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Hiv: identificato un composto che può attivare e consentire l’eradicazione i serbatoi latenti del virus

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2023 11:08
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Aids, in calo morti e nuove infezioni
in 34 milioni convivono con l'Hiv
Rispetto al 2009, nel mondo diminuiscono i contagi e aumenta del 3,3% il numero di sieropositivi. Un effetto legato alle maggiore accessibilità alle cure: un milione e 350 mila persone in più sono state sottoposte a trattamento antiretrovirale. Ecco i numeri del nuovo report di Unaids, il programma delle Nazioni Unite nella lotta all'Hiv e Aids
di MAURIZIO PAGANELLI
(ansa)
ROMA - Meno morti correlate all'Aids e sempre meno nuove infezioni di Hiv (il 21%, sia per le morti rispetto al 2005, che di infezioni, dal picco del 1997), quasi un malato su due nei paesi più colpiti e più economicamente svantaggiati che riceve un trattamento antiretrovirale salva-vita: a ridosso della Giornata mondiale contro l'Aids, il primo dicembre, il nuovo report di Unaids (il programma delle Nazioni Unite nella lotta all'Hiv e Aids) presentato a Berlino, segnala con enfasi i progressi. L'accesso ai trattamenti tra il 2009 e il 2010 ha avuto un incremento di un milione e 350 mila persone.

I dati complessivi (2010) parlano di 34 milioni di persone che convivono con l'Hiv, 2,7 milioni di nuovi infetti, 1,8 milioni di persone morte di Aids (a causa della forte immunodeficienza acquisita). "Il numero di persone che vivono con l'hiv non è mai stato così alto, soprattutto per un maggiore accesso alle cure - si legge nel rapporto. Rispetto al 2009, il numero di sieropositivi è aumentato del 3,3%, mentre il numero di nuove infezioni è rimasto stabile a 2,7 milioni, sebbene la tendenza sia al ribasso. Il numero di decessi per l'Aids è sceso a 1,8 milione, pari a un ribasso del 5,3%".

I nuovi dati Nell'Africa Sub Sahariana il decremento di infezioni, rispetto al picco del 1997, sarebbe del 26%, con un record che supera il 30% in Sud Africa. Numeri analoghi se non maggiori nel Sud e Sud-Est asiaticao (in India -56%). In controtendenza ci sono però l'Est Europa, l'Asia centrale, Medio Oriente e Nord Africa. La prevenzione ha avuto successo soprattutto tra i giovani, portando a cambiamenti nel comportamento sessuale, con particolare evidenza nelle infezioni di Hiv in cinque paesi africani (Burkina Faso, Congo, Ghana, Nigeria e Togo). Tutto questo avviene, sottolinea il report, nonostante la forte crisi economica e la cronica carenza di finanziamenti. I nuovi strumenti che Unaids ha proposto (e di cui già si vedono i frutti) riguardano sei tipi di intervento: sulla popolazione a forte rischio (prostituzione e relativi clienti; omosessuali; tossicodipendenti); sui bimbi a rischio Hiv; cambiamenti di comportamenti a rischio; distribuzione di condom; trattamento e cura di affetti da Hiv; circoncisione volontaria dei maschi nei paesi con alta prevalenza di trasmissione di Hiv (ci sarebbero risultati assai incoraggianti in Kenya e tutta l'Africa Sud Orientale).

Il Fondo Globale Le promesse (e impegni) di finanziamento anche al Fondo globale contro Aids, malaria e tubercolosi (che proprio in questi giorni si riunisce ad Accra in Ghana) sono spesso disattesi, come ha fatto finora il governo italiano. E il Fondo Globale, per carenza di soldi, per la prima volta dalla sua creazione (nel 2002) ha dovuto sospendere per un anno i finanziamenti a nuovi progetti, mantenendo quelli in corso, sottolinea l'ong Medici senza Frontiere. Il Ghana è stato il primo paese ad avere fondi, nel 2002, dal neonato Global Fund (fondo promosso proprio dall'Italia), ottenendo grandi risultati: 2,4 milioni di persone sottoposte a test hiv-Aids, 49 mila in trattamento antiretrovirale. Il Ghana è stato tra i primi paesi paesi ad adotatre il protocollo dell'Oms per le prevenzione della trasmissione del virus mamma-bambino. Ma le difficoltà esistono, con la crisi in primo piano, e il clima sembra mutato, nonostante gli impegni solitari del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton ("una solidarietà globale per cambiare il corso dell'epidemia e inaugurare una generazione libera dall'Aids").

La carenza di fondi L'ong Medici senza Frontiere, nel sottolineare i progressi importanti segnalati dal report Unaids, fa presente quanto ancora ci sia da lavorare per salvare vite e permettere trattamenti a tutti i malati. L'organizzazione umanitaria, premio Nobel per la pace nel 1999, ricorda che "nel 2011, importanti ricerche hanno mostrato che una persona sottoposta tempestivamente a trattamento per l'Hiv ha il 96% di probabilità in meno di trasmettere il virus ad altri. Nel mese di giugno, i governi si sono impegnati a portare a 15 milioni entro il 2015 il numero di persone in cura per l'Hiv, prevedendo che il Fondo Globale finanzi il 50% della spesa necessaria". Ma nulla di buono sembra apparire all'orizzonte: "Mai, in oltre dieci anni di trattamenti per le persone affette da Hiv/AidsS, siamo stati così vicini a invertire il corso di questa epidemia", ha dichiarato Tido von Schoen-Angerer, direttore della Campagna per l'Accesso alle Cure Essenziali di Msf, "I governi di alcuni dei paesi più colpiti vogliono cogliere l'occasione offerta dai progressi scientifici per arrestare l'espansione dell'Aids. Ma i loro propositi rimarranno lettera morta in assenza di finanziamenti".


(21 novembre 2011)


www.repubblica.it/salute/medicina/2011/11/21/news/aids_calano_i_morti_e_le_nuove_infezioni-2...
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