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Fisco, inviate 200mila lettere per redditi e affitti in nero: quanto costa fare pace

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2016 11:27
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Il nuovo rapporto tra Agenzie delle Entrate e contribuenti (già noti al fisco) passa sempre più per la segnalazione delle anomalie nei comportamenti fiscali: gli sbadati sono invitati a mettersi in regola per non rischiare conseguenze spiacevoli, pagando interessi e sanzioni in misura ridotta. Ecco cosa fare se si riceve una comunicazione
di Patrizia De Rubertis | 17 novembre 2016
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Più informazioni su: Affitti, Agenzia delle Entrate, Cartelle esattoriali, Dichiarazione dei Redditi, Fisco
Altro che la rottamazione delle cartelle esattoriali per rendere il fisco più amico o la lotteria degli scontrini per ridurre le sacche di evasione. L’arma vincente in più che l’Agenzia delle Entrate sta usando per far salire gli introiti si basa sul perdono. La strategia è chiara. Il Grande fratello fiscale scrive una lettera dai toni molto concilianti agli sbadati che si sono dimenticati di pagare le tasse. Ma, fa intendere il fisco, visto che che nessuno vuol pensare male viene anche offerta la possibilità di mettersi in regola attraverso il ravvedimento operoso che consente di versare le imposte non pagate, i relativi interessi e le sanzioni ridotte a un sesto di quelle altrimenti dovute. Un aiuto che, però, non lascia altre possibilità di scelta: se non si collabora, le Entrate faranno scattare l’accertamento fiscale vero e proprio. Tant’è che lo scorso anno su 220mila contribuenti destinatari delle lettere quasi la metà ha aderito all’invito, facendo entrare nelle casse dello Stato 300 milioni di euro in più.


Così, anche al termine di questa lunga stagione delle dichiarazioni dei redditi, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di inviare oltre 200mila lettera di avvertimento, di cui 156mila stanno arrivando ai contribuenti che lo scorso anno non hanno presentato né il modello 730 né l’Unico pur essendo tenuti a farlo avendo più di un sostituto d’imposta (datori di lavoro e enti previdenziali) e 60mila inviti bonari a quanti si sono dimenticati di dichiarare i canoni di locazione incassati nel 2012, vale a dire gli affitti in nero.

Chi sono i contribuenti nel mirino dell’Agenzia delle Entrate – Sicuramente non si tratta di sconosciuti al fisco. Non è stato, infatti, necessario attuare blitz o programmi di disclosure (il rientro dei capitali dall’estero) come nel caso dei grandi evasori. Per trovarli è bastato fare il controllo sulla dichiarazione dei redditi precompilata, operazione che da due anni ha proprio lo scopo di semplificare i rapporti tra fisco e contribuenti. In altre parole, i nominativi erano già presenti nel cervellone del Grande Fratello al quale non è rimasto che incrociare facilmente i dati comunicati dai sostituti con quelli delle dichiarazioni presentate e individuare quelle mancanti. Si tratta, in particolare, di contribuenti che hanno percepito e non dichiarato (o dichiarato solo in parte) redditi dei fabbricati derivanti da contratti di locazione di immobili, compresi quelli che hanno scelto il regime della cedolare secca, redditi di lavoro dipendente o di pensione, assegni di separazione o divorzio, redditi di partecipazione in società, imprese familiari e di lavoro autonomo non derivanti da attività professionali.

Cosa fare se si riceve la lettera – La prima cosa è controllare che i rilievi del fisco siano veritieri. E qui ci sono due strade da seguire: se si ha ragione, non si deve tenere conto della lettera. Nel caso in cui, invece, ci sia la conferma dell’errore, si dovrà compilare l’Unico Persone Fisiche e presentarlo entro il 29 dicembre 2016. Il modello integrativo, che va utilizzato anche se la dichiarazione originaria è stata presentata con il 730, si deve presentare esclusivamente per via telematica (Fisconline ed Entratel) o tramite gli intermediari abilitati, indicando i redditi percepiti e non dichiarati. Rispettando la scadenza di 90 giorni dal 30 settembre 2016 si può così beneficiare di una riduzione delle sanzioni dovute alla tardiva dichiarazione. Non ci si deve però dimenticare di aggiungere gli interessi maturati sulle imposte dovute e non dichiarate.

Facciamo un esempio. Il signor Rossi, che ha presentato la dichiarazione dei redditi con il modello Unico nel 2013, a settembre 2016 ha ricevuto la lettera dalla quale risultano redditi non dichiarati. Per regolarizzare la sua posizione, con un ritardo di 1.262 giorni, deve presentare la dichiarazione integrativa, dalla quale derivano le seguenti maggiori imposte: 200 euro di Irpef, 50 euro di addizione regionale e 20 euro di addizionale comunale. La sanzione ridotta da versare sarà, quindi, pari a: 30 euro per l’Irpef (si deve moltiplicare 200 euro per il 90% dei giorni e poi per 6 visto che si deve pagare solo 1/6 della sanzione ordinaria), 7,50 euro per l’addizionale regionale (50 x 90% : 6) e 3 euro per l’addizionale comunale (20 x 90% : 6).

Sul fronte degli interessi, invece, il calcolo è più complicato perché si deve fare affidamento alla tabella vigente: dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2013 sono al 2,5%, per l’anno 2014 all’1%, per l’anno 2015 allo 0,5% e dal 1° gennaio 2016 allo 0,2%. Così quelli da versare per il ritardo di 1.262 giorni saranno pari a 6,03 euro per l’Irpef, 1,51 euro per l’addizionale regionale e 0,60 euro per l’addizionale comunale.

Capitolo a parte per i contribuenti che ricevono la lettera per non aver dichiarato, o dichiarato parzialmente, redditi di fabbricati derivanti da contratti di locazione di immobili. I “pochi semplici passi” previsti dal Fisco per regolarizzare gli errori passano per un ulteriore conteggio. Se il reddito di locazione è stato assoggettato ad Irpef, la sanzione ridotta è pari al 15% della maggiore imposta determinata (ossia un sesto della sanzione minima al 90%). Invece se è stato scelto il regime della cedolare secca la sanzione sarà più elevata: 30% della maggiore imposta determinata (ossia 1/6 della sanzione minima al 180%) se i canoni sono stati dichiarati solo parzialmente e 40% della maggiore imposta determinata (ossia 1/6 della sanzione minima al 240%) nel caso in cui non siano stati dichiarati.

Calcoli decisamente complicati che, poi, devono essere riportati sul modello Unico. Laddove, comunque non si volesse chiedere aiuto a un Caf o a un commercialista è possibile utilizzare una sorta di elaboratore online dell’Agenzia delle Entrate, specificamente studiato per il calcolo delle sanzioni e degli interessi dovuti.

La strada per fare pace con il fisco non è, però, finita qui. Messo da parte il pallottoliere, oltre alla presentazione della dichiarazione integrativa, deve essere effettuato il pagamento tramite il modello F24 che pagato alla banca, alla posta o tramite l’home banking. In ogni caso, i contribuenti che vogliono ricevere maggiori informazioni e assistenza nella compilazione della dichiarazione possono rivolgersi direttamente alle Entrate. E, per agevolarli, nella lettere inviate è anche riportato l’indirizzo dell’ufficio a loro più vicino.

Del resto che il Fisco ce la stia mettendo tutta per facilitare il dialogo con i contribuenti si vede anche dai due nuovi servizi messi a punto dall’Agenzia delle Entrate ed Equitalia per accorciare le distanze con i contribuenti e facilitare il dialogo. In particolare, le Entrate stanno inviando sms personalizzati agli utenti che si sono registrati su Fisconline per informarli che non risulta recapitata una comunicazione inviata via raccomandata o che sono state accreditate le somme chieste a rimborso. Mentre l’agente di riscossione ha lanciato il servizio “Sms-Se mi scordo” con cui informa tempestivamente sull’invio di una cartella, per ricordare che manca soltanto una rata per decadere dal piano di dilazione del debito, ma anche per segnalare che il pagamento delle rate non risulta regolare. Per attivarlo si deve andare sul sito di Equitalia e registrarsi nell’area riservata ed inserire anche il proprio numero di cellulare o l’indirizzo di posta elettronica.


www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/17/fisco-inviate-200mila-lettere-su-redditi-e-affitti-cosa-fare-in-caso-di-errore/...
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