definizione nelle prossime 10 settimane di alcune opere immediatamente cantierabili, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che potranno beneficiare, a titolo di contributo al finanziamento, della defiscalizzazione (IRAP, IRES) a vantaggio dei concessionari dell'opera stessa. Inoltre sono previste una serie di semplificazioni e velocizzazioni nelle procedure di approvazione dei progetti da parte del CIPE e la suddivisione degli appalti in lotti funzionali per garantire alle PMI un accesso facilitato.

Si prevede lo sblocco degli investimenti privati grazie alla semplificazione delle procedure relative ai contratti di programma dei maggiori aeroporti italiani. Infine, sono previste norme mirate all'ottimizzazione delle gestioni negli impianti portuali e di semplificazione in materia di trasporto eccezionale su gomma.

Da ultimo, è in corso di predisposizione una garanzia "reale" dello Stato (attraverso propri beni immobili, e non solo di natura finanziaria) per i mutui prima casa di giovani coppie, prive di contratto di lavoro a tempo indeterminato. Questo garantirà un nuovo impulso al mercato immobiliare e alle nuove famiglie.

i. Riforma dell'architettura costituzionale dello Stato
Il Governo italiano è impegnato in un processo di complessiva riforma costituzionale. Essa riguarda tanto l'assetto costituzionale dei poteri, quanto la cornice normativa volta a promuovere le condizioni di sviluppo del mercato e una disciplina più rigorosa delle finanze pubbliche.
Pur nella complessità del processo di revisione costituzionale l'Italia intende giungere all'approvazione della prima lettura di tali disegni di legge costituzionale entro i prossimi 6/12 mesi.

In particolare, quanto alla riforma dello Stato, si tratta dei seguenti provvedimenti:

a.Disegno di legge (già approvato in prima lettura alla Camera) sulla modifica dell'elettorato attivo e passivo per l'elezione al Parlamento nazionale al fine di garantire una maggiore partecipazione giovanile alla vita politica.

b.Due disegni di legge (all'esame del Parlamento) di riforma complessiva dell'organizzazione dei vertici delle istituzioni politiche, con particolare riferimento alla riduzione significativa del numero dei parlamentari, all'abolizione delle province, alla riforma in senso federale dello Stato, alla maggiore efficienza dei meccanismi decisionali e al rafforzamento del ruolo dell'esecutivo e della maggioranza.


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Sul secondo versante, relativo alla disciplina del mercato e al rigore della finanza pubblica, si prevede:
a.Un disegno di legge (la cui approvazione è in corso proprio in questi giorni presso la Camera dei deputati) di riforma degli articoli della costituzione relativi alla libertà di iniziativa economica e alla tutela della concorrenza, nonché alla riforma della pubblica amministrazione in funzione della valorizzazione dell'efficienza e del merito.

b.Un disegno di legge sull'introduzione del vincolo di pareggio di bilancio sul modello già seguito in altri ordinamenti europei.
A tal fine si deve ricordare che l'articolo 138 della Costituzione Italiana impone che le leggi costituzionali ad intervallo non minore di tre mesi. Quindi, anche con la massima celerità possibile, le riforme costituzionali richiedono dei tempi minimi imprescindibili.
Le conseguenti leggi attuative saranno successivamente attuate senza indugio, non essendovi vincoli temporali nell'ambito della Costituzione.

C. UNA FINANZA PUBBLICA SOSTENIBILE
Le pensioni
Nella attuale legislatura la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi.
Grazie al meccanismo di aggancio dell'età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010 (art. 12 commi 12-bis e 12-ter, DL 78/2010, come modificato con art. 18 comma 4, DL 98/2011), il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026.

Sono già stati rivisti i requisiti necessari per l'accesso al pensionamento di anzianità. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all'evoluzione della speranza di vita.

La delega fiscale e assistenziale previdenziale
Il provvedimento di iniziativa governativa è già all'esame del Parlamento e sarà approvato, entro il 31 gennaio 2012, quindi con tempi compatibili all'emanazione dei provvedimenti delegati entro il 2012. Comunque, anche al fine di accrescere la fiducia degli investitori, nel rispetto del percorso di risanamento programmato, il Governo ha fornito, con la Legge 148 del 14 settembre 2011, le risorse che saranno reperite con l'esercizio della delega per la riforma dei sistemi fiscale e assistenziale sulla base degli attuali regimi di favore fiscale e delle sovrapposizioni fra agevolazioni e conseguenti inefficienze ad oggi individuate.

Tali risorse ammontano ad almeno 4 miliardi di euro nell'anno 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Contestualmente, per dare massima garanzia sul rispetto dei saldi è stata introdotta una clausola di salvaguardia. La clausola prevede che, in caso di ritardo nell'attuazione della delega oltre il 30 settembre 2012, le agevolazioni fiscali vigenti saranno ridotte del 5% per l'anno 2012 e del 20% a decorrere dal 2013. In alternativa, anche parziale, si è stabilita la possibilità di disporre con decreto del Presidente del consiglio, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, la rimodulazione delle aliquote delle imposte indirette, inclusa l'accisa.

In breve, qualora la delega non fosse esercitata entro il 30 settembre 2012 o le nuove disposizioni fiscali e assistenziali non siano in grado di garantire un sufficiente effetto positivo sul deficit (almeno 4 miliardi nel 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014), si avrà una riduzione automatica delle agevolazioni fiscali che garantirà comunque il raggiungimento degli obiettivi di risparmio. Viceversa, se la delega verrà esercitata entro il termine e le nuove disposizioni garantiranno effetti di risparmio almeno pari a quelli previsti, non si procederà dunque al taglio automatico delle agevolazioni.

Le dismissioni
Entro il 30 novembre 2011, il Governo definirà un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico che prevede almeno 5 miliardi di proventi all'anno nel prossimo triennio. Previo accordo con la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi verranno utilizzati per ridurre il debito o realizzare progetti di investimento locali.

La razionalizzazione della spesa pubblica
Il Governo ribadisce l'impegno a definire entro il 31 dicembre 2011 il programma per la riorganizzazione della spesa previsto dalla Legge 14 settembre 2011, n. 148, in particolare per quanto riguarda: l'integrazione operativa delle agenzie fiscali; la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell'amministrazione dello Stato e degli enti della previdenza pubblica in modo da creare sinergie e ottimizzare l'uso delle risorse; il coordinamento delle attività delle forze dell'ordine; la razionalizzazione dell'organizzazione giudiziaria nel suo complesso in modo da accelerare i tempi della giustizia civile; e la riorganizzazione della rete consolare e diplomatica. Il Governo attuerà i primi interventi dal 1° gennaio 2012 e darà conto dei progressi realizzati con cadenza trimestrale.

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Ecco il testo della lettera che l'Italia ha inviato alla Ue: licenziamenti facili in caso di crisi e pensioni a 67 anni dal 2026

dai nostro inviati Gerardo Pelosi e Isabella Bufacchi
Cronologia articolo26 ottobre 2011Commenti (2)
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Argomenti: Debito pubblico | Previdenza complementare | Silvio Berlusconi | Consiglio Europeo | DELL'ECONOMIA Il Governo | DELL'ECONOMIAIl Governo | Camera dei deputati | Comitato Esecutivo | Gianni Letta




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Debito pubblico
Entro il 31 dicembre 2011, il governo affiderà l'elaborazione di un piano organico per l'abbattimento del debito attraverso anche le dismissioni ad una commissione ristretta di personalità di prestigio, in collaborazione con gli enti territoriali e con le principali istituzioni economiche e finanziarie nazionali ed internazionali.

Il costo degli apparati istituzionali
Il Governo riconosce la necessità di rafforzare gli interventi volti a ridurre i costi degli apparati istituzionali. In particolare, verrà perseguita entro il 2012, una razionalizzazione e soppressione delle provincie e la riallocazione delle funzioni delle Province alle Regioni o ai Comuni, in modo da assicurare un significativo snellimento dei relativi apparati burocratici e degli organi rappresentativi. Verrà rafforzato il regime di incompatibilità fra le cariche elettive ai diversi livelli di governo.

Il pareggio di bilancio
Il disegno di legge di riforma della Costituzione in materia di pareggio di bilancio è già all'esame della Camera dei Deputati. L'obiettivo è quello di una sua definitiva approvazione entro la metà del 2012.
Con le modifiche introdotte con la Legge n.39/2011 alla "Legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009) è stata rivista la normativa relativa alle coperture finanziarie delle leggi a vantaggio del rafforzamento della relativa disciplina fiscale. In particolare, per la copertura degli oneri correnti della legge di stabilità è stata circoscritta la possibilità di utilizzare il miglioramento del risparmio pubblico, escludendo la possibilità di finanziare con tali risorse nuove o maggiori spese correnti.
Definire le ulteriori misure correttive eventualmente necessarie
Il Governo monitorerà costantemente l'andamento dei conti pubblici. Qualora il deterioramento del ciclo economico dovesse portare a un peggioramento nei saldi il Governo interverrà prontamente. L'utilizzo del Fondo per esigenze indifferibili sarà vincolato all'accertamento, nel giugno del 2012, di andamenti dei conti pubblici coerenti con l'obiettivo per l'indebitamento netto del prossimo anno.

D. CONCLUSIONI
Siamo sicuri che, con l'impegno di tutti, scaturito dalla consapevolezza che ci troviamo a fronteggiare problemi che riguardano l'intera Unione e la tenuta stessa della moneta comune, dunque problemi non circoscrivibili a questa o quella debolezza o forza nazionali, consegneremo ai giovani un'Europa più forte e più coesa.

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www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/26/il-testo-integrale-della-lettera-del-governo-italiano-allunione-europea...

www.repubblica.it/economia/2011/10/26/news/il_testo_della_lettera_alla_ue-2...


[Modificato da angelico 26/10/2011 22:30]
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