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Michael Jackson, al via il nuovo processo la famiglia chiede 40 miliardi di dollari a promoter

Ultimo Aggiornamento: 01/05/2013 10:25
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ROMA - Michael Jackson non riposerà in pace. Di lui si continuerà a parlare, come nell’atroce tradizione delle star tormentate, da Judy Garland a Elizabeth Taylor. Qui, in più, c’è una famiglia che non molla l’osso; la mamma/tutrice Katherine che si affanna a salvaguardarne la memoria e a vigilare sul patrimonio, il padre Joseph che non la smette di esercitare la sua dispotica autorità, tre figli che scalpitano in attesa della maggiore età, una schiera di fratelli e sorelle che resterebbero al buio se l’astro di Michael smettesse di brillare. Non c’è pericolo, la torcia è ancora ben accesa.
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Una folla di giornalisti e fotografi ha affollato il tribunale di Los Angeles dove si apre la causa civile intentata dalla famiglia Jacksojn contro Aeg Live, l'organizzatore del tour del 2009 del re del pop di Daniela Accadia


"This is it". L’odissea della star morta per overdose di propofol nel giugno del 2009 è probabilmente solo all’inizio. Assicurato alla giustizia Conrad Murray, l’anestesista accusato di omicidio colposo per non aver vigilato sulla salute del suo assistito, i Jackson hanno ingaggiato una causa civile con Aeg Live, che avrebbe dovuto produrre This is it, la serie di spettacoli londinesi che causa decesso non si è mai fatta. Se la giuria la riterrà colpevole delle accuse rivolte dai legali di famiglia, l’agenzia dovrà sborsare ai legittimi eredi tra gli otto e i quaranta miliardi di dollari alla fine di un processo che durerà tre mesi.

L’ultima canzone. La prima udienza si è aperta con una sceneggiata degna del re del pop. La voce di Michael è risuonata in aula sulle note di You are my life, una canzone sdolcinata scritta per i tre figli e commentata da mamma Katherine in lacrime. Su uno schermo scorrevano immagini di vita domestica e un video registrato la mattina di Natale, quando l’artista fece dono ai ragazzi di un cagnolino. Lo scopo: dimostrare ai giurati quanto forte fosse il legame dell’artista con i suoi figli, come se si trattasse di un fatto straordinario e non di un naturale, sacrosanto, legittimo legame genitoriale. Le arringhe introduttive degli avvocati, che nei prossimi mesi, udienza dopo udienza, diventeranno le star di questo nuovo reality, hanno lasciato intendere che il dibattimento avrà un impatto mediatico molto più forte del processo Murray. Marvin S. Putnam, difensore della Aeg, ha parlato chiaro: «Per difenderci dalle accuse della famiglia Jackson, che ci ritiene responsabili della morte di Michael, saremo costretti a svelare anche i segreti più oscuri e nascosti della popstar».
Causa civile della famiglia di Michael Jackson
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Michael Jackson durante la sua esibizione al Super Bowl a Pasadena nel 1993



Allarme rosso. Brian Panish, l’avvocato ingaggiato da Katherine Jackson — come legale rappresentante dei figli minori — per la sua crociata contro la Aeg ha sottolineato il comportamento spregiudicato e incauto dell’agenzia. «Il loro imperativo era: “Lo spettacolo deve andare avanti”. Hanno assunto un medico (il dottor Murray) senza indagare sul suo passato e sui problemi finanziari che lo affliggevano. In pratica hanno ignorato tutti gli allarmi rossi che mettevano a repentaglio la salute e l’incolumità dell’artista. Sia Murray che la Aeg sono responsabili della morte di Michael per comportamento negligente». Una dichiarazione scivolosa: equivale a dire che il cinquantenne Jackson non era capace di intendere e di volere all’epoca dell’ingaggio, ed è una chiara ammissione del fatto che aveva costantemente bisogno di assistenza medica. E difatti la controparte, per voce di Putnam, ha attaccato: Aeg non poteva in alcun modo essere a conoscenza della dipendenza da farmaci di Michael, che aveva sottoscritto liberamente e coscientemente il contratto con cui s’impegnava a sostenere il tour de force londinese. «La verità è che Jackson ha truffato tutti», ha concluso. «Nessuno della Aeg era a conoscenza dei suoi segreti».

Senza esclusione di colpi. Con un dibattimento impostato in questo modo e con una richiesta economica così esorbitante sarà senza dubbio una battaglia senza esclusione di colpi. I fuochi d’artificio inizieranno già dalla seconda udienza, quando i testimoni delle due parti cominceranno a giurare (il primo della lista, chiamato dalla famiglia, è Orlando Martinez, il detective della polizia di Los Angeles che ha investigato sulla morte del divo — ma nella lista ci sono anche Sharon Osbourne, Quincy Jones, Spike Lee, Ray Parkey Jr, Lisa Marie Presley e Diana Ross). Putnam ha già fatto intendere quale sarà la linea difensiva con la quale contrattaccherà le accuse di Katherine Jackson, la matriarca 82enne che ha in custodia i tre ragazzi, Prince, Paris e Blanket, eredi di una fortuna incalcolabile. Al centro delle argomentazioni della difesa il fatto che l’artista era pieno di debiti al momento della firma del contratto e con una reputazione devastata dall’ultimo processo per pedofilia che nel 2005 si concluse con la piena assoluzione. Non ci sarà rispetto per la memoria, da nessuna delle due parti. L’avvocato Panish ha già ammesso: «Tutti erano al corrente del fatto che Michael era dipendente da farmaci, la Aeg non poteva non saperlo». Per supportare la sua tesi ha anche mostrato alla corte una mail inviata da un dirigente dell’agenzia in cui si legge che Michael era in stato di ebbrezza e non era in grado di incontrare i fan a Londra: «È una delle cose più orribili che abbia mai visto, l’emozione lo paralizza, è pieno di dubbi e in preda al panico proprio ora che è quasi il momento di andare in scena». Accusa e difesa potrebbero chiamare a testimoniare anche i due figli più grandi e Debbie Rowe, la loro madre biologica; i Jackson con la pretesa di essere risarciti di tutto quel che Michael avrebbe potuto guadagnare in almeno altri quindici anni di attività; la Aeg con le argomentazioni che l’artista al momento del decesso non aveva nessuna possibilità di continuare l’attività live al pari di artisti longevi come Cher e i Rolling Stones.


www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/04/30/news/michael_jackson_al_via_il_nuovo_processo-57789904/?ref=...
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